Il Destino di Eligorn

di Saphyria
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Prologo


Aerys e Lucas correvano attraverso la Grande Pianura, il colore dei loro mantelli spiccava rispetto alla candida assenza di colore della neve.
Tutto era muto, mentre Aerys vedeva scomparire il mantello blu del fratello in un'altra direzione mentre le Guardie Reali si dividevano per inseguirli.
Correva correva, quando a un certo punto vide un casetta. 
Speranzosa si diresse lì; guardando al vetro della finestra vide che era abbandonata da tempo mentre il suo fiato formava goccioline di condensa sulla superficie.
Disperata tentò di aprire la porta, ma quella, bloccata dalla neve e dal ghiaccio, non voleva saperne di aprirsi. 
Tornò alla finestra e stupita vide che ancora un fiore sopravviveva a quel clima rigido. Era una rosa viola, di quelle che sbocciavano d'inverno. 
La pregò di crescere e rompere il vetro e quella lo fece. 
Si guardò intorno col cuore che batteva spasmodico per la paura, ma dei soldati non c'era traccia.
Entrata, si rintanò nell'angolo più buio della casa e, avvicinando le gambe al viso, avvolgendosi nel mantello, pianse.

Da quando suo padre aveva scoperto che lei sapeva usare la magia e che sia la moglie che il figlio glielo nascondevano era impazzito e aveva cercato di catturarli; 
erano riusciti a scappare solo grazie all'aiuto della madre, che con un ultimo sguardo li aveva pregati di restare in vita. 

E così pianse, in angoscia per la sorte di Lucas; 
pianse, preoccupata per la madre; 
pianse, non sapendo se avrebbe più rivisto la servitù del castello, il giardino sempre in fiore, la sua stanza;
pianse, poiché passava la notte all'addiaccio, in un posto sconosciuto; 
pianse, domandandosi quale sarebbe stato il futuro; 
pianse, constatando che ormai non era più una principessa.

Pianse, consapevole di essere una maga in un mondo che non l'accettava.





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