Ringrazio anche solo chi legge.
Remake di Io canto.
Ispirata alla canzone Io canto di
Laura Pausini. https://www.youtube.com/watch?v=VR4wG2_2XiI
0k, questa volta il chibi dell'immagine è mio. Mi farebbero
piaceri anche in quel senso.
Infanzia
Chichi passò la spazzola
sui capelli mori della figlia,
sciogliendole le ciocche larghe quattro dita, facendole ricadere i
capelli in
un caschetto.
“Voglio cantare, sempre
cantare” canticchiò la bambina. Si
alzò dalla sedia e si mise a correre, fino alla finestra. La
madre sospirò
raggiungendola.
“Se non stai ferma non ti
posso sistemare” la rimproverò. La
bambina si alzò sulle punte e sgranò gli occhi.
Osservò un’aquila volare sopra
una delle montagne.
“Mamma, cadrà la
neve quest’anno?” domandò. La madre le
chiuse i bottoni in legno del kimono.
“Può
essere” rispose Chichi. Finì di pettinare la
piccola
che allungò le mani fuori dalla finestra, sentendo
l’aria gelida sfiorarle le
dita.
“Verrà di nuovo
il nonnino di papà? Quello con il cerchietto
dorato sulla testa? Mi piacerebbe venisse quando nevica”
sussurrò. Abbassò le
mani e si voltò verso la madre.
“E’ poco
probabile. Tuo padre non può sempre ignorare le
regole dell’aldilà. Vedrai che verrà
Nonno Yuma, però” ribatté la madre.
“Neve, neve, scende la
neve” canticchiò la piccola. Chichi
le mise una ciocca mora dietro l’orecchio e
sospirò.
“Aspettami qui.
Preparò il caffè per Gohan e poi vediamo
come sono andati i tuoi compiti” disse. La bambina rimise i
talloni a terra ed
annuì.
“Va bene” disse.
Guardò la madre dirigersi verso la porta
della camera, si girò verso la propria scrivania e le corse
incontro. Aprì il
primo cassetto e ne tirò fuori un quaderno,
c’erano disegnati una serie di
gattini. Lo appoggiò sul tavolo, accanto a una pila di
libri. Girò su se
stessa, si strinse la cintura alla vita e si mise a correre nella
stanza. Correva
avanti ed indietro, passando accanto all’armadio, tenendo le
braccia aperte.
Sentì i passi della madre avvicinarsi e si sedette nelle sua
sedia, facendola
ondeggiare. La donna entrò, le raddrizzò la sedia
e si sporse, guardando il
quaderno. Lo aprì e sgranò gli occhi,
impallidendo.
“E’ tutto
scarabocchiato. Una buona calligrafia è la prima
…”.
Iniziò a rimproverarla la madre. May si nascose sotto la
scrivania, gattonò
fino alla finestra e saltò fuori. Continuò a
gattonare, sporcandosi di fango i
vestiti all’altezza delle ginocchia, si alzò in
piedi e si mise a correre.
Sentì l’aura di suo padre e sgranò gli
occhi dalle iridi nere. L’eroe della
Terra atterrò davanti alla casa, tra due alberi, vedeva il
fumo del camino
alzarsi da sopra la propria dimora.
“Papà!
Papà!” chiamò la bambina, correndogli
incontro. Goku
sorrise, si piegò in avanti e prese la piccola in braccio.
Se la mise sulla
testa e lei batté le mani, ridacchiando.
“Voliamo al
mare?” chiese. Il genitore le strinse le gambe e
alzò lo sguardo, osservando il cielo coperto dalle fronde
degli alberi.
“Magari dopo mangiato.
Andiamo a trovare il Genio” propose.
“Promesso?”
chiese May. Il padre avanzò e la piccola spostò
il capo evitando i rami degli alberi.
“Promesso. Magari troviamo
anche gli altri” le rispose.
“May! I compiti!”
si sentì Chichi sbraitare dall’abitazione.
Padre e figlia ridacchiarono.
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