Continuando a testa alta

di Spartaco
(/viewuser.php?uid=58742)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Vi è pena nel mio cuore, Athena

Vi è pena nel mio cuore, Athena.

 

Se solo potessi capirci.

 

Ma è proprio questo l’obiettivo.

 

Non essere compresi, non permettere ai nostri sentimenti di riversarsi.

 

Così continuo, Athena.

 

Sempre a testa alta, la strada è dritta ed è già tracciata.

 

Non so come riesco a resistere alla tentazione di lanciarmi ad abbracciare Mur.

 

I suoi occhi chiedono spiegazioni, che probabilmente avrà troppo tardi.

 

Mi ricordo quando lo vidi per la prima volta e quando infine, orgoglioso, gli consegnai l’armatura dell’Ariete.

 

I miei occhi si riempiono di tenerezza, ma i tuoi non sono cambiati, sono gli stessi di allora.

 

Ma ora vi leggo confusione e turbamento.

 

E ne sono io la causa, e questo mi fa ancora più male.

 

 

 

- Dohko! -

 

Mio vecchio amico… No!

 

Siamo costretti a reprimere gli antichi legami.

 

Il tuo corpo non è più quello di allora, mi si stringe il cuore a vederti così.

 

Ma la tua forza d’animo e le tue movenze sono sempre le stesse.

 

E quando ti vedo trasformarti in quello che eri, sono di nuovo perso nei miei ricordi, la precedente guerra Santa, il tuo allievo Tenma…

 

Compagni, amici, nella buona come nella cattiva sorte.

 

Ma ora siamo contro, uno di fronte all’altro.

 

Non riesco a sostenere il tuo sguardo, troppo intenso, carico di dolore, rammarico, di tutto quello che eravamo stati.

 

Credimi Dohko, vorrei combattere a fianco a te ancora una volta, sostenendoci l’un l’altro, ma non posso.

 

Credimi Dohko, fa più male a me che a te.

 

 

Un ironico pensiero sorge spontaneo nella mia mente:

 

ma siamo davvero così credibili come traditori?

 

Possibile che a nessuno sia venuto il dubbio che stiamo solo fingendo?

 

Certo lo stiamo facendo bene.

 

Ma fa male questo.

 

Ci hanno solamente chiesto “ perché ”.

 

Sembrava che Mur l’avesse capito, ma poi… gli eventi…

 

Il dolore di tutto ciò sta diventando quasi fisico, come pugnali roventi che trafiggono la cruda carne.

 

Non ce la faccio più Athena!

 

Non per il dolore, certo, quanto a sostenere i loro sguardi o soltanto a vederli.

 

Vorrei gridare la mia rabbia e il mio dolore.

 

Vorrei riabbracciare i miei amici e il mio allievo.

 

Vorrei abbandonare queste vesti e gettarmi nella mischia assieme a Dohko contro gli specter.

 

No, non posso, per Athena non posso.

 

Non mi tirerò mai indietro.

 

Così continuo la salita a testa alta, nonostante lacrime ben nascoste solchino il mio viso.

 

 

 

 





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=326690