Discorso sulla felicità

di Jasmine_
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Da quel giorno non lo vidi più. La mia vita continuò in quel miscuglio di ordine e caos che mi aveva sempre caratterizzata. C'erano momenti in cui avrei davvero giurato di essere felice. Peccato che, nonostante avessi solo 14 anni, un peso mi logorava dentro. Un qualcosa di troppo grande che mi scoppiava nel petto, lacerando ogni volta tutto ciò che trovava lungo il percorso. Non ne avevo mai parlato con nessuno, forse nemmeno con me stessa. Tendevo a rinchiudere il ricordo in un cassetto immaginario al di là del cervello, estremamente distante dal cuore. Non avevo mai dovuto affrontarlo veramente, fino a quella sera di Agosto.  Ero al buio, chiusa in camera davanti al computer. La luce era fioca ed io stavo scorrendo placidamente la home della mia pagina Facebook. Era stata una giornata terribilmente pesante ed ero moralmente a pezzi. Un suono squillante indicò che mi era arrivato un messaggio. Quasi scocciata dal rumore che aveva disturbato la mia quiete, aprii la chat. Era lui. Un semplice "ciao, come stai?", che per me significò molto di più. Non feci finta di stare bene, per la prima volta nella mia vita, ammisi che in me c'era qualcosa che non andava. Sputai quel veleno che mi fluiva nel petto e gli raccontai ciò che aveva cambiato la mia vita. Non mi preoccupai di sembrare matta, complessata o fuori di testa. Lui mi aveva chiesto come stavo ed io, io stavo male da morire. Gli raccontai di quel giorno che, tirato fuori dal suo angolo nascosto, mi esplose nel cuore, facendomi così male da non poter trattenere i fiumi di lacrime che bagnarono la tastiera.




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