Una notte di malinconia

di Bluefall
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Strinse la maglia tra le sue mani. Con un movimento lento la portò al volto, chiuse gli occhi ed inspirò profondamente. Il profumo, così delicato e famigliare, iniziò ad avvolgerlo, tanto che, per qualche minuto, non esistette più nulla. Solo un forte sovraffollamento di ricordi che disegnavano sul suo volto, cupo e scuro, smorfie di dolore e malinconia, alternate a dei piccoli sorrisi accennati, non appena la mente iniziava a riprodurre immagini di ricordi piacevoli e briosi.
Trascorse così parecchi minuti. Immobile, al centro della camera, illuminata solamente da una vivida luce proveniente da una lampada, posta sul comodino. 

Scosso dal rumore dei rintocchi dell'orologio, Castle sobbalzò.
Fece roteare la testa: posò lo sguardo, dapprima sulla veste grigia, ancora stretta con possente forza nella sua mano, poi, in modo circolare, circostanziò l'intera stanza, così vuota, così silenziosa. Con un gesto spento si sfilò le scarpe, le oltrepassò con un unico passo, e si fece cadere nel letto. 
Non c'era minuto in cui non pensasse a lei. A cosa stesse facendo, a come stesse, a dove fosse. Si sentiva terribilmente in colpa per qualcosa che, al momento, non sapeva riconoscere. Avrebbe voluto stringerla a sé, dirgli che lui era lì, per lei. Avrebbero superato assieme questo scoglio che, ormai da settimane, li teneva separati. D'altronde, ne avevano passate molte, insieme, nel corso degli anni. Avevano imparato a conoscersi, a comunicare, a fidarsi. Cos'era successo adesso, proprio ora? 
Chiuse nuovamente gli occhi, e si fece trasportare dal nuovo carico di ricordi, che risuonavano ripetutamente nella sua mente. 

La notte inquieta lasciò spazio ai primi raggi di un timido solo novembrino.
La stanza da letto iniziò ad illuminarsi. Castle, ancora visibilmente assonato, si girò di lato, allungò le braccia, e spinse la testa verso il centro del letto, in maniera da assumere una posizione più comoda. Fece un respiro profondo. Fu in questo momento che le sue narici furono invase dalla fragranza della maglia di Kate, custodita gelosamente, per tutto il corso della notte, nella parte sinistra del letto. Il volto di Castle assunse immediatamente un tono di rilassatezza, accompagnato da un impavido sorriso. Quasi contemporaneamente, il suo braccio scivolò nella parte opposta del materasso, facendosi spazio tra le coperte, in un'impaziente ricerca di un caldo ostacolo. 
Il letto era vuoto. Nulla era cambiato rispetto alla notte precedente. 
Castle, demoralizzato, ed ora, pienamente cosciente della situazione, si alzò, prese la maglia, la porse sul suo volto, e dopo avere assaporato, per un'ultima volta, tutto ciò che gli rimaneva di sua moglie, la ripiegò con cura, e la porse nel cassetto. 
Doveva iniziare a fare qualcosa. Qualcosa che lo aiutasse a comprendere le scelte di Kate. 




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