ron&Herm
I Hate
Valentine's
Day
Odiavo
San Valentino, con tutto il
mio cuore. Lo avevo sempre fatto, perchè smettere proprio in
quel momento? Non c'erano motivi per farlo, in fin dei conti. Ero
sempre sola, come al solito. Ogni anno si ripeteva la stessa noiosa
scenetta. Io che fingevo di fregarmene, io che finivo per piangere
chiusa in bagno, io che non volevo ammettere a me stessa che avrei
voluto avere qualcuno con cui festeggiare quel giorno. E quell'anno non
sembrava diverso...anche se avevo sperato che qualcosa sarebbe
cambiato. Invece no, mi ritrovavo sola, logicamente.
Odiavo San Valentino per tanti motivi diversi. Primo fra tutti
perchè quella, secondo il mio modesto parere, non era la
festa
degli innamorati. No...quella era solamente un giorno in più
per
far stare male i single. Come se non stessero già abbastanza
da
schifo tutto il resto dell'anno! Eh no...non bastavano 364 giorni di
depressione...ce ne voleva un'altro, dove quella strana sensazione che
ti attanagliava lo stomaco, saliva alle stelle. Era un giorno inutile,
fatto solo per far soffrire della gente. E questo, a me, Hermione, non
stava bene.
Avrei tanto voluto ricevere dei bigliettini, ogni tanto. Anzi, in
realtà mi sarebbe bastato un regalo, un semplice biglietto.
Da
lui. Ma come potevo sperare in una cosa del genere, eh? Io ero Hermione
Jane Granger e lui mi avrebbe sempre vista come una semplice amica. Mai
come qualcosa di più, era logico. Eppure ci avevo quasi
sperato, mi sembrava che qualcosa fosse successo, fra di noi. Avevo
avuto, per un attimo, l'impressione che ci fossimo avvicinati di
più, ultimamente. Ma non poteva andare tutto per il verso
giusto, almeno per una volta. Ci si era messa di mezzo quella stupida
oca senza cervello con la quale, per di più, ero costretta a
dividere il Dormitorio.
Non sopportavo la sua vista, la sua divisa eccessivamente corta. Non
riuscivo a sentire il suo profumo fortissimo e dolciastro, senza dare
di matto. E poi, soprattutto, non capivo come lui avesse potuto
preferire una come lei! Cosa aveva quella ragazza, che io non avevo?
Era stupida, superficiale, vanitosa, pettegola...! Tutto ciò
che
c'era di negativo al mondo era rinchiuso in lei: Lavanda -rinominata,
da
me e Ginny, Lavacca.
Non gliene facevo una colpa, però. Perchè non ne
avevo
motivo. L'unico da incolpare veramente era quell'energumeno di Ron del
quale, incosapevolmente, mi ero innamorata. Ok, forse amore era un
verbo parecchio forte...ma esprimeva bene quello che provavo. Io amavo
Ronald
Bilius Weasley. E non volevo più nasconderlo...no. Mi ero
stancata di fingere, di stare ferma senza reagire. Dovevo fare qualcosa
prima che Lavacca se lo prendesse completamente, e lo rinchiudesse
nella sue grinfie. Lui era mio e di nessun'altra, volevo che le cose
fossero ben chiare a tutte.
Mi alzai dal pavimento del bagno, sul quale avevo pianto fino a poco
tempo prima, con una determinazione infinita. Mi sentivo sicura di me
stessa, senza uno straccio di paura. Gli avrei detto quello che
provavo, finalmente. Perchè così non si poteva
certo
continuare.
Trovai Ron stravaccato su di un divano della Sala Comune. E stranamente
Lavanda era attaccata a lui e gli stava risucchiando poco educatamente
la faccia, come una ventosa. Vidi Ginny, poco più in
là,
guardare la scena disgustata. Harry invece stava fissando come un pesce
lesso la rossa, che storceva il naso, sempre più nauseata.
Mi
chiesi quando Harry si sarebbe deciso ad ammettere che gli piaceva la
piccola di casa Weasley...era così palese! Mi diedi della
sciocca. Non potevo certo parlare io, che dopo 6 anni avevo ancora dei
problemi ad ammettere che io, Hermione, mi ero innamorata di quel
ragazzo con una gamma di sentimenti come quella di un bradipo. Ero
scioccata, ma era così. Era inutile nasconderlo ancora...che
senso avrebbe avuto?
Dovetti fare uno sforzo disumano per avvicinarmi alla coppia di ventose
e dare un piccolo colpetto sulla spalla di Ron. Lui riemerse dopo
qualche secondo, mentre la cara Lavacca faceva un urletto di
disapprovazione. Perchè, se io non la potevo sopportare, lei
mi
avrebbe direttamente uccisa. Aveva paura che glielo portassi
via...magari! Decisi di ignorarla. Darle importanza sarebbe stata una
perdita di tempo, non se lo meritava nemmeno lontanamente. Avevo cose
migliori da fare, come per esempio collegare il cervello, che mi era
andato momentaneamente in tilt, e dire qualcosa a Ron.
-Devo parlarti, Ronald- dissi secca e risoluta, con il mio solito tono
saccente.
Sapevo che lui faceva soltanto finta di odiarlo...in realtà
lo
faceva impazzire, lo sapevo. Come facevo ad esserne sicura? Non c'era
un perchè...sapevo solo che le cose stavano in quel modo.
-Ok- mi rispose lui, stralunato, scrollandosi di dosso la
fidanzata-ventosa, e seguendomi fuori dalla Sala Comune. Perfetto...ero
da sola con lui, nel giorno di San Valentino. Ed avevo una voglia
enorme di confidargli tutto, di urlargli quanto mi piaceva e di
saltargli addosso. Arrossii quando mi accorsi di ciò che
stavo
pensando. Baciare Ron? Quelli non erano pensieri da me...ma dove era
finita la mia intelligenza spiccata, quando serviva? Proprio in quel
momento, che sarebbe dovuto essere il più bello della mia
vita,
il mio cervello aveva deciso di prendersi una pausa. Spento, assente,
inutile...lo maledissi. Dovevo parlare, mi dissi mentalmente, notando
che Ron si era appoggiato ad un muro con le braccia incrociate e che
stava aspettando me.
Il cuore prese a battermi all'impazzata, mentre lui mi chiedeva
perchè lo avevo fatto uscire.
Già...perchè l'avevo
fatto? La determinazione, che mi aveva fatto salire l'adrenalina a
mille fino a pochi minuti prima, era svanita. Scomparsa del tutto.
Iniziai a ridacchiare nervosamente, mentre Ron mi guardava
interrogativo
e sempre più confuso.
-E' San Valentino oggi, no?- iniziai, cautamente. Non volevo essere
precipitosa, ci sarei arriva pian piano.
-Così sembrerebbe, si! Che poi non ho mai sopportato molto
questa festa...-
-Nemmeno io- lo interruppi. Non dovevo lasciarlo parlare
troppo...altrimenti mi sarei persa, ne ero sicura. Dovevo rimanere
concentrata sull'obbiettivo...cercando di non perdermi nei suoi occhi
così azzurri...Ma che diamine mi prendeva? Aveva gli occhi
uguali a sempre...perchè allora in quel momento mi
sembravano
così tremendamente belli e irresistibili?
-Allora...ecco...ti volevo dire una cosa, Ron- dissi, cercando di
sembrarare naturale e disinvolta. In realtà ero nel panico,
come
non lo ero mai stata. Il mio cuore batteva ad un ritmo impressionante
e...balbettavo! Cavolo, non era da me, assolutamente no! Io ero una
ragazza intelligente, organizzata, una con la testa sulle spalle...non
una adolescente tipo che andava in crisi esistenziale per San
Valentino! Eppure mi ritrovavo lì. E avevo voglia di dire la
verità a Ron, ne avevo da vendere. Ma sentii il coraggio
venire
a meno, quando lui si avvicinò a me di qualche passo.
-Sei sicura di sentirti bene? Hai uno strano aspetto...- mi disse,
premuroso, posandomi una mano sulla fronte, per sentire la temperatura.
Mi sorpresi di quanto mi facesse piacere anche solo quel piccolo gesto
da parte sua. La mia pelle scottava, a contatto con la sua, ma
forse era soltanto una mia impressione. Non seppi mai per quanto tempo
rimanemmo così, immobili. Se fosse passato qualcuno nel
corridoio, in quel momento, ci avrebbe preso per pazzi. Ma sinceramente
non me ne importava più di tanto. Mi accorsi di essere
andata in
iperventilazione e che il mio respiro era affannoso. E un brivido
iniziò a percorremi al schiena, mentre lui spostava la sua
mano
prima ad una guancia, poi all'altra. Mi decisi a fissarlo negli occhi e
lo sorpresi a fissarmi con una espressione assurda. Sembrava quasi
perso, assente...un pò come il mio cervello in quel momento.
Era
come se fosse concentrato su...di me! Poi finalmente lui ritrasse la
mano ed io ripresi a respirare normalmente. Anche se per rimprendermi
da quel mezzo infarto mi ci sarebbe voluta, come minimo, una settimana.
-Sto benissimo, Ronald...Ma ti devo dire una cosa importante...- dissi,
riniziando il discorso per la terza volta, sperando di riuscire ad
andare avanti.
-Ti ascolto...-
-Ti volevo dire che...che io...che io ti...-
- Ron-Ron, ma che fine hai fatto, tesoro???- disse una voce mielosa
alle
mie spalle. Sentii il sangue ribollirmi nelle vene e una voglia assurda
di impugnare la bacchetta e stendere Lavacca con una schiantesimo.
C'ero quasi, ce l'avevo praticamente fatta...ma lei aveva dovuto
rovinare
tutto, come al solito.
Lavanda prese Ron a braccetto e lo trascinò fino al ritratto
della Signora Grassa. Poi lui si girò verso di me e mi
guardò per
un istante che mi parve infinito.
-Tu cosa, Hermione?- mi domandò urlando, prima di sparire
trascinato dalla fidanzata.
-Io ti amo...- sussurrai, prima di correre in bagno, per passare
l'ennesimo San Valentino da sola...Io odiavo
San Valentino.
Spazio
autore:
Aaaaaallora...che mi dite di questa storiellina, eh?
L'ho scritta così, per fare qualcosa...per riversare un
pò del mio odio per questo giorno infausto...San Valentino!
Sarà perchè lo passo semrpe da sola...XDXD
Va bè...queti sono soltanto dei piccolissimi particolari,
non trovate? ^^
Spero che si capisca che a parlare in prima persona è la
nostra cara Hermione...
E che la storia è ambientata al sesto anno, mentre Ron sta
con Lavanda...!!!
Grazie a chi recensirà, leggerà,
metterà tra i preferiuti...e chi più ne ha
più ne metta!
A
proposito...
Buon
San Valentino a tutti!!!
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