Capitolo 10 - Titolo
10. Brividi
Era faticoso, vivere sulle proprie gambe.
Personalmente, non mi ero mai lamentata della mia vita precedente.
Quindi, potevo lamentarmi di quella attuale, no?
«... in onore
del suo matrimonio!»
«Sicuro?»
«Assolutamente! Persino gli Dei dovrebbero
partecipare!»
"Oh... ma davvero?" pensai satirica,
dopo aver casualmente origliato la conversazione di alcuni uomini.
Erano passati giorni - settimane - da quando avevo voltato le
spalle a tutto e avevo ricominciato.
Ed era seriamente faticoso, vivere come un'umano.
In questi giorni, quegli effimeri esseri con cui ero costretta a
vivere, si dimostravano interessanti, ed alcuni di loro...
sì, avevano
catturato il mio rispetto.
Diciamo che l'unico grosso cambiamento, era stata la modifica
della mia visuale di vita dei mortali, ma per il resto non cambiava
assolutamente nulla.
«BIRRA, DONNA!» sentii urlare da qualcuno.
"Oh, certo... ma non
arriverai a domani sulle tue gambe, UOMO!" pensai, mentre
versavo al cliente rozzo, sporco e puzzolente dell'altra... birra.
Il proprietario mi fece un cenno: potevo finalmente tornare al mio
amato giaciglio.
In realtà, però, mentre cambiavo un drappo,
sporcatosi con quella cosa gialla liquida, birra, incominciai
a sentire degli oggetti cadere, susseguiti da rumori di cocci e legno
rotto.
"Io lo avevo detto...
non arriverai a domani sulle tue gambe, uomo" pensai
con un sorriso sulle labbra, che si liberò in una
possente, gustosa e malevola risata appena uscii da quelle quattro mura
poco resisenti.
Scoppiai a ridere.
«Stavo...
Stavo scherzando, dai, non ci pensare così a
lungo...»
dissi a Thy, che era rimasto a fissarmi in silenzio e serio per dieci
minuti buoni.
Anche dopo questo mio commento rimase silenzioso e continuò
a fissarmi serio.
«Phy» disse infine.
«C-Cosa?»
«Phy» ripetè ancora più serio
e con un'intonazione che non prometteva bene.
«Cosa... c'entra... tuo fratello?»
«È lui, vero? È lui che ti
piace» disse convinto.
Tentai di rispondere, ma lui continuò voltando la testa da
un'altra parte.
«Lo
so. Lui è il gemello buono, lui è il gemello
simpatico,
lui è il gemello gentile, lui è il gemello
preferito! A
chi mai piacerei io?!»
«Thy-»
«NO! Sai cosa? Hai ragione. In fondo, Phy ha sempre avuto una
cotta per te. Da sempre.
Prima faceva il gentile con me, quindi ti ha lasciata al povero gemello
sfortunello, però ora che può tranquillamente
averti ti
prenderà!»
«Thy-!»
«NO! Fammi finire! Phy le ha sempre tutte vinte, e tu
eri l'unica cosa che avevo. Ora che ha anche te, ti userà e
poi
lascerà a me il compito di raccogliere cocci. Ma sai cosa ti
dico? NO! Non lo farò! Perchè se io
raccoglierò i tuoi
cocci, nessuno raccoglierà i miei!»
Prese un respiro pesante e, benchè tentasse di nascondere il
viso, la voce rotta la nascondeva difficilmente.
«Io... Io ti amo, Eris. Ti ho sempre amato, ti amo, e ti
amerò sempre. Non c'è cosa al mondo, non c'è forza al mondo,
che potrà impedirmi di amarti.
Ma se è Phy, la persona che occupa maggiormente il tuo
cuore,
allora non ha importanza. Fa ciò che senti giusto. Io...
avrò altre occasioni.
Nulla mi può impedire di amarti. Nulla che non sia tu»
«Thy...
io...»
«Va'
da Phy, Eris. Come ti verdà arrivare Sherley non
sarà
nient'altro che una delle tante. Non puoi nemmeno immaginare quale... ambito premio tu
sia per lui»
«Io non ho mai detto
che mi piace Phy. Non l'ho detto e non me lo sentirai dire»
Thy smise di respirare.
«Tuo fratello mi sta
antipatico»
Si voltò sorpreso, un colpo che non si aspettava.
«È
vero, ho parlato molto poco con Phy per poter dire che mi sta
antipatico. Ma il mio "sesto senso" non sbaglia»
Distolse lo sguardo, le parole amare.
«Ma questo non
significa che-»
«Significa
che mi piaci. Significa che voglio uscire con te. Significa che voglio
ascoltare la tua voce fin quando ti verrà la nausea.
Significa
che voglio fissare i tuoi occhi fin quando ti verrà da
piangere»
Lui mi guardò
stranito.
«Hai... Hai appena detto che scherzavi...»
«E
tu sei stato zitto a fissarmi per venti minuti, Thy! Cosa dovevo fare?!
Mettermi a ballare la macarena fino a quando non ti veniva in mente di
parlare?!» dissi esasperata.
«Ma...»
«MA! L'ho detto con
nervosismo! Oh Giove!»
«Quindi... io...
ti-ti piaccio davvero?»
Lo fissai intensamente, quegli occhi verdi colmi di malcelata speranza.
«Io-»
«Se fossi in te, starei molto
attenta a ciò che dici...» disse una
voce sibilante.
Mi voltai di scatto verso gli alberelli per notare qualcosa in mezzo a
loro.
Gli occhi colsero un guizzo fra le fronde degli alberelli e
il mio corpo si irrigidì.
Al mio fianco, Thy si era
irrigidito come me.
«Non sei la
benvenuta, qui» disse.
Una folata di vento e l'ombra nera prese forma davanti ai nostri occhi.
Rimasi interdetta per un paio di secondi, quando realizzai che Thy conosceva quell'ombra.
«Tu... tu la vedi?»
gli chiesi scettica, allarmata, impaurita e altre trentamila emozioni.
Lui mi guardò
preoccupato, ma non mi rispose.
I suoi occhi lo fecero: 'perdonami'.
«Ma davvero?»
disse l'ombra, divertita e tagliente.
«Sì. Ora
vattene»
«Ma io non stavo parlando con te,
Ta... Thy»
Thy strinse i denti.
«Ragazzina!»
disse, reclamando la mia attenzione «Allora? Cosa rispondi a questo
povero ragazzo innamorato?»
«Tu...»
incominciai, ma l'ombra mi bloccò.
«Te lo avevo detto. Al museo»
«Già.
Quando "avrei avuto" bisogno di te. Ora non mi sembra
di avere bisogno di te»
«No, cara, hai ragione. Ma io
devo pur trovare qualcosa con cui divertirmi, no?»
disse ridendo, mentre con un'altra folata di vento l'ombra spariva.
Thy si voltò nella mia direzione.
«Eris...»
«TU mi devi delle
spiegazioni»
«Non ho nulla da
spiegarti, Eris...»
«Nulla? E tu chiami
"nulla" il fatto che parli con un'ombra che pensavo di vedere solo
io?»
Fece una faccia sorpresa.
«... Anche tu?»
«"Anche io" cosa?
Thy, ti prego, non parlare a indovinelli»
«Io... è
da un po' che vedo quell'ombra, è per questo che la
conosco...» mi disse timido.
«E... non sai chi
sia, o come si chiami?»
«No» mi
rispose imbarazzato.
«Fantastico»
Beh, di positivo c'era che avevo qualcuno che provava la mia
sanità mentale e con cui, forse, avrei potuto parlare di Ael
senza sembrare una psicopatica sotto stretto dosaggio di tranquillanti.
Sospirai pesantemente.
«Mi
dispiace» disse lui di punt'in bianco.
«E di
cosa?»
«Mi
dispiace per quello che ti ho detto prima. Tu... tu mi piaci Eris. Mi
piaci davvero» disse completamente rosso, con gli occhi bassi.
«E... non pensi che io sia un essere pazzo perchè vedo fantasmi?»
Lui mi guardò negli occhi e, lentamente, mi sfiorò una guancia con la punta delle dita.
"Dio... che brividi..."
«Allora siamo pazzi in due» mi disse sorridendo.
E poi si avvicinò.
Lentamente.
Con calma.
Il tempo che fuggiva e a noi non importava.
I minuti che correvano, e noi non ce ne rendevamo conto.
Con calma.
Lentamente.
Si avvicinò.
E mi biaciò dolcemente.
/*Angolo
Autore*/
Sì, lo so, lo so.
Il capitolo è corto.
Purtroppo ho avuto un sacco di cose da fare che non mi hanno permesso di dilungarmi più di tanto.
Con fortuna, però, posso tentare di promettervi che il prssimo capitolo tornerà lungo come gli altri.
Nel frattempo, enjoy!
Ah, come vi è sembrata la "dichiarazione" di Thy?
Voglio commenti succulenti xD
- Kurokage
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