Ragazzi...
perché non mi commentate? ç_ç
Mi sto impegnando a scrivere questa storia, ma so che c'è
qualcosa che non va,
e se mi aiutate a capire cos'è posso migliorarmi! Dai! :)
Ecco
il nuovo capitolo, spero che lo
gradiate e questa volta, me la lasciate una recensione piccina piccina?
^-^
Capitolo
3 •
Un raduno oltre gli alberi
Esiste
una sensazione molto difficile da spiegare, ed è quella che
Bulbasaur provava in quel momento. La sua indomabile paura si era ad un
tratto
trasformata in indomabile emozione.
Era
incredibile, assurdo, ridicolo pensare che il protettore a cui era
stata dedicata la tragica festa del giorno prima ora si trovasse
davanti ai
suoi occhi con assoluta semplicità. Mai avrebbe immaginato
di poter incrociare
lo sguardo di Celebi in persona...
Eppure,
lui era lì.
«Su,
coraggio, non fare quella faccia...» mormorò il
Pokémon leggendario,
sbattendo serenamente le piccoli ali. «So che può
sembrare assurdo, ma io sono
colui che ti condurrà in guerra!»
proseguì, assumendo un divertente tono
melodrammatico. «Ascolta, tu fa' finta che io sia un
Pokémon come tutti gli
altri, e vedrai che ti troverai benissimo.»
"Facile
a dirsi!" pensò Bulbasaur. "Come faccio a non
notare la presenza di un'entità semidivina?"
«Sei
sicuro di voler partire? Sappi che non potrai più tornare
indietro finché la guerra non si sarà
conclusa» parlò Celebi con un'espressione
più seria. Stavolta Bulbasaur non riuscì a
trattenere un singhiozzo.
«C-credo
di sì...» rispose con timidezza, ma convinto di
stare facendo
un bel gesto.
«Bene»
dichiarò Celebi. «Qua la zampa.»
Bulbasaur
porse la zampa destra, ed ebbe l'impressione che tutto
intorno a lui si deformasse. La grande quercia scomparve lentamente,
insieme
allo scenario circostante; e prima di svanire del tutto, Bulbasaur
udì le voci
di Alakazam, di zio Mime di vari Pokémon che gridavano
qualcosa.
∼
Bulbasaur
si ritrovò improvvisamente in un'ampia radura costellata da
altissimi alberi. C'era un sentiero che si inoltrava nel bosco, e
riuscì a
scorgere un limpido fiumicello alla fine di esso. Notò
inoltre che la sua
ustione sulla fronte era completamente scomparsa, e che la flebile luce
penetrante attraverso le fitte chiome degli alberi apparteneva
chiaramente al
sole – il che risultava curioso se si pensava che fino a
pochi attimi prima era
passata la mezzanotte.
«Ehm...
Celebi?» chiamò, guardandosi attorno alla ricerca
del Pokémon
fatato. «Sei ancora qui?»
La
voce della sua guida tardò un po', ma rispose.
«Eccomi! Non posso
esserti accanto in questo momento. Questa è... una prova che
dovrai superare
per entrare a far parte dell'esercito reale.»
«Prova?»
chiese Bulbasaur ad alta voce. «In cosa consiste,
nell'attraversare questo percorso pieno di alberi? Oh, beh, non per
offendere,
ma non mi sembra una cosa da...»
«Ovviamente
no!» lo interruppe Celebi. «Non prenderti gioco di
me,
sai, la prova è piuttosto difficile! Vedi quel torrente?
È pieno di
Feraligatr.»
Sembrava
che Celebi avesse pronunciato quelle parole come fossero le
più comuni del suo linguaggio. Feraligatr? Nel fiume?
Bulbasaur
lanciò uno sguardo al torrente, e in effetti una miriade di
inquietanti occhi gialli brillanti lo stavano fissando imperterriti
mentre il
resto del corpo era nascosto sott'acqua.
«Ho
paura a chiedertelo, ma cos'è che devo fare?»
domandò Bulbasaur.
«Superarli!
Nel fiume ci sono degli scogli che puoi usare per
raggiungere l'altra sponda.»
«Eh?
Ma è impossibile! Se mi avvicino, quei cosi schizzeranno
fuori
dall'acqua e mi divoreranno!» ribatté Bulbasaur
sapendo di dire un'ovvietà.
«Ma
certo!» replicò Celebi allegro. «Loro
devono seguire delle regole,
infatti! Possono attaccarti solo quando sei su quegli scogli o se cadi
in
acqua. Chiaro?»
Bulbasaur
annuì deglutendo. «Suppongo di sì...
Un'ultima cosa,
Celebi...» s'interruppe, incerto sul fare o meno quella
domanda. «L'esercito
oscuro è davvero così pericoloso?»
Anche
questa volta, Celebi si prese una pausa, che Bulbasaur
considerò
come un sì. «Abbastanza, direi. Pensa che la
pioggia vulcanica di ieri l'hanno
provocata loro.»
«Cosa?
Dici davvero?» chiese ancora Bulbasaur impressionato.
«E per
quale motivo lo avrebbero fatto?»
«Loro
volevano dare il via alla loro invasione seminando il panico fra
i vari villaggi... In numerosi luoghi del mondo si è
verificata una catastrofe
come quella a cui hai assistito tu. Ad ogni modo... Oh, Bulbasaur, il
mio tempo
è scaduto! Non posso più parlarti. Ci vediamo
alla fine del...»
Celebi
aveva accelerato verso la fine del discorso, ma non era
comunque riuscito a concluderlo. La sua voce si disperse come una
folata di
vento e Bulbasaur capì di essere solo. Gli sguardi famelici
dei Feraligatr lo
scrutavano con attenzione, e le loro zanne fuoriuscivano minacciose
dalla
superficie del fiume.
D'accordo,
era sottinteso che non c'era modo di oltrepassare il
torrente con un salto, per cui doveva per forza utilizzare gli scogli.
Ora
sorgeva un nuovo problema: gli ostacoli. Non c'era alcun modo di
allontanarli
con un attacco e in ogni caso loro erano in troppi.
"Dev'essere
uno scherzo del destino... Ad Alakazam basterebbe
alzarsi in aria e fluttuare fino all'altra riva..." pensò
Bulbasaur quasi
rimproverandosi. "Beh, nulla da fare. L'unica soluzione è
raggirarli. O
magari... perché no..."
Un'idea
gli balenò nella mente e gli strappò un sorriso.
Come aveva
fatto a non pensarci?
Si
avvicinò al fiume e si tese il più possibile,
forte del fatto che i
Feraligatr non potevano toccarlo finché non entrava in
acqua, e studiò i
dettagli del suo stratagemma. Quando fu certo di essere pronto prese un
lungo
respiro, e un paio di fruste vennero fuori dal suo bulbo, reggendo una
sinistra
sfera violetta... che deposero rapidamente in acqua, diffondendo il
veleno in
mezzo ai Feraligatr! Bulbasaur approfittò dell'attimo di
distrazione e balzò su
uno ad uno dei massicci scogli. Sentiva gli alligatori contorcersi dal
dolore,
ma non se ne preoccupò; il veleno che aveva immesso
nell'acqua era molto
leggero e per quanto fastidioso si sarebbe dissolto in fretta.
Improvvisamente
qualcosa catturò i suoi pensieri. La mano artigliata
di un Feraligatr gli aveva afferrato una delle zampe posteriori, e dal
suo
sguardo non sembrava intenzionato a lasciarlo andare.
«Potrai
anche aver abbindolato i mei compari, ma le tue tossine non
attaccano con me!» ruggì il Pokémon
acquatico. Il panico aveva già preso il
controllo del corpo di Bulbasaur, che non riusciva a muovere un solo
muscolo.
Per di più aveva sperato di poter superare quella prova, che
invece sarebbe
stata uno scherzo per Alakazam, e di poter entrare nell'esercito del
re...
La
sua rabbia sembrò quasi materializzarsi. La luce solare si
intensificò in maniera straordinaria e si
concentrò all'interno del suo bulbo,
per poi esserne gettata fuori alla velocità del suono con un
raggio eccezionale
che sballottò il Feraligatr a metri e metri di distanza e
che illuminò per un
attimo la radura scura. Gli altri Feraligatr, che ormai si erano
ripresi dal
breve avvelenamento, arretrarono con ammirazione nel vedere il loro
capo
sconfitto tanto facilmente da quel Pokémon così
apparentemente insignificante.
Il
raggio di luce si spense e Bulbasaur iniziò a respirare
affannosamente. In qualche modo, era riuscito a liberarsi dalla stretta
del suo
nemico... e con un ultimo salto, a raggiungere l'altra riva del fiume.
Un
vortice scintillante annunciò l'arrivo di Celebi sprizzante
gioia
da tutti i pori. «Sei grande, Bulbasaur! Ci sei riuscito!
Dopotutto, io lo
sapevo... Me l'aveva detto il me stesso del futuro...»
Bulbasaur
ridacchiò. Ricordò di aver letto in alcuni libri
che una
delle più singolari abilità del protettore
consisteva nel viaggiare fra passato,
presente e futuro.
«In
ogni caso!» proseguì Celebi, sempre più
eccitato. «Giusto perché
tu lo sappia, quei Feraligatr erano attori... Non ti avrebbero mai
mangiato...»
Bulbasaur
si girò sorpreso verso di loro, e ricevette una serie di
sorrisi e di pollici alzati.
«E
tornando alla faccenda della prova superata... Adesso fai quasi
ufficialmente parte dell'esercito!»
«Quasi?» domandò lui.
«Beh...
sì...» disse Celebi imbarazzato grattandosi la
nuca. «Il fatto
è che devi iscriverti... Ma a questo ci penserò
io. Ora tutto ciò che devi fare
è seguirmi.»
Bulbasaur
si chiese cosa c'era da seguirlo. Il sentiero finiva lì:
c'era solo un enorme cespuglio.
«A
te l'onore!» parlò ancora Celebi, indicandogli una
foglia
leggermente più scura delle altre. Bulbasaur la
sfiorò con una zampa senza
capire, ma prima che potesse aggiungere qualcosa la foglia si era
ritirata
all'interno del cespuglio, prima che il fogliame prendesse a muoversi
da solo e
formasse un grazioso arco di foglie in sostituzione del groviglio. Ora,
oltre
l'arcata, si estendeva una rigogliosa prateria vivacizzata da
bancarelle,
edifici intagliati negli alberi, acque pulite, prati fioriti e un
meraviglioso
viavai di Pokémon che si scambiavano oggetti ed
informazioni. C'erano cose che
Bulbasaur non aveva mai visto prima, tra Pokémon e bacche
tropicali; oltre a
gruppi ben nutriti di lottatori che mettevano alla prova le loro
capacità in un
apposito campo di battaglia circondato da quello che sembrava uno scudo
magico
il quale, probabilmente, serviva ad evitare che i colpi ferissero i
Pokémon
vicini.
«Torno
subito...» disse Celebi, svolazzando verso un albero in
lontananza. Prima che Bulbasaur potesse guardarsi meglio attorno, uno
spruzzo
d'acqua lo prese in pieno seguito dal suo proprietario e da una
sequenza di
pentite scuse.
«Mi
dispiace tanto!» esclamò il Pokémon in
questione, somigliante ad
uno scoiattolo azzurro dalle fattezze di una tartarughina, con un
solido guscio
intorno alla pancia e alla schiena e una coda arrotolata dello stesso
colore
della pelle. «Sono desolato... Mi stavo allenando per conto
mio, e ho perso il
controllo...»
«Tranquillo»
rispose Bulbasaur con gentilezza, «non è niente e
poi
l'acqua non può che farmi bene.»
«Ti
ringrazio per la comprensione...» sorrise l'altro
Pokémon. «Sei
nuovo? Da dove vieni?»
Bulbasaur
annuì. «Querciavalle. Mi chiamo
Bulbasaur.»
«Oh,
io sono Squirtle.» rispose quello. «Da Fontefresca.
Sei venuto
qui di tua spontanea volontà?»
«Beh,
quasi...» disse Bulbasaur. «Un mio caro conoscente
aveva
intenzione di arruolarsi... Ovviamente io non ero d'accordo, e ho
pensato che
l'unico modo di impedirglielo era anticiparlo.»
Squirtle
lo osservava con grande riguardo. «Wow... Da non credere...
Un gesto molto eroico, da parte tua!» esclamò.
«Vorrei poter dire lo stesso di
me... Sono stato scelto dal capo del mio villaggio perché
"non sarebbe una
grave perdita". Ti rendi conto?»
Bulbasaur
sorrise, in pena. «Già. Che gente!»
Una
voce sconosciuta richiamò l'attenzione di Squirtle, che si
affrettò a rispondere. «Scusa, Bulbasaur. La mia
guida mi sta chiamando. Magari
ci becchiamo in giro!»
«Ma
certo! Ci si vede!» rispose Bulbasaur. Niente male: era
riuscito a
farsi un amico il primo minuto del primo giorno. Proprio un bell'inizio.
Mentre
Bulbasaur osservava il combattimento di due Pokémon
fiammeggianti, Celebi aveva raggiunto il suddetto albero, il cui tronco
cavo
ospitava la figura imponente di un Pokémon piuttosto
pasciuto dalle sembianze
di uno scimmione.
«'Giorno,
Slaking... Vedo che oggi sei particolarmente contento...»
fece
Celebi con la sua solita allegria. Slaking, questo il nome del
Pokémon, non
rispose, e si limitò a fissare l'altro con l'espressione
neutra che già aveva
prima.
«Capisco...»
ironizzò Celebi, per nulla stupito dall'assenza di
loquacità.
«Dunque, sono venuto per registrare Bulbasaur, il prescelto
di Querciavalle.»
Senza
battere ciglio il Pokémon nell'albero afferrò una
piuma
d'uccello e la immerse in un barattolo di quello che doveva essere
inchiostro,
poi afferrò una lunga, strana foglia rettangolare e vi
scarabocchiò sopra
qualcosa, il tutto tenendo lo sguardo fisso su Celebi come se sapesse
già quali
movimenti fare con le mani. Infine, gli porse la piuma.
«Ti
ringrazio, Slaking...» aggiunse Celebi, firmando sul
documento.
«Ci vediamo più tardi. Buona giornata!»
e volò via. In tutta risposta, Slaking
emise un profondo e ritardato sospiro.
Celebi
giunse pimpante da Bulbasaur dicendogli di come da quel momento
fosse ufficialmente membro dell'esercito reale grazie all'iscrizione
effettuata
da Slaking.
«Il
tizio lì dentro?» domandò Bulbasaur con
curiosità. «Non è finto?»
«Affatto,
ma può dare quest'impressione» ammise Celebi con
un
risolino. «Comunque! Vieni, ora ti mostro la tua capanna. E
ho una buona
notizia: pare che la condividerai con due Pokémon della tua
stessa età.»
«Bene...
Un altro punto a favore...» si disse
Bulbasaur. «Devo ammetterlo, credevo seriamente che sarebbe
stato un inferno...
A quanto pare le cose stanno andando piuttosto bene.»
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