JUST A SISTER
Capitolo 1 - Cicale
<<
Immagino che sia questa quella che tutti chiamano pace, eh?
>>
Jontan disse queste parole con conforto, disteso sul suo amato letto
con
entrambe le braccia dietro la testa, in totale quiete. Nella pianura
fuori casa rieccheggiavano le cicale e il cinguettio degli uccelli,
riposanti nei rami degli alberi.
Proprio così, Jontan era appena ritornato dal suo ultimo
giorno di
scuola. Il professore provò addirittura ad interrogare,
anche
quell'ultimo giorno, cosa che gli alunni non
permisero. Uscirono dalla classe all'unisono e cominciarono a
spruzzarsi acqua a vicenda come se fosse stata una materia valutativa
vera e propria, dove infradiciare completamente i tuoi compagni avrebbe
voluto dire alzare la tua media scolastica. Jontan non
sapeva se questo avrebbe portato a delle ripercussioni -
soprattutto da parte sua, che propose la rivolta - ma dentro di
sé, sapeva che non gli importava e che probabilmente stava
occupando la sua mente con dei pensieri inutili. Jontan era
uscito
vittorioso dalla battaglia acquatica clandestina, riuscendo a bagnarsi
solo i capelli e giusto qualche goccia sulla schiena. I suoi amici,
invece, non ebbero la sua stessa fortuna. Rey, Paulie, Groom... tutti
completamenti fradici, dalla testa ai piedi. Persino Cassandra, la
ragazza per cui Jontan stravede, era stata colpita da un secchio di
acqua congelata in modo brutale. I
vestiti bagnati si conformarono al suo prosperoso corpo, che nascose
timidamente incrociando le braccia per il freddo. Un'immagine che
Jontan
richiamerà per tutta l'estate.
<<
Jon...
a tavola. >>
La pace dei sensi di Jontan venne interrotta da un intruso che aveva
messo piede in camera sua. Capì di chi si trattava dal suo
tono
di voce femminile, ma profondo: sua sorella maggiore Valence.
Arrivo, disse
Jontan grattandosi i capelli mori e ondulati. Si alzò dal
letto controvoglia, ma Jontan aveva una grande forza di
volontà, che gli tornò utile un paio di volte. Un
mal di testa temporaneo ed una vista appannata lo accompagnarono per
tutto il tragitto verso la sala da pranzo. Come si aspettava
dall'assenza del tipico buon odore della cucina di Sarah, la mamma di
Jontan, quest'ultimo doveva semplicemente aiutare ad apparecchiare. Un
senso di fame irritò il suo stomaco. Jontan
sospirò - lo faceva ogni volta che doveva fare qualcosa che
non voleva - e aprì il cassetto delle posate.
<<
Prendi
tre forchette oggi, papà farà di nuovo tardi a
lavoro. >> disse Valence,
mentre spiegava la tovaglia. Jontan grugnì di
tutta risposta.
I due fratelli apparecchiarono velocememente, come erano abituati a
fare. Piatti, bicchieri, bevande vennero disposti con leggerezza e
rapidità. Jontan guardò compiaciuto la tavola.
Valence sollevò leggermente la testa, e fece una smorfia
stupita.
<<
Che
odore! >>
Jontan osservò l'espressione raggiante di sua sorella
maggiore. Non era la prima volta - assolutamente - che la vedeva.
Valence aveva un debole per il cibo. Mangiava nei momenti di
confusione, di stress e di tristezza. Bastavano un po' di quelle
tortine al cioccolato per farla tornare positiva. Jontan, da piccolo,
le dava sempre alla sua amata sorella quando teneva il broncio. Ma
erano ormai tempì passati. Per molti, crescendo si diventa
sempre più indifferenti nei confronti
dell'altro fratello. Per altri magari è il contrario. Ma
Jontan e Valence
rientravano nel primo caso. Non è che si odiassero, ma il
loro rapporto era completamente impassibile, e di sicuro non come
qualche anno fa.
<<
Zuppa
di cavolfiore. >> affermò Jontan.
La tua
preferita, pensò, ma non lo disse.
Valence si voltò verso il fratello, e sorrise. Un sorriso a
bocca aperta, che ispirava sincera felicità. Jontan non
aveva mai visto sua sorella sorridere così allegramente.
Jontan si sentì sorpreso, quasi spaventato. La mamma
uscì dalla cucina indossando un grembiule rosso.
<<
Jon
non si sbaglia. Come sempre. >> disse Sarah,
quasi soddisfatta. <<
Com'è andato l'ultimo
giorno di scuola? >>
La mamma era appena sopra la mezza età, ma dal viso rotondo
e dai capelli corti e neri si poteva tranquillamente scambiarla per una
universitaria, a primo sguardo. Con sé aveva una pentola
fumante che emanava un forte odore molto gradevole. I tre si sedettero
e gustarono il loro meritato pranzo, tra una parola e l'altra e il
rumore quasi rilassante delle cicale. Jontan, in seguito,
tornò nella sua stanza e ci rimase fino a sera.
<<
Maledetto
boss finale >> imprecò.
<<
Come
è umanamente possibile batterlo?
>>
Jontan si era chiuso nella sua stanza per tutto il giorno, avvolto
nelle coperte giocando ai videogiochi e divorando le sue amate
Crunchys, le
migliori patatine del quartiere. Il fracasso dei bottoni che venivano
schiacciati senza pietà ogni secondo su quel vecchio e
decrepito controller era l'unico suono all'interno della stanza. Sarah
non tollerava il rumore di quei
giochi
infernali, perciò il povero Jontan era
costretto a mettere a volume basso ogni volta. O almeno, ogni volta che
Sarah si trovasse in casa.
<<
E
anche questo maledetto bastardo è andato
>> sospirò vittorioso, rilassando la presa sul
controller. <<
The
Bury 2 rimane uno dei giochi più difficili di sempre.
>>
Qualcuno bussò inaspettatamente alla porta.
Ma l'ho tenuto a volume basso,
non può venirmi a rompere ancora, pensò ansioso
Jontan immaginando la faccia arrabbiata di sua madre dietro la porta.
<<
Jon,
sto entrando. >>
La voce di Valence lo prese alla sprovvista.
Cosa diavolo è venuta
a fare nella mia stanza alle 23?, riflettè il
povero fratello. <<
Entra
pure >> disse esitando un po'. Valence
entrò nella stanza. Era molto più alta degli
ultimi anni, i suoi capelli biondi erano cresciuti parecchio, e il suo
seno era leggermente più appariscente. Ma in faccia era
sempre la stessa. O almeno, suo fratello la vedeva sempre allo stesso
modo.
<<
Devo
dirti una... cosa >> tentennò
Valence.
Le cicale avevano smesso improvvisamente di suonare.