Eccomi
a pubblicare il primo capitolo!
Prima di lasciarvi alla lettura, voglio ringraziare tutte per
l'accoglienza che avete riservato al prologo, perchè sul
serio, non me l'aspettavo!
Ora sono un pò in ansia e spero di non deludervi con questo
nuovo capitolo.
Se avete voglia, fatemi sapere che ne pensate (sono ben accetti
consigli e/o critiche, aiutano a migliorarsi sicuramente).
Buona giornata.
Serena
CAPITOLO 1
Il posto in cui
era stata portata doveva essere stato in passato un
piccolo campeggio ben attrezzato, dal momento che collegata ad ognuna
delle roulotte c'era stata anche una piccola casetta in legno. Ogni
piazzola era stata delimitata da uno steccato, che un tempo doveva
essere stato di un rosso acceso, come lo erano state le persiane delle
casette, ma che ora nella tenue luce dell'alba risultava più
un
rosa slavato. Nell'arrivarci lungo la strada che ne costeggiava un
lato, Beth aveva notato come tutto il perimetro fosse stato
già
delimitato da una robusta rete metallica, a cui in aggiunta erano stati
fissati dei pannelli di metallo di diverse misure, rendendo il
posto sicuro dai vaganti.
L'entrata, dove in origine probabilmente c'era stata solo una sbarra
saliscendi, ora era stata sostituita da un rozzo cancello che qualcuno
si era affrettato ad aprire non appena vi erano giunti davanti.
Per tutta la durata del viaggio, Beth non era riuscita a smettere di
pensare a cosa le sarebbe successo una volta che
fossero giunti a destinazione.
"Non ho nessuna
intenzione di scoparti, okay? Nè ora, nè mai."
Anche quella frase non se n'era andata dalla sua testa, ma
nonostante
se la fosse ripetuta più volte in cerca di una speranza, la
parte più lucida di lei l'aveva catalogata come
una bugia che quel Daryl le aveva detto forse con l'intenzione di
tenerla buona finchè non fossero giunti lì,
evitandosi magari la fatica che lei provasse a liberarsi ancora.
Dio, ti prego, restami
vicino almeno tu.
Non aveva mai nemmeno smesso di pregare, perchè
rivolgersi a Dio era qualcosa che si ricordava di aver fatto sin da
bambina, cioè sin da quando suo padre aveva iniziato a
trasmetterle la sua grande fede. Se non aveva smesso
di credere in lui, invocandolo anche quando si era ritrovato
inginocchiato accanto al
Governatore e minacciato di morte, allora non lo avrebbe fatto nemmeno
lei, cercando così la forza di andare avanti ed affrontare
anche questa ulteriore prova.
- Ehi, fratellino, vedi di
tenere alto il buon nome dei Dixon, okay?
Alla cruda realtà era stata riportata proprio dal ghigno che
si era
dipinto in faccia all'uomo che li aveva affiancati nello spiazzo
antistante all'ingresso e che aveva capito essere a capo di
quella banda di criminali.
- Fottiti, Merle.
La risposta secca di Daryl aveva strappato una smorfia ancora
più lasciva al fratello, che rivolgendo lo sguardo a lei,
l'aveva gelata dando voce al suo incubo peggiore.
- Oh, sì, ci puoi scommettere che io fotterò con
Daisy non appena metterò piede nella mia roulotte.
Perchè non c'è niente di meglio di una bella
scopata per scaricare
l'adrenalina dopo una delle nostre uscite!
Poi aveva riportato lo sguardo in quello dell'uomo seduto davanti a
lei, strizzandogli l'occhio.
- Fallo anche tu e vedrai che poi diventerà una bella
abitudine!
Senza
aspettare
una qualche ulteriore risposta da parte del fratello, aveva dato gas,
sgommando via per imboccare il vialetto subito
di fronte a loro. Davanti a quell'ultima battuta, Beth non era riuscita
a trattenere un gemito disperato, convinta che di lì a poco,
si
sarebbe trasformato in realtà ciò che aveva
temuto sin da
quando era stata trovata dai due uomini.
- Cazzo!
Il corpo a cui inevitabilmente era ancora addossata, era sobbalzato per
il pugno che Daryl
aveva sferrato con forza sul serbatoio e che di conseguenza aveva fatto
sobbalzare anche lei, spaventandola ancora di più di quanto
già non lo fosse.
- Maledetto bastardo!
Questa volta non c'era stato nessun pugno, ma lei si era ritrovata a
sobbalzare ancora, turbata dalla rabbia con cui l'uomo aveva
sputato fuori quell'ulteriore imprecazione, mentre aveva fatto
un'inversione secca con la moto.
- Apri il cancello, Scott.
Se Beth aveva creduto di sapere in che situazione si trovasse, seppure
terribile, quel cambio di direzione l'aveva gettata
in un stato di panico maggiore.
Dove mi porta adesso?
Cosa vorrà fare, liberarsi di me? E in che maniera?
Nuove domande le avevano affollato la mente e
ancora tutte senza la benchè minima risposta certa.
- Ehi, ma se sei
appena tornato...
- Apri quel cazzo di cancello!
La moto aveva fatto uno scatto in avanti, manifestando così
quella rabbia che lei sentiva tendere il corpo di Daryl proprio come se
fosse stato una corda sul punto di spezzarsi.
- Datti una calmata, bello. E poi, Merle lo sa che stai uscendo di
nuovo?
-
Merle non
è la mia balia, io faccio quel cazzo che mi pare, chiaro?
Per
cui chiudi quella cazzo di bocca e limitati ad aprire quel fottuto
cancello!
Forse era stata la frase più lunga che Beth gli aveva
sentito
pronunciare, e la minaccia che c'era stata al suo interno le aveva
fatto temere di essere sul punto di dover assistere ad un omicidio,
perchè non aveva dubbi circa il fatto che probabilmente
avrebbe infilzato quello Scott con la sua balestra se non si fosse
deciso ad aprire
il cancello come gli stava ordinando di fare.
- Mi sa che la biondina lì dietro ti ha già dato
al
cervello... comunque quando Merle ti farà il
culo per essere uscito ancora, io starò a guardare e ci
godrò pure!
Quella minaccia non aveva sortito nessun effetto, perchè non
appena si era creato lo spazio necessario per passare, la moto era
letteralmente schizzata fuori, emettendo un ruggito che era risuonato
come il boato di un tuono.
Beth era stata costretta ad aggrapparsi alla vita di Daryl,
perchè questa volta la velocità raggiunta le
aveva fatto
letteralmente schizzare il cuore in gola. Aveva dovuto praticamente
spalmarsi addosso alla sua schiena, per evitare che l'aria fredda le
sferzasse il viso e le togliesse il respiro.
Così stretta a lui, nonostante il rombare del motore e la
sua
potente vibrazione, era riuscita lo stesso a cogliere il martellare
furioso di un cuore che non era stato il suo.
Dio, ti prego, fammi
morire sul colpo, non lasciarmi in pasto ai vaganti.
Perchè era convinta che sarebbe stata quella la
fine che avrebbero fatto, mentre correvano
su quella strada che tagliava la foresta in due e che era ricoperta da
una
leggera patina di brina. Alla fine aveva chiuso gli occhi, per
non vedere più gli alberi sfrecciare accanto a loro come se
fossero stati un'unica macchia confusa.
Ad ogni più piccolo sobbalzo, aveva creduto di essere sul
punto
di impattare con il duro cemento, perciò quando avevano
iniziato a rallentare l'andatura non aveva avuto subito la forza di
riaprirli.
Quando la moto si era poi realmente fermata e spenta, aveva avuto
bisogno di un minuto, forse due, per
riprendere il controllo sul tremore che la scuoteva e accorgersi
così che era ancora avvinghiata
strettamente a Daryl.
A quanto sembrava la loro
folle corsa li aveva portati in un punto ben preciso, cioè
davanti ad un capanno isolato in mezzo al bosco.
- Puoi scendere.
Mi lascia libera.
Il pensiero le aveva attraversato la mente come un lampo.
Oppure questo
è il posto dove morirò.
Altrettanto rapidamente era stato seguito da quella che le
era
sembrata l'opzione più probabile, perciò era
rimasta
immobile anche quando con uno sbuffo
impaziente, aveva sentito l'uomo appoggiare la moto al cavalletto.
- Scendi, ragazzina. Non siamo qui perchè ho cambiato idea.
Beth non aveva avuto idea su come interpretare quel messaggio,
però il fatto che l'avesse sollecitata di nuovo a scendere
con
quel tono di voce rude, l'aveva spronata a dargli retta.
Malferma sulle gambe ancora indebolite per le troppe emozioni, era
riuscita a fare qualche passo indietro, restando ad osservare l'uomo
che aveva sfilato la balestra dal'apposito supporto montato sul
manubrio e realizzando che così come era stata messa,
all'occorrenza avrebbe potuto usarla anche mentre viaggiava.
Questo l'aveva indotta a temerlo ancora di più,
perchè aveva intuito di essere di fronte a qualcuno che
pericoloso e letale lo era stato forse anche prima che scoppiasse
quell'apocalisse, quando tutti, che lo volessero o meno, avevano dovuto
imparare ad usare un'arma per difendersi dai vaganti e dagli altri
sopravvissuti.
- Vieni, entriamo.
Le aveva fatto un breve cenno col capo di seguirlo, senza
guardarla in faccia, dandole l'impressione che non contemplasse nemmeno
l'idea che lei potesse tentare nuovamente di liberarsi, soprattutto ora
che erano rimasti loro due soli.
Sei fuggita
già una volta da un inferno, Beth, puoi farcela anche adesso.
La parte più coraggiosa di lei, quella che
esisteva davvero perchè era riuscita a scappare
già da una
situazione impossibile, sembrava essersi risvegliata nuovamente,
incitandola a fuggire come aveva già provato a fare solo
qualche
ora prima.
Brava, bella idea.
Qualche metro e ti infilzerà come un pollo allo spiedo.
Non sapeva da dove le fosse uscito un pensiero del genere,
però le
era sembrato molto più saggio rispetto al precedente,
soprattutto
perchè l'uomo non le aveva detto che era libera di
andarsene, ma
anzi le aveva detto di seguirlo all'interno del capanno.
- Non faresti molta strada, di vaganti ce ne sono anche qui intorno.
Il fatto che fosse rimasta immobile era bastato per far capire a Daryl
che direzione avessero preso i suoi pensieri, inducendolo a voltarsi
appena per lanciarle un'occhiata significativa.
"Non hai speranza qui
fuori da sola, meglio entrare con me".
Ma lei era fuggita da sola dalla prigione, dopo aver
assistito
impotente allo sgozzamento di suo padre e lasciando dietro di
sè persone a cui aveva voluto davvero bene.
Maggie, Glenn, Rick,
Carl, la
piccola Judith, Carol, Michonne... Dio, ti prego, dimmi che hai dato
anche a loro la forza di sopravvivere.
Nonostante fosse stata disperata, non aveva smesso di
camminare sino a che non era arrivata in
quella piccola cittadina, rifugiandosi in quella casa dove si era
finalmente
concessa di piangere la morte di suo padre e la perdita di tutti gli
altri.
Puoi essere
più forte di questo brutto stronzo, Beth.
La sua mente aveva prodotto quel pensiero e la sua bocca
gli aveva dato voce, rivolgendosi a Daryl con un tono più
deciso.
- Mi sono salvata da un inferno peggiore che non fossero dei vaganti in
cerca di cibo e l'ho fatto senza l'aiuto di nessuno.
Se pensava di poterlo colpire con quella che era stata la
verità, si era ricreduta nel
momento in cui lo aveva visto scuotere appena le spalle, riprendendo a
salire per i gradini della piccola veranda.
- Ti è andata bene, ma non sfiderei la sorte un'altra
volta, ragazzina.
Beth era stata attraversata da un fremito, un senso di ribellione che
l'aveva incitata a fuggire via, fregandosene di ciò che
sarebbe
venuto dopo, solo che la parte più lucida di lei, le aveva
ricordato che
fuggendo dalla prigione aveva avuto con sè almeno il suo
coltello, quello che era rimasto sotto il cuscino quando era stata
sorpresa nel sonno.
Senza nemmeno un'arma, stremata e infreddolita come si sentiva ora,
aveva dovuto riconoscere che di strada ne avrebbe fatta forse davvero
poca se avesse incontrato più di un vagante.
Però meglio
provare che diventare una vittima certa.
I suoi piedi avevano fatto appena qualche passo
indietro, spinti da quel pensiero, quando
un rumore inconfondibile alle sue spalle l'aveva bloccata. Un secondo dopo aveva sentito due sibili , a breve distanza l'uno dall'altra, quasi sfiorarla. Spostando lo sguardo sulla veranda, aveva
visto Daryl abbassare la balestra e rivolgerle un'altra occhiata
significativa.
"Falla finita e vieni
dentro".
Aveva avuto la sensazione certa che la
pazienza dell'uomo stesse raggiungendo il limite, e sapendo bene chi si
trovava di fronte, aveva capito che sarebbe stato meglio
abbandonare l'idea della fuga.
Quando aveva messo piede dentro al capanno, era stata investita da
una serie di odori uno peggio dell'altro: muffa, sporcizia e
decomposizione. Aveva dovuto reprimere un conato, mentre Daryl le aveva
richiuso la porta alle spalle, sprangandola con un asse che doveva
essere stata messa lì di recente.
- Puoi sederti lì, se vuoi.
Le aveva indicato una grossa poltrona che sembrava cadere a pezzi,
mentre lui si era diretto verso il tavolo, dandole le spalle e
coprendole la visuale di quello che stava facendo.
Lo sguardo era tornato alla poltrona e di botto tutto lo stress
accumulato in quelle ore si era trasformato in una stanchezza che
gliel'aveva fatta apparire invitante. Ci si era quasi lasciata cadere
sopra, rannicchiando le gambe e mettendosi di traverso, per appoggiare
meglio la testa. Così facendo era riuscita a vedere cosa
stesse
facendo Daryl: stava bevendo qualcosa da un
barattolo di vetro. Nonostante il liquido fosse stato trasparente, non
aveva avuto nessun dubbio sul fatto che potesse trattarsi di semplice
acqua, perciò le era stato inevitabile pensare che presto
avrebbe avuto a che fare non soltanto con un uomo pericoloso, ma per di
più ubriaco. Una combinazione che non le avrebbe lasciato
scampo.
- Smettila di fissarmi.
La voce roca di Daryl l'aveva sorpresa e spaventata, ma non abbastanza
da distogliere lo sguardo.
- Cosa... cosa stai bevendo?
La sua domanda era stata ignorata, come anche la sua presenza, dal
momento che lo aveva visto prendere un'altra lunga sorsata, prima di
afferrare delle freccette che aveva preso a tirare su un bersaglio
appeso dall'altra parte della stanza.
Il freddo, mischiato con l'umidità della foresta,
si era
fatto più penetrante e lei si era detta che forse l'uomo
stava
usando l'alcol come sistema per riscaldarsi, dal momento che aveva
avuto addosso solo una t-shirt a maniche lunghe ed un gilet di pelle.
Il suo giubbotto ce
l'hai addosso tu. Senza, forse saresti già morta congelata a
quest'ora.
Le aveva dato anche una bandana per pulirsi dopo che aveva
rimesso, un gesto che solo ora le era tornato in mente. Osservandolo
riprendere le freccette, per poi tornare al punto di prima e
rilanciarle con precisione, si era chiesta come avrebbe dovuto
interpretare quei due gesti da parte di uno che appariva evidente non
fosse una brava persona.
"Non ti
scoperò, okay? Nè ora, nè mai".
Quello che Beth aveva capito bene, invece, era stato che
quel
pazzo di suo fratello, Merle, gli aveva praticamente ordinato di fare
il contrario.
"Preferirei darti in
pasto agli zombie, piuttosto che scoprire che sei veramente frocio".
Quando glielo aveva detto al fratello, aveva avuto uno
sguardo che non le aveva fatto dubitare che lo pensasse veramente.
- Sei gay?
Daryl si era girato di
scatto, rivolgendole un'occhiata che l'aveva praticamente inchiodata
alla poltrona tanto era stata affilata.
Oddio, gliel'ho chiesto
veramente!
- Scusa... io non... bè... io...
Il suo balbettare aveva fatto incupire ancora di più lo
sguardo
dell'uomo, reso già glaciale dall'azzurro intenso delle sue
iridi.
- Non ti ho portata qui perchè volevo fare conversazione.
Siamo qui perchè ho bisogno di pensare.
Glielo aveva detto quasi ringhiando e lei, d'istinto, si era
rannicchiata ancora di più.
- Quindi pensa, piangi, prega, dormi... fai una di queste cose, ma
falla stando in silenzio, okay?
Aveva scagliato con forza l'ultima freccetta che aveva in mano,
centrando in pieno il bersaglio, per poi bere ancora e subito dopo
scagliare il barattolo vuoto contro la parete.
Il rumore dei vetri infranti le aveva quasi seccato la bocca, impaurita
davanti a quell'ennesimo scatto di rabbia che non aveva saputo se
attribuire alla sua presenza o alla sua domanda.
- Cazzo, cazzo, cazzo!
Si era aggirato per la stanza come un leone in gabbia, calciando ogni
cosa che era stata sulla sua traiettoria. Tutto quel baccano avrebbe
attirato sicuramente qualsiasi vagante fosse stato nei paraggi e si era
dovuta mordere la lingua per non esternare quella sua paura ad alta
voce. Era certa che lui l'avrebbe preso come un controbattere alla sua
richiesta di fare silenzio.
- Smettila anche di fissarmi, ragazzina.
Il suo sguardo era tornato a puntarla, facendole il medesimo effetto:
sembravano lame affilate pronte ad inchiodarla. Così aveva
chiuso gli occhi, incitandosi da sola a non riaprirli per non provocare
ulteriormente Daryl, ma nel contempo promettendosi di rimanere con le
orecchie bene aperte per captare eventuali pericoli intorno a lei.
Solo che non aveva messo in conto che una volta privata della vista, la
stanchezza si sarebbe fatta sentire in maniera ancora più
massiccia, tanto che non era passato molto tempo prima di rendersi
conto che aveva perso la sua battaglia con il sonno, scivolando in uno
stato di incoscienza.
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
Quando la rabbia di Daryl si era finalmente acquietata, si era lasciato
cadere su di una sedia, esausto come se avesse corso per miglia intere.
La cosa fottutamente snervante era stata che non era riuscito a
prendere nessuna decisione, se non quella che sarebbe tornato al campo
con la ragazza, il che voleva dire che in realtà una mezza
decisione l'aveva presa, dopotutto.
Non posso piantare in
asso Merle, non prima di averci almeno provato a fargli cambiare idea.
Quello che lo tormentava, era l'essere consapevole che le
cose
non sarebbero più potute tornare come prima tra loro,
perchè lui aveva iniziato a sviluppare un cambiamento di cui
solo ora iniziava a prenderne coscienza.
Le scorribande con suo fratello erano state il loro stile di vita anche
prima dei vaganti, ma adesso erano diventate qualcosa di diverso,
assumendo a volte
l'entità di violenze gratuite e a cui lui non voleva
più a partecipare.
Lo sguardo gli era inevitabilmente scivolato sulla ragazzina che si era
addormentata sulla poltrona, rannicchiata in una posizione chiaramente
difensiva.
Pensare
che Merle gli avesse imposto di scoparla anche contro la sua
volontà, pur di mettere a tacere un
branco di fottuti stronzi, gli procurava la nausea.
Cosa sei diventato,
Merle?
Lui non era mai stato uno che aveva cazzeggiato in assurde
paranoie da boyscout, tipo rispettare le regole ad ogni costo e aiutare
le vecchiette
ad attraversare la strada... però non era mai stato nemmeno
un
assassino per il solo gusto di esserlo.
Quelli che aveva ammazzato da quando il mondo era andato a puttane,
avevano cercato per primi di fottere lui o suo fratello.
Però lo stesso non poteva dire degli altri o di Merle stesso.
Anche la tipa che adesso stava insieme a lui, all'inizio lo aveva
seguito perchè non le era rimasta molta scelta, dal momento
che
le aveva ammazzato il marito sotto gli occhi, colpevole solo di aver
tentato di rubargli la moto per scappare da una mandria di vaganti.
Era stata la prima, di una serie di volte, in cui lui aveva dovuto far
finta di non aver visto, tirando dritto per la strada che Merle stava
continuando
a tracciare per entrambi come aveva sempre fatto sin da quando erano
bambini.
Però nelle ultime settimane qualcosa era successo nella sua
testa e pensieri sempre più insistenti avevano preso a
martellarlo, lasciandolo sempre più incerto e furioso.
Dopo quasi due barattoli di distillato e un buon numero di buchi sul
muro lasciati dalle freccette che aveva scagliato come fossero stati
colpi della sua balestra, aveva dovuto ammettere con se stesso che lo
sguardo terrorizzato di quella ragazzina era stata la classica goccia
che aveva fatto traboccare il vaso.
Non avrebbe più potuto fingere che le cose non fossero
cambiate: suo
fratello stava andando fuori di testa nel vero senso della parola.
Il motivo
per cui stesse succedendo non lo sapeva esattamente, ma lui doveva
almeno provarci a farlo ragionare, prima di separare
le loro strade se avesse capito che non c'era speranza di invertire la
rotta che aveva preso Merle.
In
lotta con sè stesso, aveva visto trascorrere le prime ore
del mattino e poi anche quelle del primo pomeriggio, poi Beth aveva
riaperto gli occhi, guardandosi intorno prima
spaesata, poi sempre più consapevole di dove si trovasse e
soprattutto con chi.
A
quel punto, il suo sguardo si era posato su di lui, probabilmente in
cerca di un segnale che le potesse indicare il suo stato d'animo, dal
momento che si ricordava benissimo di averla invitata a starsene zitta,
prima di
iniziare a prendere a calci tutto quello che gli era capitato a tiro.
Okay, non sono un
fottuto bastardo, però non sono nemmeno un boyscout.
Questo per lui voleva dire che non avrebbe fatto lo sforzo
anche di
dosare le parole o i gesti con lei, mentre cercava di salvarla dal
branco di
cani che se la sarebbe contesa come un osso se non l'avesse tenuta con
sè come voleva Merle.
- Hai fame?
Forse la voce gli era uscita un pò impastata, ma lei aveva
avuto
l'accortezza di non dire nulla, limitandosi a comunicargli con lo
sguardo che pensava fosse ubriaco perso.
- Ho più sete.
Se non fosse stato per la cautela che le vedeva negli occhi, avrebbe
potuto pensare che lo stesse provocando, ma non stando così
le
cose, si era alzato per andare a recuperare uno dei barattoli in cui
aveva messo dell'acqua.
- E' acqua.
Nel momento stesso in cui le si era avvicinato, lei aveva scosso la
testa, certa che le stesse proponendo dell'alcol.
- Non è quello che hai bevuto tu.
Dopotutto non era riuscita a tenere a freno la lingua, anche se l'aveva
vista subito dopo sbiancare alla sola idea di averglielo detto.
- No, infatti.
Capire che si era aspettata una reazione ben più violenta da
lui, lo aveva spinto a ficcargli il barattolo in mano, allontanandosi
per andare a staccare le freccette dal muro così da tenersi
occupato e non doverla guardare.
Quegli occhi mi fanno
male.
Da dove cazzo usciva un pensiero del genere non lo sapeva,
quello che sapeva era che sentiva una roba del genere ogni volta che li
incrociava. Eppure non era la prima volta che aveva a che fare con una
femmina dopo l'apocalisse, anche se mai nella situazione che si era
venuta a creare tra di loro.
- Grazie.
Anche la voce lo infastidiva per certi versi, perchè
sembrava
rispecchiare quell'innocenza che traboccava dal suo sguardo.
Cazzo, se penso ste
robe, devo aver bevuto troppo sul serio.
E se doveva tornare al campo, invece, aveva bisogno di
essere lucido e con i riflessi pronti.
- Quanto ho dormito?
Lui aveva scrollato le spalle, lanciando una freccetta e facendo
centro. La mira non gli era mai mancata, nemmeno da ragazzino quando
aveva preso in mano per la prima volta arco e frecce.
- Non ha importanza.
Con la coda dell'occhio l'aveva osservata posare a terra il barattolo,
mentre lentamente si era rimessa a sedere, allungando le gambe
probabilmente intorpidite.
- Tra un pò andiamo a caccia.
Aveva bisogno di mettere qualcosa nello stomaco per smaltire l'alcol
che aveva ingerito, e poi dopotutto, non avrebbe fatto male nemmeno a
lei mettere qualcosa sotto ai denti.
- A caccia?
La domanda era giunta incerta, come se davvero non avesse saputo che
risposta aspettarsi da lui.
- Scoiattoli, serpenti... magari un coniglio. Niente uomini, la carne
rimane troppo dura anche se la cuoci bene.
Non era riuscito a trattenersi dal fare dell'ironia alla sua maniera e
sicuramente non colta per quello che era, dal momento che lei era
paurosamente sbiancata.
- Scherzavo, Beth.
Non sapeva che cosa l'avesse turbata di più, se la parola
"scherzo" pronunciata in un momento del genere, o il fatto che l'avesse
chiamata per nome. Propendeva più per la seconda,
perchè
probabilmente accorciava le distanze tra di loro.
Giusto per tenersi occupato, aveva tirato ancora un paio di freccette,
andando a qualche millimetro dal centro con entrambe.
- Usi solo la balestra come arma?
Un'altra domanda personale, ben diversa dalla prima, però.
"Sei gay?"
Cazzo, quella l'aveva davvero gelato, e subito dopo fatto infuriare,
senza che nemmeno lui sapesse bene il perchè. Era legittimo
che
l'avesse pensato no? Se era in quella situazione era proprio
perchè altri non dovevano pensarlo di lui.
- Sì, è la mia unica arma. Ma questo non fa di me
un indiano, rimango comunque un cowboy.
Era
rimasto stupito lui per primo su come avesse dato quella risposta,
nascondendone un'altra tra le righe: non voglio scoparti, ma questo non
fa di me un gay, rimango un etero convinto.
Bravo, Merle sarebbe
fiero di te, adesso!
Si era dato del coglione da solo per aver pensato quella
battuta infelice, che non faceva altro che rimestare nel senso di colpa
che nutriva per il fatto di voler prendere le distanze da suo fratello.
- Cosa... cosa succederà adesso?
Si era voltato verso di lei, senza avere la minima idea di cosa dirle,
perchè nemmeno lui aveva certezza di quello che sarebbe
successo
una volta rientrati al campo.
O almeno, non sapeva ancora se Merle avrebbe creduto alla balla che gli
avrebbe rifilato sul fatto che la prima scopata con lei aveva voluto
farsela in santa pace, senza nessuno a gironzolare intorno alla sua
roulotte per assistere gratis a quello che avrebbero considerato meglio
di un porno.
- Io caccerò e tu cercherai di venirmi dietro facendo meno
rumore possibile.
Ogni
volta gli rimescolava lo stomaco vederla così indifesa ed
impaurita davanti alle sue decisioni, però cercava di
vincere la sensazione dicendosi che così facendo le avrebbe
garantito una maggiore protezione, che non lasciarla libera.
- Non... non posso garantire
che ci riuscirò ad essere silenziosa come vuoi.
Lui aveva intanto recuperato la balestra appesa al gancio vicino alla
porta e quando si era girato, l'aveva trovata già pronta per
andare.
- Sarà sufficiente che ci provi.
Per tagliare corto e non dover subire altre domande, si era affrettato
a rimuovere l'asse
e aveva spalancato la porta, puntando subito la balestra contro
eventuali brutte
sorprese appostate subito fuori.
Non essendoci stato nessuno aveva fatto cenno a Beth di seguirlo,
apprezzando il fatto che questa volta si fosse mossa subito,
dimostrando che forse al momento aveva accantonato l'idea di
svignarsela.
Anche se era stato cosciente che non avrebbe potuto contare sul fatto
che non ci avrebbe più riprovato, dal momento che lei si
vedeva come una
sua prigioniera a tutti gli effetti.
Punti di vista
differenti.
Aveva liquidato la questione così per il fatto che la stava
costringendo a stare con lui contro la sua volontà,
spronandosi poi a concentrarsi su una cosa soltanto: trovare del cibo
da mettere sotto i denti.
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Davanti di qualche passo, Daryl le aveva fatto cenno con la mano di
fermarsi e lei era rimasta immobile a guardarlo puntare la balestra
verso qualcosa che le sfuggiva completamente.
Così la sua attenzione si era appuntata sull'uomo che aveva
assunto la stessa posa che gli aveva visto prendere quando aveva ucciso
i due vaganti fuori dal capanno.
Anche allora aveva sollevato e puntato la balestra con
rapidità
e sicurezza, sparando con una precisione che si era rivelata micidiale.
Solo che quelli erano stati vaganti, quindi dopotutto dei bersagli
relativamente grandi e lenti.
Così
si era ritrovata a trattenere il fiato, sino a quando non aveva sentito
il sibilo della freccia che aveva preso il volo, seguendone la
traiettoria, che l'aveva portata a vederla conficcarsi molti metri
più avanti nel tronco massiccio di un albero.
Ha centrato uno scoiattolo!
Per un attimo aveva immaginato quell'arma puntata su di sè
ed un
brivido le era corso lungo la schiena, rendendo la sensazione ancora
più vivida di come sarebbe stato facile per lui colpirla con
precisione mortale.
Poi era stata distolta dallo stesso Daryl, che le aveva fatto segno di
avanzare con lui per andare a recuperare l'animaletto. Tanto era stato
loquace suo fratello con lei, tanto lui
sembrava voler ridurre al minimo ogni loro conversazione. Anche prima,
al suo risveglio, le aveva dato delle risposte ridotte ai minimi
termini, e ancora prima le aveva praticamente ordinato di stare in
silenzio.
Forse, dopotutto era meglio così, anche se una parte di lei
era
convinta che solo parlando con lui sarebbe riuscita a strappargli
qualche
informazione più utile, come per esempio sapere che cosa le
sarebbe accaduto.
-
Un altro paio e possiamo accontentarci per il momento. Poi, stasera, al
campo ho delle scatolette che possiamo scaldare.
Ecco che era stata accontentata nella sua domanda, solo che la cosa le
aveva procurato un'ondata di nausea.
Dio, allora torneremo in
quel posto...
E perchè non sarebbe dovuto succedere? Cosa
glielo aveva fatto pensare?
- Se siamo fortunati forse c'è una tana qui vicino. Tieni,
porta questo.
Le aveva teso lo scoiattolo per la coda, dopo averlo liberato dalla
freccia e a lei non era rimasta altra scelta che prenderlo. Era la
prima volta che ne toccava uno, e non avrebbe voluto che fosse da
morto.
Ho più
rispetto io per questo animaletto, che non quel Merle per me.
Non aveva potuto fare a meno di pensarlo, dal momento che
l'aveva gettata tra le braccia del fratello come se fosse stata anche
lei un animale e non una persona.
E Daryl? Che cosa stava facendo con lei? Stava giocando come il gatto
con il topo? Stava solo prolungando la sua agonia? O c'era una minima
speranza che le avesse detto la verità?
"Non ho nessuna
intenzione di
scoparti, okay? Nè adesso, nè mai. Solo non ti
posso
lasciare andare sino a che non troverò una soluzione per
tutto
questo casino."
- Fermati.
Presa da quei pensieri, sarebbe andata a sbattere contro di lui se non
l'avesse fermata stendendo il braccio dietro di sè. Doveva
aver
visto una nuova preda, perchè aveva puntato la balestra,
rimanendo perfettamente immobile.
Se dovessi fuggire ora,
la punterebbe anche contro di me senza pensarci su due volte?
Quella domanda era ritornata a tormentarla, risvegliando
la Beth
coraggiosa che era stata capace di essere quando ne aveva avuto
veramente bisogno.
- Merda!
L'imprecazione era stata sussurrata appena, e subito dopo era risuonato
un nuovo sibilo, questa volta seguito da un verso soddisfatto. Il primo
colpo era andato a vuoto, ma il secondo non aveva fallito: inchiodato
ad un albero c'era un altro scoiattolo.
Forse era stata quella reazione soddisfatta di Daryl davanti ad un
altro centro, o forse era stato un attimo in cui il coraggio aveva
preso del tutto il sopravvento sul panico, comunque fosse andata, Beth
aveva fatto dietrofont per iniziare a correre nella direzione opposta a
quella presa da Daryl per andare a recuperare la sua preda.
Si era ritrovata a correre più veloce che poteva, stando
solo
attenta ad evitare rami o altri ostacoli che potessero rallentarla o
farla cadere.
Non sono una vittima,
posso essere coraggiosa come Maggie, o Carol, o Michonne.
Era quello che si era ripetuta mille volte anche durante
la fuga
dalla prigione, quello che l'aveva fatta continuare a correre anche
quando le
gambe le erano bruciate per lo sforzo, ed era quello che si stava
ripetendo anche adesso.
Solo che allora ad inseguirla c'erano stati solo dei vaganti goffi e
lenti, che per quanti fossero stati, non avevano potuto fare
più
di tanto. Questa volta si era trattato di scappare da qualcuno che le
aveva già dimostrato di essere veloce ed agile quanto lei,
oltre
che motivato quasi o forse anche più di lei.
Perciò era stato con un crescente senso di angoscia che
aveva
percepito la presenza di Daryl non solo starle alle calcagna, ma
guadagnare terreno, sino a sentirne il respiro affrettato dietro di
sè.
Posso essere come
Maggie, lo posso affrontare e sconfiggere!
Sì, ma con cosa dal momento che lei era
disarmata?
Un bastone... o una
pietra!
Aveva cercato di pensare rapidamente, trovando una
soluzione che
aveva messo in pratica raccogliendo un grosso bastone che sperava
sarebbe stato abbastanza resistente.
A quel punto, abbandonandosi all'istinto, aveva compiuto un mezzo giro
su stessa, sfruttando lo slancio della corsa per far roteare il bastone
come aveva visto fare una volta a Michonne, mentre brandiva la
sua katana.
E se soltanto Daryl fosse stato più vicino di qualche
centimetro
lo avrebbe colpito duramente, anzichè prenderlo appena di
striscio sul braccio sinistro. Questo gli aveva permesso di reagire
prontamente, afferrando con la mano destra la punta del bastone e
tirandolo verso di sè tanto da ottenere che lei perdesse la
presa dalla sua parte. Così si era ritrovata disarmata e
senza
più fiato, oltre che di nuovo nella stessa condizione di
prigioniera.
- Cristo... quanto... corri... veloce... ragazzina.
Anche Daryl si era ritrovato senza fiato, tanto che dopo aver lanciato
lontano il bastone, si era chinato appoggiandosi con le mani sulle
ginocchia.
Se era stato furioso con lei per quel tentativo di fuga, forse ancora
non aveva avuto abbastanza forze per dimostrarglielo.
- Non... abbastanza...
Era riuscita giusto a tirare fuori il fiato per quelle due parole,
perchè nonostante la paura, era grande anche l'amarezza di
non
essere riuscita nella sua impresa.
- E il ... bastone... eri troppo... sbilanciata...
Mi sta dando dei
consigli?
Forse la mancanza di ossigeno le aveva fatto sembrare che
così fosse, o forse si stava divertendo a prenderla in giro,
anche se il suo umorismo le sembrava ancora una volta grottesco e
crudele.
Intanto
si era rialzato proprio per controllarsi il braccio, dove la manica
appena strappata, aveva mostrato anche a lei di avergli fatto solo un
semplice graffio.
- Beth... non devi... più scappare... okay?
Come poteva dirle una cosa del genere convinto che fosse giusta! E
forse doveva averglielo letto in faccia, perchè spostando la
balestra nella mano sinistra, con la destra l'aveva agguantata per un
polso come aveva già fatto solo la sera prima, anche se a
lei
sembrava fosse invece passato un secolo.
- Così... ti metti... solo... in pericolo.
Le
era sembrato che si divertisse ancora una volta a fare quella sua
ironia distorta, la
stessa con cui le aveva detto che la carne umana risultava troppo dura,
o che lui rimaneva un cowboy anche se tirava frecce come un indiano.
Nonostante fossero stati ancora tutte e due senza fiato, lui aveva
comunque avuto un passo molto più spedito di lei, tanto che
si era ritrovata ad essere quasi trascinata.
-
Non più... di quanto... lo sia... già con te.
Questa volta era andata davvero a sbattere contro di lui, che si era
fermato e girato verso di lei. Così per guardarlo negli
occhi
era stata costretta a sollevare il viso, dal momento che la differenza
di altezza tra loro era stata notevole.
- Cazzo! Vuoi... ficcarti in ... testa che ...non ti farò...
del male!
Nonostante il fiato spezzato, la rabbia si era fatta sentire anche nel
suo tono di voce, oltre che comparire nell'occhiata penetrante che le
aveva rivolto.
- Ma se per evitarti... di ammazzarti da sola... ti devo... strapazzare
un
pò... bè, allora... sappi che lo...
farò.
E a sottolineare quella che per lei era stata un'ulteriore minaccia,
aveva ripreso a trascinarla dietro di sè, dando subito un
senso molto chiaro
a quello che aveva definito "strapazzarla un pò".
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