Ciò che si fa per amore lo si fa sempre al di là del bene e del male

di KikiWhiteFly
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Ciò che si fa per amore lo si fa sempre al di là del bene e del male


49. 

«It's not what I feel for you. It's what I don't feel for anyone but you».


La routine giornaliera imponeva che Misaki sfaccendasse tutto il giorno e Usagi lavorasse per la maggior parte del tempo, accompagnato solamente dal rumore dei tasti del suo portatile. Era una quotidianità alla quale, senza che davvero se ne rendesse conto, Misaki si era abituato e – anche se non l’avrebbe mai ammesso – persino Usagi la trovava piacevole.
Meno gradevoli, invece, erano gli innumerevoli tentativi di invadere il suo spazio vitale e costringerlo ogni notte alla resa: eppure, se dapprima i movimenti di Usagi erano scaltri e avventati, con il tempo erano diventati soavi e delicati, più rispettosi della sua persona.
Questo doveva riconoscerglielo, Usagi si era sforzato sin dove poteva nel farlo sentire parte di quella casa e non solamente di una stanza. Ma Misaki era un ragazzo e, per quanto maturo, era vulnerabile e sensibile e aveva bisogno di gesti tanto quanto di conferme.
E invece eccolo di nuovo là, in quell’angolo ormai familiare di letto, con uno sguardo rivolto a Usagi e l’altro alla soglia della porta.
Almeno finché Usagi non gli allungò un cuscino, privandosi egli stesso di un guanciale in più: «Visto che ti fa sempre male la testa quando dormi qui. Tieni, ti servirà».
«Veramente mi fa male la testa per colpa tua!», inveì Misaki, con tono leggermente inviperito.
Usagi non esordì con una delle sue battute sardoniche, preferì il silenzio e la quiete notturna e si sistemò quanto più vicino a Misaki, biascicando un: “Allora scusa” –  a denti stretti, ma udibile.
E in quel momento Usagi pensò che non gli importava un bel niente di sentirsi rivolgere frasi d’amore o manifestazioni d’affetto, Misaki era felice con un guanciale in più e qualche ora di sonno in meno e nulla avrebbe cambiato tale sensazione.








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