Nickname:
_Flowermoon_ (EFP)/ -Sacchan- (Forum)
Titolo: Noi non torneremo mai
più insieme in quella casa.
Fandom:
No.6
Personaggi/Pairing:
Nezumi e Shion/NezumixShion
Generi:
Introspettivo/Missing Moment
Avvertimenti:
Per alcuni dettagli scritti in essa risulta maggiormente comprensibile
se avete letto anche la Novel.
La one-shot si divide in due parti: una ambientata nel West Block a
casa di Nezumi nel periodo successivo alla fuga di Shion da No.6 e
l'altra ambientata a casa di Shion e prima della partenza di Nezumi.
Lieve accenno Shounen-ai -se riuscite a coglierlo-
Raiting:
Verde
Prompt:
Preparare da mangiare insieme
Introduzione: Nezumi non
capì dove volesse andare a parare. Nei mesi in cui aveva
vissuto con lui nel Distretto Ovest Shion aveva voluto imparare
moltissime cose: ad esempio, spesso e malvolentieri, si era voluto
imporre nel volergli preparare la cena. Diceva così
perché desiderava essere sicuro che, quando rincasasse a
casa dopo il lavoro, potesse trovare sempre un piatto pronto con cui
sfamarsi. Ma Nezumi non aveva mai avuto bisogno realmente del suo
aiuto, era capace di badare a se stesso anche senza qualcuno che gli
facesse trovare la cena pronta.
-Noi
non torneremo mai più insieme in quella casa.-
West Block, casa di
Nezumi
"Shion,
che cosa sono quelli?"
Interpellato
improvvisamente da quella voce così surreale per un ragazzo
di soli sedici anni, Shion posò di lato il cucchiaio con cui
stava mescolando la zuppa composta da acqua bollente e verdure tritate.
L'unica cena che potevano permettersi anche quella sera, come quasi
tutte le sere.
Alzò
lo sguardo per seguire l'esatta traiettoria su cui erano puntati quei
meravigliosi occhi grigi, subito dopo osservò i palmi delle
sue mani aperte verso di sé.
Dove
le falangi si attaccavano, poco sotto i polpastrelli, erano presenti
numerosi cerotti.
"Ti
sei di nuovo tagliato mentre cercavi di affettare le verdure, vero?"
Shion
spostò la mano poco più in là da dove
aveva riposto il cucchiaio.
"Il
fatto è che..." Constatò impugnando l'oggetto
incriminato. "Questo non è un coltello da cucina.
L'impugnatura è scomoda e la lama è molto
più affilata."
Bruscamente,
Nezumi glielo strappò di mano per poi rigirarlo con
abilità fra le dita.
Semplici
movimenti per lui, ma così complessi per Shion.
La
sua attenzione finì per essere catturata da quella maestria.
"Non
farlo più." Lo ammonì Nezumi.
"Uh?"
Chiese confuso in risposta Shion.
Ancora,
si sentì catturato da quegli occhi e dal modo in cui lo
guardavano.
"Se
non sai fare una cosa non farla e basta, non ne hai bisogno."
Shion
abbassò lo sguardo, quando realizzò di averlo
abbassato fin troppo finse di spostare di nuovo l'attenzione alla zuppa
che ancora bolliva sulla stufa.
"Non
posso."
"Perché?"
"Perché
voglio imparare tutte le cose che sai fare anche tu."
Lost Town, casa di Shion
"Mattiniero
come sempre."
Shion sobbalzò.
La voce di Nezumi l'aveva preso alla sprovvista, di spalle. Lo
spavento, nato in lui, l'avrebbe portato a tagliarsi con il coltello se
non fosse stato per delle mani scaltre che bloccarono i suoi polsi,
impedendogli di ferirsi.
"Attento!" Gli soffiò Nezumi contro l'orecchio. "Guarda
sempre avanti quando armeggi un oggetto simile."
"Colpa tua." Asserì Shion. "E poi, a differenza di te, io
non occupo tutto il mio tempo a dormire fino a tarda mattinata."
Nezumi si spostò di lato e osservò Shion alle
prese con i fornelli.
"Karan non c'è?" Domandò.
Shion si pulì le mani, usando uno strofinaccio abbandonato
sul lavello.
"Doveva fare delle commissioni per il negozio. Sarà qui per
l'ora di pranzo."
"Mmmm, quindi te ne stai occupando tu oggi?" Realizzò
Nezumi, senza premurarsi di nascondere una punta di scherno in quella
semplice domanda.
Shion lo guardò non raccogliendo la provocazione. Al
contrario, afferrò una pentola dal mobile della
cucina posto sopra il lavandino.
"Quando le ho detto che so preparare la zuppa di verdure mamma ha
risposto che avrebbe tanto voluto mangiarla." Commentò
entusiasta per poi iniziare a riempirla con l'acqua necessaria per la
cottura.
"Zuppa di verdure?" Ripeté Nezumi. "Perché
accontentarsi di così poco quando si può disporre
di cibo in abbondanza qui?" Commentò con sarcasmo.
"Non è poco!" Affermò Shion indispettito da quel
commento, poggiando poi la pentola sul fornello e accendendone
il gas. "Al contrario, è tantissimo!"
Nezumi gli rivolse uno sguardo perplesso che Shion ricambiò
con uno altrettanto deciso; di sicuro non avrebbe abbandonato quella
'sfida' a breve.
Già, il loro rapporto era sempre stato fondato su sfide e
diversità di opinione. Entrambi erano abbastanza testardi da
non concedere all'altro la vincita, ma alla fine non facevano che
avvicinarsi ai pensieri dell'altro e a trasformare in meglio il loro
essere.
Nezumi sospirò, lasciando cadere per primo il discorso.
"Passami il coltello." Ordinò, lasciando Shion di stucco.
"Non hai ancora finito di tagliare le verdure, no?" Aggiunse quando
vide che non si decideva a passarglielo.
Shion lo afferrò dal tagliere titubante, infine glielo
passò senza dire una sola parola.
Avrebbe voluto continuare ad andare avanti con quello che stava
facendo, tipo unire tutte le verdure che era riuscito a sminuzzare in
una unica ciotola, tuttavia la disinvoltura con cui Nezumi finiva il
lavoro al posto suo lo ammaliò al punto tale da non
permettergli di fare altro, nemmeno regolare la fiamma del fornello.
"Che c'è?" Domandò Nezumi, accorgendosi di come
Shion non gli aveva staccato gli occhi di dosso.
"Come ci riesci?"
Shion gli rivolse quella domanda con tono bassoe a Nezumi parve come se
stesse cercando di mascherare dell'amarezza in essa.
"Shion..." Lo chiamò sussurrando a malapena il suo nome. Le
sue mani si arrestarono appena videro l'espressione di Shion: avvilita,
come sconfitta.
"Non hai mai usato un coltello da cucina, non ne avevamo a
disposizione. Tuttavia, anche adesso, stai tagliando quelle verdure con
una velocità sorprendente."
Nezumi non capì dove volesse andare a parare. Nei mesi in
cui aveva vissuto con lui nel Distretto Ovest, Shion aveva voluto
imparare moltissime cose: ad esempio, spesso e malvolentieri, si era
voluto imporre nel volergli preparare la cena.
Diceva così perché desiderava essere sicuro che,
quando rincasasse a casa dopo il lavoro, potesse trovare sempre un
piatto pronto con cui sfamarsi. Ma Nezumi non aveva mai avuto realmente
bisogno del suo aiuto, era capace di badare a se stesso anche senza
qualcuno che gli facesse trovare la cena pronta.
Lasciò scoccare la lingua con un sibilo infastidito: come
era possibile che una cosa così banale potesse angosciare
Shion talmente tanto, si chiedeva?
Perché Shion doveva sempre essere così
dannatamente difficile?
"Shion io non sono te e tu non sei me. Ci sono cose che solo io riesco
a fare, come altre che solo tu riesci. Non ossessionarti nel voler
diventare come me."
Fu schietto, senza mezzi termini. Non era da lui transigere su
ciò che pensava, nemmeno questa volta l'avrebbe fatto.
Ma se Shion incassò o meno il colpo, questo il ragazzo non
lo diede a vedere.
"Non è ossessione la mia..." Sussurrò. "Vorrei
solo poter essere indipendente come te. Senza il bisogno di avere
qualcuno che mi tiene la mano e mi insegna come si fa."
Nezumi sospirò, di nuovo.
Aveva perso il conto di tutti i sospiri che aveva permesso alla sua
bocca di lasciarsi sfuggire.
Sua nonna non ne sarebbe stata affatto contenta se l'avesse saputo;
tuttavia, provando a nascondere un sorriso sulle labbra,
rigirò il coltello fra le mani e lo riporse a Shion.
"Vai avanti, allora. Finisci ciò che stavi facendo."
Shion sorrise contento al posto suo e lo riafferrò per poi
concentrarsi, di nuovo, su quelle poche verdure che ancora mancavano
per condire l'acqua.
"Ora ci mancano soltanto ali di pipistrello, tritone e rane."
Commentò con un sorriso malinconico sulle labbra.
Al contrario, Nezumi scrollò le spalle con una smorfia.
"Io opterei per del pollo, altre verdurine fresche e uno spicchio
d'aglio, Vostra Maestà."
"La presenteremo come la zuppa Machbeth!" Sbuffò Shion
divertito e gesticolando.
"Ehi! Questa zuppa è una mia ricetta! Non sognarti nemmeno
di venderne i segreti. Come minimo prima dovresti pagarmi i diritti
d'autore!" Contrattaccò Nezumi indignato e facendo
sì che una risata spontanea nacque in Shion.
Pensandoci bene, visti gli ultimi frenetici avvenimenti, era passato
parecchio tempo dall'ultima volta che i due avevano dialogato tra di
loro così rilassati.
Altra nostalgia si fece strada dentro Shion.
"Sai, quando te ne andasti via quattro anni fa, ci pensavo parecchio."
Abbozzò un debole sorriso, socchiudendo appena gli occhi
alla ricerca di un ricordo ormai lontano.
Nezumi afferrò un pezzetto di pane lasciato in vista sulla
credenza per portarselo alla bocca.
"A cosa?"
Shion rimase a guardare con quanta eleganza lo mangiava senza risultare
rumoroso o altro.
"A cose come queste..." Rispose in un sussurro.
Solo quando Nezumi lo guardò dubbioso si decise a continuare.
"Pensavo a cose tipo: dove si trova? Come sta? Si starà
prendendo cura della sua ferita? Starà mangiando come si
deve?" Shion fece una pausa esitante. "Anche allora, io non
facevo altro che pensare a te."
Nezumi incrociò le braccia al petto per poi guardarlo di
sbieco e con un sorriso sarcastico sulle labbra.
"Quante volte vuoi farmi ripetere di non essere così diretto
con le persone? Cielo, davvero non ti rendi conto dell'imbarazzo che
crei."
Shion non gli diede ascolto, anzi si girò di spalle
tornando a dedicarsi a ciò che aveva lasciato in sospeso:
l'acqua per la zuppa era ormai pronta a bollire, difatti dal
fondo della pentola stavano già salendo le prime bollicine.
"Continuerò sempre a farmele". Dichiarò. "Dove
sei, cosa fai, cosa stai mangiando... sono tutte domande che non
potrò mai evitare di pormi."
La voce di Shion era cambiata: non sembrava incrinata al pianto, non
ancora per lo meno. Ma Nezumi sapeva riconoscere quando qualcosa non
andava e questo era uno di quei momenti.
"Anche nei prossimi giorni... quante volte dovrò farmi
queste domande?"
Un trillo di campanello risuonò all'interno dell'abitazione,
seguito da una voce femminile.
Karan, appena ritornata, era alla porta che chiamava il figlio; nonostante
ciò questi non si decideva a muoversi dalla sua posizione.
"Vado io." Rispose secco Nezumi, scivolando fuori dalla cucina in
silenzio.
Shion si aggrappò ai bordi del forno, sporgendosi di poco in
avanti. Due lacrime gli rigarono il volto, arrivando fino al mento per
poi scivolare via dal viso e cadere dentro l'acqua ormai pronta e
bollente.
"Perché io lo so che noi due non torneremo mai
più insieme in quella casa."
Non si preoccupò delle lacrime, sapeva di essere solo. In
cucina non vi era più traccia della presenza di Nezumi.
Ma non poteva sapere che, fuori da questa, Nezumi l'aveva lasciato solo
per non permettergli di vederlo piangere.
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