Alla fine ho deciso di farlo.
Ogni volta che aprivo questa FF (come molte delle prime che ho scritto nel
lontanissimo 2005 e non solo) mi venivano i brividi per com’era impostata.
Così ho deciso di
risistemarla, e con lei le altre. Certo ci vorrà un po’, perché sto lavorando
ad un progettino personale che mi porta via parecchio tempo.
Magari continuerò con qualcosa
di più corto, perché questa è stata un vero inferno.
Ora vi auguro buona lettura.
Tenete però presente alcune cose:
- quando ho
scritto questa storia dovevano ancora uscire il sesto e il settimo libro;
- ero
particolarmente fantasiosa, in pratica questa storia è stata la base del
mio personalissimo AU.
Il Diario Dimenticato
Capitolo
1
La giornata fuori dalla finestra era limpida ma ancora un po’ fredda,
quello era un classico gennaio inglese non c’erano dubbi. Tonks si godeva il
suo giorno di libertà da lavoro, cercando di sistemare un po’ quella casa, si
erano trasferiti lì da quasi un mese, ma nonostante questo gli scatoloni la
facevano da padroni in quasi tutte le stanze. Decise di cominciare dalla
salotto, Remus le aveva “suggerito” di non toccare gli scatoloni riguardanti la
cucina «forse è meglio se la cucina la sistemiamo quando torno, che ne dici?
Non vorrei ti facessi male» ma la verità era che non voleva rischiare di veder
frantumate a terra tutte le stoviglie presenti negli scatoloni, Tonks era
sempre molto maldestra come il primo giorno che si erano conosciuti, ma in
fondo amava anche questo in lei.
Terminato di sistemare il salotto, decise di andare in soffitta per
cercare qualche libro da aggiungere alla libreria, sapeva che da qualche parte
c’erano dei vecchi libri di Remus e voleva prenderli per dargli una sistemata
prima di metterli con gli altri. Frugò in molti scatoloni ma non riuscì trovare
niente d’interessante, fino a quando la sua attenzione non fu catturata da un
vecchio baule, si avvicinò e lesse la targhetta “R. J. Lupin settimo anno,
grifondoro Hogwarts” quello era il baule che Remus usava ai tempi della
scuola, forse li avrebbe trovato qualche libro interessante. Quando lo aprì fu
colpita da una quantità assurda di polvere, dovevano essere anni che nessuno
apriva quel baule, quando la polvere si dissolse Tonks iniziò a cercare.
All’interno del baule trovò molte cose come la vecchia divisa dei grifondoro
«mamma mia com’era mingherlino a scuola…non che ora sia molto diverso…»
commentò mentre la osservava.
Dopo averla messa da parte cercò ancora, trovò dei vecchi vestiti, un
calderone arrugginito varie provette e una piccola bilancia necessarie per le
lezioni di pozioni, vari libri scolastici, e quello cos’era? Un album
fotografico? Non seppe resistere e iniziò a sfogliarlo, c’erano tantissime foto
al suo interno la maggior parte lo ritraevano con James e Sirius, in altre invece
c’era anche quel piccolo ratto schifoso di Peter, in altre ancora era con una
ragazza con i capelli rossi all’inizio non l’aveva riconosciuta ma guardandola
meglio e soprattutto osservando gli occhi…quella era Lily, in alcune foto Remus
e Lily erano insieme e mostravano dei premi, le targhette non si riuscivano a
leggere. Tonks decise di portarlo giù così al ritorno di Remus lo avrebbero
sfogliato insieme. Stava per chiudere il baule quando da una piccola tasca
ricavata dal coperchio uscì un sacchetto di velluto nero chiuso da un laccio di
color argento, Tonks lo aprì e al suo interno trovò un vecchio libricino con
una serratura, quello doveva essere il diario di Remus ai tempi della scuola,
combattuta sul dafarsi decise di portare giù anche quello, solo Remus aveva il
diritto di aprirlo.
Scesa in salotto posò i libricini nella libreria, il diario però lo
rimise nel sacchetto di velluto nero, poi si rimise a sistemare gli scatoloni
che le rimanevano.
*****
Remus era molto nervoso quel giorno, lo aveva capito anche Sirius, il
quale si era offerto di accompagnarlo al ministero, voleva stargli vicino in
quella giornata che poteva significare l’inizio di una vita migliore per
l’amico. Remus fu felice della sua offerta, ma declinò, doveva e voleva affrontare
da solo tutto questo, in fondo aveva cominciato da solo e voleva finire allo
stesso modo.
Dopo aver passato la mattinata con Sirius in giro per Londra, Remus si
materializzò nell’atrio del ministero. Il ministero, lo aveva sempre reso molto
nervoso, brutti ricordi erano associati a quel posto, lunghi ed estenuanti
interrogatori, soprusi, a volte persino violenze a causa della sua “natura di
lupo mannaro”, o ancora lo scontro con Voldemort circa tre anni prima che aveva
quasi ucciso molti dei suoi amici, compresa Tonks, e tutto a causa della
mentalità ottusa del ministro della magia che non voleva ammettere i suoi
errori. Ma quello che doveva fare oggi era troppo importante, doveva farsi
forza, si diresse dal sorvegliante, che dopo aver pesato la bacchetta, gli
diede un cartellino da appuntarsi al petto con scritto “Remus J. Lupin –
cavia esperimento” .
«Prenda l’ascensore fino al sotterraneo, piano “ufficio misteri –
laboratori di ricerca”, appena uscito dall’ascensore si diriga alla 5°
porta a destra»
Remus rimase sconcertato dalla scritta apparsa sul
suo cartellino ma decise di non obiettare, avrebbe perso solo tempo ringraziò
la guardia e se ne andò. Si diresse agli ascensori, i quali erano sempre pieni
di gente e di promemoria volanti, mentre attendeva l’arrivo della cabina si
guardò in giro e ad un tratto.
«Ciao Arthur! Sempre indaffaratissimo? » Tra la folla che usciva dalla
cabina di un altro ascensore aveva intravisto Arthur Weasley
«Ho ciao Remus, eh si puoi dirlo forte, ieri notte dei ragazzi hanno
avuto la bellissima idea di incantare una cabina telefonica in modo da farle
insultare chiunque volesse telefonare, ci sono volute più due ore per sistemare
tutto. E tu? Oggi è il gran giorno vero? » Chiese impaziente.
«Già, oggi potrebbe essere l’inizio di qualcosa di molto bello, ma credo
che ci vorranno dei mesi per sistemare tutto, comunque.. ho aspettato
trent’anni posso aspettare qualche mese giusto? » Rispose Remus cercando di
dare alla sua voce un tono tranquillo. Dentro di sé però era tutto forche
tranquillo, sapeva bene cosa avrebbe significato per lui, e per tutti quelli
nelle sue stesse condizioni, la riuscita di questo esperimento.
«Bene, allora credo che sia meglio che tu vada non vorrei farti far
tardi, spero che tu e Tonks veniate a farci visita alla Tana, Molly e io saremo
molto felici di avervi a cena una di queste sere».
«Ma certo, verremo molto
volentieri, grazie per l’invito questa sera lo riferirò a Tonks. Ora vado se no
magari quelli cambiano idea. Ci vediamo». Lo salutò ed entro in ascensore.
La discesa fino ai sotterranei del ministero sembrava infinita, ma ad un
tratto una voce annunciò “sotterranei, comprende ufficio misteri e laboratori
di ricerca” Remus uscì dall’ascensore e si diresse alla porta che gli aveva
indicato il custode “laboratori di ricerca”, bussò, subito dopo una voce
rauca parlò.
«Chi siete? »
«Sono Remus Lupin sono qui per un esperimento contro
la maledizione dell’uomo lupo». Rispose Remus, cercando di capire da dove
provenisse la voce.
«Ok, prego entri pure. Benvenuto nei laboratori del ministero della
magia». Annunciò ancora la voce mentre la porta si aprì da sola.
Appena fu entrato venne accolto da molti ricercatori.
«Salve io sono il dottor Whitman e sono a capo di questo esperimento».
Si presentò il guaritore capo, un uomo attempato ma dall’aria bonaria,
stringendogli la mano. Remus salutò tutti quanti i presenti e notò che tutti
indossavano delle lunghe vesti bianche, ma su alcune di esse c’era il simbolo
dell’ospedale San Mungo.
Il laboratorio era pieno di calderoni, ampolle, e una sorta di
marchingenio stranissimo.
«Bene, bene. Ecco qui il nostro volontario!». Esclamò una voce
squillante e alquanto familiare.
Cornelius Caramell ministro della magia, in passato quanto aveva odiato
quella voce, ma ora le cose erano cambiate, almeno in parte.
«Buongiorno ministro, come sta? non pensavo che ci sarebbe stato anche
lei qui oggi». Chiese cortesemente Remus.
«Beh non potevo certo perdermi l’inizio di un esperimento importante
come questo». Rispose il ministro con il suo solito tono pomposo che usava
soprattutto per le grandi occasioni.
«Signor Lupin, prego da questa parte. Oggi le preleveremo del sangue,
come le abbiamo gia spiegato qualche giorno fa dovremo prelevarlo per i
prossimi due giorni per vedere come il sangue reagisce in prossimità della
trasformazione». Spiegò un ricercatore mentre lo faceva accomodare su una
poltrona, Remus annuì al ricercatore e si sedette sulla poltrona, una
guaritrice alla sua sinistra gli sollevò le maniche della camicia e preparò il
necessario per il prelievo, un altro alla sua destra, invece, preparava una
decina di a provette.
«non vorrete mica riempirle tutte vero?? » Chiese un po’ preoccupato.
«Stia tranquillo, non saranno piene». Rispose tranquillamente il
guaritore che per primo lo aveva accolto al suo arrivo.
«Beh certo ora sì che sono più tranquillo».Rispose sarcasticamente.
«Datemi pure del tu, solo i miei alunni mi davano del lei, e sinceramente mi
suonava strano detto anche da loro». Continuò ancora.
Molti ricercatori risero alla battuta mentre continuavano il loro
lavoro. Ad un tratto il guaritore che lo aveva accolto gli si avvicinò.
«Bene, Remus. Ora le preleverò la quantità di sangue necessaria per la
prima parte dell’esperimento» così dicendo prese una grande siringa, Alla vista
di quell’arnese Remus ebbe un tremito «è proprio necessario che sia così
grande?»
«Sì, almeno non dovremo bucarla
più volte, ora si rilassi». Rispose tranquillamente il dottor Whitman e così
dicendo gl’infilò il grosso ago nel braccio. Remus stava per urlare dal dolore
ma tenne duro.
«Allora come si sente?» Chiese Caramell.
«Caro Professor Lupin volevo ringraziarla a nome di tutto il mondo
magico per il suo aiuto, grazie a lei molte persone che malauguratamente sono
state, o che saranno, morse da un lupo mannaro potranno avere una speranza in
più per tornare ad essere membri rispettabili della nostra società». Esclamò
con il suo solito tono di voce pomposo il ministro.
All’udire quelle parole tutti si voltarono sconcertati verso di lui e
poi verso Lupin in attesa di una sua reazione o di un suo commento.
«Anche io ripongo molta fiducia in questo esperimento. Se dovesse aver
successo potrei avere una vita normale, quella stessa vita che mi è stata
negata dall’età di sei anni» Rispose, rivolto al ministro, il quale sembrava
aver capito la tremenda gaffe appena fatta.
«Sì, sì. Certo ha ragione
professore. Col vostro permesso ora dovrei tornare alle mie occupazioni. In
bocca al lu.. Hem buona fortuna a tutti quanti». Mormorò imbarazzato mentre si
dirigeva a gran velocità verso la porta.
Quando il ministro sparì dietro la porta, tutti guardarono Remus che lo
aveva seguito con lo sguardo.
«So che le sue intenzioni sono
buone, peccato che non ci azzecchi mai con le parole…» Commentò scutendo la
testa, mentre il dottor Whitman estraeva la siringa da braccio.
Tutti i presenti sorrisero e
annuirono alle parole di Lupin, poi ripresero il loro lavoro, trafficarono a
lungo con provette di sangue e boccette contenenti dei liquidi di vari colori,
Remus li osservava, era molto incuriosito dal loro lavoro «bene, vedo che sei
molto interessato se vuoi ti illustro cosa stiamo facendo» disse il dottor
Whitman gentilmente.
«Certo, mi piacerebbe conoscere
tutte le varie fasi dell’esperimento». Così dicendo si alzò velocemente dalla
poltrona, ma ebbe un mancamento.
«Con calma Remus. Ti abbiamo prelevato parecchio sangue devi alzarti con
calma, ecco, mangia questo ti aiuterà a sentirti meglio». Lo aiutò a sedersi
allungandogli una barretta di cioccolato.
«Grazie, e pensare che in
passato sono stato io a dare del cioccolato ad un alunno per… Ma meglio non
divagare... Mi diceva delle provette e delle ampolle?» Chiese incuriosito. I
due rimasero parecchio tempo a discutere sull’uso delle varie provette di
sangue.
«Vede? In questa zona
misceleranno il sangue con dei vari reagenti ricavati dalla pozione Antilupo
che prende ormai da qualche anno. Oh a proposito eccola, ci siamo presi la
briga di preparagliene un po’, la prenda subito, domani gliene daremo
dell’altra». Spiegò il dottore porgendo a Remus un grande bicchiere contenente
il liquido fumante che conosceva bene.
«Grazie mille. Adoro prendere
questa pozione, è così deliziosa che la berrei tutto il giorno» Esclamò,
sarcastico prendendo il bicchiere in mano. «A parte gli scherzi sono grato di
aver avuto questa pozione, grazie ad essa sono riuscito a controllare la mia
parte lupesca per molto tempo. Cin cin ».
Sorridendo ai ricercatori che lo stavano osservando, la bevve tutta in
un sorso appena finì d’ingoiarla una smorfia di disgusto gli si disegnò in
volto.
«Veramente ottima grazie» ancora
una volta i ricercatori risero alla sua battuta.
Il tempo passò molto rapidamente e per Remus ormai era ora ti tornare a
casa.
«Ok per oggi abbiamo terminato, ti aspettiamo qui domani mattina per un
altro prelievo, so che domani la luna sorgerà piuttosto presto, quindi meglio
non correre rischi. Buona serata». Lo salutò il dottor Whitman.
«Va bene a domani allora, ma dovrete usare la stessa siringa?» Chiese
quasi intimorito.
«Temo proprio di si, va a casa e non pensarci troppo». Rispose
tranquillamente il dottore.
«Ok, non vedo l’ora. A domani, buona serata a tutti». Lupin salutò tutti
i presenti.
«Ha davvero una gran forza d’animo, sono anni che combatte contro questa
maledizione, e come lui molti altri, quindi dobbiamo fare del nostro meglio, e
anche di più, per riuscire in questa impresa…Tutti al lavoro». Esclamò il
dottor Whitman rivolto ai colleghi, i quali annuirono vigorosamente, e si
rimisero subito al lavoro.
*****
Tonks aveva appena fatto sparire gli ultimi scatoloni vuoti, seduta sul
divano stava per iniziare a controllare delle pratiche che si era portata a
casa dal lavoro quando udì uno schiocco che proveniva dall’ingresso, finalmente
Remus era tornato! Lei gli corse in contro, ma inciampò nel tappeto che aveva
appena sistemato nell’ingresso, per fortuna che Remus ebbe i riflessi pronti e
la prese al volto.
«Ciao amore. Carino il tappeto che hai messo. Forse, però, un pochino
pericoloso ma molto carino».
«Ciao, ben tornato. Sì è carino, me lo ha consigliato Molly, ma forse
dovrei fargli un incantesimo per evitare d’inciamparci ogni volta che ci passo
sopra». Rispose lei tutta rossa mentre se ne stava ancora tra le braccia di
Remus.
Durante la cena, Remus e Tonks parlarono delle rispettive giornate.
«Allora, com’è andata oggi al
ministero? Questa mattina eri parecchio nervoso quando sei uscito, ero un po’
preoccupata». Chiese lei mentre serviva il secondo.
«Sì è vero lo ammetto, questa
mattina ero parecchio nervoso. Come ben sai il ministero della magia non
racchiude tra le sue mura dei bellissimi ricordi per me, ma oggi quando mi sono
ritrovato in quel laboratorio ho sentito nascere nel mio cuore una piccola
fiamma di speranza. Ho conosciuto molte persone veramente professionali, una
tra tutte è il dottor Whitman, il capo ricercatore, per una volta in vita
mia non mi ha trattato da lupo mannaro
da persone estranee che conoscevano il mio segreto, anzi è stato veramente gentile
con me e anche tutta la su equipe, mi hanno reso partecipe di tutto quello che
stavano facendo».
Il suo viso era sereno, raramente lo era quando parlava delle sue
condizioni, anche se cercava di non darlo a vedere aveva sempre una luce
malinconica negli occhi. Oggi, invece, no e questo la fece stare un po’ più
tranquilla.
Remus continuò a raccontare della sua giornata. «Ci sono state solo due
note leggermente stonate oggi, la prima è stata Caramell, con quel suo fare
pomposo mentre parlava dell’esperimento per far tornare i maghi vittime della
maledizione “membri rispettabili della nostra società”». Mentre
pronunciava queste ultime parole il suo viso si fece più duro, “membri
rispettabili della società”. Perché ora che cos’erano? Animali da giardino?
Tonks non riusciva a credere alle sue orecchie.
«No, non ci credo…Ha davvero detto una cosa del genere?? Ma è impazzito
del tutto? Come si permette di dire una cosa del genere dopo che gli hai quasi
salvato la vita? Forse lui non si ricorda ma nell’Ordine della Fenice c’eri
anche tu…» Tonks era davvero furibonda con Caramell, come aveva potuto dire
quella cosa dopo tutto quello che era successo?
«Beh, probabilmente avrà usato le parole sbagliate, sai benissimo che
non sono mai state il suo forte, però devo ammettere che ci sono rimasto un po’
male, e anche lui doveva averlo capito e mentre se stava andando aveva
farfugliato una sorta di scuse». Cercò di calmarla Remus.
«Ok, però non è stato affatto carino. E poi che altro è successo? Mi hai
detto che le note negative erano due». Chiese incuriosita.
«A sì, stavo quasi per
dimenticarmi l’enorme siringa che hanno usato per prelevarmi il sangue, ero
quasi indeciso se urlare o svenire, ma non volevo passare per un fifone allora
ho resistito, peccato che domani e dopo domani si replica». Confessò un po’
abbattuto, ma subito dopo le sorrise.
«Povero amore mio, diventerai un punta spilli prima della fine
dell’esperimento». E così dicendo gli diede un bacio.
«Beh almeno avrei un futuro nel campo della moda, potrei trovare un
lavoro per un grande stilista». Tonks adorava le battute che spesso e
volentieri faceva Remus, nonostante tutto aveva conservato il suo umorismo,
probabilmente era quello che lo aveva fatto andare avanti per molti anni.
La cena era quasi giunta alla termine e Remus guardandosi in giro aveva
notato che Tonks si era data molto da fare quel giorno.
«Ma vedo che oggi non sei stata con le mani in mano, sono spariti tutti
gli scatoloni dal salotto. Dopo potremmo sistemare la cucina che ne dici?»
Chiese.
«Dato che oggi era il mio giorno libero ho pensato di dare
una sistemata, tutte quelle scatole stavano mettendo radici in salotto. Ti
piace com’è venuta la libreria? Per ora è ancora un po’ vuota ma so che non ti
ci vorrà molto per riempirla».
Tonks conosceva bene la passione di Remus per i libri.
«Vero. Infatti, oggi passando davanti al ghirigoro ho visto un paio di
volumi molto interessanti, e credo proprio che domani li comprerò».
Insieme si diressero verso il divano per continuare a parlare più
comodamente.
«Oggi pomeriggio per cercare altri libri sono stata in soffitta ma non
ho trovato niente d’interessante, a parte… A parte un vecchio baule. Il tuo
vecchio baule, quello di quando andavi a scuola. Spero che non ti dispiaccia,
non volevo ficcare il naso. Cercavo solo dei libri e pensavo che lì forse ne
avrei trovati». Tentò di giustificarsi, ma Remus non si arrabbiò anzi.
«Il mio vecchio baule. Sono anni che non lo apro, trovato qualcosa di
bello? Sarà stato pieno di cianfrusaglie, James, Sirius ed io eravamo
imbattibili nel collezionare le cose più assurde». sorrise pensando alla sua
gioventù e ai suoi migliori amici, ne avevano passate di tutti i colori
insieme.
«Beh si ho trovato qualcosa ma non sono precisamente libri». Così
dicendo si diresse verso la libreria e prese l’album e il sacchetto,
quest’ultimo però lo nascose un attimo, era meglio aspettare per quello.
«Ho trovato questo, ci sono un sacco di foto molto belle e inedite di
voi da giovani».
Remus prese tra le mani l’album e appena lo aprì si ritrovò una sua foto
in bianco e nero. Era molto piccolo, due o tre anni circa, se ne stava seduto
sul tavolo e faceva ciao con la manina mentre sorrideva.
Divenne tutto rosso, non poteva credere che Tonks avesse visto questa
foto.
«Ma quanto eri carino da piccolo! Che amore!» Esclamò lei mentre
continuava a fissare la foto.
«Già peccato che poi mi sono rovinato con la crescita….» Commentò lui.
«Non è vero, anzi sei sempre bellissimo». Ribadì lei dandogli un bacio
sulla guancia.
«Sì come no…Comunque, questi sono i miei genitori, io sono identico a
mia madre vero? O guarda questa, è stata scattata il giorno prima di partire
per Hogwarts, mi avevano fatto mettere la divisa solo per scattare la foto. E
questa? Ce l’aveva fatta un nostro compagno di grifondoro, avevo appena fatto
amicizia con Sirius e James, da quel giorno siamo stati inseparabili, qui
invece siamo con tutti i ragazzi e ragazze del nostro anno. Qui invece sono con
Silente mi aveva appena premiato perché avevo vinto un torneo di duello magico,
qui invece…» S’interruppe. Aveva dimenticato quella foto con Lily, lei era
sempre rimasta nel suo cuore. Era stato grazie a lei che in passato aveva
abbattuto tutte le mura che si era costruito in torno .
«Qui invece sono con Lily, avevamo vinto il premio come migliori
studenti dell’anno, lo avrebbero vinto anche Sirius e James, se non si fossero
messi nel guai un giorno si e l’altro pure per tutto l’anno». sorrise
ricordando molti episodi in cui i suoi amici avevano rischiato l’espulsione.
Passarono molto tempo a sfogliare l’album. Ad ogni foto interessante,
Remus le raccontava qualche aneddoto divertente; come quando avevano rischiato
di trasformare la McGranitt in un coniglio, oppure quando avevano fatto
levitare il professor Vitious al posto della sedia.
Quando ebbero terminato di sfogliare l’album Tonks si decise a tirare
fuori il sacchetto.
«C’era anche dell’altro nel baule. Mentre stavo per chiuderlo, da una
parte nascosta del coperchio è uscito questo sacchetto. Al suo interno c’era un
libricino con una serratura, ho pensato che fosse il tuo diario quindi non l’ho
aperto, non mi sembrava giusto senza il tuo permesso».
Remus però non aveva ascoltato
molto di quello che lei aveva detto. Il suo sguardo era come rapito da quel
sacchetto.
Molte immagini annebbiate si facevano strada nella sua mente, sul suo
volto si disegnò un’espressione d’incredulità. Per anni aveva relegato il
ricordo di quel diario in parti remote della sua mente. Poi, ad un tratto, fu come svegliato da una
sorta di trance mentre Tonks gli porgeva il sacchetto.
Remus tentennò per qualche istante, era ancora incredulo; le sue mani
tremarono mentre lo apriva, come se da lì potesse uscire un terribile mostro, e
forse in parte era così. Tra quelle pagine erano racchiusi tutti i suoi segreti
e tutte le sue sensazioni legate alla maledizione. Ma infine eccolo, ora lo
teneva tra le sue mani.
Quanti anni erano passati dall’ultima volta che era successo? Quel
piccolo diario di pelle marrone, con inciso il suo nome in lettere d’argento,
proprio come la luna che ormai da troppo tempo lo teneva Prigioniero. Le sue
mani, ancora tremanti, lo rigirarono più volte, sfiorarono l’incisione, la
serratura e ancora tutta la copertina ruvida come per volersi assicurare che
fosse davvero il suo vecchio diario.
Gli occhi si riempirono di velate lacrime mentre ripensava al giorno in
cui sua madre glielo regalò.
I ricordi che prima sembravano lontani e annebbiati ora erano più
nitidi.
Ecco sua madre sorridente mentre lo aiutava a preparare il baule per la
scuola. Era ancora incredula per la sua ammissione a Hogwarts e come darle
torto persino lui lo era. T
Terminato di sistemare le ultime cose gli porse un piccolo pacchetto,
lui lo scartò, attento a non rovinare la carta, e si ritrovò tra le mani,
proprio come ora, quel diario.
*spero che ti piaccia, è un diario, così ci potrai
scrivere tutto quello che vorrai, so che la tua non è stata una vita
spensierata, ma spero che tu su questo diario un giorno possa scrivere tutte le
cose belle che ti capiteranno*
Quando si voltò verso Tonks, con gli occhi ancora pieni di lacrime, lei
l’osservò con un amore tale da infondergli la forza per aprirlo ma, prima di
farlo, decise di spiegarle l la storia del diario, di sua madre e del suo
desiderio.
«Sfortunatamente, non sono mai riuscito ad esaudirlo in pieno. In queste
pagine sono racchiuse molte cose che riguardano le mie prime trasformazioni e i
miei sentimenti legate ad esse. Ma per fortuna, se non ricordo male, ci sono
anche parecchi racconti delle mie disavventure con Sirius e James. Ora credo di
avere la forza per aprirlo». Mentre con una mano stringeva quella di Tonks, con
l’altra prese la bacchetta e pronunciò la formula che aveva inventato da
piccolo per farlo aprire.
«Il signor Lunastorta ti ordina di aprirti». Pronunciò quella parole con
un poco d’imbarazzo, da piccolo non sembravano così, infantili. «Non mi guardare così ho perso il conto
delle volte che ho cambiato questa formula. Alla fine ho tenuto questa».
Nonostante il momento solenne all’udire quella formula Tonks aveva riso
e di conseguenza anche lui riuscì ad allontanare per un attimo la
tristezza. Ma non durò a lungo. Alla
vista della prima pagina Remus s’incupì leggermente. La pagina era datata primo
settembre di circa venticinque anni prima
Ciao,
io mi chiamo Remus J. Lupin. Ho undici anni, e sono nato a Blackpool,
una città che si affaccia sul mare d’Irlanda non molto distante da Liverpool.
Ora mi trovo in viaggio, da solo, per la prima volta. Beh veramente non sono
proprio solo, il treno è pieno di ragazzi e ragazze. Stiamo andando alla scuola
di magia e stregoneria di Hogwarts, dove mi aspettano sette anni di intenso
lavoro per diventare dei grandi maghi e streghe.
Non avrei mai pensato o sperato che un giorno mi si sarebbe
presentata l’opportunità di frequentare questa scuola. E’ stata una sorpresa
per tutti. Nessuno ci sperava dopo quello che mi è successo.
Una notte di cinque anni fa
ero uscito di casa e mi ero addentrato nella foresta, ad un tratto da dei
cespugli è uscita una bruttissima creatura dai denti lunghissimi, quello che
successe dopo non lo ricordo tanto bene, la mia mamma mi ha detto che mi
avevano trovato a terra svenuto con un brutto morso sulla spalla. Quello è
stato l’inizio e allo stesso tempo la fine di tutto.
Sono stato ricoverato a lungo all’ospedale San Mungo, all’inizio
nessuno voleva dirmi cosa mi era successo, ma un giorno mentre mia madre e mio
padre pensavano che stessi dormendo, parlavano
col guaritore proprio nella mia stanza. È stato in quel momento che ho
scoperto la terribile verità, quella brutta creatura che mi aveva morso era un
lupo mannaro, e facendolo mi aveva trasmesso la maledizione. Nel sentire quelle
parole mi sono alzato urlando, nonostante avessi solo sei anni avevo sempre
sentito parlare dei lupi mannari, si dicevano cose terribili su di loro, non ci
potevo, non ci volevo credere. Ho pianto per giorni e giorni, non volevo
mangiare, e non volevo vedere nessuno. un giorno ho sentito una guaritrice
parlare con una collega e dicevano che il mio era un destino crudele, così
piccolo e con un futuro così nero e pieno di sofferenze. Avevano ragione.
Remus s’interruppe, le lacrime avevano ripreso a
scorrere dai suoi occhi, come anche in quelli di Tonks. Lei aveva sempre saputo
che Remus era stato morso da piccolo, ma ora leggendo quello che aveva scritto,
a soli undici anni, sulla vicenda la facevano sentire ancora più vicina a lui,
a quello che aveva provato veramente.
Dopo essersi calmato un attimo Remus riprese a leggere.
Da quel momento non sono più stato il solito Remus.
Ero diventato taciturno e scontroso, prima invece ero sempre allegro e
spiritoso, nessuno mi capiva e nemmeno ora. Mi sentivo solo e per un bambino di
quella età è una cosa che lascia il segno, probabilmente è qualcosa che non
riuscirò mai a lasciarmi alle spalle. Spero solo che a scuola le cose possano
cambiare almeno un po’. Mi piacerebbe farmi degli amici, magari mi aiuterebbe a
sentirmi meglio.
Sul treno ora c’è un grande movimento. Un ragazzo con una grossa P su
un distintivo ci ha avvistato che è ora di cambiarsi e mettere la divisa
scolastica perché stiamo per arrivare. Non vedo l’ora! Cchissà come sarà vivere
lì, imparare tante cose nuove e stare insieme ad altri ragazzi. I miei genitori
mi hanno detto di ringraziare il preside Albus Silente appena ne ho
l’opportunità. Dicono che lui si è battuto col ministero della magia per farmi ammettere a scuola, deve essere
veramente un grande uomo, nonostante non mi conosca a fatto tanto per me, spero
solo di non deluderlo. Ora è meglio che finisca di vestirmi, credo davvero che
manchi pochissimo.
R. J. Lupin
Quest’ultima parte faceva trasparire un minimo di serenità per l’arrivo
a Hogwarts.
«La lettera d’ammissione, per me è stata come uno spiraglio di luce
nell’oscurità che mi stava circondando da troppo tempo. Silente aveva fatto in
modo che venissi ammesso a scuola, grazie a lui ho conosciuto i miei migliori
amici, i quali hanno reso gli anni dell’adolescenza indimenticabili. È
incredibile come una semplice lettera possa cambiare la vita di una persona».
Commentò Remus.
«Ora più che mai capisco come la tua vita sia stata dura e difficile»,
Mormorò accarezzandogli i capelli. «Certo, l’ho sempre saputo, ma ora avendo
letto queste prime pagine del tuo diario lo capisco ancora di più. Io non posso
fare molto per il tuo passato, ma ti prometto che il nostro futuro sarà
totalmente diverso. Ti renderò felice». Promise, guardandolo negli occhi.
«Tu mi rendi felice ogni momento che passiamo insieme, non potrei
chiedere di più alla vita. Ho una persona fantastica al mio fianco, degli amici
unici e delle persone davvero in gamba stanno lavorando giorno e notte alla
ricerca di un antidoto per migliorare ancore di più la mia vita, e quella di
tutti quelli come me. Questo diario rappresenta il mio passato e ho deciso di
continuare a leggerlo, ma solo perché spero che il mio futuro sotto certi punti
di vista possa essere completamente diverso». E così dicendo l’abbraccio e la
baciò.
«Lo sarà…Te lo prometto…» Bisbigliò Tonks mentre stava tra le sue
braccia.
Ed eccoci alla
fine del primo capitolo. Ho apportato alcune modifiche dalla versione
precedente, spero di averlo migliorato almeno un pochino. Probabilmente tutta
questa storia agli occhi di molti potrà sembrare semplicistica o infantile, ma
ho deciso di non modificarla più di tanto, in particolare nei contenuti. È nata
così non mi sembrava giusto modificarla troppo.
Vi do
appuntamento al prossimo capitolo.
Taotao :*
Ps: dimenticavo,
ho salvato tutti i commenti fatti alla precedente versione.