Notice me Senpai- capitolo 1
1
CAPITOLO
Ore 7.09, mercoledì 16 novembre
E' il mio terzo giorno di scuola.
Noto con grande piacere che le mattinate stanno diventando sempre
più fredde e scure e la nebbia sempre più fitta.
Notare attentamente
il tono di sarcasmo.
Da poco ho iniziato il mio primo anno di liceo, un liceo linguistico
per l'esattezza.
Ogni giorno sono costretta a svegliarmi alle 6.30 del mattino
e
ad incamminarmi verso la fermata dell'autobus entro le 7.10.
La mia vita in una parola è noiosa. Non ha niente di
particolare, niente che mi faccia provare emozioni entusiasmanti ed
elettrizzanti.
*piccolo starnuto* Come se non bastasse fa un freddo boia.
"Autoabbracciarsi" non serve a niente.
Ho addosso un felpone, adoro i felponi da morire, senza di
essi la mia vita sarebbe già finita da un pezzo , poi una
giacca, una
sciarpa gigante color verdognolo, un cappello di lana e persino dei
guanti!
Come cazzo faccio ad avere ancora tanto freddo?!
Piango. Voglio una stufa, voglio stare a casa mia, voglio il
mio PC, voglio poltrire e guardare anime tutto il giorno, voglio...
All'improvviso una maestosa, strabiliante, stupenda, magnifica,
favolosa, stupefacente, meravigliosa presenza passa davanti ai miei
occhi.
Mai vista una simile meraviglia. Mai visto qualcuno di più
stupendo.
Voglio lui, ecco cosa voglio.
Le mie guance diventano visibilmente rosee. Allora mi copro
completamente con la sciarpa, nascondendo leggermente anche i miei
occhiali dalla montatura spessa e nera.
Cerco di calmarmi, ma appena lui passa di nuovo davanti a me, sento di
nuovo il cuore in gola.
Rimango bloccata per un attimo, quando sento la voce strillante
dell'autista urlarmi contro.
- ALLORA SIGNORINA! SI DECIDE SI O NO A SALIRE?!-
- Eh? Ah si! Salgo subito, mi scusi tanto!- Esclamo io completamente
agitata e nervosa.
Poco dopo sento delle piccole risatine provenire dall'autobus.
Solo io faccio queste figure di merda.
Salgo sull'autobus ed inizio a cercare un posto dove sedermi, mentre
l'autista continua a lamentarsi sottovoce dei ragazzi come
me. Mi sa
tanto che non faccio una bella impressione sulla gente...
Decido di non pensarci più e di continuare la mia ricerca.
Per mia fortuna riesco a trovare un posto libero e non sono costretta a
rimanere in piedi.
Mi accomodo su quella soffice e morbida poltroncina e dinanzi a
me ritrovo il ragazzo di poco fa.
Calma, devo stare calma. Andiamo cuoricino mio, non impazzire. E anche
voi guance, non diventate rosse, sapete molto bene che il colore rosso
si nota subito su di me.
Sapete benissimo che ho la pelle bianca come quella di un cadavere, per
cui non giocatemi brutti scherzi perfavore.
Ovviamente il mio corpo non mi ascolta e si comporta sempre come vuole.
La vita è sempre così ingiusta con me.
Cerco di nascondere il mio volto il più possibile, quando
noto
che il ragazzo per cui sto passando tutto questo non mi sta nemmeno
guardando. *sad story*
Lui è così bello, meraviglioso e figo. Niente e
nessuno può essere comparato a lui.
Ha i capelli color castano, che solo guardandoli si capisce che sono
morbidi e setosi.
I suoi occhi sono di colore grigio, caratteristica non molto comune
nell'umanità, proprio come lui dopotutto.
Ha le labbra non troppo spesse, ma nemmeno troppo sottili, a dir poco
perfette.
E il suo naso? Il suo naso è un bene di Dio. Non ci sono
parole tanto perfette per descrivere il suo naso.
Per non parlare del suo stile. Indossa una meravigliosa e setosa giacca
grigia col cappuccio, accompagnata da una t-shirt bianca, un paio di
jeans e un paio di scarpe bianche e sportive.
Infine i suoi occhiali dalla montatura nera e sottile, che gli donano
un'aria così fiera ed intelligente.
All'improvviso i miei occhi si catapultano su un piccolo, ma
importantissimo particolare, la sua collana. Quella però,
non
è una semplice e banalissima collana, al contrario,
è una
meravigliosa collana di Attack on Titan.
OMG OMG OMG. Questo significa che gli piacciono gli anime. Questo
significa che è il ragazzo perfetto che finora era esistito
solo
nei miei sogni. Questo significa che io, Tamara Anderson, ho finalmente
trovato il mio futuro e amato marito.
Aria, ho bisogno di aria, mi manca il respiro, sento che sto per
scoppiare. Sento che...
L'autobus si ferma di colpo, facendomi finire sulle gambe del mio
amato. Non so se ritenerla una fortuna o un completo disastro.
Rimane il fatto che sono rossa come un peperoncino, sono iper nervosa e
non la smetto di sudare. Per non parlare dei miei capelli che sono un
perfetto disastro.
Già sono ricci e fastidiosi di per se', se poi
vengono anche scompigliati, sono il peggio del peggio.
- Stai bene?- Mi chiede lui.
OH MIO DIO! CHE RISPONDO?! CHE DICO?! PARLO?! NON PARLO?! CHE
FACCIO?!
- Ehmm...io...ehmmm...io...io...- Continuo a farfugliare, mentre lui mi
guarda in modo strano. Che qualcuno mi aiuti ad uscire da questa
trappola prefavore!
Noto che l'autobus è arrivato alla mia fermata. Allora
afferro
il mio zaino, nascondo il mio volto e fuggo senza dire niente per non
rischiare di rispondere in modo sbagliato.
Spero tanto che non mi consideri una persona stramba.
Scendo dall'autobus e mi fermo un attimo per riprendere aria.
Che fatica. Non voglio più affrontare una simile situazione.
E' troppo per me.
Mi appoggio un attimo sul muro di un palazzo, e noto che anche il mio
amato è sceso dall'autobus.
Ora sta parlando con altri ragazzi. Ragazzi che mi sembra di aver
già visto da qualche parte...
Ma siiiii, sono quelli di terza!
Aspetta un attimo... Significa che molto probabilmente anche il mio
amato è del terzo anno.
Cerco di ascoltare i loro discorsi per capire se la mia ipotesi
è vera o no.
- Oggi abbiamo tedesco alla prima ora. Che palle.- Dice uno.
- Dai, non dire così, non è poi così
male.- Dice il mio amato.
- Per te è facile parlare Nathan. Tu hai passato parte della
tua vita in Germania.- Controbatte il ragazzo di prima.
- Vedrai che la lezione non sarà così noiosa. Non
con un
compagno di banco come me.- Aggiunge il mio futuro marito.
Ok, è sicuro che appartenga a quelli del terzo anno. Inoltre
ho anche scoperto il suo nome.
Aspetta... Appartiene al terzo anno... Io invece al primo...
Praticamente è un mio Senpai. No, mi correggo, d'ora in poi
è il MIO Senpai.
Un Senpai tutto per me, che felicità. Non potevo ricevere
niente di meglio dalla vita.
Sapete quando prima ho descritto la mia vita con la parola "noiosa"?
Beh, mi sbagliavo.
La mia vita descritta in una sola parola è
"SENPAI".
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SPERO CHE QUESTA STORIA VI PIACCIA E CHE POSSA STRAPPARVI UN PICCOLO
SORRISO.
IO MI SONO DIVERTITA UN SACCO E LO STESSO SPERO PER I MIEI LETTORI.
AL PROSSIMO CAPITOLO CON ALTRE AVVENTURE RIGUARDANTI TAMARA E SENPAI
<3
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