Dohko non sa bene se
Shion stia facendo finta o meno di non capire l’atmosfera,
comportandosi in quella maniera. Forse la sua testa dura di ariete
è di difficile comprendonio. Forse non capisce per davvero.
Dohko non lo sa. Insomma, gli pareva chiaro il motivo del suo invito. A
casa sua. Al tramonto. E non appena arrivata, la pecora si mette a
parlare di armature. Come se a lui, tigre cinese, fossero mai
interessate le armature.
Gli viene voglia di
chiederglielo, se stia facendo apposta oppure è un suo
metodo per scaricare la tensione.
Shion è
partito in quarta da quando ha messo piede sull’ultimo
gradino che porta alla Casa della Bilancia, pieno di entusiasmo su un
qualcosa che… ha smesso di ascoltare da diverso tempo. Forse
lo fa davvero apposta, e sta cercando di fargli perdere la pazienza.
Dopo mesi passati tra
sorrisi, spallate complici, e l’idea che lui rischiava di
compiere qualcosa di proibito, Dohko si era deciso. Lui avrebbe fatto
un passo più lungo della gamba e sarebbe andata come doveva
– nel caso, il suicidio era un’opzione piacevole
–. Però la pecora pareva non voler collaborare
nemmeno un poco.
Il sole,
all’orizzonte, sta tramontando. La luce cremisi colora la
montagna, le dodici case, la statua di Atena. Il mondo pare essere
diventato un luogo irreale, in quel breve istante. E lui e Shion sono
seduti sui gradini della settima casa, in quell’atmosfera
così fluttuante e misteriosa, a parlare. Certo, parlare a
senso unico.
Il cavaliere della
Bilancia non sente niente di quello che esce dalla bocca
dell’Ariete. E’ solo l’attimo dopo che
comprende che non sente niente perché la propria bocca ha
coperto la sua e Shion è rimasto senza parole.
Dohko non sa quanto
abbia desiderato quel momento, la sensazione delle labbra di Shion
sulle proprie, le gote che percepiva andare a fuoco. Oltre a loro due,
non esisteva nient’altro. Esisteva solo Shion, il violento
battere del proprio cuore, l’odore della sua pelle, il lieve
tremare delle proprie mani.
Il tempo pare non
passare mai, e nessuno dei due pare accennare dal ritrarsi da quel
leggero contatto. Alla fine, è Dohko che apre gli occhi e si
allontana per primo, imbarazzato ma pronto a seguire le conseguenze dei
suoi gesti.
Shion gli pare fatto di
un vivace marmo rosato. Apre gli occhi quasi a fatica, e il suo vivace
colorito va accendendosi, tanto simile al tramonto da poco terminato.
Non apre bocca, sembra di pietra, e Dohko inizia a temere seriamente
per la propria vita.
Quello sì
che era un guaio.
Eee, felice
anniversario a me.
Diciamo che
è tradizione festeggiare in un fandom nuovo, e Saint Seiya
è la vittima annuale. *fuga di massa*
Scherzavo, scherzavo.
Sono ormai
passati cinque anni, gente. #commoss Sto iniziando a sentirmi taanto
vecchia.
Sulla storia,
c'è ben poco da dire. Solo una precisazione, è
nel LC!verse.
Per il resto,
quei due parlano per loro.
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