Autrice:
Alexiel Mihawk | alexiel_hamona
Titolo:
A greeting and a meeting team
Fandom: One Piece
Personaggi: Tsuru, Garp,
Sengoku
Genere:
slice of life
Warning:
Missing moment
Parole: 690
Prompt:
«Scusa e tu chi saresti?»
Note: scritta
settimana scorsa per la XX
Notte Bianca di Mari di Challenge su Livejournal.
A
greeting and a meeting team
Si
era legata con cura quasi maniacale i capelli scuri in una coda di
cavallo, sì
qualche ciocca le cadeva ancora davanti al viso, ma non ci poteva poi
fare
molto, tutta colpa di sua sorella e delle sue doti di persuasione:
“Fatti la
frangia” aveva detto, “Starai benissimo”
aveva detto, quello che però non aveva
menzionato era quanto le avrebbe dato fastidio una volta cresciuta.
Sbuffò,
scostandosi un ciuffo da davanti agli occhi, e prese la mira sentendo
sotto le
mani il calore del legno del fucile; adorava quelle esercitazioni e non
solo
perché era la migliore, ma perché sentiva di
stare facendo qualcosa di utile,
qualcosa che avrebbe contribuito a fare di lei una buona marine.
«Secondo
me comunque sprechi tempo» disse una voce, proprio in quel
momento,
interrompendo il flusso dei suoi pensieri e anche la sua concentrazione.
«Prego?»
domandò la ragazza sollevando lo sguardo sullo sconosciuto
che aveva parlato.
Di
fianco a lei, con l’aria di chi la sa lunga, stavano in piedi
due giovani che
dimostravano all’incirca la sua età; il loro
abbigliamento, più trasandato di
quanto non fosse richiesto dal regolamento, li identificava come
reclute, e lei
si domandò su quali base due individui
dall’aspetto così poco raccomandabile
avessero deciso di entrare in marina.
«Ho
detto che secondo me stai facendo una cosa inutile»
continuò il più alto due,
scoppiando in una risata divertita.
«Scusa
e tu chi saresti?» domandò la ragazza
«Il nuovo istruttore? Perché dai tuoi
abiti direi che sei una recluta tanto quanto lo sono io».
«Senti
qui, che senso ha imparare a sparare alle cose quando posso prenderle a
pugni?».
«Si
chiama attacco a distanza, intimidazione, tattica militare,
addestramento,
scegli tu» rispose la ragazza tirandosi in piedi e passandosi
il fucile dietro
le spalle, quindi si girò verso il secondo sconosciuto,
fissando il suo sguardo
minaccioso e la sua insolita capigliatura afro «Per favore,
prenditi il tuo
amico e lasciatemi in pace».
«No,
dai! Mi stavo divertendo! Tipo, se potessi che ne so, lanciare roba
più grossa
imparerei a prendere la mira pure io!»
«Portarlo
via dici? Lo hai visto? Fa esclusivamente quello che vuole lui, ti
sembra sano
di mente?» domandò il giovane «Diglielo
Garp che sei un cerebroleso!»
«Sono
narcolettico, non cerebroleso. Sengoku sei proprio uno
stronzo!»
La
ragazza scoppiò a ridere, a metà tra il divertito
e il rassegnato, consapevole
che difficilmente l’avrebbero lasciata in pace quel giorno.
«Se
ci tieni proprio a tirare oggetti almeno tira cose che facciano
male» suggerì,
guardandosi intorno con aria seria.
«Tipo
questo?» domandò Garp sollevando un palo di legno
che teneva fermo un
bersaglio.
«Ti
prego, posa quella roba, nemmeno riusciresti a tirarla
dritta» sbottò il suo
amico, digrignando leggermente i denti.
«Sì,
ci vorrebbe qualcosa di più aerodinamico, magari
tondeggiante, qualcosa che
possa seguire una linea retta, ecco».
Il
giovane si guardò in giro ancora qualche secondo, quindi
parve illuminarsi e
dopo aver fatto loro cenno di aspettare si allontanò
brevemente, tornando con
le mani nascoste dietro alla schiena.
«Ottimo
consiglio!» disse rivolgendosi alla ragazza «Credo
di avere trovato la cosa
perfetta!»
Non
fecero nemmeno in tempo a domandargli cosa avesse trovato che la sua
mano
saettò da dietro la schiena, seguendo un arco perfetto: la
palla di cannone
lasciò la sua mano con precisione studiata, andando a
schiantarsi contro il
muro delle esercitazioni e distruggendone una parte.
«Siamo
fregati» mormorò Sengoku, sconsolato, udendo le
grida di irritazione
dell’Istruttore capo che si avvicinava.
«Oh,
oh» fu il sagace commento di Garp, mentre la ragazza si
passava mani sul viso
con aria disperata «Meglio andarsene».
Afferrò
con una mano il polso dell’amico e con l’altra
quello della giovane recluta appena
incontrata e prese a correre verso i dormitori, ridendo a crepapelle.
«Ottimo
consiglio davvero, eh, complimenti» sibilò
Sengoku, lanciando un’occhiataccia
alla recluta che correva al loro fianco.
«Come
se fossi stata io a venire a disturbarvi!»
«Ehi
tu» la interruppe Garp «Io l’ho trovato
davvero un bel consiglio, grazie».
«Oh,
lasciamo perdere. E non mi chiamo “Ehi
tu”!»
«Ah,
e come ti chiami?» chiese ancora il giovane, senza fermarsi.
«Tsuru,
mi chiamo Tsuru. E stavo decisamente meglio prima di
conoscervi».
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