Resti.

di Letterenascoste
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Ti fa paura.
Il vuoto che senti è pieno di loro.
C’è tutto un caos dietro ai ‘va bene’, ‘non fa niente’, ‘non era destino’. E’ quel caos che non ti porta vita, né disordine, solo apatia. Ogni tanto il rosso della rabbia sembra accecare i tuoi occhi: tutto si colora di rosso anche la tua anima. Non è quel rosso caldo tipico delle rose, non è quel rosso ammaliante del fuoco; è un rosso pulsante di sangue e d’angoscia. Il sangue che ti scorre nelle vene e che vorresti maledire, quel sangue amaro a cui ormai sei abituato. Il sangue scuro che mastichi a ogni ‘va bene’, ‘fa niente’, ‘non importa’.

Riapri gli occhi.
Sei felice, sei vivo.
Ma non solo perché respiri e stai bene: sei vivo perché ti piace esserlo. Non hai più il veleno bollente e quel rosso si è trasformato in un tiepido e affascinante azzurro. Non è più quell’azzurro dell’oceano in cui volevi affogare, è l’azzurro del cielo da cui ti senti chiamare.
Non hai la presunzione di volare, ma prenderesti volentieri il primo aereo, questa volta non per scappare ma solo per dire «che bello tornare».
Sei vivo: puoi urlare, saltare, ballare, baciare.
Sei vivo e ti basta. E ti basti.

Rannicchiato in un angolo socchiudi i pensieri.
«Basta»
Sussurri parole d’amore a un atroce destino che sfugge e ritorna, che gioca e poi insegna.
Lamenti parole d’amore come un bambino che piange perché sa leggere ma non riesce a scrivere.
Vomiti parole d’amore al Dio che ti ascolta ma che si prende il suo tempo per pensare.
Non ti resta che restare: lì, fermo e bianco come il foglio della vita che ti aspetta. Resti lì perché nessuno ti ha insegnato a camminare. Resti, perché nessuno è mai riuscito a restare.

Vorresti scappare, ma resti.
Vorresti viaggiare, ma resti.
Resti.




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