Di gomme da masticare e costumi da pirata
Di
gomme da masticare e costumi da pirata
-
Se fossi in te, non proverei nemmeno a suonare quel campanello -
John
sussultò e si
voltò di scatto. Alla sua sinistra, un bambino dai capelli
corvini vestito da pirata lo guardava con distaccato interesse.
- Come scusa? -
- E' inutile
suonare quel campanello, non c'è nessuno in casa -
Il bambino
vestito da soldato lo guardò con fare interrogativo, le
sopracciglia corrucciate: - E tu come fai a saperlo? -
- Mmmf! -
sbuffò quello - Niente di più ovvio:
le persiane sono tutte chiuse e in nessuna stanza è accesa
la luce. I
gerani su quel balcone, inoltre, hanno un'aria parecchio trascurata,
pur considerando che siamo a fine ottobre, così come si
può dire dell'edera e del prato del giardino. I residenti
saranno probabilmente in vacanza o comunque si sono trasferiti da...
almeno due settimane, a giudicare dal quantitativo di posta nella
buchetta delle lettere. Conclusione: se sei in cerca di altri dolcetti
per riempire il tuo cesto già semipieno, sarà per
te solo
una perdita di tempo suonare quel campanello - terminò lo
strano
ragazzino con aria quasi annoiata.
- Wow! - disse
John, ammirato - Beh, grazie, è stato... utile -
- Non
c'è di che - e senza aggiungere altro gli diede le spalle
per andarsene.
- Aspetta! -
lo chiamò il biondo - Come ti chiami? Puoi insegnarlo anche
a me? -
Il bambino si
voltò e lo guardò con scetticismo: - Non ho
mai creduto nei miracoli e alla fine si tratta soltanto di imparare ad
usare il cervello. Perché, secondo te, la gente non pensa,
John
Watson? -
Il ragazzino
gli rivolse uno sguardo tra lo stupito e l'infastidito...
gli stava forse dando dello stupido? Ma non poté non fargli
un'altra domanda: - Ehi, come fai a sapere il mio nome? -
- Osservazione
e probabilità. La finta targhetta che hai cucito sul
taschino della divisa: J.
WATSON. Considerando
il tuo cognome, il tuo accento e il tuo viso caucasico, ho escluso
possibili origini straniere, quindi, a meno che i tuoi genitori non
abbiano un gusto particolare per i nomi "originali", ho fatto
affidamento alla probabilità: un nome comune tipicamente
inglese
che inizi con la J... Jack, James, John... ci sono diverse
possibilità, ma tutto sommato non sono nemmeno tantissime,
diciamo che sono stato fortunato -
John ci mise
qualche istante per assimilare tutte le informazioni, poi
continuò: - Beh, ad ogni modo è stato forte!
Però non mi hai ancora detto come ti chiami... - ed
allungò il collo alla ricerca di un cartellino con il nome
sul
suo vestito da pirata.
- No, non ho
scritto il mio nome sul mio costume, i pirati mica fanno
così, sarebbe immensamente stupido... e ad ogni modo non
sarebbe molto facile indovinare il mio nome, mi chiamo Sherlock Holmes -
- Sherlock... -
- Holmes,
sì. E ora mi devi scusare, ma mio fratello Mycroft mi
sta aspettando e sta diventando sempre più nervoso... non
che la
cosa mi interessi, ma con l'andare del tempo potrebbe rivelarsi
piuttosto spiacevole -
- Tuo
fratello... -
- Mycroft,
sì. Una scocciatura di proporzioni non indifferenti
in effetti, benché mamma stia cercando di metterlo a dieta -
e
così dicendo fece cenno alla figura di un ragazzo dall'aria
a
dir poco scocciata, seduto su una panchina poco distante.
- Hai un
fratello? Io invece ho una sorella più grande, si
chiama Harriet, ma la chiamano tutti Harry. Avrebbe dovuto
accompagnarmi lei stasera, ma ha fatto solo finta: appena abbiamo
svoltato l'angolo di casa, è saltato fuori che si doveva
vedere
con una sua amica e io naturalmente sarei stato solamente una noia per
loro... Meglio così, dico io, più dolcetti per
me... A
proposito, ne vuoi uno? Non mi sembra che tu ne abbia raccolti molti -
- Oh no, a me
non interessano i dolci, non proprio. Mangiare rallenta
il pensiero. Questi sono per Mycroft, lui gli adora, Halloween
è
la sua festa preferita, ma è un po' troppo cresciuto per
andare
in giro ad elemosinare dolcetti e allora mi paga per andare al posto
suo, quando vuole sa essere generosamente riconoscente, e
intanto
io mi diverto a dedurre
le persone che mi aprono la porta e beh... mi piace giocare a fare il
pirata -
- Che cosa fai
alle persone? -
- Le deduco...
o, se preferisci una proposizione grammaticalmente
corretta, faccio deduzioni sulla loro vita in base agli indizi che mi
forniscono il loro comportamento e aspetto fisico, un po' come ho fatto
con te quando ti ho chiamato per nome o ti ho detto di non suonare il
campanello -
- Oh - fu
l'unica cosa che riuscì a rispondere John.
- Ad esempio,
la signora del numero 26 è vedova, ha cinque
nipoti, tre gatti persiani e una passione sfrenata per l'uncinetto. La
coppia del numero 24 si è sposata da un anno o poco
più,
hanno una bambina di tre mesi, la moglie lavora come cassiera anche se
per il momento, naturalmente, è in maternità,
mentre il
marito è pompiere. La vecchina del 22, invece, non ha figli,
anzi è una vecchia zitella che odia i bambini... a meno che
tu
non voglia un bel mal di stomaco, butterei subito quel Mars che ti ha
dato, sicuramente è andato a male -
Il bambino se
lo rigirò in mano, era scaduto da quasi un anno.
Si mise subito a cercare tutti i dolci che gli aveva "regalato" la
signora e li gettò con disgusto in un cestino.
- Beh, grazie,
anche questo mi è utile... purtroppo -
Sherlock lo
guardò in un modo strano e poi, come se stesse
combattendo una battaglia interiore che non avrebbe mai potuto vincere,
disse: - Sai che è la prima volta che mi sento dire che sono
utile a qualcuno? -
- Davvero? -
fece John, sorpreso - Eppure ci siamo appena conosciuti e
mi sei stato già utile due volte! Magari potresti sfruttare
queste tue doti per un lavoro, che ne so... il detective, magari! -
- Il detective? -
-
Sì! Perché no? Sarebbe fichissimo! Andare in giro
con
la lente, risolvere crimini, acciuffare furfanti, salvare persone in
pericolo, difendere la giustizia! - il biondino sembrava esaltato.
- Non ci avevo
mai pensato -
- No? E cosa
vorresti fare da grande? -
- Non lo so...
- e per la prima volta il moro sembrò pensieroso - Mi
piacciono i pirati -
- Ma i pirati
non esistono! - sbottò il ragazzino vestito da soldato.
- Certo che
esistono! - Sherlock sembrava improvvisamente corrucciato e
tutto ad un tratto si mostrò per il bambino di dieci anni
che
era. - Nei mari orientali ci sono ancora un sacco di pirati... anche se
non sono più come quelli di una volta... E tu cosa vorresti
fare
da grande? - chiese per cambiare argomento - Il soldato? -
- Beh... -
disse John, guardando il suo costume - Credo di sì,
però mi piacerebbe molto fare anche il dottore -
- Magari
potresti fare il medico militare... -
- Il medico
militare?
Cioè un soldato-medico che va in guerra a curare i soldati?
- Il
moro annuì - Fico! Non sapevo che esistesse come
mestiere!
Sì, ho deciso, farò il medico militare... e
magari,
quando non sarò in guerra, potrei anche aiutarti! -
- Aiutarmi? -
-
Sì, come aiuto-detective! Un investigatore ha sempre bisogno
di un
parere medico sulle scene del delitto e anche un soldato potrebbe
fargli comodo se si tratta di combattere i criminali -
- Mi sembra
razionalmente accettabile - disse pensieroso il bambino
vestito da pirata.
- Sherlock,
allora, ti muovi? - la voce di Mycroft li interruppe
all'improvviso - Se hai finito di prendere i dolci, direi che
è
ora di tornare a casa, mi è venuto abbastanza freddo ad
aspettarti qui seduto sulla panchina -
- Solo
perché sei troppo pigro per muoverti! - sbottò il
fratello minore, poi si rivolse a John - Scusami, ma devo proprio
andare, ora -
- Aspetta! -
fece il bambino che ora sognava di diventare un medico
militare aiutante-detective - Prendi questa! E' una Superfrizzy, la mia
preferita, giuro che non me l'ha data la vecchina del 22 -
- Una
Superfrizzy? -
- Non mi dire
che non le conosci!? - fece John, sconcertato - Sono
fa-vo-lo-se, sono delle gomme da
masticare e sono super-frizzanti, ti
pizzicano tutta la lingua - poi abbassò la voce di colpo,
fino a
bisbigliare - So che non si dovrebbe fare, ma un giorno ne ho mandata
giù una per vedere se frizzava anche nello stomaco, ma non
è successo niente... delle volte, però, ne metto
in bocca
anche tre alla volta, mi brucia tutto e fanno dei rumori strani quando
le mastico... anche se fare le bolle con queste è un po'
difficile, scoppiano sempre troppo presto -
- Ehm... beh,
grazie - rispose, guardando dubbioso l'incarto dai colori improbabili e
sgargianti.
- Allora,
Sherlock, ti vuoi sbrigare?! -
Il ragazzino
alzò gli occhi al cielo: - Arrivo, Myc! - Ma poco
prima di voltarsi rivolse al bambino vestito da soldato uno sguardo
tutto nuovo, che non aveva mai riservato a nessuno prima di allora, uno
sguardo gentile, socievole, che sapeva di gratitudine.
- Beh, ciao,
John Watson, buona fortuna con i dolcetti... stai lontano dalla
vecchietta del 22 -
-
Sì, me lo ricorderò, grazie. E' stato un piacere!
- e dicendo così gli tese la mano.
Sherlock ebbe
un istante di tentennamento, non gli capitava molto spesso di ricevere
un gesto così amichevole,
ma forse era proprio di quello che si trattava... Quello che aveva
instaurato in quel momento con quello strano bambino che voleva fare il
medico militare e magari anche l'aiutante detective, quella cosa strana
che aveva provato mentre gli parlava e lo salutava, ecco, tutto
ciò forse si poteva chiamare davvero amicizia.
Sherlock non sapeva dirlo, in fondo non aveva mai avuto un amico, ma
forse era proprio quello il modo migliore con cui avrebbe
potuto
definire John Watson, un amico.
E fu con una strana speranza nel cuore, un cuore che troppo spesso si
era rifiutato di riconoscere, che rispose alla stretta di quello strano
ragazzino vestito da soldato.
- Anche per me
è stato un piacere, John Watson - gli disse con un sorriso.
- Allora? -
gli chiese Mycroft - Che ci facevi con quel bambino
gracile, tutto patria e regina, figlio di operai probabilmente in
sciopero? -
- Si chiama
John Watson... - rispose Sherlock, non sapendo bene perché
si sentisse offeso - ed è simpatico -
- Simpatico? - disse il fratello
maggiore, sospettoso - Non credo tu abbia mai usato l'aggettivo
"simpatico" per definire nessuno -
- Forse
perché finora sono stato sempre circondato da gente antipatica. Secondo lui sono intelligente... -
- Ah, ora
capisco perché lo trovi simpatico. Beh, direi che una
valutazione del genere non sia molto verosimile, vista la fonte -
- Senti,
Mycroft, ora hai i tuoi dolcetti, quindi devi solo stare zitto... basta
che mi lasci la Superfrizzy -
- La cosa? -
gli chiese, sicuro di non aver sentito bene.
- La gomma da
masticare che mi ha regalato John -
- Oddio, una
gomma da masticare, come se la gente avesse bisogno di un incentivo per
ruminare! - disse con aria schifata.
Sherlock
rimase in silenzio: non aveva mai avuto un gran senso litigare
con suo fratello, richiedeva uno sforzo non indifferente, era snervante
e alla fine perdeva quasi sempre. Così, scartò
subito la
sua Superfrizzy e vide con orrore che era verde brillante, quasi
fosforescente, un colore
ancora più improbabile di quello del suo incarto e non si
stupì affatto quando, dopo averla messa in bocca,
scoprì
che il sapore era... beh, sufficientemente disgustoso. Ma mentre
si rigirava la gomma con la lingua e il suo palato veniva
invaso
da un inquietante
sapore acido e zuccheroso e si chiedeva indeciso se arrischiarsi a
masticarla o sputarla, Sherlock fu sorpreso da un altro sapore, molto
più confortante e piacevole, il sapore dolce e felice
dell'aver
trovato un amico e dell'aver
condiviso, anche se per poco, qualcosa con lui.
"Forse"
pensò il bambino "posso provare a inghiottirla come ha fatto
John, giusto per vedere se succede qualcosa".
E
così la gomma da masticare finì nello stomaco di
Sherlock, così come qualcosa di John Watson rimase nel suo
cuore
e il vestito da pirata, che indossava ad ogni Halloween, venne presto
sostituito da un costume da detective.
Angolo
dell'autrice
Salve, popolo di EFP! Che dire? Mi sono divertita molto a scrivere
questa one-shot, del resto è sempre bello scrivere quando ci
sono dei bambini come protagonisti, e spero di aver strappato almeno
qualche sorriso anche a voi. Praticamente questa storia si
è scritta da sola in un pomeriggio, cosa abbastanza
rara
per me. Avrei voluto pubblicarla il 31 ottobre per essere perfettamente
in tema, ma l'attesa era troppo lunga e non ce l'ho fatta.
Qualche
piccola precisazione sull'età dei personaggi: ho sempre
pensato che John fosse poco più grande di Sherlock, quindi
in
questa fanfiction lui ha undici anni, mentre ritengo che Mycroft
sia più grande di Harriet (che nel mio immaginario
ha sette
anni in più di John), di conseguenza in questa one-shot ha
diciannove anni. Naturalmente Sherlock non può essere un
bambino
di dieci anni come tutti gli altri, perciò già
qui parla
velocissimo e con un vocabolario abbastanza insolito se si considera
l'età, oltre a mostrare impressionanti capacità
deduttive, John invece, come si può vedere, è un
ragazzino "nella norma", anche se dimostra già una certo
amore
per l'adrenalina.
Un ultimo
appunto e poi non vi scoccio più: sono stata incerta
se usare il tag What if? o Alternative Universe, ma credo che
segnalandola come Kidlock nella presentazione non sia necessario altro.
Forse potrei scrivere altre fanfiction su John e Sherlock bambini a
partire da questa, l'idea in sé mi intriga molto, ma non
basta:
spero che l'ispirazione mi sarà d'aiuto!
Intanto
ringrazio chi ha letto e ancora di più chi vorrà
lasciare un commentino, positivo o negativo che sia.
Alla prossima,
fennec
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