Dovevamo
ancora imparare
che
il Diavolo ha creato la
gioventu'
per farci commettere
i
nostri errori e che Dio ha istituito
la
maturita' e la vecchiaia per
consentirci
di pagarne il prezzo.
(Il
palazzo della mezzanotte- Carlos Zafon).
Capitolo
tredici.
La
vita senza John sembra cosi' strana. Inconsciamente mi ero abituata
alla sua presenza per casa. Era un punto fermo. Anche quando mi
allontanavo fisicamente o mentalmente, sapevo che al mio rientro a
casa ci sarebbe stato lui ad aspettarmi. Invece adesso rientro a casa
e mi trovo da sola. Kevin passa sempre meno tempo a casa. Forse sente
la mancanza del padre o forse non gradisce la nostra presenza. O
forse e' solo alla ricerca di pace interiore. Quella che a me manca
in questo momento. Josh invece cerca sempre di starmi tra i piedi
cosi' da farmi spazientire e dimenticare per un po' la mia
solitudine. Trovo davvero molto teneri i suoi tentatavi, ma adesso
vorrei solo stare sola, sotto le coperte a piangere. Piangere per
sempre. Ma non posso. Non e' nel mio carattere e poi Josh ha ancora
bisogno di me. Deve sapere che la sua famiglia e' ancora qui,
nonostante sia smembrata. E poi piangere non servirebbe a nulla: mica
le lacrime possono riportarmi la persona che ho perso?!E poi c'e'
Peeta. Per quanto faccia male vederlo ogni giorno piu' pallido, magro
e ferito, mi devo costringere a guardarlo. A volte gli parlo nella
mente. Sai che tuo padre e' morto? Lo sai che quel vecchio sciocco
non ha retto alla pressione di vederti soffrire? Lo sai che sento la
tua mancanza e avrei proprio bisogno di uno dei tuoi sorrisi caldi e
dei tuoi saggi consigli? Lo sai che non meriti quello che stavi
vivendo? Le mie domande non ricevono mai una risposta e io me ne sto
li' a fissare lo schermo e alzarmi stancamente ogni volta che la
situazione diventa sempre piu' violenta. Come quei tre che sono stati
tempestati dalla pioggia di sangue. E' successo piu' o meno quando
Peeta e gli altri sono stati attaccati dalla nube tossica. Vedere
quei poverini sbattere gli uni contro gli altri, cercando di scappare
senza sapere dove andare, bere litri di sangue, piangere e urlare..mi
ha fatto rivoltare lo stomaco e sono corsa appena in tempo in bagno a
vomitare. Tutto questo si sta facendo davvero insopportabile. Per
quanto meschino possa apparire il mio pensiero, non vedo l'ora che
muoiano tutti e che questa agonia finisca. Se pensassi che Katniss o
Peeta possano tornare a casa, sarei davvero pazza. Questi giochi sono
stati ideati solo per farli fuori. Nessuno nelle tante edizioni di
Hunger Games ha mai visto cosi' tante vittime e pericoli in neanche
tre giorni. Stanno cercando di sterminarli tutti. E quando finiranno
con loro, procederanno con gli altri. E sara' sempre cosi',
purtroppo. Sospiro. Almeno nessuno di Capitol City e' venuto a fare
visita a me o Jane Everdeen per eliminarci. Magari volevano
torturarci per far crollare i nostri figli. Beh, in questo momento
potrebbero fare di me cio' che vogliono: non avrei neanche la forza
per urlare. E a cosa servirebbe poi? Nessuno puo' aiutarmi. Nessuno
puo' aiutarci. Per quanto riguarda Jane.. Si e' fatta viva i primi
giorni per prepararmi qualcosa da mangiare o semplicemente per farmi
compagnia in silenzio, ma negli ultimi giorni ha smesso di farsi
vedere. Deve essere doloroso per lei venire qui, in questa casa che
ricorda cosi' tanto John. La posso capire. Anche lei ha subito le sue
perdite, ma io a differenza sua, non ho alcuna intenzione di fissare
il muro in attesa della mia morte. Intanto vedro' come andranno a
finire questi Hunger Games e poi, possiamo riparlare del muro. Almeno
Katniss e Finnick sembrano divertirsi. Sorrido quando li vedo
spalmarsi quella crema orripilante sul viso e diventare due mostri.
E' da cosi' tanto tempo che non possono essere solo due ragazzi
normali, due amici, magari. Devono essere solo alleati con la
consapevolezza di doversi uccidere alla fine. Ma Finnick ha ragione:
non si diventa vincitore per niente. Scatta qualcosa dentro di loro:
un meccanismo di auto-conservazione che li rende brutali e
incredibilmente violenti. Il senso di colpa puo' aspettare..Quello
continuera' a fargli visita per il resto della loro vita.
-Adesso
sveglio Peeta- esclama
Katniss dopo essersi passata quella crema un po' dappertutto.
-No,
aspetta- dice Finnick- Facciamolo insieme. Mettiamogli la faccia
davanti agli occhi-
Ridacchio.
Sembrano cosi' strani mentre si avvicinano piano piano a Peeta,
scrollandolo leggermente. E mi salgono le lacrime agli occhi quando
Peeta si sveglia e salta in aria per lo spavento. E' cosi' bello
vederli ridere come se fossero dei ragazzi normali..come se fossero
amici. Ma so gia' che tutto questo non puo' durare per sempre. Non e'
questo che vogliono ai piani alti. Loro vogliono rendere i giochi uno
spettacolo orripilante. Non puo' durare a lungo questo divertimento:
e' inaccettabile. Infatti dall'altra parte esatta dell'isola la
telecamera punta sui corpi svenuti e macchiati di sangue di Johanna,
Beetee e Wiress. Si trovano in spiaggia, con il sangue incrostato
nella tuta, nel viso, nei capelli. Fa male il cuore vederli in quello
stato. Sento quasi il sapore del sangue nella mia bocca e per poco
riesco a trattenere un conato di vomito. Tutto questo non mi fa bene.
No,decisamente no. La prima a rinvenire e' Wiress, ma credo che non
sia del tutto lucida perche' inizia a mormorare cose strane e ad
agitarsi, tanto che che i suoi mugugni svegliano anche Johanna. Credo
che anche lei sia terrorizzata ma che stia facendo di tutto per farsi
vedere forte e combattiva. Mi piace questa ragazza: ha coraggio da
vendere e anche una bella dose di follia. Magari potrebbe essere la
vincitrice. Si tira su, disgustata da quel sangue e mette a tacere
quella povera donna con un sonoro schiaffo. Poi li agguanta e li
trascina in acqua. Sembra avere una scintilla di determinazione negli
occhi che fa quasi paura. Sa cosa deve fare. Ma cosa deve fare
esattamente? E' difficile nuotare con una persona che si agita e
strilla e un uomo mezzo svenuto, ma lei ci riesce. Coraggiosamente li
porta sull'altro lato dell'isola. Si sente un colpo di cannone e la
telecamera punta verso quell'altro cadavere e fa rivedere la scena:
una figura indistinta che lotta contro le onde, le sue urla
terrorizzate e infine viene portato via dalla corrente. Fa che
finisca presto!mi ripeto nella mia mente. La telecamera compie un
altro giro intorno all'isola e poi punta nuovamente su Katniss e la
sua compagnia. Johanna e' riuscita a portare tutti e tre da Finnick e
adesso sta litigando furiosamente con lei. Se non ci fossero Peeta e
Finnick a dividerle, si ucciderebbero sul momento, ma poi la ragazza
del settimo distretto dice qualcosa di interessante.
-Chi
credi che li abbia tirati fuori per te da quella giungla di sangue?-
riferendosi a Wiress e
Beetee. Ma cosa voleva dire? Perhce' portare altra gente a Katniss?
Perhce' rischiare tutto per salvare due persone che avrebbe dovuto e
potuto uccidere solo per questa ragazzina dalla lunga treccia morta?
Katniss da eco ai miei pensieri:- Cosa voleva dire? Li ha
portati qui per me?- chiede a Peeta.
-Non
lo so. Eri tu che volevi stare con loro, all'inizio- le ricorda lui.
-Si.
E' vero. All'inizio-
Comunque
siano andate le cose, c'e' qualcosa sotto. Qualcosa che pero' non
riesco a capire..
Angolo
dell'autore.
Ciaooooo!
Eccomi qui con un altro capitolo poco prima dell'inizio della scuola,
visto che per questa poverina inizia domani. Pensatemi domani! E
quindi mi sono presa questa mattina libera per aggiornare tutte le
storie che mi erano rimaste un po' in sospeso, nel pallido tentativo
di lasciare una traccia dietro di me, prima che la scuola mi uccida
anche quest'anno. Anyway, ho semplicemente adorato Marlene in questo
capitolo. Non so perche', ma e' cosi'. Vi ringrazio per aver letto,
recensito, inserito questa storia nelle preferite/seguite/ricordate.
Grazie mille <3
Alla
prossima,
Hoon21
|