Mentre Marco scendeva dal bus, Elena rimase sola e quindi riprese a leggere quel libro che aveva tra le mani.
Mentre leggeva il suo sguardo cadde sul posto di fronte a lei, dove poco prima c’era Marco: vide le sue cuffiette.
Le prese e cercò di chiamarlo, ma lui non la sentì: il rumore della bussola che si chiudeva coprì la sua voce.
Marco si accorse di averle perse quando era quasi arrivato davanti la scuola.
Guardò riluttante l’edificio, si tirò sù il cappuccio e con lo sguardo rivolto verso il basso entrò.
La campanella d’entrata suonò e Marco come al solito si sedette all’ultimo banco,sempre con quello sguardo colmo di dolore che sembrava quasi che scoppiasse in lacrime da un momento all’altro.
Suonò la ricreazione e come al solito Marco se ne stava seduto in classe da solo a giocherellare con il telefono, ma nel frattempo una ragazza della sua classe si avvicinò:
<< Ciao Marco! Posso sedermi vicino a te? >>
Lui alzò lo sguardo e vide quella ragazza così gentile.
Abbozzando un sorriso rispose :<< Fai pure! >>
La ragazza si sedette vicino a lui e pochi istanti dopo la campanella suonò, segnando la fine dell’intervallo e tutti i compagni rientrarono in classe come se ci fosse un assalto, ma la ragazza non tornò al suo posto.
L’ora successiva alla ricreazione ebbero chimica: a Marco piaceva studiarla, era sempre preparato.
L’ora passò in fretta e la ragazza seduta nel banco con Marco non aprì bocca,restò li ferma ad ascoltare la lezione.
Durante il cambio dell’ora la ragazza si voltò verso Marco e gli chiese:
<< Ma tu sei riuscito a capirci qualcosa della lezione che ha appena spiegato il prof di chimica?>>
Marco arrossì e schiarendosi la voce con un lieve colpo di tosse le disse << Credo di averla capita,ma ancora devo studiarla a casa. >>
La campanella dell’uscita suonò e i suoi compagni uscirono velocemente, spingendosi l’un l’altro.
Marco come al solito uscì per ultimo con il cappuccio sul viso e lo sguardo rivolto per terra.
Uscì con molta calma.
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