Che affoghino nel bicchiere, gli sposi di Neferikare (/viewuser.php?uid=731613)
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«Brindiamo:
agli sposi!»
«Che affoghino nel
bicchiere, gli sposi.» ribattè
Ricardo alla voce stridula di Meat con una certa nonchalanche mentre il
povero Mars lo guardava sperando che nessuno lo avesse sentito: era
stata sua l'idea di portarselo dietro, ed ora ne stava pagando le
conseguenze con una serie non meglio definita di figure indimenticabili
che, nonostante fossero portate avanti dal brasiliano, ricadevano
sempre e comunque su di lui.
E questa era stata
l'ultima di una lunga lista, motivo per cui decise di prenderlo
nuovamente sottobraccio per trascinarlo in un luogo appartato dove
almeno non avrebbe potuto nuocere alla sua dignità, dove con
sua si intende di Mars:
«Oh avanti,
non puoi almeno fingere che questa festa ti piaccia? Te lo chiedo per
favore, per una volta comportati come se nulla fosse, fingi di
divertirti così poi ce ne andiamo via in pace.» lo
pregò inginocchiandosi mentre l'altro lo guardava
indifferente dall'alto in basso con un bicchiere di pessimo champagne
in mano:
«Da dove
posso iniziare... ah sì: la crema della torta sembrava
colla, i pasticcini erano raffermi, il presunto prete che ha presieduto
la cerimonia era palesemente sbronzo, le colombe che hanno fatto volare
dal campanile hanno sparso i propri escrementi sull'abito bianco della
sposa e lo champagne, se così si può chiamare
quest'acqua colorata, è stato probabilmente comprato in un
discount a 99 centesimi.
Ora dimmi Mars, dovrei davvero fingere di
divertirmi? Se me ne fossi stato sdraiato sul divano a
guardarmi una maratona di Game of Thrones mi sarei divertito di
più: avanti, questo
fottuto prosecco farebbe diventare astemia anche Cersei Lannister!»
rispose di tutto punto gettando il bicchiere su quella sorta di prato
all'inglese che elemosinava liquidi, che fosse acqua o vino mal
riuscito non faceva troppa differenza.
Mars restò
con le mani sul volto a trattenere le lacrime di rassegnazione per
cinque minuti buoni mentre il resto degli invitati pareva divertirsi,
poi si alzò barcollando e prese a scuotere la testa: forse
Ricardo non era un animale da festa come sospettava, e magari i suoi
problemi mentali lo rendevano leggermente troppo pretenzioso, ma in fin
dei conti non aveva tutti i torti riguardo quella sottospecie di
cerimonia.
E fu allora che,
illuminato da riflessioni tanto argute, lanciò un'occhiata
di interrogazione verso la massa di invitati poco lontano: Roxanne
minacciava già Kid di divorziare per la storia dei piccioni,
Dik Dik stava sfiorando il coma etilico in compagnia di un Kevin Mask
piegato in due a vomitare l'anima, Meat imprecava in chissà
quale lingua contro il prete che si faceva un goccetto.
E poi c'era Ricardo:
lì, immobile a guardare la scena con le braccia incrociate,
lo sguardo indifferente di chi non vuole mischiarsi con i plebei, la
catena che ondeggiava placidamente alla faccia del vento che aveva
appena sollevato la gonna di Belinda rivelando dei mutandoni alla
Fantozzi a dir poco agghiaccianti.
Alla fine si decise a
prendere una mano al brasiliano avvicinandosi quasi per sussurrargli un
segreto:
«Che ci
anneghino tutti, in quello champagne.»
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Angolino dell'autrice
Questa flash-fic
è uscita così, quasi a caso: 500 parole esatte
che pretendevano di essere scritte, il tutto senza una particolare
motivo ma più per divertirmi a vedere le reazioni delle
persone, quindi se volete lasciare una recensione sarò
più che felice di vedere come la pensate ahahahah :'D
P.s. sto provando le virgolette per i dialoghi, il problema
è che mi annoio a fare sempre copia e incolla per i simboli
ahahahaha
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