Sogno o son desta?
Ero sulla spiaggia, il
sole splendeva basso nel cielo e il rumore delle
onde accompagnava i miei pensieri scandendone il ritmo. Tutto era
innaturalmente tranquillo e mi trasmetteva un inspiegabile benessere.
Stavo guardando inebetita l'arancione del tramonto che, espandendosi
con il passare dei minuti, stava prendendo il posto dell'azzurro per
essere a sua volta scacciato, poi, dal blu della notte, disegnava forme
irregolari come pennellate distratte e in continuo movimento nel mare.
Ma, improvvisamente, qualcosa nello scenario cambiò: un
gigantesco
veliero pirata, come quelli che vedevo tanto spesso nei film che
più
adoravo, comparve sulla linea dell'orizzonte e navigando a vele
spiegate si avvicinava a velocità impressionante verso la
riva, verso
di me! Una bandiera nera con con un teschio bianco era issata e
sventolava fiera dall'albero maestro. Fantasticamente maestoso mi
lasciò semplicemente a bocca aperta. Era il mio
più grande sogno
materializzatosi davanti ai miei occhi, non potevo crederci!
Le
acque, finora quiete, avevano cominciato a gorgogliare come in
ebollizione fino a diventar tempesta. Il cielo stava scurendosi con una
velocità impressionate e, presto, fu notte.
Inaspettatamente, accanto alla nave, apparve un mostro gigantlopico,
come amo definirli, che identificai immediatamente come un polipo
gigante. Dovetti ammettere a me stessa che avevo paura, molta, e una
parte di me avrebbe voluto scappare via, lontano da quel mostro, fino a
casa. Ma la magnificenza della scena, le mie gambe come paralizzata
alla sabbia, e il fatto che non non avessi la minima idea ne di come
fossi arrivata in quel luogo, ne di come poter tornare a casa, mi
costrinsero a restare immobile a fissare davanti a me.
Il
polipo gigante e il galeone presero a combattere, il primo con i suoi
viscidi tentacoli, mentre il secondo con i suoi potenti cannoni. La
piovra abbatteva con pochi colpi gli alberi e le assi del vascello, e,
questo a sua volta, lo feriva con potenti spari mirando al gelatinoso
cranio.
"Aspetta un attimo... io questa scena l'ho già
vista!"
Me
ne ricordai solo in quel momento, ma non riuscivo a rammentare con
precisione la circostanza in cui l'avessi vista. Distolsi lo sguardo ai
miei piedi nudi, avevo la mente come offuscata e, non sapevo
perché,
non riuscivo a ragionare lucidamente.
"Sveglia dormigliona!"
Sgranai
gli occhi e alzai la testa sorpresa di aver sentito quella voce di
donna. Ma ancora più stupita rimasi quando mi accorsi che a
parlare era
stato il polipo!
"Fai tardi a scuola."
Non ebbi il tempo di capire cosa stesse succedendo che una forza
misteriosa mi spinse indietro e caddì sulla sabbia soffice.
Quando
riaprii gli occhi ero nel mio letto. Sbattei più volte le
palpebre nel
tentativo di mettere a fuoco ciò che mi circondava e sentii
ancora le
grida di mia madre che m'incitava a sbrigarmi. Tentennando mi misi in
piedi e posando lo sguardo sul comodino vidi il mio libro di pirati
aperto alla pagina che stavo leggendo la sera prima.
"Ecco! Dev'essere stato questo a farmi sognare."
Un
sorriso, misto tra sollievo e felicità nel rammentare
l'accaduto,
comparve sul mio volto. Sentivo ancora l'odore di salsedine impregnarmi
le narici, ma senza badarci mi diressi in cucina per la colazione,
lagnandomi della sabbia che avevo attaccata ai piedi.
"Ecco perché dovrei sempre portarmi le ciabatte
dietro... uff!"
|