Perché sono io

di Fujikofran
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 photo image_1.jpeg Mi sono domandato molte volte chi possa essere io, ma, trovando i miei pensieri ostacolati dalla mia stessa essenza, sono arrivato a tirar fuori conclusioni che assomigliano di più a teorie che a conclusioni vere e proprie. Ma si può accostare una persona a una teoria? Può darsi, ma ne trarrei significati a me ignoti. E allora svolgo su di me la vivisezione delle mie riflessioni. Le seziono vive,perché esse lo sono, nonostante siano confinate nella mia mente.

Non è la prima volta che mi rendo conto di essere me stesso, quasi sempre sono il dottor Lecter, il professor Lecter, Hannibal Lecter o, semplicemente Hannibal The Cannibal. Io sono tutti questi, ma, allo stesso tempo, non sono altro che un io qualsiasi, nato, cresciuto e, se mi è concesso pensarlo, anche in procinto di invecchiare inesorabilmente. Prendo coscienza di me.

Subissato di adulazioni, come se l'idolatria non fosse altro che qualcosa di strettamente accessorio, col tempo la mia vita ha preso una piega diversa, inaspettata. Il mio cannibalismo mi ha automaticamente portato a farmi classificare come un folle criminale e avete ragione tutti:io lo sono, perché ho ucciso e mi sono cibato delle mie vittime, spesso indigeste,forse perché ho sempre peccato nell'aver associato in maniera rovinosa la infima persona che ho ucciso con la sua carne. 

Non ho mai ucciso per il mio piacere né per mere vendette, ma uccidere non trova sempre spiegazioni. Nemmeno io trovo i perché di tante e troppe cose. Innanzi tutto mi viene spontaneo pensare di accostare dei brutali serial killer, più vittime delle loro vittime, agli stolti che credono di vivere una vita perfetta. Che cosa si intende per vita perfetta? Probabilmente una vita regolare, con un lavoro, una famiglia, degli amici e l'inettitudine della routine. Queste persone sono come dei serial killer, ma uccidono se stessi con la loro ignoranza, la mancanza delle vere maniere e l'ipocrisia che regna sovrana. E il buon gusto...oh, il buon gusto...la sua assenza è come un dardo che mi trafigge, mentre il loro becero atteggiamento trafigge loro come il rude trapano di un operaio. 

Ma poi vengono da me in tanti, per chiedermi consigli, aiuti, consulenze e pagano i miei sforzi con una cena migliore. No...piuttosto mi diano dei pennelli nuovi e dei fogli, per dare colore alla mia anima, mi portino un libro di poesie, -possibilmente senza rima-mi porgano il vero cibo della mia vita, che è il sapere, quello che fa sì che tutti i nomi con cui mi chiamate vengano annullati di colpo. Tutti voi siete più angoscianti di un quadro di Goya, ma non sono io ad essere tormentato, la paura ricade su di voi, che mi fate pena e nient'altro. Assaggerò ancora la vostra carne, ma mi prenderò il lusso di poterla sputare, mentre siete distratti e non mi osservate. Sappiate che vi disprezzo, anche quando non ve ne accorgete, perché non serve per forza urlare, se si vuole dimostrare qualcosa.
(C) 2015 by Fujikofran




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