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di _Kurama_
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La mora si sporse un po’ di più assottigliando lo sguardo messo in evidenza dal forte mascara nero.
 
“Secondo me sono grigio-bianchi.”
La castana aggrottò le sopracciglia alzando l’indice della mano destra, nel gesto di voler spiegare qualcosa.
“Assolutamente no, i suoi occhi sono trasparenti.”
“Sonoko è assolutamente l’idea più assurda che tu abbia mai avuto”
“Suvvia Ran, sai benissimo che le mie teorie sono sempre esatte.”
Sbuffò Sonoko passandosi una mano tra i capelli.
“No ragazze vi sbagliate entrambe guardate sono azzurri!” esclamò la piccola Ayumi
“A dire il vero…”
“Ma no guardate meglio, sono verdi!” esclamò Genta spalancando la bocca.
“ Ma come fate a non vedere che sono blu?” fece una voce annoiata
“Papà, ma si può sapere dove lo vedi il blu? Io ribadisco la mia teoria, per me sono bianchi, guardate ci sono anche le sfumature!” ribadì nuovamente il concetto Ran
Goro infilò le mani nelle tasche dei pantaloni sbuffando scocciato “Come ti pare, io vado a guardare il concerto di Yoko Okino!” esclamo inarcando le labbra fino a formare un sorriso perfettamente perverso e giungendo le mani fino a formare un piccolo cuore.
“Papà! Sei assolutamente incorreggibile!” urlò sventolando un pugno in aria.
La piccola rossa inarcò un sopracciglio scettica, come diavolo aveva fatto a finire tra persone del genere?
“Ran guarda, stanno cambiando, ora diventano più chiari!” esordì ancora una volta la piccola Ayumi
“Ma…”
“Forse ho capito, i suoi occhi non hanno un colore!” dichiarò infine Mitsuiko incrociando le braccia
“Ma no, ve lo dico io, i suoi occhi sono color…”
“Indaco.” Disse una vocina
“Come?”
Un bambino dai capelli castani entrò nella stanza sistemandosi gli occhiali sul naso.
“I suoi occhi, sono color indaco, giusto Ai?”
Lei annuì “In effetti è quello che cercavo di dire, i miei occhi sono color indaco chiaro…”
“Bhé in fin dei conti non importa molto il colore, sono bellissimi in ogni caso Ai-san” fece Mitsuiko con un forte luccichio negli occhi.
 
Ma no, a lei non piacevano affatto i suoi occhi.
 
 
Dopo che tutti se ne erano andati era rimasta da sola persa tra pensieri e ricordi che pesavano fin troppo per le sue spalle già segnate dagli eventi della vita.
“Per quale motivo sei sola?” Shinichi era poggiato allo stipite della porta e la guardava sorridendo
“E tu? Perché sei lì?” chiese lei
“L’ha domanda te l’ho posta prima io”
“Non sono tenuta a risponderti”
“Ah no?”
“No.”
“Sei impertinente”
“E tu sei invadente, e anche molto”
“Bisognerebbe rispondere alle domande che ci vengono poste.”
“Non è cortese scontentare la richiesta di una signorina.”
“Non è cortese mandare al diavolo chi si interessa di noi”
“Per quale motivo mi fissavi?”
“Perché mi piace”
Lei inarcò un sopracciglio, scettica
“ Ah sì?”
Sorrise.
“Sì”
Lei rimase in silenzio per qualche secondo, fissandosi allo specchio
“Non mi piacciono affatto i miei occhi”
Lui fu sorpreso, come se non si aspettasse una frase del genere
“Per quale motivo?”
“Perché sono dannatamente identici, a quelli di mia madre”
Shinichi le si avvicinò carezzandole una guancia
“Secondo me sono bellissimi…”
“Non voglio finire come lei”
“Tu non sei come lei…”
Detto questo si sfilò gli occhiali neri poggiandoli delicatamente sul naso piccolo ed elegante di Shiho.
“Prendi questi, daranno un tocco di trasparenza in più ai tuoi occhi, anzi, forse così sono anche più belli e inoltre, sei bellissima…”
 
 
Shiho sorrise. La vita in quel momento non le poté sembrare più trasparente.




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