A
mia madre.
Il
profumo delle fresie
Autunno
“Come
credi che stiano?”
Bulma
solleva gli occhi dai suoi fogli, posandoli su Trunks.
Per
un attimo, le sembra ringiovanito di dieci anni. Le sembra ancora il
suo bambino, quando saltellava in giro per il suo laboratorio
osservando attentamente le sue invenzioni, facendole domande su
domande e rivolgendole un enorme sorriso ad ogni risposta.
Trunks
è seduto a mezz'aria, lo sguardo perso e distratto puntato
verso una
teca che contiene il DNA di chissà quale strano essere. Per
quanto
quella immagine gli conferisca un aspetto fanciullesco, Bulma vede
ancora l'amarezza dietro ai suoi profondi occhi azzurri.
In
un attimo, il piccolo Trunks è scomparso dai suoi ricordi;
davanti a
lei, c'è di nuovo il suo ragazzo cresciuto, di quasi
diciannove
anni, impegnato a torturarsi con i suoi stessi pensieri.
“Chi?”
chiede, anche se già conosce la risposta. Si pone spesso
anche lei
la stessa domanda, a dire il vero.
Trunks
ne è consapevole, e le sorride. Un sorriso accennato, amaro.
“Lo
sai, mamma.”
Bulma
sospira, si scioglie la coda in cui aveva raccolto i capelli per poi
sistemarli nuovamente.
“Stanno
bene di sicuro, dolcezza” risponde, con un sorriso
rassicurante.
“Li hai salvati.”
Trunks
rimane in silenzio a guardarla, per così tanto tempo che
Bulma
riprende a studiare i suoi progetti. Modificando l'output dei
comandi potrei...
Trunks
la distoglie nuovamente dai suoi pensieri. “Mamma”
la chiama.
Bulma
solleva nuovamente il viso, paziente. “Dimmi.”
Trunks
allontana lo sguardo, lo spazia osservando tutto il laboratorio.
“Raccontami ancora di papà.”
Bulma
è un po' stanca della sua ossessione; ha finito i racconti
da un bel
pezzo. “Trunks, non c'è davvero molto da dire, sai
già tutto”
ride lievemente. “E poi l'hai incontrato di persona,
no?”
Trunks
sta ancora fluttuando, abbassa il viso e la frangia gli copre gli
occhi. “Mamma...” insiste.
Bulma
conserva i suoi fogli, già consapevole di star perdendo un
intero
pomeriggio di lavoro.
“È
che non capisco” mormora Trunks, suonando confuso,
“davvero tu lo
amavi e lui ti amava?”
Bulma
sorride tristemente.
“'Amare'
è una parola forte, Trunks.”
*
Goten
deve scuotere insistentemente Trunks almeno un paio di volte, prima
che l'amico torni a puntare lo sguardo su di lui.
“Trunks!”
esclama, scuotendolo ancora per una spalla. “Mi senti,
Trunks?
Truuunks!”
Trunks lo spinge all'indietro, facendolo ridere, ma
lui non è affatto divertito. “Non mi
seccare!” bercia,
infastidito.
Goten
si rimette seduto, continuando a ridere. “A che stavi
pensando,
musone?” gli chiede, premendo l'indice nel solco fra le sue
sopracciglia. Trunks tenta invano di scostarsi, facendo crescere le
risate del bambino.
“È
che non capisco!” esclama infine, fermando le braccia di
Goten.
“Tu...” aggiunge, sottovoce, “tu credi
davvero che la mia mamma
e il mio papà si amino?”
Goten
rimane spiazzato dalla domanda; la sua aria giocosa sparisce in un
attimo. Si mette una mano nei capelli, grattandosi la nuca
pensierosamente.
“Non
lo so” risponde, dopo una lunga elucubrazione mentale. Trunks
si
sbatte una mano in fronte.
“Goten!”
lo rimprovera. “Tutto questo tempo solo per dirmi
questo!”
Goten
si imbroncia. “Trunks, cosa posso saperne io?”
ribatte, gonfiando
le guance. “Dovresti scoprirlo!”
Trunks
si fa attento, perdendo la sua aria di sufficienza.
“Scoprirlo?”
ripete, serio.
Goten
annuisce. “Io so che papà ama mamma
perché anche se lei lo sgrida
sempre, lui continua a sorriderle fin quando lei smette di
rimproverarlo.”
Trunks
ci pensa su qualche istante, poi risponde: “mio
papà non sorride
mai.”
Goten
solleva le braccia in alto, le mani chiuse a pugno. “Non
è questo
il punto!” strilla.
Trunks
gli preme una mano in fronte, cercando di tenerlo lontano da
sé. “Mi
serve una strategia” dice, concentrato.
Goten
annuisce, ma subito dopo un'idea gli illumina gli occhi scuri.
“Trunks!” esclama, facendo sobbalzare l'amico.
“Chiedilo
direttamente a loro!”
Trunks
vorrebbe tirargli un pugno, ma probabilmente se lo facesse
distruggerebbe un'intera parete della sua stanzetta. “Non
posso
farlo!” strepita.
“Sì
che puoi!” piagnucola Goten. “Che ci
vuole?”
Si
volta repentinamente verso la porta, notando con la coda dell'occhio
Vegeta percorrere il corridoio. “Eccolo!”
Spinge
l'amico verso di lui, sorridendo contento. “Dai,
Trunks!”
Trunks
cerca invano di liberarsi, infine si arrende correndo accanto al
padre.
“Papà!”
lo chiama, parandosi davanti a lui per fermarlo. “Devo
chiederti
una cosa!”
Vegeta
si ferma, incrocia le braccia al petto con aria severa. “Cosa
vuoi?” domanda.
Trunks
abbassa la testa, inizia a torturarsi le mani.
“Ecco...”
Goten,
da dietro la schiena di Vegeta, gli mostra un pollice in su. Trunks
prende fiato.
“Davvero
tu ami la mamma e lei ama te?” chiede, in un solo respiro.
Vegeta
resta un attimo in silenzio, spiazzato dalla domanda.
“Tsk!”
esclama infine, distogliendo lo sguardo. “'Amare'
è una parola
forte, moccioso!”
Lo
supera senza pensarci oltre, e sia Trunks che Goten restano a
fissarlo confusi.
*
Bulma
sta piantando delle fresie, per l'ennesima volta; Trunks si
è ormai
rassegnato alla sua ossessione.
Le
foglie stanno cadendo dagli alberi, nell'ampio giardino che circonda
la Capsule Corporation. Anche durante l'assalto degli androidi,
durante tutti quegli anni, Bulma non ha mai rinunciato a coltivare il
suo giardino.
“Ci
provi ancora?” domanda, ridacchiando. Bulma si solleva e si
porta
le mani sui fianchi, pronta all'attacco.
“Trunks,
non mi arrenderò finché non spunteranno i
fiori!” urla.
Trunks
solleva gli occhi al cielo, ma non commenta se non con un sorriso
divertito. Bulma lo squadra, sospira e infine chiede: “sei
qui solo
per prendermi in giro?”
Il
sorriso di Trunks si fa triste, affettuoso. Sua madre sarà
sempre in
grado di leggergli dentro.
“Vorrei
davvero” mormora, controllando la sua espressione,
“solo vedere
come stanno.”
Lo
sguardo di Bulma si indurisce.
“Mamma,
lo prometto. Passerei soltanto qualche giorno nel passato. Voglio
solo...”
Bulma lo interrompe con un gesto secco. Trunks abbassa
lo sguardo, pronto per il rimprovero.
“Va
bene.”
Esattamente ciò che Trunks non si
aspettava.
Alza
lo sguardo, confuso; sua madre ha gli occhi chiusi, l'espressione
severa, ma non contrariata.
“Vuoi
dire che-”
“Puoi andare nel passato. Sperando di non combinare
altri casini” continua Bulma, “ricordi la storia
dei due androidi
in più? Di Cell?”
Trunks
sbuffa. “Non farmi rimpiangere l'averti raccontato
tutto.”
Lo
sguardo di Bulma, dopo qualche istante, si addolcisce. Trunks la
guarda di sottecchi, e prende fiato.
“Mamma”
dice piano, “tu non vorresti mai andare indietro nel tempo,
rivedere Goku? Rivedere papà?”
Dritto
al cuore.
Bulma
sapeva che prima o poi quella domanda sarebbe arrivata, ma non si
aspettava che facesse così male.
Goku...il
suo sorriso spensierato. Yamcha, quell'aria timida che non l'ha mai
abbandonato. Crilin, che non è cambiato mai...Oolong,
perfino.
Vegeta.
Scuote
la testa, imponendosi di scacciare quei ricordi talmente belli da
essere dolorosi. “Il passato è passato,
dolcezza.”
Trunks
resta in silenzio, e Bulma continua a parlare. “Mi farei solo
del
male. Mi mancano” aggiunge, con un sorriso triste,
“ma va bene
così.”
Sospira,
scacciando la tristezza e sorridendo ampiamente. “Ma se
proprio ci
tieni, ad andare nel passato” dice complice,
“vedrò di apportare
una modifica per universi paralleli alla macchina del tempo!”
Gli
strizza un occhio, e Trunks l'abbraccia di slancio.
*
“Alzati,
avanti!”
Trunks
conosce bene questa sensazione. Lo scorrere del sangue che gli
rimbomba nelle orecchie, la vista che gli si offusca, il battito del
suo cuore fortissimo in qualsiasi parte del corpo e una vocina,
appena udibile ma così fastidiosa, che gli ripete: lo
deludi.
Vegeta
gli è davanti, in posizione da combattimento. La luce
proveniente
dal soffitto della Gravity Room tinge ogni cosa di un rosso soffuso
-ma forse è solo il sangue che è arrivato a
colorargli persino le
iridi.
“Trunks!”
lo richiama suo padre, e Trunks ordina ai suoi muscoli di
collaborare. Fa leva sui propri gomiti per sollevarsi, ma torna a
terra in pochi istanti.
Sente
suo padre avvicinarsi in pochissime falcate. Proprio un attimo prima
di ricevere un calcio, Trunks raccoglie le forze per saltare in piedi
e volare all'indietro, schiantandosi contro una delle pareti della
Gravity Room.
“È
così che sconfiggerai il prossimo nemico?” lo
aizza Vegeta,
rabbioso.
“No!”
urla Trunks, le lacrime che minacciano di sfuggire al suo controllo.
Raccoglie il fiato, emettendo un lungo urlo di rabbia mentre si
trasforma in super saiyan.
L'espressione
di suo padre lo coglie di sprovvista. Sembra sorpreso -così
sorpreso
da prendere in pieno il pugno che Trunks gli sferra su una guancia.
Vegeta
cade seduto sul pavimento, e Trunks corre verso di lui per
assicurarsi che stia bene. “Papà!”
esclama, inginocchiandosi al
suo fianco e prendendogli le spalle con le mani, scuotendolo
leggermente. “Mi dispiace, papà! Non volevo farti
male!”
Vegeta
si scosta in un solo gesto rabbioso. “Farmi male?”
ripete, con un
ghigno. “Era ora che mi colpissi!”
Trunks sgrana gli occhi.
Appena prima che Vegeta si alzi, gli afferra un polso.
“Papà”
lo chiama. “Perché quella faccia, prima?”
Vegeta serra i
pugni. “Quale faccia? Te lo sarai immaginato.”
Trunks rafforza
la presa sul suo polso, e Vegeta non si oppone. Potrebbe facilmente
liberarsi, ma resta seduto perché gli occhi di Trunks sono
così
azzurri, e quella sensazione che prima lo ha invaso, colpendolo del
tutto alla sprovvista, torna ad avere il sopravvento su di lui.
“Papà”
insiste il bambino, e tutt'a un tratto ha uno sguardo così
maturo
negli occhi.
Vegeta
resta in silenzio, e solo dopo alcuni secondi prende a parlare,
sollevandosi in piedi.
“Mi
ricordi una persona” dice, piano, “con cui una
volta mi sono
allenato.”
Gli
rivolge le spalle, e in un attimo è fuori dalla Gravity Room.
*
Trunks
sta cercando di capire cosa non vada in un prototipo ideato da suo
nonno, quando Bulma lo raggiunge e gli porge una tazza di tè.
“Grazie,
mamma” gli sorride Trunks, bevendo un sorso. Bulma gli
sorride
dolcemente.
“Qualche
problema qui?” chiede, osservando il buffo aggeggio di forma
circolare a cui Trunks sta lavorando.
“Stavo
solo riguardando i vecchi progetti del nonno” spiega Trunks,
con
un'alzata di spalle. “Mi dispiace tanto che se ne sia
andato.”
Bulma
scuote la testa, stringendogli una spalla con affetto. “Beh,
il
marchio della Capsule Corporation è ovunque. È
come se anche lui lo
fosse.”
Trunks
sorride leggermente, poi le rivolge uno sguardo interessato per
cambiare argomento. “E la macchina del tempo?”
“Sii
paziente” ride sua madre, “ci vorrà
ancora un po'. Se magari mi
dessi una mano!”
“Va
bene, va bene!” ride anche Trunks. “Lasciami solo
finire questo.
Se riuscissi a costruire questa navicella...”
“Allora
cosa?” lo punzecchia Bulma. “Non hai già
il teletrasporto, per
viaggiare alla velocità della luce?”
Ma
non sente la risposta di Trunks, perché lo sguardo le cade
casualmente sul pezzo di stoffa intorno al suo polso.
Si
accorge distrattamente che Trunks ha smesso di parlare, alza gli
occhi per vedere i suoi puntati a loro volta sul tessuto arancione
intorno al suo polso. Trunks solleva gli occhi nei suoi, in
imbarazzo.
“Questo
è...”
Bulma
sospira, un sorriso triste si dipinge sulle sue labbra. “Oh,
tesoro” mormora. “So che ti manca tanto.”
Gli
occhi di Trunks si inumidiscono. La sua mano sinistra va a coprire la
stoffa sul polso della destra, in un gesto quasi incontrollato.
“È
un pezzo della tuta di Gohan, non è vero?” chiede
dolcemente sua
madre. Trunks abbassa gli occhi.
Bulma
vorrebbe abbracciarlo, ma invece gli accarezza solo la testa con una
mano, come se fosse tornato bambino. Gli rivolge un sorriso
d'incoraggiamento.
“Coraggio,
andiamo a sistemare quella macchina del tempo!”
*
“Sul
serio?”
Videl
sgrana gli occhi e spalanca la bocca, incredula. Goten e Trunks
scoppiano a ridere.
“Ti
dico di sì!” assicura Gohan, seduto con loro
sull'erba soffice dei
Monti Paoz. “Ancora non ci credi?”
Videl
si ricompone e incrocia le braccia al petto, sospettosa.
“Come
posso crederci?! Un altro Trunks, proveniente dal
futuro...androidi...sembra uno stupido scherzo!”
Goten
si indica con un dito. “Neanche io me lo ricordo.”
Trunks
gli tira un pugno, arrabbiato. “Non eri nemmeno
nato!” bercia.
Goten
si massaggia il capo, strillando. “Tu avevi solo pochi
mesi!”
Trunks
agita le braccia, offeso a morte. “Guarda che quel me del
futuro è
un tipo fantastico! Io sono fantastico!”
Videl
sbuffa annoiata. “Mi correggo, sembra una favola inventata da
Vegeta per nutrire il suo ego da stirpe reale.”
Gohan
si porta una mano dietro la testa, ridacchiando. “Se se la
fosse
inventata lui, credo che sarebbe stato lui quello a provenire dal
futuro...o dal passato...Videl.”
Videl
continua a squadrarlo, poco convinta. Gohan riprende il racconto.
“Io
avevo dieci anni, quando abbiamo combattuto contro gli androidi e
contro Cell. È stata una battaglia incredibile! C'era questo
ragazzo
che veniva dal futuro, Trunks. Era l'unico sopravvissuto, tra noi
Saiyan, insieme a Bulma. Io- o meglio, un Gohan del futuro, ero il
suo mentore.”
Ridacchia un'altra volta, a disagio. “Solo che
poi, stando ai suoi racconti, gli androidi mi hanno fatto fuori. Eh
sì!”
Videl sgrana gli occhi ancora una volta. “Mi dispiace
così tanto” mormora inaspettatamente, dopo qualche
istante di
silenzio. “Dev'essere stato così difficile, per
lui.”
Abbassa
lo sguardo. Quando lo rialza, si ritrova gli occhi divertiti di Goten
e Trunks addosso.
“Questo
non vuol dire che voi mi abbiate convinto!” esclama,
infuriata.
Ma
poi posa gli occhi azzurri su Gohan, sul suo Gohan bellissimo e
così
dolce, e pensa che davvero, dal profondo del cuore, le dispiace per
quel ragazzo che forse non è neanche mai esistito.
Gli
prende la mano; Gohan la guarda confuso.
Le
sorride, e il cuore di Videl fa una capriola.
*
“Mamma?”
Bulma
si ferma a metà strada, richiudendo la porta della stanzetta
di
Trunks e voltandosi nuovamente verso di lui.
“Cosa
c'è, tesoro?”
Trunks
la guarda insistentemente, e Bulma non può sbagliarsi; ha
sempre
saputo leggere gli occhi di suo figlio.
Torna
indietro, si risiede sul suo letto. “Dimmi,
dolcezza.”
Trunks
si sente al sicuro; la sua mamma gli ha appena rimboccato le coperte
e, anche se non lo ammetterà mai, adora essere trattato
così
dolcemente.
“Papà
ha detto che gli ricordo una persona con cui si è
allenato.”
La
mano di Bulma si ferma, resta a mezz'aria verso la guancia di suo
figlio. Dopo un istante, riprende a muoversi e lo accarezza.
“Quando
lo ha detto?” domanda, per prendere tempo.
“Qualche
giorno fa. Ci stavamo allenando, e all'improvviso ha perso la
concentrazione.”
Il
sorriso di Bulma si fa triste e affettuoso. Gli scosta un ciuffo di
capelli dal viso, osservando i lineamenti ancora delicati del suo
bambino e ricordando, al contempo, quelli definiti del Trunks del
futuro a cui sicuramente Vegeta stava pensando.
“Mamma,
dimmi la verità” mormora Trunks, abbassando gli
occhi, “pensava
a quel ragazzo?”
Bulma
sbatte le palpebre, anche se ha già capito. “Quel
ragazzo?”
ripete.
“Lo
sai, quel...quel Trunks del futuro.”
Sospira.
Bulma continua ad accarezzargli affettuosamente i capelli.
“Può
darsi” mormora, infine. Trunks annuisce soltanto, il sonno ha
lentamente la meglio su di lui.
Bulma
rimane immobile ad aspettare che chiuda gli occhi ancora per qualche
istante, poi si alza silenziosamente del letto. Fa per uscire dalla
stanza, ma di nuovo la voce di Trunks la ferma.
“Mamma?”
la chiama il bambino, con voce assonnata.
Bulma
sorride pazientemente. “Cosa c'è?”
Il
tono di Trunks è basso, ma speranzoso.
“Papà mi vuole bene?”
Bulma
lo guarda, gli occhi pieni di amore e di tenerezza.
“Papà
ti adora, Trunks.”
*
“La
macchina del tempo per universi paralleli è quasi pronta,
tesoro!”
Quando
sua madre gli rivolge quelle parole, appena sveglio, Trunks crede di
stare ancora sognando.
“Dici
sul serio?” domanda, aprendo faticosamente le palpebre.
Ricorda
vagamente di aver studiato alcune funzioni per tutta la notte; deve
essere crollato.
Bulma
gli sorride e Trunks pensa, distrattamente, che sua madre è
ancora
bellissima. Che, nonostante i segni del tempo e la stanchezza da cui
i suoi lineamenti sono appesantiti, i suoi occhi sono ancora azzurri,
vivaci e pieni di vitalità.
“Manca
solo qualche giorno, Trunks!” esclama Bulma, mostrandogli un
pollice in su.
Trunks
è così felice che sente le proprie mani
formicolargli; per la
voglia di rivedere Goku, Gohan, suo padre Vegeta.
Accarezza
la stoffa intorno al suo polso.
Così
felice, che si rimette al lavoro come se avesse dormito tutta la
notte.
*
Trunks
li osserva da qualche giorno.
E,
lentamente, se ne rende conto: sì, i suoi genitori si amano.
Se
ne accorge da come Vegeta passa un braccio intorno alla vita di
Bulma, da sotto il tavolo, mentre pranzano insieme e lui crede che
Trunks non lo veda.
Da
come Bulma posa la testa sulla sua spalla, silenziosamente, mentre
lui e Goten giocano in giardino; e Vegeta fa una smorfia infastidita,
ma non dice nulla.
Da
come Vegeta rivolge a Bulma quel sorriso appena accennato, quasi
invisibile, che Trunks ha visto solo poche volte. Forse non
è lui, a
non mostrare mai il suo affetto; forse sono loro, che non se ne
accorgono.
Bulma
gli sorride di rimando, allegra, spensierata e spontanea come sempre.
Vegeta
distoglie lo sguardo, si rimette addosso quella sua espressione
burbera e, resosi conto di essere stato, forse,
colto nel
fatto, gli urla di tornare ad allenarsi.
E
Trunks, con un ghigno ereditato proprio da lui sulle labbra, esegue
gli ordini.
*
Bulma
osserva un'ultima volta la sciarpa rossa fra le sue mani, appena
finita di cucire.
È
calda sotto ai palmi delle sue mani; morbida e dal colore vivace.
Si
morde un labbro, aggrottando la fronte, incerta.
“Mamma?”
Si
volta repentinamente, nascondendo la sciarpa dietro alla propria
schiena. “Dimmi!” esclama sorridendo, vedendo suo
figlio avanzare
verso di lei.
“Stavo
sistemando alcune cose, pensavo...di portare una cosa a me stesso del
passato” ride Trunks, portandosi una mano dietro la testa.
“Ma ho
finito le capsule. Ne avresti una libera da prestarmi?”
Bulma
scoppia a ridere. “E cosa vorresti portare a quel Trunks?
Sentiamo!”
Trunks
sorride, spensierato. È da così tanto, che Bulma
non lo vede così
allegro. “È un segreto!”
Bulma
sospira, fingendosi rassegnata. “Va bene, come
vuoi” replica,
agitando una mano con noncuranza.
Trunks
rimane qualche secondo in silenzio, impegnato solo a sorriderle.
“Mamma, scherzavo” ammette, ridacchiando. Poi
abbassa appena lo
sguardo.
“Cosa
nascondi?” domanda, sporgendosi verso destra per sbirciare.
Bulma
indietreggia ancora di più.
“Nulla!”
esclama. Trunks apre bocca per protestare, ma si zittisce un istante
dopo.
“Mamma”
mormora soltanto, sorpreso. Bulma abbassa lo sguardo, torturando
dietro di sé la sciarpa con le mani.
“Quello...quello
è un regalo per papà, vero?”
*
Trunks
si sveglia molto presto, e stropicciandosi un occhio entra in camera
dei suoi genitori per parlare a sua madre dello strano sogno che ha
fatto.
Sale
carponi sul letto, scuotendo delicatamente la madre da una spalla.
Lei è rannicchiata contro il petto di Vegeta -diamine,
perché non
ha con sé una macchina fotografica? Domattina deve
assolutamente
fare vedere questa cosa a Goten di persona!
Bulma
non da segni di volersi svegliare. Il primo ad aprire gli occhi,
invece, è Vegeta.
“Moccioso!”
esclama il saiyan, tenendo però il tono di voce basso.
“Che
diavolo-”
“Ho
fatto un sogno strano!” spiega il bambino, tutto ad un fiato.
“Non
riesco a dormire! Alzati e fammi dormire qui con mamma, per
favore!”
Vegeta
assottiglia gli occhi. “Non se ne parla. Tua madre
è stata tutta
la notte sveglia in quel suo dannato laboratorio” ringhia
Vegeta,
“è venuta a coricarsi solo un paio di ore
fa!”
Trunks
aggrotta le sopracciglia, preoccupato. “Ma non riesco a
dormire,
papà...”
Vegeta
resta immobile a fissarlo per qualche lunghissimo secondo, e Trunks
regge confuso il suo sguardo.
Finalmente,
Vegeta sospira silenziosamente e si alza dal letto.
Il
viso di Trunks si illumina con un sorrisone.
“Grazie!” esclama,
facendo già per rifugiarsi accanto alla madre.
Ma
Vegeta lo afferra dalla maglietta del pigiama, facendolo cadere
giù
dal materasso. Trunks sta per aprire bocca e protestare, ma Vegeta lo
trascina fuori dalla stanza e chiude piano la porta, dopo aver
lanciato a Bulma un ultimo sguardo senza che Trunks se ne accorga.
“Cos'hai
sognato?” domanda infine, mentre il figlio si massaggia il
sedere e
si rimette in piedi.
Trunks
sbatte le palpebre, stupito. “Papà?”
mormora, sgranando gli
occhi azzurri.
Vegeta
incrocia le braccia al petto, distoglie gli occhi dai suoi in un
gesto che Trunks non sa tradurre. Sembra quasi...in imbarazzo.
“Avanti,
rispondi!” insiste suo padre, burbero. “Non ho
tutta l'alba da
dedicarti!”
Trunks
spera di riuscire a nascondere anche solo metà del sorriso
che si fa
spazio prepotentemente sul suo viso.
“C'ero
io” inizia quindi a raccontare, in piedi davanti a suo padre,
nel
bel mezzo del corridoio. “Cioè...ero io,
ma ero più
grande. E non è che fossi proprio io,
era...”
Alza
gli occhi, e osserva quelli di suo padre sgranarsi
impercettibilmente. Forse ha capito.
“Era
quel Trunks del futuro” conclude, timidamente.
Vegeta
rimane spiazzato qualche istante, poi annuisce.
“Papà,
era...è lui la persona con cui ti sei allenato una volta,
non è
vero?” domanda, quasi preoccupato dalla risposta.
“Era un
guerriero coraggioso, eh?”
Vegeta
ancora tace. Il suo sguardo è lontano, lontano chilometri.
Lontano
dimensioni temporali...
Lontano
universi paralleli.
“Sì”
risponde infine, sbattendo le palpebre. “Era...era molto
forte,
Trunks. Era un ragazzo in gamba.”
Trunks lo guarda dritto negli
occhi, e rimane in silenzio.
Vegeta
conosce quello sguardo; quell'azzurro indagatore.
È
lo stesso sguardo che Bulma gli ha rivolto, quella prima notte che
hanno trascorso insieme.
“Ti
manca, papà?”
Vegeta non avrebbe mai immaginato che una sola
frase potesse colpirlo in questo modo.
E
il tono di Trunks...è così ingenuo, tranquillo.
Come se gli
chiedesse se è stanco, se ha dormito bene, se ha voglia di
allenarsi
con lui.
E
la risposta è sì.
Un
milione di sì.
“Vai
a dormire con la mamma” mormora Vegeta, facendo per
oltrepassarlo.
Ma Trunks si alza in volo, lo afferra da un braccio e Vegeta si volta
lentamente.
Trunks
sgrana gli occhi; forse è stata una sua impressione?
Gli
occhi di Vegeta gli sono sembrati, per un istante, umidi.
“Papà”
lo chiama piano, sfoderando il migliore dei suoi sorrisi.
“Non
so se è abbastanza” mormora, incerto,
“ma io, io ti voglio
bene.”
Vegeta
abbassa lo sguardo, e lascia andare un sorriso amaro e grato.
*
“Ciao,
dolcezza.”
Bulma
posa un bacio sulla fronte di suo figlio, prima di accarezzargli una
guancia in un gesto dolce.
“Starai
bene?” domanda, premurosa. Trunks annuisce, sorridendole
rassicurante.
“Sta'
tranquilla, mamma. Sarò di ritorno in pochi giorni, ed
andrà tutto
come previsto!”
Bulma
sorride, ma il suo sguardo è ancora preoccupato.
“Speriamo che la
macchina del tempo faccia bene il suo lavoro.”
“L'hai
costruita tu” le strizza un occhio Trunks, “non
può non
funzionare!”
Bulma
lascia andare una risata divertita. “E va bene.”
Trunks
la stringe in un abbraccio, poi salta a bordo della sua macchina del
tempo. Abbassa il tettuccio, selezionando sulla tastiera la data e la
meta desiderate.
“Ciao,
mamma!” saluta a gran voce, appena prima di sparire.
“Ti
voglio bene, ci vediamo fra poco!”
*
Goten
cade a terra improvvisamente, lanciando un urlo spiazzato.
“Ahia!”
esclama, massaggiandosi il naso arrossato. Da dove è
spuntato quel
muro?!
Solleva
lo sguardo, trovandosi di fronte un...qualcosa
giallo.
La
punta della cosa si solleva, e in un attimo un tipo
ne esce
fuori. Tutto ciò che Goten riesce a vedere è una
maglia nera e dei
capelli viola, prima che...
“Trunks!”
urla il bambino, spaventato. “Trunks, dove sei! Vieni qui, ho
paura!” strilla, spaventato.
Ma
lo sconosciuto atterra accanto a lui, agita le braccia mentre gli
sorride imbarazzato. “Ehi, ehi!” cerca di
tranquillizzarlo. “Non
urlare! È tutto okay!”
Goten
lo squadra, incerto. E, finalmente, alza gli occhi sul suo viso.
“Tu...
tu sei quel Trunks!” mormora, basito.
“Quel Trunks-
quel Trunks del futuro di cui mi hanno raccontato papà e
Gohan!”
A
Trunks fa ancora un certo effetto, sentire nominare Gohan. Sbatte le
palpebre per scacciare quella sensazione, poi gli sorride e annuisce,
porgendogli una mano.
Goten
la prende, facendosi aiutare a sollevarsi. Fa per aprire bocca, ma un
suono sorpreso di Trunks- l'altro Trunks- lo
costringe a
fermarsi.
“Tu
sei me!” esclama il bambino, indicandolo.
I due si osservano
a vicenda per qualche istante, poi il ragazzo scoppia a ridere.
“Piacere
di conoscerti!” commenta, divertito. Gli porge una mano, e il
bambino la stringe sospettoso.
“Ecco
cosa intendeva mamma, dicendo che da piccolo avevo uno 'sguardo
truce'.”
Trunks
gli fa la linguaccia. “Non so a cosa ti riferisci!”
esclama,
dispettoso.
Sentendo
alcuni passi avvicinarsi, i tre si voltano e la voce familiare di
Bulma arriva alle loro orecchie.
“Cos'è
questo chiasso? Cosa...?”
Anche
lei, nel vedere Trunks, sgrana gli occhi. In un attimo, getta le
braccia al collo di Trunks stringendolo in un abbraccio.
“Trunks!”
esclama, felice. “Da quanto tempo! Non sei cambiato affatto!
Ah,
sarà perché nel futuro è passato solo
poco tempo?” commenta,
attraversando un'ampia gamma di emozioni in pochissimi secondi.
Tipico di Bulma.
“Ma
che importa!” sorride, spensierata. “Entra dentro!
Vieni in
camera tua- no, cioè, nella camera di Trunks- facciamo nella
stanza
degli ospiti, eh? Una di quelle. Ne avremo un centinaio. Ormai ho
perso il conto! Entra, avanti!”
Lo conduce verso l'entrata della
Capsule Corporation. Trunks vorrebbe dirle che sa farsi strada da
solo, ma questa Bulma più giovane e ancora più
allegra è tutta
presa dal chiacchierare sulla propria casa e davvero non se la sente
di smorzare il suo entusiasmo. Invece, sorride; in qualsiasi
dimensione temporale, sua madre è sempre la stessa.
Goten
e Trunks li seguono silenziosamente, e solo allora Trunks si rende
conto di non avere la più pallida idea di chi sia quel
piccolo così
simile a Goku. Si volta, mentre ancora Bulma lo trascina per un
braccio e continua a parlare a ruota libera, e gli lancia uno sguardo
interrogativo.
“Tu
sei...?” inizia, curioso.
Goten
si indica, Trunks annuisce, ma è l'altro a rispondere.
“È il mio
migliore amico” spiega, con aria di sufficienza.
“Son Goten.”
“Goku
ha un altro figlio?” domanda Trunks, sorpreso. Goten annuisce
contento.
“Tutti
dicono che siamo due gocce d'acqua!” aggiunge allegramente.
Trunks
scoppia a ridere.
“Beh,
ha ragione.”
L'altro
Trunks lo squadra in silenzio. Anche Bulma si volta verso di lui, con
uno sguardo divertito negli occhi.
“Hai
visto, Trunks? Diventerai proprio un bel ragazzo!” commenta
complice.
Entrambi
i Trunks arrossiscono, scatenando le risate di Goten.
“Ma,
non perdiamo tempo!” li richiama Bulma, portandosi le mani
sui
fianchi. “Trunks, devi dirmi tutto. Ed aiutarmi nel mio
laboratorio! Sicuramente saprai darmi qualche dritta- hai mica
portato qualche progetto con te? Non so cosa darei per parlare con me
stessa!”
Si
porta una mano sulla bocca, sgranando gli occhi. “Saremmo un
team
geniale. Tu, io, e io. Kami-sama, devo costruire
una macchina
del tempo anche io e venire a parlare con me!”
Trunks
ride nervosamente, allungando le braccia davanti al proprio petto.
“In realtà” mormora, sperando di non
incorrere nell'ira di sua
madre, “vorrei prima vedere papà.”
E,
solo allora, Bulma ricorda.
Questo
Trunks ha vissuto solo poche settimane con suo padre, collezionando
un rifiuto dopo l'altro.
A
pensarci, le si spezza il cuore.
“Hai
ragione, tesoro” dice dolcemente. “Va' da lui. Si
trova nella
Gravity Room.”
Trunks
si stringe nelle spalle, in imbarazzo. “Non so cosa
sia” ammette.
“Ti
ci portiamo noi!” si offre Goten, beccandosi un'occhiataccia
di
Trunks. “È proprio qui fuori!”
“Ma
fa' attenzione” aggiunge Trunks, incrociando le braccia al
petto,
“lì la gravità è trecento
volte superiore a quella sulla terra.
Verrai schiacciato come un insetto sul pavimento!”
“Trunks!”
lo rimprovera sua madre. “Non parlarti
così!”
Goten
si gratta la testa. “Questa storia dei due Trunks
è davvero un
caos” sorride, confuso.
Il
piccolo Trunks sbuffa. “Avanti, seguici” borbotta,
prendendo a
camminare verso l'uscita di casa.
“Ripensandoci...”
si arresta Trunks, incontrando lo sguardo affettuoso di sua madre.
“Credo che aspetterò che finisca il suo
allenamento. Non voglio
distrarlo.”
“Sciocchezze!”
esclama Bulma. “Coraggio, va' da lui!”
Anche
Trunks e Goten lo osservano sorpresi. Ma Trunks scuote la testa, e
prende una capsula dal proprio cofanetto.
“Mamma,
in realtà ti ho davvero portato dei
progetti!”
*
Vegeta
è appena uscito dalla doccia; passa davanti alla cameretta
di
Trunks, aprendo appena la porta per accertarsi che stia dormendo.
È
notte inoltrata, le stelle splendono fuori dalle finestre della
Capsule Corporation. Attraversa lentamente il corridoio, dirigendosi
nella stanza da letto sua e di Bulma.
Per
qualche ragione, si sente inquieto da tutto il giorno. Si è
allenato
più a lungo del solito, sperando di levarsi quella
sensazione di
dosso; una sorta di sfiancante attesa mista ad un'emozione crescente.
Come se qualcosa di strano stesse per accadere.
Sente
dei passi camminare verso la sua direzione. Sono passi tranquilli,
distratti.
La
bottiglia che stringeva in mano gli cade improvvisamente a terra.
Trunks
è proprio a pochi passi da lui.
“Papà”
lo chiama, in un respiro.
Vegeta
sente tutto il proprio corpo immobilizzarsi, mentre Trunks deve
imporre ai propri piedi di restare lì dove sono per non
chiudere la
distanza fra sé e suo padre e stringerlo in un fortissimo
abbraccio.
“Trunks”
mormora Vegeta in risposta. I suoi occhi sono sgranati, e lo restano
per ancora qualche secondo.
“Cosa...cosa
ci fai, qui?” domanda, spiazzato. Trunks sorride leggermente,
tentando ancora di tenere sotto controllo le sue emozioni.
“Volevo
vedere come steste” spiega. “Nel mio tempo sono
trascorsi solo
pochi mesi da quando abbiamo combattuto contro Cell.”
Abbassa
gli occhi, e aggiunge: “mi mancavate,
papà.”
Quella
frase così spontanea e imbarazzata richiama Vegeta all'erta.
Il
saiyan solleva il mento, sprezzante, e raccoglie la bottiglia da
terra.
“Ora
che hai appurato che è tutto okay, puoi anche
andartene” risponde
freddamente. Trunks scuote la testa.
“Starò
qui ancora un paio di giorni” lo corregge. “Vorrei
allenarmi con
te, papà.”
Vegeta
gli da le spalle, e Trunks non lo vede abbassare gli occhi.
“No,
io...io...non ho in programma di allenarmi domani, chiaro?”
Il
rifiuto fa ancora male a Trunks, che incassa il colpo ma insiste lo
stesso. “Trunks e Goten mi hanno detto della Gravity
Room”
mormora. “Mi piacerebbe provarla. Nel mio tempo...credo che
mamma
l'abbia smontata.”
Vegeta
emette un suono divertito. “Ci avrei scommesso. Quella donna
non mi
ha mai sopportato!”
Trunks
solleva le palpebre. “Non sei cambiato per niente, in tutti
questi
anni?” domanda, confuso e segretamente ferito.
“Non
so che razza di cambiamento ti aspettassi” lo liquida
bruscamente
Vegeta, “ma ti sbagli di grosso.”
Continua
a camminare dalla parte opposta, tornando verso il giardino.
“Va' a
dormire, ragazzino. Schiarisciti le idee.”
Trunks
abbassa il volto, stringe i denti e si impone di non piangere.
*
“...pensavo
fosse diverso.”
Bulma
gli posa una tazza di tè davanti, annuendo alle sue parole.
Si siede
accanto a lui, mentre suo figlio prende un sorso.
“Tesoro”
dice dolcemente. “Tuo padre è cambiato così
tanto,
credimi.”
Trunks
stringe il pugno della mano libera, sentendo i suoi occhi inumidirsi.
“Allora perché mi ha trattato sempre nello stesso
modo freddo,
mamma?”
Sente
la disperazione crescere; l'impotenza. Vorrebbe
ammettere
quanto dannatamente vuole che suo padre lo
consideri; quanto
abbia bisogno dell'amore di questo padre che non ha mai conosciuto.
Quanto
vorrebbe essere abbracciato, e quanto vorrebbe sentirsi finalmente
completo. Avere, per la prima volta, l'amore di entrambi i suoi
genitori.
Bulma
guarda fuori dalla finestra, e lui segue il suo sguardo. In giardino,
Trunks e Goten ridono allenandosi per gioco, senza impegno.
Trunks
invidia così tanto quel Trunks,
così piccolo e spensierato e
felice.
“So
cosa pensi” la voce dolce di Bulma interrompe il flusso dei
suoi
pensieri. “Anche lui fatica a stare dietro a suo padre, sai.
Vegeta...non ha mai davvero imparato a dimostrare chiaramente i suoi
sentimenti, questo è vero.”
Trunks
abbassa gli occhi.
“Ma”
riprende Bulma, “Vegeta ha avuto un sacco di tempo, per
adattarsi a
me e a Trunks. Trunks sa che, dietro alle sue parole taglienti,
c'è
affetto e difficoltà ad esprimersi. Trunks sa che suo padre
gli
vuole bene, tesoro.”
Trunks
le rivolge uno sguardo confuso. “Non capisco cosa intendi,
mamma.”
“Vegeta
ti vuole bene, dolcezza” spiega pazientemente Bulma.
“Più di
quanto immagini. Solo che...è abituato a trattarti in quel
modo,
capisci? Non riesce a cambiare comportamento all'improvviso, anche se
vorrebbe.”
Trunks sorride debolmente. “Capisco.”
Si
morde un labbro. “Immagino che non riuscirò mai ad
avvicinarmi a
papà...né in questo universo, né in
nessun altro” mormora,
rassegnato.
Bulma aggrotta la fronte. “Non dire sciocchezze!”
esclama. “Dagli il suo tempo, Trunks!”
Trunks ridacchia. “Va
bene, va bene.”
L'espressione
di Bulma si addolcisce. “Ehi, dolcezza. Ho una bella notizia
per
te.”
Trunks
si porta la tazza di tè alle labbra, prende un altro sorso
prima di
chiederle, “quale?”
Il
tono di voce di Bulma si fa dolce, triste. Osserva questo ragazzo che
ha di fronte che ha avuto così poco dalla vita; si perde nei
suoi
occhi azzurri, sinceri, ma ancora così disposti a credere in
un
lieto fine.
Pensare
a quanto ha sofferto, a quanto continua a soffrire, rende il suo
sguardo appannato.
Gli
sorride leggermente, e mormora:
“Gohan
sarà qui a momenti.”
*
Una
ragazza dai capelli neri, corti, fa il suo ingresso in cucina solo
pochi minuti dopo; sembra alterata.
“Gohan
farà ritardo!” esclama, senza neanche salutare.
“Sta studiando
ancora per il test per domani! Come se non sapesse che...”
Videl
si arresta a metà frase, aprendo finalmente gli occhi chiusi
in una
smorfia offesa e puntandoli sullo sconosciuto seduto al tavolo.
Lancia un urlo sorpreso.
“Che
razza di scherzo è questo!” strilla, indicando
Trunks con
un'espressione furiosa in viso. “Goten, Trunks, non mi
fregate!
Cos'è, un altro dei vostri stupidi travestimenti?!”
Bulma
scoppia a ridere, mentre Trunks si alza in piedi, e le porge
imbarazzato una mano.
“Piacere”
ridacchia, “sono Trunks. E vengo dal futuro, eh eh.”
Videl
sbatte le palpebre, scioccata. Nemmeno stringe la sua mano.
“Dal
futuro...?” ripete, incredula. “Quindi non era
tutta una
sciocchezza...?”
Trunks
si gratta la testa. “Ehm, direi di no. Piacere di
conoscerti!”
La
guarda, confuso. “Anche se non ho la più pallida
idea di chi tu
sia.”
Videl
apre la bocca, ma la richiude dopo un istante; improvvisamente tutti
i racconti sul suo conto le tornano in mente.
“Mi
chiamo Videl” dice semplicemente. “Videl Satan.
Sono...”
Esita
un istante. “Sono la migliore amica di Gohan”
conclude, con un
sorriso. “Wow, è incredibile incontrarti di
persona! Com'è il
futuro?”
Trunks
le rivolge una smorfia dispiaciuta. “Non come vorresti che
fosse”
risponde, con un sorriso lieve, “ma ci stiamo
lavorando.”
Trunks
vorrebbe trattenersi, ma non riesce. “Come sta
Gohan?” domanda,
impaziente.
Videl
vorrebbe prendergli le mani e dirgli, non oso immaginare
quanto ti
manchi.
Invece
risponde, “sta alla grande. Ma è fissato con lo
studio, lo sai.
Quella pazza di sua madre...”
Sia
Trunks che Bulma scoppiano a ridere. “Me ne aveva
parlato”
aggiunge Trunks, e Videl sente la nota di dolore nella sua voce.
Eppure si rende conto che, se non sapesse la sua storia,
probabilmente non se ne accorgerebbe.
Lei
e Bulma si lanciano uno sguardo velocissimo.
“Trunks”
lo chiama Videl, curiosa e determinata. “Raccontami di Gohan!
Com'era, nel tuo tempo?”
Trunks,
colto alla sprovvista dalla domanda, sbatte le palpebre. La sua bocca
si apre, ma non ne esce alcun suono.
Solo
dopo alcuni secondi, sorride leggermente e comincia a parlare.
“Era...non
saprei davvero raccontarlo. Non era un maestro severo, ma comunque
determinato. Mi ha insegnato a volare, a lanciare ki-blast e a
migliorare la mia tecnica di combattimento corpo a corpo.”
Trunks
trova la situazione quasi buffa; Gohan gli ha sempre raccontato un
sacco di cose, ma lui non ha mai raccontato di Gohan a nessuno. E
improvvisamente i ricordi si accavallano nella sua mente, tutte le
immagini che si sforzava di tenere lontano si mostrano ai suoi occhi
una dopo l'altra; è tutto così doloroso.
Da
dove dovrebbe cominciare? C'è così tanto, da dire.
“I
suoi occhi...erano profondi e gentili. Odorava sempre di erba fresca
e...di vento.”
Ride
nervosamente, scuotendo la testa. “È una
sciocchezza, vero? Oddio,
lo so, lo è.”
Videl
corruga la fronte. “No!” protesta. “Non
lo è. Continua!”
Trunks
annuisce piano. “Vediamo...si è fatto carico di me
senza
esitazioni. È sempre stato una specie di fratello maggiore,
ma...lo
consideravo il mio migliore amico, prima ancora del mio
maestro.”
Ogni
parola colpisce Videl in pieno. Si ritrova perfettamente nei
sentimenti di Trunks; Gohan le ha insegnato esattamente le stesse
cose. Il suo cuore si stringe dolorosamente al pensiero di una vita
senza di lui.
“Mi
ha allenato per così tanto tempo, e prima dell'ultima
battaglia...quella in cui ha perso la vita...mi ha colpito per fare
in modo che non restassi ferito dagli androidi.”
Videl
nota i suoi occhi farsi lucidi. “Da allora non l'ho
più visto, se
non quando era ragazzino nel passato. Ed è sempre stato
uguale...timido ed affettuoso.”
Trunks
sorride debolmente, e Videl decide.
“Che
aspetto aveva?” chiede, chiudendo le mani a pugno dove Trunks
non
può vederle.
“In
realtà” risponde Trunks, imbarazzato,
“porto una nostra foto
sempre con me. Mamma l'ha scattata la prima sera che Gohan è
rimasto
a dormire da noi, vuoi...vuoi vederla?”
Videl
annuisce furiosamente, tanto in fretta che Bulma ridacchia in
disparte. Trunks affonda la mano nella tasca della sua giacca, e in
un attimo ne estrae una foto stropicciata.
La
porge a Videl, tenendo gli occhi pieni di nostalgia sul viso
sorridente di Gohan nella foto. Quando Videl lo vede, ha un colpo al
cuore.
Nella
foto, Gohan indossa la sua solita tuta da combattimento e i suoi
capelli sono corti. Una cicatrice gli attraversa metà del
volto, ma
i suoi occhi sorridono gentili come se niente fosse.
Senza
rendersene conto, Videl si porta una mano sul cuore. Solo a vedere il
sorriso enorme di Trunks nella foto riesce a sentire il dolore che
prova adesso.
Non
vorrebbe dirlo, ma non riesce a frenarsi.
“Mi
dispiace così tanto, Trunks.”
In
un attimo, si alza e lo abbraccia; chinandosi, stringendolo a
sé il
più forte che può. Le viene da piangere, e si
sente così
stupida. Così stupida, a pensare di poter
confortare proprio lei
questo ragazzo dagli occhi così tristi.
Ma
Trunks, dopo qualche istante di esitazione, stringe a sua volta le
braccia intorno alla sua schiena.
E
Videl sa cosa fare.
*
“Gohan!”
Il
saiyan si arresta a metà strada tra casa sua e la Capsule,
restando
a mezz'aria nel cielo e fissando confuso Videl davanti a sé.
La
ragazza ha le braccia spalancate davanti a lui, impedendogli di
avanzare. I suoi occhi sono arrossati come se avesse pianto.
“Videl!”
esclama a sua volta, preoccupato. “Cos'è successo?
Perché non sei
alla Capsule?”
Videl
scuote furiosamente la testa; le parole si accumulano nella sua mente
e non sa nemmeno quali dire per prime.
“Trunks
del futuro è lì” spiega, velocemente.
Gli occhi di Gohan si
sgranano.
“Un'altra
minaccia?!” domanda, incredulo. “Dio, Videl. Devo
subito-”
“No!”
Videl
lo spinge indietro non appena Gohan cerca di superarla. “Non
c'è
niente che non vada! Solo, Gohan- devi ascoltarmi.”
Gohan
si fa serio, la guarda interrogativo.
Videl
incrocia le braccia al petto, lo guarda negli occhi alla ricerca
delle parole giuste.
“Andiamo
a casa tua, adesso.”
Pochi
minuti dopo, appena arrivati, lo mette seduto sulla sedia della
scrivania della sua stanza. Fruga nel suo armadio -come al solito-,
trova la sua tuta da combattimento; gli dice di indossarla e nemmeno
distoglie lo sguardo mentre si cambia, sfacciata come sempre.
Sparisce in bagno alla ricerca dei trucchi di Chichi; gli disegna una
cicatrice sul volto, tentando di ricordare alla perfezione la foto di
Trunks e, incurante delle sue proteste, gli taglia i capelli.
Gohan
la guarda stupito, ponendole mille domande.
Videl
risponde soltanto alla fine, portandosi le mani sui fianchi.
“Tu
pensa solo ad abbracciarlo, zuccone.”
*
Nel
momento in cui percepisce un ki conosciuto, Trunks si immobilizza.
Non
risponde alla domanda di suo padre; Vegeta rimane in silenzio,
osservando la sua espressione cambiare nel giro di pochi secondi.
Solo
dopo, realizza che Trunks deve aver percepito l'aura di Gohan.
Entrambi
voltano il viso verso la finestra; da cui però vedono solo
un
piccolo spaccato del giardino.
Goten
strilla “niichan”, correndo fino a sparire dalla
vista di Trunks
e Vegeta. Il piccolo Trunks lo segue distrattamente, tranquillo,
mentre Videl avanza in fretta verso di loro e si ferma proprio
davanti a lui.
“Trunks”
gli sorride ampiamente. “Ho una sorpresa per te!”
Vegeta
la osserva strizzare un occhio a Trunks; nel suo sguardo c'è
dolcezza.
Trunks
annuisce soltanto, incapace di parlare. Oltrepassa la finestra,
raggiungendo Videl.
E,
in un attimo, sente i propri occhi riempirsi di lacrime.
Gohan,
a pochi passi da lui, ha una mano dietro la testa e un'espressione
imbarazzata in viso. Sta spiegando a Goten che Videl è
impazzita e
gli ha tagliato i capelli e gli ha impiastricciato il viso, e la sua
voce è così familiare, così dolce,
così rassicurante.
L'emozione
ha la meglio su di lui. Trunks emette un singhiozzo sordo, cadendo a
terra con il viso tra le mani.
Per
un attimo, Videl sente crescere dentro di sé il terrore di
aver
sbagliato tutto. Lo sguardo tagliente di Vegeta le attraversa tutto
il corpo; complimenti per questo scherzo crudele.
Scuote
la testa lentamente, rendendosi conto di non aver pensato minimamente
che a Trunks quel gesto avrebbe potuto fare più male che
bene.
Capisce di avere giocato con le sue emozioni, con la sua mente
disperata.
Si
inginocchia davanti a lui, sentendo la disperazione farsi spazio
dentro di lei.
“Io-”
prova a mormorare, la voce rotta, “Trunks, io- io
non
volevo-”
Ma, prima che possa dire qualsiasi altra cosa,
Trunks allunga le braccia e la stringe in un abbraccio fortissimo.
“Grazie”
sussurra, senza fiato. “Grazie mille.”
La
sua voce è bassa, felice, tremante.
Vegeta
si allontana, sorpreso, sentendosi di troppo. Videl, dopo qualche
istante, ricambia goffamente l'abbraccio.
“Ehi”
ridacchia, imbarazzata. “Credo che lui abbia qualcosa per
te.”
Si
scosta per prima dall'abbraccio, delicatamente. Gli posa le mani sul
viso per asciugargli le lacrime.
“Non
piangere” dice dolcemente. “Coraggio! Lui
è qui!”
Gli
rivolge un sorriso ampio, finché Trunks annuisce e lei
sposta le
mani dal suo viso, si rialza in piedi e gli porge una mano per
aiutarlo a risollevarsi.
Proprio
in quel momento, Gohan si volta verso di loro. Videl riesce a sentire
il respiro di Trunks mozzarsi; Gohan la guarda per un istante, lei
annuisce.
Gohan
sposta lo sguardo su Trunks, gli sorride con aria timida, e
finalmente spalanca le braccia.
Il
cuore di Trunks prende a battere così forte che lui
è sicuro che
chiunque possa sentirlo; Vegeta, Gohan stesso, perfino Videl. Ma cosa
gli importa?
Ha
sognato questo momento così tante volte.
Prende
a correre, e quei pochi passi gli sembrano centinaia, la distanza che
lo separa da Gohan gli sembra immensa e impossibile da coprire.
Il
tempo si ferma; ma le dimensioni temporali si allineano. Niente
più
passato e futuro.
L'universo
è uno solo; il presente è questo.
Finalmente,
Trunks si sente sparire fra le braccia forti di Gohan.
Si
aggrappa alla sua tuta da combattimento, chiudendo la stoffa fra i
pugni e affondando il viso nel suo petto. Il battito del cuore di
Gohan sotto il suo orecchio è un suono così
confortante; Trunks non
piangerà, non di nuovo, ma per la prima volta nella sua vita
è
felice, solo e finalmente felice
e vorrebbe dire così
tante cose, vorrebbe stringere Gohan ancora più
forte, e...
Anche
Gohan lo sta stringendo a sé, ed è
così caldo e solido contro di
lui. Così vivo.
“Mi
sei mancato così tanto” sussurra Trunks, appena
udibile. Sa che
non è lui il Gohan che ha conosciuto, sa che non
è davvero quel
Gohan che sta abbracciando.
Ma
gli basta questo, gli basta il suo cuore sotto l'orecchio e le sue
braccia intorno a sé. Non potrebbe essere più
felice di così.
Videl
li guarda da lontano; e pensa con un sorriso triste che c'è
qualcun
altro, nel mondo, che ama Gohan proprio come lei lo ama.
*
“Ha
fatto male, vero, Vegeta?”
Bulma
spegne la luce, stendendosi nel letto che condivide con Vegeta. Il
saiyan le dà le spalle e sbotta, “non so di che
parli.”
Bulma
prende a disegnargli cerchi invisibili sulla schiena ampia.
“Lo
sai, invece. Vedere Trunks dimenticarsi di tutto, e correre in quel
modo verso Gohan...”
Il
suo indice si ferma sulla pelle nuda. “Dimenticarsi di te.”
Vegeta,
nascosto ai suoi occhi, serra i denti. “Che sciocchezze vai
dicendo, donna!”
Bulma
insiste; non lascerà che Trunks torni a casa con il cuore in
frantumi. “Sì, deve aver fatto male. Gohan
è l'unico a cui Trunks
sia realmente affezionato, non è così? Come ti
sei sentito quando
ha lasciato perdere tutto, quando ha smesso di parlare immediatamente
con te non appena ha percepito il suo ki?”
Sa
di stare premendo i tasti giusti. “Videl mi ha raccontato
tutto,
quella ragazza è un angelo.”
Abbassa la voce. “Credo...credo
di aver capito perché lo ha fatto.”
Vegeta
tace ancora, Bulma continua. “Lei ha rinunciato a Gohan per
renderlo felice, ma tu? Tu non rinunci mai al tuo maledetto
orgoglio.”
In
un attimo, Vegeta si volta di scatto e le intrappola i polsi contro
il materasso, sovrastandola; lo sguardo nei suoi occhi è
feroce,
furioso.
“Sta'
attenta a come parli” ringhia, spaventosamente adirato.
“Credi di
valere qualcosa per me? Credi che io consideri te e i tuoi patetici
figli la mia famiglia? Credi-”
Bulma, inaspettatamente,
sorride.
“Vegeta,
sei sempre il solito scimmione!” ride, perfettamente calma.
Libera
una gamba, premendogli il piede su un fianco. “E levati di
dosso!
Invece di fare tanto la bestia, dovresti andare a parlare con tuo
figlio!”
Vegeta la fissa allibito. Bulma sbuffa, spazientita.
“Maledetto
principe delle scimmie. Dovresti dimagrire, mi stai
schiacciando.”
E
Bulma davvero non se lo aspetta, ma Vegeta scoppia a ridere; non
è
una risata di divertimento, anzi. Vegeta abbassa il viso e preme la
fronte contro l'incavo del suo collo, e in pochi secondi le sue
spalle tremano per le risate.
Lascia
la presa sui polsi di Bulma, che sorpresa gli posa delicatamente una
mano sulla schiena. Lo accarezza lentamente, sperando di
tranquillizzarlo mentre le sue risate diventano singhiozzi confusi.
“Lo
so, Vegeta” mormora dolcemente. “Lo so. Ma sei
ancora in tempo.”
Vegeta
ha smesso di ridere, e la spalla di Bulma sta lentamente diventando
umida.
Gli
posa l'altra mano nei capelli, baciandogli una tempia.
“Sei
ancora in tempo, amore” ripete.
“Ancora
in tempo.”
*
Trunks
sta chiacchierando con Goku, quando la mattina dopo Vegeta si sveglia
-più tardi del solito- e si reca nella serra come Bulma gli
ha
detto.
Gohan
è lì con loro, insieme a Videl. Vegeta si
è ormai abituato a
vederli sempre un po' vicini -la testa di Videl posata distrattamente
contro un braccio di Gohan, la mano di Gohan che avvolge casualmente
un fianco di Videl-, e notarli stranamente lontani gli fa aggrottare
le sopracciglia.
Forse
Bulma aveva ragione.
Trunks
guarda Gohan di tanto in tanto, durante la conversazione. Come ad
accertarsi che sia davvero lì, vivo e tranquillo- le sue
iridi sono
luminose e costantemente attente, impegnate ad assorbire quanto
più
Gohan riescano.
Videl
ha ancora quello sguardo dolce, quasi malinconico, negli occhi.
Sembra voler dire: mi dispiace così tanto.
Goten
e Trunks scorrazzano in giro per la serra. Si arrampicano su un
albero proprio quando Vegeta si ferma davanti al gruppetto, attirando
l'attenzione dei quattro.
“Trunks,
devo parlarti” afferma, senza giri di parole.
Trunks,
naturalmente, si volta verso Gohan come primo istinto. Solo subito
dopo alza gli occhi su Goku, a chiedergli scusa per interrompere la
conversazione, ma Goku gli mostra un pollice in su e Trunks sorride,
allontanandosi con suo padre.
Vegeta
fa strada, portandolo fuori dalla serra. “Volevi vedere la
Gravity
Room” esordisce.
Gli
occhi di Trunks si illuminano, ma Vegeta non li vede perché
gli da
le spalle. “Hai deciso di allenarti con me?”
domanda Trunks,
allegro.
Vegeta
sospira, e sbotta, “no.”
Trunks
aggrotta la fronte, confuso. “Allora
perché-”
“Basta
domande, moccioso!”
Trunks
si zittisce, abbassa la testa e continua a seguirlo in silenzio.
Vegeta
lo conduce fino alla Gravity Room; i due entrano, e il saiyan chiude
la porta alle loro spalle.
Poi,
si piazza a braccia conserte davanti al figlio.
Per
un attimo, sente il più totale imbarazzo prendere il
sopravvento su
di lui. Vorrebbe maledire Bulma e i suoi discorsi a non finire;
fuggire su Namecc; chiedere a Shenlong di farlo sparire; e molte
altre cose, ma prende un respiro profondo.
Il
Principe dei Saiyan non scapperà di fronte alle
difficoltà!
Si
schiarisce la voce. Apre bocca per parlare.
Trunks
lo fissa in attesa, confuso.
“Io-”
comincia Vegeta. Prende un altro respiro profondo.
“Tu-”
Trunks
gli concede qualche altro tentativo, poi ridacchia piano.
“Papà”
sorride timidamente, “se vuoi abbracciarmi, non
c'è bisogno di
dirlo.”
E
questo non era ciò che Vegeta aveva in mente; voleva dargli
solo una
pacca sulla spalla, ecco, al massimo.
Ma,
improvvisamente, si rende conto di aver bisogno di quell'abbraccio
tanto quanto lui.
Non
farà il primo passo. Distoglie lo sguardo, senza dire nulla.
Trunks
sorride ancora, intenerito, ed è lui a chiudere la distanza
fra di
loro.
Per
la prima, primissima volta nella sua vita, sente il calore di suo
padre fra le sue braccia.
È
una sensazione così simile all'abbracciare Gohan, e al
contempo così
diversa. Non ha mai sentito il cuore di suo padre battere contro il
suo; per tutta la vita si è domandato come fosse, stringerlo
ed
essere stretto fra le sue braccia.
Per
tutta la vita ha aspettato di ricevere amore da suo padre. Per tutta
la vita, ha aspettato questo esatto momento.
Il
suo cuore batte impazzito, mentre le lacrime di gioia si accumulano
dietro ai suoi occhi.
Suo
padre gli vuole bene. Ed è la cosa più bella del
mondo -suo
padre gli vuole bene.
Se
lo ripeterà ancora una, due, dieci volte.
Custodirà gelosamente
questo istante nella sua memoria come il più caro dei suoi
ricordi.
“Aveva
ragione mamma” mormora contro la sua spalla, con gli occhi
chiusi e
il calore di suo padre intorno a lui, la consapevolezza che non si
sta ancora tirando via da quell'abbraccio. “Hai anche dei
lati
positivi, papà.”
Vegeta
non si scosta, ma grugnisce infastidito. Trunks ride piano,
inspirando a fondo il suo profumo.
“Ti
voglio bene, papà” mormora sottovoce.
“Sono così felice che
anche tu me ne voglia.”
Vegeta
stringe più forte le braccia intorno a lui, chiude gli occhi
mentre
aggrotta la fronte in un riflesso incondizionato.
“Adesso
non esageriamo, ragazzino.”
Trunks
scoppia a ridere tra le lacrime.
*
“Pensi
che mio papà preferisca Trunks a me?” domanda
piano Trunks,
abbassando gli occhi per nascondere il proprio sguardo a Goten.
Il
bambino si sta riempiendo la pancia di caramelle, e si interrompe
solo nel sentire la voce esitante dell'amico. Conserva il pacchetto
di caramelle in grembo, guardandolo stupito.
“Perché
dici così?” domanda, confuso. Trunks raccoglie le
proprie
ginocchia al petto, parlando piano.
“Non
lo so” mormora. “Mi sono sempre sentito...secondo,
a questo
ragazzo venuto dal futuro.”
Goten
lo ascolta con attenzione. “Papà diventa sempre
così triste,
quando mamma lo nomina. E continua a dire che gli ricordo
lui” gli
occhi di Trunks si inumidiscono, “come se...come se fossi
solo
un'ombra di quel Trunks.”
Tira
su con il naso. “Niente più di un ricordo
evanescente.”
Goten
gli posa una mano sulla spalla. Trunks solleva gli occhi nei suoi.
“Io
preferisco te a quel Trunks!” afferma Goten, serio. Trunks
ridacchia piano.
“Davvero?”
domanda. Goten annuisce.
“Sai”
racconta, “a volte anche io mi chiedo se papà e
mamma preferiscono
Gohan a me, o me a Gohan.”
Trunks
sgrana gli occhi. “E?” lo incalza.
Goten
lo guarda e sorride spensierato. “E mi dico che sono proprio
uno
stupido a pensarlo!” ridacchia. “I miei genitori ci
vogliono bene
allo stesso modo. Non esiste una preferenza!”
Trunks
sbatte le palpebre per scacciare le lacrime. “Allora
perché i miei
si comportano in modo così strano con lui?”
“Perché
non lo vedono mai” risponde pensierosamente Goten.
“Perché è un
te che viene da un futuro bruttissimo, Trunks. Quello non ha nessuno,
se non tua madre!”
Trunks
sente un'ondata di vergogna travolgerlo. “Sono...”
mormora. Non
ha il coraggio di reggere lo sguardo di Goten. “Sono stato
davvero
egoista” ammette. “Non è
così?”
Goten
annuisce spudoratamente. “E devi ancora ridarmi i giochi che
mi hai
rubato.”
Trunks
mette il broncio. “Dovresti abbracciarmi, baka!”
protesta.
Goten
scoppia a ridere, si sbilancia per abbracciarlo goffamente.
“E
adesso” sorride genuinamente, scostandosi pochi secondi dopo,
“ridammi i miei giochi, dai!”
*
“Ehi,
tu! Cioè...me! Insomma, Trunks!”
Trunks
si volta verso la sua versione più giovane, che lo fissa in
imbarazzo.
“Oh”
sorride, divertito, “finalmente hai deciso di rivolgermi la
parola.”
Il
piccolo Trunks distoglie lo sguardo. “Il fatto che tu sia
più
grande di me, ma identico a me” esordisce, “ti
rende un po' il
mio gemello maggiore, no?”
L'altro
ride. “Credo che 'fratello maggiore' suoni meglio”
lo corregge.
“Ma, penso di sì?”
Il più giovane gli prende la mano. “E
allora gioca con me e Goten!” esclama, cambiando
immediatamente
attitudine. “Abbiamo organizzato una caccia al tesoro solo
per te!
Se trovi il tesoro, vincerai l'ultimo modello di macchina fotografica
costruita da me e mia madre!”
Trunks
vorrebbe scoppiare a ridere e ricordargli che viene dal futuro; ma
invece, annuisce e sgrana gli occhi come se fosse entusiasta della
notizia.
“Mio
fratello ti aiuterà” continua Goten, e il cuore di
Trunks fa un
tuffo. “Niichan!” lo chiama a gran voce, portandosi
le mani ad
imbuto davanti alla bocca. Gohan, a qualche metro da lì,
impegnato a
leggere steso sull'erba, allunga la testa all'indietro per guardarli.
“Vieni
a giocare!” urla il piccolo Trunks. “Avete tempo
fino alla fine
del tramonto!”
Gohan
alza solamente un braccio, mostrando un pollice in su.
Trunks
vorrebbe ridere, piangere e ridere fino allo sfinimento.
*
Il
sole sta tramontando davanti a loro.
Anche
se hanno scoperto il tesoro -una montagna di dolcetti nascosti in
soffitta- poche ore prima, hanno deciso di fingere che la caccia sia
stata estremamente difficile e di tornare dai bambini solo pochi
minuti prima dello scadere del tempo.
Trunks
e Gohan sono stesi sull'erba, in silenzio. Ci sono talmente tante
cose che Trunks vorrebbe dire, che non riesce a dirne nemmeno una.
E,
inaspettatamente, è Gohan a rompere il silenzio.
“Trunks”
lo chiama. Trunks sobbalza, sorpreso, poi volta il viso verso di lui.
“Ascolta...”
Gohan si tira su, non sapendo bene cosa dire. “Io...so di
essere
stato molto importante per te, nel tuo tempo.”
Anche
Trunks, stupito, si mette seduto. Gohan si posa una mano fra i
capelli, imbarazzato.
“Volevo
solo che sapessi...che anche tu sei stato importante per me. Ne sono
sicuro.”
Trunks
sbatte le palpebre, incapace di parlare. Gohan prende un respiro, e
continua.
“So...che
ti manco. Che io non sono lo stesso me che
conosci”
ridacchia, “ma...potrai tornare qui. Tutte le volte che ne
hai
bisogno. Immagino che non sia la stessa cosa” mormora,
“però
potrai sempre contare su di me.”
Lo
guarda negli occhi, sorride affettuosamente. “Le mie braccia
saranno sempre aperte per te, Trunks.”
Trunks
si morde forte un labbro per non piangere. In questi tre giorni ha
vissuto una miriade di emozioni; vorrebbe fermare il tempo, poter
riprendersi.
Si
avvicina a Gohan, affondando nuovamente contro il suo petto. Gohan lo
stringe a sé, pensando a quanto realmente questo ragazzo
fragile e
fortissimo fra le sue braccia debba avere sofferto.
A
quanto debba essere solo, in quel suo tempo distrutto.
“Grazie”
mormora Trunks. “Lui...lui era proprio come te. Identico.
Sotto
ogni aspetto.”
Ride
piano, lasciando andare un po' di tensione. “Solo che lui
aveva un
braccio solo.”
Gohan
emette un verso che fa ridere Trunks. “Ugh.
Doloroso.”
Trunks
frena le risate, resta in silenzio per qualche istante.
“L'ha
perso per difendermi” sussurra infine.
L'istinto
fraterno ha la meglio su Gohan; si sente in dovere di proteggerlo.
Gli
posa un bacio fra i capelli, sperando che un giorno smetta di
soffrire.
“Sono
certo, Trunks” mormora, “che lo rifarebbe altre
mille volte.”
*
Videl
afferra la macchina fotografica che Trunks le porge, quando la
mattina dopo il sole è alto nel cielo e Goten e il piccolo
Trunks si
mettono nelle pose più assurde.
“Coraggio!”
ordina, dispotica, indicando Trunks e Vegeta. “Anche voi! E
non
fate storie!”
Videl
scatta decine di foto; sia quando i suoi amici ne sono consapevoli,
sia quando sono impegnati a fare tutt'altro. Si premura sopratutto di
immortalare Trunks con Gohan e con Vegeta.
Solo
all'ultimo, imposta la modalità autoscatto per fotografare
quest'immensa famiglia; Goku, Chichi, Goten, Gohan, Bulma, Vegeta,
Trunks -entrambi i Trunks- e se stessa. Rivolge il
segno di
vittoria all'obiettivo, perché sa di avere vinto.
Forse,
forse è riuscita a portare un po' di
gioia nella vita di quel
ragazzo dai profondi occhi azzurri.
*
“Papà,
devo darti una cosa.”
Trunks
lo ferma nel corridoio, quando sua madre sta ancora lavorando nel suo
laboratorio e il piccolo Trunks dorme da un pezzo. Gli porge una
capsula hoipoi, e Vegeta la fissa confuso.
“Prendila”
sorride Trunks. “Puoi aprirla senza lanciarla.”
Vegeta
la raccoglie nel proprio pugno, la guarda sospettoso prima di
aprirla.
In
pochi secondi, nei palmi delle sue mani si materializza una sciarpa
rossa.
“Cos'è?”
domanda, sorpreso.
Trunks
sbuffa. “Papà, è una sciarpa. Mamma mi
aveva detto che non sei
pratico di abiti terrestri, però-”
“So
cos'è” sbotta Vegeta. “Voglio
dire-”
“L'ha
fatta mamma” spiega Trunks. “È un regalo
per te.”
E,
inaspettatamente, Vegeta sente il proprio cuore stringersi; si sente
attraversare da una dolorosa ondata di impotenza, al pensiero di
Bulma in quell'universo parallelo, sola e senza di lui.
Ma
quella sensazione viene presto messa da parte, quando Vegeta sente un
odore familiare.
Sgrana
gli occhi.
“Quella
pazza di tua madre” ride soltanto. Trunks gli rivolge uno
sguardo
ferito.
“Papà,
non osare-”
“Di' a Bulma di piantarle in primavera” lo
interrompe, sistemandosi la sciarpa intorno al collo. “E di
smetterla di essere così ossessiva con i suoi maledetti
fiori.”
Senza
aggiungere nient'altro, si allontana in direzione della veranda.
Fuori
c'è vento. Avvicina la sciarpa al viso fino a coprirsi il
naso;
inspira profondamente l'odore di fresie. L'odore di Bulma.
“Ah,
e Trunks?”
Sa
che lo ha seguito. Trunks mormora un assenso.
Vegeta
tace, poi scuote la testa.
“Lascia
stare” conclude.
Trunks
rimane in silenzio per qualche minuto, scrutando solo il cielo
stellato sopra di loro.
Infine
parla.
“Papà?”
mormora.
“Cosa”
risponde bruscamente Vegeta.
“Anche
lei ha detto di dirti che ti ama.”
*
Videl
sta ancora armeggiando con i trucchi di Chichi; ormai Gohan non
ricorda più com'era la sua faccia prima di quella brutta
cicatrice.
“È
proprio necessario?” si lamenta, cercando di scostarsi. Videl
lo
afferra dalla testa, tenendolo fermo.
“Certo
che lo è!” esclama, furiosa. “E se non
stai fermo, ti infilo la
matita in un occhio e te lo strappo!”
Gohan
emette un verso scioccato. “Sei così
violenta...”
Si
tocca i capelli, corti e così strani rispetto al solito.
“E poi,
lo so che odi questi capelli. Perché lo hai fatto?”
Videl
lo squadra senza dire nulla. Per un attimo vorrebbe spiegargli tutto-
una donna sa riconoscere la verità dietro a un paio di occhi
tristi.
“Primo”
risponde, cambiando argomento, “mi serve la tua tuta da
combattimento, e mi serve adesso. Quella che hai indossato questi
giorni, sperando che non puzzi troppo.”
Ride,
osservando l'espressione offesa di Gohan. “Secondo”
continua,
avvicinandosi pericolosamente al suo viso, “mi piaci anche
così.”
Lo
bacia, e a Gohan non importa molto più né dei
suoi capelli né
della sua faccia.
*
È
da mezzora che Trunks lo fissa insistentemente, e Trunks sta
cominciando a preoccuparsi.
“Trunks”
lo chiama, sperando di non infastidirlo, “c'è
qualcosa che devi
dirmi...?”
Sono
entrambi seduti al tavolo della cucina, ed è pomeriggio
inoltrato.
Nella stanzetta di Trunks, Gohan sta aiutando Goten a fare i compiti;
invece, Videl sta chiacchierando con Bulma mentre preparano insieme
la cena, ma la cucina è così grande che i due
Trunks nemmeno le
sentono.
Goku
e Vegeta, in via del tutto eccezionale, si stanno allenando
-scontrando- insieme nella Gravity Room.
Il
piccolo Trunks guarda nervosamente in basso. L'altro lo esorta con
uno sguardo interrogativo.
“Ho
fatto una cosa per mamma” ammette infine il bambino. Gli
porge
timidamente un grande foglio arrotolato che nascondeva sotto il
tavolo.
“Accidenti!”
esclama Trunks. “Cos'è, un disegno? Questo foglio
è enorme!”
“Sta'
zitto!” lo rimprovera il più giovane, portandosi
un dito sulle
labbra. “Lo devi dare a mamma, capito? Non sbirciare! E
conservalo
bene, nel futuro deve arrivare integro, chiaro?”
Trunks
scoppia a ridere. “D'accordo” gli assicura,
scompigliandogli i
capelli.
Videl
li raggiunge in quel momento, posa entrambe le mani sul tavolo e i
due si voltano verso di lei, che è un misto incredibile di
dolcezza
e prepotenza. “Anche io ho una cosa per te”
commenta la ragazza,
senza preamboli. Estrae dalla tasca dei pantaloni una capsula hoipoi,
e la consegna a Trunks con un solo gesto.
“Aprila
una volta tornato nel tuo tempo. Non prima.”
Trunks
la guarda per qualche secondo, sorpreso. Infine annuisce.
“Cosa
c'è dentro?” domanda. Videl gli getta
un'occhiataccia.
“Lo
scoprirai dopo!” insiste. Il piccolo Trunks ride, poi si
rabbuia.
“Questo
vuol dire che stai per andartene?” domanda piano.
Trunks
lo guarda, stupito. Non si aspettava quello sguardo triste.
“Partirò
domattina” spiega, sperando di suonare dolce. L'altro abbassa
lo
sguardo.
“Tornerai?”
domanda a bassa voce. Trunks tace per qualche secondo, sempre
più
sorpreso.
“Certo
che tornerò” risponde infine, con un sorriso.
“Tornerò eccome!
Non vi libererete di me, eh eh.”
Videl
ridacchia. “Sarà meglio per te”
commenta, strizzandogli un
occhio. “Ci mancherai, ragazzo del futuro.”
Il
suo sguardo si addolcisce. “E mancherai molto a
Gohan.”
Trunks
tace, e solo dopo alcuni istanti si scioglie in un sorriso
malinconico.
“So
che lo lascio in buone mani” mormora.
“Videl...grazie. Anche
per questo.”
Stavolta, è Videl a restare spiazzata.
“Prenditi
cura del suo cuore” aggiunge Trunks. I suoi occhi sono
tristi, ma
fiduciosi. “Okay?”
Videl
esita, ancora sorpresa. Poi annuisce, e il suo volto si apre in un
sorriso.
“Okay.”
*
“Porta
questo a Bulma!”
Goku lo stringe in un abbraccio stritolante,
sollevandolo da terra e minacciando di soffocarlo. Trunks tenta di
liberarsi, tossendo mentre Vegeta lancia a Goku uno sguardo truce.
Goku
lo lascia andare, ridendo e portandosi una mano dietro la testa.
“Ah,
lascia stare. Dille solo che le voglio bene.”
Trunks
ha già sistemato nella sua macchina del tempo sia i disegni
del
piccolo Trunks, sia alcuni progetti che Bulma gli ha chiesto di
portare a sé stessa. La famiglia Son gli ha consegnato dei
bellissimi fiori raccolti direttamente dal loro giardino.
Nella
sua tasca si trova la capsula hoipoi datagli da Videl; freme ancora
di curiosità.
E
Vegeta, inaspettatamente, indossa ancora la sciarpa che Trunks gli ha
consegnato. Guardandolo, Trunks non può evitare di sorridere.
Bulma
lo abbraccia, gli posa un bacio sulla fronte e gli augura buon
viaggio. Chichi gli schiocca un bacio su una guancia; Goten e Trunks
gli circondano le gambe come polipi, piangendo disperati -Goten
sembra una fontana, mentre Trunks cerca un minimo di controllarsi. Se
la situazione non fosse così tragica, l'altro Trunks
scoppierebbe a
ridere.
Goku
lo circonda in un altro abbraccio - “questo invece
è per te”
- e Gohan lo stringe a sé un'ultima volta. Trunks si impone
di
memorizzare il suo profumo; di tenerlo con sé per sempre.
Quanto
vorrebbe avere l'opportunità di risentire il suo odore ogni
volta
che ne ha bisogno. Spesso, vede sua madre sistemare fra i cassetti e
stringersi al petto i vecchi vestiti di Vegeta; anche lui vorrebbe
avere quelli di Gohan, ma sono andati perduti.
Gohan
gli accarezza la testa in un gesto che lo riporta alla
realtà, e
Trunks si scosta a malincuore.
Anche
Videl lo abbraccia, stritolandolo. Ormai è come una sorella
maggiore. Gli ordina di stare bene e sbatte il pugno contro il suo,
facendolo ridere.
Vegeta,
contro qualsiasi aspettativa, gli posa una mano sulla spalla e la
stringe, guardandolo dritto negli occhi. Trunks sorride, e nessuno
dei due ha bisogno di parole.
Finalmente,
Trunks sale a bordo della sua macchina del tempo.
Agita
la mano fino a scomparire.
In
un attimo, è andato via portando con sé un
pezzettino dei cuori di
tutti.
*
“Sei
tornato!”
Bulma
corre incontro a suo figlio, che l'abbraccia e la solleva non appena
lo raggiunge. Lei gli stringe forte le braccia intorno al collo,
ascoltando la sua risata tranquilla.
“Mi
sei mancato tanto, tesoro. Raccontami tutto!”
“Papà
è cambiato!” comincia Trunks, e continua il suo
racconto senza mai
prendere fiato. “Gohan- è uguale a com'era, mamma-
e Videl! Devo
dirti di Videl! Lei è fantastica, e- mamma, anche tu, sei
incredibile in qualsiasi universo- Goku ti manda un abbraccio, e ho
dei fiori, e dei disegni di Trunks- papà ti ama-
ha detto, ha
detto di piantarle in primavera. In primavera, mamma. Non so cosa,
però-”
Bulma
sgrana gli occhi, e l'espressione sul suo viso è
così stupita che
Trunks si zittisce.
“Le
fresie” sussurra. “Tesoro” mormora, con
urgenza, “le fresie!”
Sul
suo volto si apre un sorriso felice che Trunks non ha mai visto: pura
gioia. Le consegna i disegni di Trunks, che Bulma apre e davanti ai
quali si commuove.
Annusa
i fiori, mentre un sorriso dolce le si dipinge sulle labbra.
“Papà
ha tenuto addosso la tua sciarpa tutto il tempo” racconta
Trunks.
Bulma lo tira in un abbraccio, e Trunks sa che sta piangendo
perché
è felice.
Solo
più tardi, Bulma srotola i progetti dell'altra sé
stessa, e con la
scusa di doverli studiare lo scaccia dal laboratorio. Trunks sa che
ha bisogno di ricomporsi; si oppone per gioco, poi esce ridacchiando
e si dirige in camera sua.
Finalmente,
estrae la capsula hoipoi che Videl gli ha consegnato dalla tasca
della giacca.
Con
il cuore che gli batte forte, la apre.
Rischia
di scoppiare a piangere non appena ne scopre il contenuto.
Stringe
forte a sé la tuta da combattimento di Gohan; ancora
impregnata del
suo profumo, ancora morbida sotto le sue guance.
Gli
sembra quasi di avere Gohan fra le sue braccia.
Insieme
alla tuta, ci sono libri e quaderni di scuola. La calligrafia di
Gohan...
Le
fotografie dello scorso pomeriggio, stampate, sono in ordine una
sopra l'altra.
E,
Trunks non ha idea di quando diavolo l'abbia presa, ma c'è
anche una
camicia rosa con su scritto “Badman” fra le altre
cose. È sicuro
che, in tutto questo, ci sia lo zampino di Bulma.
Indossa
la maglia di Gohan, sentendosi al sicuro.
Stringe
al petto anche quella ridicola camicia rosa, e sollevando gli occhi
al cielo sa di non essere mai stato solo.
Primavera
Bulma
attraversa il giardino intorno alla Capsule Corporation con aria
nostalgica, arrivando fino alla parte più nascosta.
Sotto
un grande salice piangente si trova la lapide di Vegeta. Nonostante
il sole primaverile che picchia forte, il posto è all'ombra
e una
brezza fresca le sferza le guance.
Bulma
sorride, bacia il palmo della propria mano e poi lo posa sulla terra
sotto di sé.
Si
stende sull'erba accanto alla lapide, posando le braccia dietro la
testa e sorridendo spensieratamente.
Posa
nuovi fiori sul terreno, sospirando tranquillamente.
Le
fresie emanano un buonissimo profumo.
La
sciarpa di Vegeta, qualche universo parallelo più in
là, ne è
ancora impregnata.
Angolo
Autrice
Ci
sono talmente tante cose da dire, su questa storia, che non so
nemmeno da dove cominciare.
Quindi,
per prime sbrigherò le faccende
“burocratiche”: la fanart posta
all'interno della storia non è opera mia, io l'ho soltanto
modificata. Era troppo adorabile per non usarla. Nel caso che
qualcuno sapesse chi ne è autore/autrice, mi faccia sapere e
provvederò a dare credito all'artista!
E, tornando alla
storia...è una storia che ho scritto quest'estate, tutta in
una
volta, durante un'unica notte, e che sono corsa a far leggere a mia
madre al detestabile orario delle sei e mezzo del mattino non appena
lei si è svegliata. Come già detto, la dedico a
lei; le fresie sono
i suoi fiori preferiti, anche se lei con Bulma non ci
azzecca
proprio niente
C'è
davvero tanto di me, in questa storia, che spero vi abbia lasciato un
sorriso.
Più
che altro...ringrazio mia sorella, perché sta leggendo
questa storia
proprio in questo momento: e perché so che, se le chiedessi
se le è
piaciuta, mi risponderebbe “certo sì”.
Trunks
del futuro è sempre stato un personaggio capace di
commuovermi, di
farmi sentire fino in fondo la sua sofferenza. Così forte e
determinato in apparenza, così fragile e solo in
realtà.
Mi
piacerebbe che Toriyama, anche dopo tutti questi anni, esplorasse
meglio la sua mente; e, nell'attesa, provo a mettere io per iscritto
i suoi pensieri, il suo modo di provare emozioni, perlomeno per come
la vedo io.
Quindi
mi scuso per l'ennesima stronzata che scrivo sul povero Mirai!Trunks,
ma davvero non riesco a trattenermi
Stavolta
ho cercato di mettere in luce anche la psicologia di tutti gli altri
personaggi, e spero di essere riuscita in quest'impresa complicata.
In particolare, ci sono cinque personaggi di cui mi piacerebbe
spiegarvi meglio, nel caso qualcosa non fosse chiaro.
Vegeta
non è realmente crudele; è solo abituato a
comportarsi in quel
modo, e non sa come agire diversamente. Questo lo
porta ad
aggredire le persone; sente la sua mancanza come un fallimento, di
conseguenza si sente vulnerabile. E chi ha paura di essere debole non
può fare altro che attaccare per dimostrare la propria forza.
Videl...Videl
è sicuramente la mia preferita, in questa storia, anche
più dello
stesso Trunks. Videl capisce molto più
di tutti gli altri: e
non so se il messaggio sia arrivato anche a voi, ma vi
lascerò il
beneficio del dubbio. Videl comprende la sua sofferenza, e anche la
sua gioia. Videl sa come si sente, e vede le sue
emozioni
riflesse in quel ragazzo venuto dal futuro a tal punto da mettergli a
disposizione tutto ciò che ha: persino il suo amore.
E
Gohan, Gohan è il solito
coglione e non capisce
niente non sa bene cosa Trunks provi, ma riesce in
qualche
modo a percepire il modo in cui gli manca, il modo in cui lo
idolatra. Per questo sente la responsabilità di quell'altro
Gohan premergli addosso, e si comporta sotto esplicita
indicazione di Videl nell'unico modo in cui qualsiasi
Gohan
di qualsiasi universo potrebbe comportarsi; in modo goffo, tenero,
vagamente imbarazzante. E Trunks ne è felice.
Trunks
del presente è soltanto un bambino, che invidia sé
stesso
-o perlomeno, quel Trunks del futuro. Ed è proprio un
paradosso a
legare i due Trunks, il paradosso dell'invidia che l'uno prova per
l'altro: Trunks del futuro invidia il fatto che il Trunks del
presente abbia la possibilità di avere l'amore del padre per
tutta
una vita, mentre il Trunks del presente invidia Trunks del futuro
perché lo crede quello più amato dal padre.
Vegeta è il motivo del
dolore di entrambi, completamente inconsapevoli del fatto che il
padre li ami allo stesso modo, e quindi condannati ad uno stesso
dolore che sono incapaci di superare.
Bulma
del presente è profondamente diversa da quella del
futuro. Bulma
del presente conosce Vegeta ed è certa del suo amore; per
questo non
ha paura di sfidarlo, di ferirlo con le sue parole. L'altra Bulma,
invece, non osa sperare che Vegeta non l'abbia dimenticata, e non
vuole nemmeno tornare indietro per rivedere i suoi amici. Sa che la
gioia che proverebbe, nell'incontrarli di nuovo, le farebbe solo del
male.
Tuttavia,
lei ama ancora Vegeta, ed è per questo che, invece di
aspettare che
sia lui a mandarle un segno del suo amore -cosa che, comunque, Vegeta
fa-, è lei ad offrirgli il suo affetto immutato attraverso
un
oggetto in apparenza così semplice: una sciarpa rossa
impregnata del
profumo dei suoi fiori preferiti. Qualcosa che il Vegeta del futuro
probabilmente non avrebbe neanche ricordato, ma che quello del
presente riconosce immediatamente.
Mi
dispiace per le note più lunghe della storia
Credo
di aver chiarito tutto, quindi vi saluto e spero ancora una volta che
la storia vi sia piaciuta.
Un
abbraccio,
Seele
|