Lettere e Ricordi

di Naomi Haruna Chan
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Lettere e Ricordi



Un altro anno era terminato e come sempre toccava alla Vicedirettrice Minerva McGranitt spedire le lettere ai nuovi studenti.
La strega andò a prendere un foglio di pergamena, si sedette alla sua scivania e incominciò: scrisse tutta la lettera, tralasciando il nome e prese in mano la sua bacchetta magica e pronunciò "Gemino". La sua scrivania si riempì di fogli di pergamena come quello che aveva appena scritto. Così prese l'elenco dei "probabili" studenti dell'anno a venire e iniziò a compilarli uno a uno, finché non si soffermò a guardare un nome, un nome che ricordava bene: Harry Potter.
Rimembrava ancora quella notte di circa dieci anni prima, quella in cui il professor Silente aveva deciso che il bambino - anche se ora sarebbe stato meglio definirlo ragazzo - sarebbe rimasto con quei Babbani, anche se lei non era affatto d'accordo. Ora dopo tanti anni poteva rivederlo, il figlio di James e Lily, due studenti e maghi eccezionali.
Sicuramente lo sarebbe diventato anche Harry, ne era certa, del resto era il bambino che era sopravvissuto a una Maledizione Senza Perdono, anzi al peggiore.
Dopo quei pensieri la donna fece un sorriso, un sorriso che lasciava trasparire la sua felicità per Harry, quando avrebbe scoperto di essere ammesso ad Hogwarts. Sì, ammesso, perché la donna aveva dato per scontato che sapesse tutto della magia e che avrebbe sicuramente accettato. Ma si riusciva anche a intravedere un po' di tristezza, sapeva che Harry non avrebbe mai potuto conoscere i suoi genitori. Già, quei genitori che non avevano avuto la sua stessa fortuna di sopravvivere. Ricordavava ancora tutti i guai che James e i suoi amici combinavano, erano sempre in punizione. In quel momento sperò tanto che il figlio non fosse come lui, che avesse preso dalla madre. Lily era una Nata Babbana, ma sapeva già molto del mondo magico quando era arrivata, contentissima di aver ricevuto quella lettera, quella che le aveva spedito lei stessa.
Minerva si alzò dalla sua sedia e prese in mano la sua bacchetta e dalle sue labbra uscirono le parole "Wingardium Leviosa", così tutti i fogli di pergamena librarono in aria e finirono nelle rispettive buste, su cui impresse il sigillo di Hogwarts. Portò le lettere, ormai pronte per essere spedite, nella Guferia, dove una decina di gufi le si avvicinarono e ognuno di loro prese alcune di esse, per poi sbattere energicamente le proprie ali e volare via.
Nonostante questo compito fosse piuttosto noioso, a lei piaceva, perché spedire quelle lettere, per lei significava dare un po' di felicità. Anche lei l'aveva ricevuta: quando era a Hogwarts non aveva più dovuto nascondere i suoi poteri tanto speciali. Per questo era sicura che ci fosse qualcuno là fuori che la pensava come lei.

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