Rapunzel Reboot - Aspettando una nuova vita

di ChibiNekoChan
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- Sei sicuro che questo piano funzionerà? - mormorò un ragazzino, dieci anni al massimo, che sfoggiava una folta chioma bianca.
Ricevette una forte pacca sulla spalla che lo scosse - RILASSATI GIDEON! - Un ragazzo biondino scoppiò a ridere - Ho calcolato tutto al dettaglio! Non possiamo fallire! - Applaudì.
- Dico solo che… entrare dal tetto e venire calati con una canna da pesca non sembra così, beh, a prova di morte. - Tossì un paio di volte Gideon, lanciando uno sguardo all’immensa cattedrale che si innalzava in lontananza.
- A te manca lo spirito dell’avventura amico! Senti qua - Si portò il bambino vicino - Se ti fa sentire più sicuro, possiamo usare una corda. Anzi guarda, ne ho una proprio qua!
Ed infatti tirò fuori una lunga corda dal suo borsello di pelle.
- Dannazione Bill, perché non l’hai tirata fuori subito! - sbraitò Gideon, spingendolo.
Il biondo ricominciò a ridere - E che divertimento c’era altrimenti?


- E… fatto! - Pacifica diede un’ultima pennellata al muro, per poi allontanarsi ed osservare l’insieme. Un paesaggio notturno con un piccolo triangolo giallo luminoso in cielo, adornato attorno da dei ghirigori dorati. Si complimentò da sola.
Al di sotto dei suoi piedi scalzi si ergeva una torre altissima.
Sorrise e si avviò per posare gli attrezzi, le travi di legno scricchiolavano ad ogni passo.
Indosso aveva un vestito verde acqua ed i suoi magici capelli erano biondi come l’oro, lisci come la seta e così lunghi e forti da costituire l’unico modo possibile per muoversi all’interno della torre stessa. Aveva letto una volta di una persona simile a lei in uno dei suoi tanti libri, si chiamava Raperonzolo. Il pensiero di non essere la sola la faceva sempre sorridere.
- Paci! - Chiamò una voce tuonante dall’altra camera - Sto uscendo, hai bisogno di qualcosa? - chiese la signora Northwest, entrando poi nella stanza dove si trovava la ragazza e sorprendendola da dietro.
La bionda sussultò e si voltò - Oh! - cominciò a giocare con una ciocca dei suoi lunghissimi capelli - Beh, veramente... ho finito la pittura. - fece un mezzo sorriso.
La madre le pizzicò amorevolmente la guancia - Tutto per la mia piccina.
Lasciò la presa, e Pacifica sospirò. Il suo sguardo basso, diretto ai piedi, che muoveva timidamente scalciando.
- Qualcosa non va? - domandò con finta preoccupazione.
- Io, a dire il vero… - con uno sguardo indicò il suo dipinto sul muro, incontrando però solo l’espressione corrucciata della madre. Lei strinse i pugni - Io… madre! Per una volta… mi piacerebbe andarla a comprare da sola… infondo, tra poco compierò diciotto anni e--
Lei la afferrò dal mento - Pacifica. Guardami negli occhi. - la presa era così brusca e decisa da far male - Lì fuori non c’è nulla per te. Il mondo è soltanto un posto crudele e oscuro, finiresti per farti male! - schioccò la lingua - E poi io cosa farei mai senza la mia bambina…
Si poteva capire la falsità della sua apprensione da chilometri.
- Ma… ! - La ragazza sbattè il piede per terra. Cercò di liberarsi ma in vano.
- Pacifica! - Con la sua forzuta mano, Priscilla Northwest direzionò il viso della fanciulla in modo che i loro occhi si incrociassero. Non appena vide dei segni rossi cominciare a formarsi sulle sue guance, tuttavia, mollò immediatamente la presa. Si strinse le spalle - Non potrei vivere senza di te. - finse un singhiozzo.
- Prometti di non uscire? - La guardò dritta negli occhi.
Lei annui, e subito venne travolta da un abbraccio. Una mano le carezzava i capelli.
- Questa è la mia bambina. - Commentò - Ora, tesoro, ti dispiacerebbe slegare i tuoi capelli?
Pacifica iniziò a raccogliere grosse ciocche fra le braccia - Si, mamma. - abbozzò un sorriso, tenendo lo sguardo basso.


Pacifica scalciò - Non è giusto! - urlò.
Stava seduta sul pavimento, a pettinarsi, ma il pensiero che non sarebbe mai potuta uscire la ossessionava. Si alzò sbuffando e lanciò il pettine di lato, dirigendosi alla finestra.
Tutto da lassù sembrava minuscolo, ma l’aria era limpida ed il cielo pulito.
Si sporse ed alcune ciocche scivolarono giù, le punte non si distinguevano più attraverso le nuvole.
Alcuni uccellini volavano in cielo, e lei li seguiva con gli occhi, sognante.

 

Angolo dell'autore
Si! Proprio così! L'ennesima fanfiction di Gravity Falls.

Lo ship di questa fic è BillxPacifica, siete avvisati.
Una normale ff senza troppe pretese, fatta per dar sfogo
ai cosidetti otp feels che mi affliggono.
Ammetto che avrei potuto dilungarmi un po' di più sulla parte iniziale,
il rapporto madre figlia abusivo, e... tutto il resto.
Lo farò, effettivamente, pianifico di farlo.
Ma metterlo all'inizio mi sembrava troppo pesante,
quindi per ora ho skippato, menzionandolo soltanto.
E' pur sempre una fic di shipping questa, eh.
Comunque, grazie per aver letto!
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Ci si vede al capitolo 1!





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