Vorrei provare a scrivere una storia su Pansy Parkinson.
Non ho mai nutrito molta simpatia per questo personaggio,
ma volevo provare a mettermi nei suoi panni.
Come ci si può sentire ad essere la ragazza di Malfoy?
Lui la tratta sempre con gentilezza?
Quando si sarebbe liberata? Provate a leggere e poi
fatemi assolutamente sapere…
Come sempre quella sera mi ero comportata come lui
voleva.
Dovevo stargli lontana? Ecco fatto mio principe.
Dovevo fargli compagnia in infermeria? Ai suoi ordini mio
principe.
Dovevo passar una notte con lui? Se è quello che desidera
mio principe.
I nostri genitori ci hanno organizzato il matrimonio da
quando siamo nati.
Catene invisibili ci tengono uniti da sempre.
Catene di ferro per me.
Catene di piume per lui.
Un modo per rendere orgoglioso suo padre, tanto, avrebbe
potuto tradirmi in qualsiasi momento in futuro…
Un contratto che portava solo sofferenze a me.
Solo vantaggi a lui.
Si, perché il mio svantaggio era solo uno.
Essermi innamorata di lui.
Come stavo dicendo, quella sera avevo fatto esattamente
quello che lui mi aveva ordinato: una notte di passione e una scomparsa degna
di un agente segreto.
Toccata e fuga.
Per lui ero sempre la ragazza del primo anno che era
disposta sempre a tutto per compiacerlo.
L’unica differenza era che ora frequentavamo il settimo
anno, io non ero più quella ragazzetta carina con i capelli a caschetto e il
nasino all’insù.
Ero una ragazza, una bella ragazza per dirla tutta.
I miei capelli lisci e neri erano cresciuti notevolmente in
quegli anni, i lineamenti del mio viso avevano preso una forma più matura e
sensuale.
Le labbra si erano assottigliate e avevano preso un colore
più rosato.
Il mio corpo si era sviluppato…
Era solo di questo che lui si era accolto.
Per il resto ero ancora quella ragazzetta che rideva ad ogni
sua battuta tagliente.
Eppure, nonostante tutto, avevo un cuore anche io.
Farmi trattare così da lui ancora per molto e non avrei
retto.
Il mio cuore non avrebbe retto.
Ma al mio principe non importava.
Potevo lanciare occhiate taglienti a tutte le ragazze che lo
fissavano per i corridoi, potevo affiancarmi a lui e prenderlo a braccetto
quando una delle oche cercava di parlarci.
Ma più di ciò non potevo fare.
Lui era padrone della sua vita.
Io no.
Stavo tornando in dormitorio e lo vidi lì, seduto su un
gradino a flirtare apertamente con una ragzza serpeverde più piccola.
Bionda e bassetta, niente male, ma credevo di essere più
bella io, non a torto.
Eppure lui era lì con lei.
Non sopportavo la loro vista, così cambiai bruscamente
direzione.
Draco era il mio ragazzo.
Questa era l’unica mia certezza.
Dovevo trovare il modo perché lui si accorgesse di me.
Dovevo trovare il modo perché lui mi guardasse con occhi
diversi, non vedendo una bambinetta petulante che stava con lui per ossessione,
ma che vedesse realmente la ragazza cresciuta che aveva di fronte, che lo amava
con i suoi pregi e difetti.
Il principe si sarebbe accorto della sua principessa, perché
questo era scritto nel nostro destino.
E ora vi racconterò come si svolsero le vicende dopo quel
giorno.
Qualcosa nella mia mentè cambiò, il mio modo di comportarmi
cambiò.
Non avrei fatto qualcosa perché lui potesse essere fiero di
me, ma qualcosa perché lui mi dicesse “questa sei tu, Pansy Parkinson”, non “la
mia ragazza”, non “una serpeverde”, non “quella che mi segue come un
cagnolino”.
Narrerò tutto come un osservatore esterno, invisibile.
Perché questa è la mia storia.
La storia di Pansy Parkinson.
Ecco una storia appena sfornata…vorrei risultasse
originale…boh…questo è solo il prologo…ditemi se devo continuare o no…ci tengo!
Ciao a tutti!