Eccomi di nuovo qui, anche se stavolta
non con una mia creazione (anche se mi piacerebbe poter vantare un
simile lavoro, :D) ma con la mia prima traduzione dall'inglese. Questa
fic è opera dell'immensa The Ersatz Diplomat, vi consiglio
di andare a dare un'occhiata al suo profilo su fanfiction.net,
è davvero una scrittrice formidabile!
E' molto lunga, per ora sono stati
scritti 25 capitoli ed è tutt'altro che conclusa, ma a mio
parere ne vale la pena, è una delle fic più belle
che abbia mai letto: scritta divinamente, completamente canon,
caratterizzata da personaggi azzeccatissimi, citazioni letterarie e
musicali e un adorabile senso dell'umorismo. Spero di averle reso
giustizia con la mia traduzione!
Buona
lettura e mi raccomando recensite, riferirò tutto
all'autrice!
Step
Into The Night
L'Auror
precedentemente conosciuta come la ragazza-dai-capelli-rosa
“Ce
l'hai fatta, finalmente, Lupin!” esclamò secco
Moody. Una schiera di visi si voltò a guardarlo mentre
varcava
la soglia della cucina, fradicio e inzaccherato di fango.
“Ehm,
scusate” sentì il volto bruciare leggermente
mentre prendeva posto accanto a Sirius Black. “Ero fuori per
una
commissione, e sono stato sorpreso dalla pioggia...
ovviamente.”
Fece scivolare un pacchetto di carta dalla tasca del cappotto e lo
passò a Sirius.
“Allora
li hai trovati?” mormorò questi. L'uomo dai
capelli corvini infilò l'involucro sotto il mantello.
“Sono
in debito con te, Lunastorta.”
E
quante volte mi sono sorbito questa solfa da quando
avevamo dodici anni, Felpato?
Si
era perso le presentazioni, emergendo dall'acquazzone con una
buona decina di minuti di ritardo, e ora cercava di aggiornarsi sugli
ultimi dettagli del piano di Moody per andare a prendere Harry dai
Dursley.
Più
che altro per soccorrerlo... Da quello che Harry
lascia trapelare, quei babbani sono terribili con lui...
C'erano
alcuni nuovi membri che non conosceva di persona, sparsi
tra ciò che rimaneva dell'Ordine originario, ma solo uno non
riconosceva affatto, una giovane seduta tra Piton e Molly Weasley. La
osservò per un po', dandone la colpa al fatto che la sua
attenzione era inconsapevolmente attratta dal look colorato nel mezzo
di mura grigie e mantelli neri. Aveva capelli di un'intensa sfumatura
di rosa, ed indossava un trench giallo fluorescente su una maglietta
verde acido con un incomprensibile slogan stampato davanti. La testa
inclinata di lato, di tanto in tanto prendeva appunti su un pezzo di
pergamena, o si protendeva verso la signora Weasley a sussurrarle
qualcosa. Le sue labbra erano increspate in un piccolo sorriso, ad
enfatizzare quanto fosse l'opposto dell'uomo seduto alla sua
sinistra, che poteva essere facilmente descritto come la persona
più
tetra sulla faccia della Terra.
Piton
dovrebbe prendere lezioni di moda da lei... illuminare un
po' il guardaroba... magari un nuovo taglio di capelli...
Studiò
i due membri giustapposti, la giovane così
colorata da sembrare un dipinto di Andy Warhol... e accanto a lei
Piton, avvolto in vesti nere, con un'espressione imbronciata e
annoiata, come se stesse celebrando il rito funebre dello
Shiv’ah
ma senza essere realmente in lutto.
Promemoria
: Non invitare Piton al tuo funerale...
La
ragazza-dai-capelli-rosa alzò lo sguardo dalla sua
celata conversazione con la signora Weasley e sorrise a Remus,
sistemando una ciocca di capelli dietro all'orecchio. Il suo ghigno a
trentadue denti era familiare, sapeva di averlo visto da qualche
parte prima d'ora, ma proprio non riusciva a ricordare. Lupin
fissò
il suo tè, rigirandolo pensoso. Non l'aveva mai incontrata
prima di quella sera, era sicuro che avrebbe ricordato qualcuno con i
capelli color zucchero filato, eppure aveva un'aria così
familiare.
Lo
sbuffo di una risata alla sua destra lo scosse dalle sue
considerazioni. Sirius Black aveva il volto tra le mani e scuoteva il
capo.
“Perché
stai sghignazzando?” sibilò al
ridacchiante ex prigioniero.
Sirius
indicò vago la sala. La ragazza-dai-capelli-rosa
ridacchiò nuovamente, ma questa volta non aveva
più
capelli rosa: le arrivavano alle spalle, neri e artisticamente
spettinati. Mostrava lo stesso sorriso consapevole e birbante che lui
aveva cercato di collocare per tutta la sera.
Aspetta
un momento... Cosa...?
E
improvvisamente seppe di chi si trattava.
“Tua...
cugina.” Azzardò, rammentando una conversazione
sulla famiglia di Sirius qualche settimana prima.
“Pffft!
Sì, è lei.” bofonchiò lui,
sorridendole di rimando.
“Tua
cugina?”
Perché
una cugina di Sirius dovrebbe essere nell'Ordine?
Non sono tutte... in prigione? O sposate con Lucius Malfoy?
“Già.
Non vedevo Tonksy da quando sua madre mi ha
affatturato per averla portata a fare un giro in moto... Merlino, era
anni fa!”
“Non
mi avevi detto che tua cugina era
nell'Ordine.”
“Lei
voleva provare! Indossavamo quegli stupidi caschi e tutto
il resto, era perfettamente sicuro. L'ho detto a 'Dromeda, ma lei non
voleva sentir ragione...” Scosse la massa di capelli neri in
costernazione.
“No,
Sirius. Non mi avevi detto che tua cugina è
nell'Ordine.”
Sirius
abbandonò la nostalgica elaborazione di una scusa.
“Mmmm,
no, non l'ho fatto. E non ti ho detto che mia cugina
Tonks è un auror... precisamente un auror in
gonnella.”
Sirius dimenò le sopracciglia in modo allusivo al di sopra
della sua burrobirra. “ Ma ti ho detto che è una
metamorfomagus. Davvero, Lunastorta, dovresti prestare più
attenzione.”
Davvero,
Felpato, dovresti essere meno ubriaco quando tenti di
dirmi qualcosa.
Entrambi
rimasero in silenzio per un momento, studiando l'auror
Tonks, precedentemente conosciuta come la ragazza-dai-capelli-rosa,
mentre continuava a fare smorfie a Sirius con il suo stesso aspetto,
barba incolta a parte.
“Mi
dispiace dirlo, Felpato, ma ha un aspetto migliore del tuo
anche con la tua faccia.”
Sirius
quasi si strozzò con la sua burrobirra e batté
i denti contro la bottiglia. “Owww, dannazione!”
“C'E'
QUALCOSA CHE VORRESTI AGGIUNGERE ALLA DISCUSSIONE, BLACK?”
tuonò Moody.
“N-no”
tossì lui tra risate strozzate.
*****
L'atmosfera
nella stanza si fece esponenzialmente più
allegra al termine del discorso di Moody, e in qualche modo Remus si
ritrovò a farsi largo attraverso il salotto in direzione
dell'auror Tonks, un piatto di biscotti e due tazze di cioccolata
calda tra le mani. La trovò presto, seduta sul bracciolo del
divano del salotto, intenta ad osservare quel gesticolante putiferio
che era suo cugino mentre mimava scene da un aneddoto che
coinvolgeva, così pareva, la piovra gigante, nel tentativo
di
far ridere Minerva McGranitt. Stava fallendo miseramente, come al
solito.
Remus
si sedette all'altro lato del divano, posando il piatto di
biscotti sul tavolo con un thud. Lei si voltò verso di lui
dolcemente. Lui la indicò con una tazza di cioccolata.
“Ti
andrebbe-”
“-Oh,
sicuro!” sprofondò nel divano accanto a lui,
prendendo la cioccolata. “Grazie.”
Sistemò il trench sui
jeans stracciati. Il suo sguardo incrociò quello di Remus, e
lui trovò difficile abbassare il proprio alla tazza.
Lunastorta,
sei un imbecille. Sei un membro del dannatissimo
Ordine della Fenice... un professore di Difesa Contro le Arti
Oscure... un Malandrino, senza menzionare un Grifondoro... un
maledetto lupo mannaro, per giunta... Non riesci neppure a parlare
con una ragazza. Imbecille.
Ignorando
la voce persistente all'interno della sua testa, la
fissò sfoggiando la sua più amichevole
espressione.
“Tu
sei-” iniziò, ma lei lo interruppe.
“-la
metamorfomagus. Sì, e...?” concluse, bevendo un
sorso dalla sua tazza. La sua voce era quasi un sussurro, ma
tagliente come un rasoio. Si sistemò sul divano, a gambe
incrociate.
Sì,
questo è davvero un membro dell'anticamente
irritante e nobilmente malvagia Casata dei Black...
Sorrise suo malgrado.
“Stavo
per dire 'la cugina di Sirius', ma qualunque nom de
guerre tu preferisca va bene” replicò,
scoccandole
un'occhiata di falso monito. Gli occhi di lei si spalancarono per
l'imbarazzo.
“Mi
dispiace!” sospirò “Sono stata scortese,
non
intendevo-” Il suo sguardo si abbassò fino agli
stivali da
combattimento “Non era necessario-”
“Ma
considerevolmente divertente, ciononostante.”
Scrollò
le spalle, e lei rise, alzando lo sguardo per chiedere
“Tu
non sei-” iniziò lei.
“Il
lupo mannaro” udì le fatidiche parole prima di
realizzare di averle, in effetti, pronunciate.
Oh,
merda.
Non
era che la gente non sapesse del suo... problema.
In
tutta la sua vita l'aveva solo rivelato di persona soltanto ai suoi
quattro più cari amici, e adesso due di loro erano morti,
uno
sulla lista delle persone che avrebbe sinceramente voluto vedere
morte, e l'ultimo si stava ancora dimenando follemente accanto al
caminetto. Sentì il volto bruciargli per l'imbarazzo; aveva
accidentalmente confidato il suo più oscuro segreto ad una
qualunque sconosciuta.
Le
sopracciglia di lei balzarono in alto. “Stavo per dire 'non
sei offeso' ?” Gli si avvicinò, occhi scuri
scintillanti
alla luce della lampada. “Ma, sei davvero...?” la
sua voce era
quasi un sussurro.
Si
è per caso avvicinata a me? Questo
è
uno sviluppo inaspettato...
Sentendosi
la nuca in fiamme, si mosse nervosamente sul divano. Lo
sguardo indagatore della giovane non lasciò il suo viso per
un
istante.
“Eh,
no” sospirò. “Non sono offeso. E
sì per
quanto riguarda l'altra parte...”
“Beh,
non l'avrei mai immaginato” si sedette nuovamente contro
i cuscini del sofà, sorseggiando la sua cioccolata con
quegli
strani occhi scuri ancora puntati su di lui. Sorrise, le labbra sulla
tazza, ma si trattava di un sorriso gentile, non sprezzante, come lui
si era aspettato. Remus avvertì una strana sensazione alla
bocca dello stomaco.
“Non
sei un auror?” rispose, la voce carica di non
intenzionale derisione. “Dovresti essere in grado di
riconoscere un
lupo mannaro quando ne incontri uno.”
Sto
solo tentando di recuperare ciò che resta della mia
dignità, pensò Remus, cercando di
giustificare il
suo tono, anche se se ne pentì all'istante.
Gli
occhi di lei si strinsero in... rabbia? Sperò di no.
Dannazione...
“Occhi
azzurri e fossette non compaiono sulla lista di criteri
che definiscono gli archetipici tratti di un lupo mannaro.”
Il
commento le uscì di bocca in modo buffo... Ma lei
arrossì
quando udì le proprie parole. Qualche istante di silenzio
carico d'ansia passò tra i due come elettricità.
Il
collo di Remus era così cotto che lui dovette trattenersi
dallo strattonare il colletto della camicia.
Ha
forse appena detto quello?
Scoppiò
in una risata mortificata.
E
ora mi affatturerà...
“Per
il bene della conversazione dovremmo far finta che io non
abbia detto quello... ad alta voce” affermò lei,
scrollando
il capo “E assumere come dato di fatto che sono un’
idiota
inconcludente.”
Beh,
almeno non mi ha affatturato...
“Ritratteresti
un così bel complimento?” Si sforzò
di riprendersi dall'attacco di risolini che l'aveva sopraffatto.
“Erano secoli che non avevo una decente carica al mio ego
martoriato” le sorrise “soprattutto dopo la
scoperta che, ehm,
occhi azzurri e fossette, giusto?” Lei arrossì
furiosamente
“sono accompagnati da una personalità piuttosto
noiosa e,
occasionalmente, da pelliccia.” Scrollò le spalle
e la
fissò, un sopracciglio inarcato. Lei lo fissò di
rimando con quegli strani occhi scuri.
“-E
quanto ad essere un’ idiota inconcludente... Beh, suppongo
di doverti un'occasione per smentire quella
teoria.”
A
volte devi lottare col fuoco...
La
risata mista di Sirius e Arthur Weasley filtrò
attraverso il loro silenzio quando Sirius si lanciò in
un'altra barzelletta.
Lei
gli rivolse un ampio sorriso e tese una mano ornata da pesanti
anelli d'argento.
“Sono
Tonks, a proposito” affermò, come se la
precedente conversazione non avesse mai avuto luogo.
Strinse
la sua mano, incapace di sopprimere una risata. “Remus
Lupin... lieto di fornire le conversazioni tra completi sconosciuti
dei faux pas sociali necessari per provocare la
giusta dose di
silenzi imbarazzanti.”
“Oh...?”
Rise lei in ammirazione. Lieta di conoscerti
formalmente, Remus... E' latino?”
Sta
parlando con me? Suona fin troppo bene per essere il mio
nome...
“Lo
è?” si riscosse dal momento di distrazione
“Quello
che volevo dire è - non sei assolutamente disgustata al
pensiero di bere cioccolata calda in compagnia di un lupo
mannaro?”
Merlino,
spero non sia disgustata...
Una
pausa carica di aspettativa saturò l'atmosfera mentre
lei afferrò un biscotto dalla pila nel piatto.
“Tutti
gli uomini sono cani, a volte, signor Lupin”
canzonò,
il tono scherzoso nuovamente nella sua voce, ad unirsi alla scintilla
nei suoi occhi. “Almeno tu sei onesto ad
ammetterlo” Rise
chiassosamente ed addentò il biscotto con foga, e
all'improvviso Remus avvertì un irragionevole tepore, come
se
avesse trangugiato un'intera tazza di cioccolata in un unico sorso.
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