Cappuccini, rose, lavande

di DaniKa
(/viewuser.php?uid=186299)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


ROSE, LAVANDA, CAPPUCCINO

    Ormai era diventata un'abitudine.
    Da quando non si presentò quel giorno, lui aveva continuato lo stesso ad andare a fare colazione in quel bar, anche se era consapevole che non si sarebbe mai più presentata, che non avrebbe mai più varcato quella porta.
    Aveva smesso di prendere il solito. Le sue labbra sapevano di cappuccino.
    Ora preferiva il gusto amaro del caffè, anche se l'aveva sempre odiato.
    Lasciò la tazzina mezza piena, prese l'ombrello nero e si diresse verso la cassa.
    Pagò e notò che la ragazza gli rivolgeva, come sempre del resto, anche se c'era lei con lui, il solito sguardo seducente. 
    Arrossì. Non si sarebbe mai abituato, nonostante fossero passati alcuni anni da quando aveva iniziato a rivolgergli certe attenzioni.
    Uscì. Il cielo era nuvoloso e la pioggerella picchiettava sulla sua giacca nera elegante. Un suo regalo.
    Iniziò a dirigersi insicuro verso l'ultimo posto dove l'aveva salutata, cinque anni fa, dubbioso se ne avesse il diritto, dato che non si era presentato all'evento, tenendosi a distanza e salutandola quando tutti se ne furono andati. Neppure negli anni successivi si presentò mai.
    Si fermò dal fioraio e prese un mazzo di rose e lavanda, i suoi fiori preferiti. L'odore della sua pelle. Rose. Lavanda. Sapone. Lei.
    Entrò nel giardino chiuso da un maestoso cancello nero, davanti a lui si estendeva un piccolo vialetto di ghiaia che finiva dinanzi alla scultura di un angelo.
    Prese la stradina a destra, camminò per qualche minuto, finché non si trovò davanti ad una croce di pietra.
Susanne Kent. 1980-2010.
    -Scusami se ci ho messo 5 anni a trovare il coraggio di venire. Scusa se non sono passato a prenderti quel giorno. Scusa..
    Furono le sue uniche parole.
    Posò il mazzo davanti la sua lapide, su cui una goccia cadde pesante.
    Non pioveva più.

-----------------------Angolo autrice------------------------
Salve a tutti.
Spero che la mia storia sia interessata a qualcuno e spero che qualcuno lasci una recensione, positiva o negatica che sia, e spero anche di ricevere qualche consiglio su come migliorare il mio modo di scrivere.

In questo angolo volevo precisare soprattutto che le frasi scritte in corsivo e grassetto è un modo di scrivere che si può dire ho ''preso'' dall'autrice Mirya.
Questa autrice è incredibile e l'ammiro molto, di conseguenza volevo provare a scrivere come lei, dandole questi ''crediti'' spero di evitare di alzare qualche polemica per il fatto che l'ho copiata... Mi dispiace per questo, ma sul serio non ho potuto resistere. ^^"

Detto questo, se qualcuno è interessato a leggere qualche sua storia, può andare a vedere tra le mie storie preferite.

Arrivederci e a presto. :)

 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3255725