«
Il tempo è come un fiocco di neve,
scompare mentre
decidiamo che cosa farne »
-
Romano Battaglia –
♟»
Londra,
Gran Bretagna, 1782
Lavora,
lavora, lavora, Joshua. Fa’ in fretta, fa’ prima
che sia troppo tardi …
Nella
bottega nel centro di Londra un abile artigiano lavora alla sua
creazione. Anzi, alla sua ultima creazione.
Undici
orologi
a catena sono già disposti sul suo tavolo da lavoro in
logoro
legno di mogano, impolverato e ricolmo di trucioli delle precedenti
lavorazioni.
Ingranaggi
piccoli ma a dir poco portentosi sono racchiusi in
quell’intreccio di acciaio e vetro, quest’ultimo
inserito a
protezione del prezioso quadrante.
L’ultima
vite è inserita … ed ecco qui che il dodicesimo
è pronto.
L’artigiano
fissa soddisfatto l’esito del proprio operato, sorridendo
appena.
Ancora
non lo
sa, tuttavia con l’alchimia che ha utilizzato per incantare
il
meccanismo dei suoi tanto preziosi orologi ha appena creato uno
strumento per raggiungere l’immortalità.
♟»
Parigi,
Francia, 1778
È una di
quelle giornate in
cui, probabilmente, le persone con un minimo di buonsenso se ne
rimarrebbero in casa, con una tazza fumante di chocolate chaude
davanti.
Non per Ethan.
Lui … lui
ha bisogno di fare qualcosa.
Non può
accettare infatti
che la sua persona possa passare inosservata per più di due
minuti. Non può proprio.
Senza staccare la
schiena dal
tronco dell’albero a cui è appoggiato inizia a
cantare,
note fluide e ben scandite che scivolano via dalle sue labbra,
diffondendosi nell’aria intorno a lui.
Subito i radi passanti
rendono
più lieve il loro passo, rallentando progressivamente nelle
vicinanza di Ethan, fermandosi ad ascoltare le note arrochite in modo
accattivante del giovane.
Forse
perché è
qualcosa di così lontano dal loro ideale:dopotutto, di
lì
a trent’anni apriranno i primi café chantant,
quelle musiche riflessive e le voci profonde che quasi recitano parole
cariche di significato … non c’è da
stupirsi se
quei luoghi fossero il centro d’incontro delle figure di
spicco
parigine nel campo della letteratura e della filosofia in quegli anni.
Ethan si passa una
mano tra i
capelli, sorridendo ammiccante in direzione di alcune ragazze che si
trovano in prima fila, in quel piccolo capannello che si è
riunito intorno a lui per ascoltare la sua musica. Quando le giovani
sospirano sognanti non riesce a fare a meno di sentirsi appagato:adora
essere al centro dell’attenzione, quasi alla stessa stregua
di
quanto ami trovarsi in quel luogo, pieno dell’arte e della
musica
che tanto ama.
Forse quelle persone
sono pure
attratte dal suo aspetto quantomeno singolare per gli ambienti della
Parigi “bene”:le miriadi di orecchini che gli
tartassano
entrambe le orecchie, gli anelli argentei un po’ in stile
gotico
che gli adornano le dita ed i piercing sul labbro inferiore certamente
contribuiscono a renderlo così dissonante
dall’ambiente
nel quale si trova, oltre agli appariscenti vestiti rossi e neri.
Il giovane si rigira
tra due dita
l’orologio che porta al collo … e pensare che,
quando
l’ha trovato, pensava si trattasse di un regalo di una fan
–l’effetto di essere un apprezzato cantante heavy
metal, o
forse un accesso d’ego.
Ora invece, Ethan sa
fin troppo bene che quello che porta al collo è tutto
fuorché un normale orologio.
Altrimenti,
come potrebbe trovarsi in un’epoca antecedente alla sua di
quasi trecento anni?
♟»
Amsterdam,
Paesi Bassi, 2012
Amelia si tortura una
ciocca dei
suoi cortissimi capelli neri come la notte mentre continua a fissare
l’acqua del fiume agitarsi nel canale sotto di lei.
Non
è ancora arrivato.
E
se gli fosse successo qualcosa? E se si fosse fatto male? E se
…
I suoi ben poco
allegri
ragionamenti sono interrotti da due braccia forti che spuntano da
dietro la sua schiena, stringendosi appena attorno al suo collo.
Per un momento Amelia
non riesce a
trattenersi dal sobbalzare, a dir poco presa alla sprovvista da quel
gesto inatteso, tuttavia quando scorge un pacchetto rivestito di carta
verdina e dal profumo ben noto non riesce ad astenersi dal sorridere.
«Sei in
ritardo»apostrofa il proprio fidanzato, sebbene nella sua
voce si
percepisca chiaramente una nota dolce ed indulgente.
Darren fa il giro
della panchina e si siede accanto ad Amelia, scoccandole un bacio dal
sapore dolce sulle labbra.
«Perdonami»s’appresta
a giustificarsi il giovane«è che … come
al solito
in pasticceria c’era una fila immensa …».
«Perdonato~»trilla
lei,
anche solo averlo accanto per quelle che già sa che saranno
poche ore e non di più è un sollievo enorme.
Questo
è
quello che succede se finisci per innamorarti di un ragazzo
appartenente ad un’epoca storica diversa dalla tua, si
ricorda
mestamente.
Sua madre avrebbe
dovuto dirglielo,
quando le aveva consegnato l’Orologio, gelosamente custodito
dalla sua famiglia per intere generazioni.
Darren apre il
pacchetto della pasticceria e da esso sale verso il cielo un odore
dolcissimo:i poffertjes,
dei dolcetti tipici olandesi simili a pancake, sono splendidi, come al
solito.
Mentre gustano quelle
prelibatezze
Amelia non riesce a fare a meno di chiedersi come potrà mai
funzionare:lei non appartiene all’epoca di Darren tanto
quanto
Darren non appartenga alla sua. Non potranno mai stare insieme per
più tempo di quello che gli Orologi concedono loro.
Certo, Amelia
può attraversare il continuum
spazio-temporale ogni volta che vuole e raggiungere Darren per passare
tutto il tempo del mondo, tuttavia non riesce a non pensare che prima o
poi Darren crescerà, andrà avanti.
Lei potrà
tornare da lui ogni volta che lo vorrà, saltellando da una
parte all’altra del tempo … ma ne varrà la pena?
Sospira, facendosi
beccare scioccamente dal ragazzo e rimproverandosi mentalmente per
questo.
«Va tutto
bene?»le chiede subito il ragazzo, apprensivo come al solito.
Amelia cerca di
sorridere mentre
ammette:«Sì, stavo solo pensando … al
tempo che
scorre, inesorabilmente».
Il ragazzo sembra
soppesare per
qualche breve istante le parole della giovane prima di domandarle
nuovamente:«A proposito, quando devi ripartire?».
«Stasera»risponde
perentoria Amelia, mordendosi l’attimo dopo un labbro mentre
i
suoi scuri occhi smeraldini sembrano incupirsi ancor di più.
Darren è
infatti convinto
che la giovane faccia la spola tra Amsterdam –dove Darren
studia
e sta per diplomarsi- e Londra, che gli ha raccontato essere la sua
città natale.
Tutto abbastanza
veritiero, con
l’unica differenza che per vederlo Amelia deve viaggiare
anche
sette anni a ritroso nel tempo.
Il ragazzo sbuffa e
brontola:«Uffa, di già? Ma perché per
una volta non
puoi trattenerti per un po’ di più?».
«Perché
sono in piena sessione di esami, lo sai»replica lei, con aria
pragmatica«tempus
fugit, caro~».
«Che?!»
«È
latino, Darren. Credevo lo studiaste, a scuola!».
Il giovane sbuffa
nuovamente,
sconfortato. Certo che, quando vuole, la sua ragazza sa proprio
mettergli i piedi in testa, eccome.
Amelia invece torna a
fissare l’acqua torbida del canale che scorre placida sotto
di lei.
Come
fa a
spiegargli che, se non può fermarsi per più di
poche ore
con lui, è perché appartiene ad un altro tempo?
♟»
New
York, Stati Uniti d’America, 2120
Dal terrazzo
dell’alto
grattacielo può distinguere nitidamente la punta
dell’Empire State Building, illuminata di luci sfavillanti
nella
notte.
Già, notte.
Come se lì
potesse esserci qualcosa di diverso.
Jude non ricorda come
ci sia
arrivato, vorrebbe tanto saperlo. Un momento prima era addormentato tra
le calde coperte di casa sua e quello dopo … eccolo
lì,
in quella sorta di New York futuristica dove non sorgeva mai il sole.
Si era ritrovato perso
in quel
luogo a lui tanto sconosciuto, tuttavia non aveva avuto nemmeno
qualcuno a cui chiedere informazioni.
Più di otto
milioni di
cittadini newyorkesi … svaniti nel nulla. Scomparsi.
D’improvviso, sembravano essere divenuti evanescenti.
Impossibile.
A Jude ci erano volute
parecchie
ore, trascorse a vagare nella metropoli deserta, prima di realizzare di
non essere affatto a New York.
O meglio, si trovava a
New York … ma non la vera New York.
Non
quella del suo universo.
Quel silenzio a volte
diveniva
assordante … invece lì, in quel momento, mentre
lasciava
dondolare i piedi nel vuoto, comodamente seduto su di una balconata al
duecentesimo piano di un palazzo, lo sguardo perso il direzione
dell’orizzonte, era stranamente confortante.
Serviva per rimettere
le idee in ordine, quando invece quel caos continuava a vorticargli
nella testa da … da …
Da
quanto era lì, esattamente?
Oh, ormai aveva
perfino perso la
cognizione temporale. Niente di strano, in fondo, se si finisce
–proprio malgrado- a vivere in una dimensione fuori dal continuum
spazio-temporale.
Dei passi alle sue
spalle lo fanno scattare sull’attenti, le mani che si
stringono con decisione attorno alla balaustra.
Com’è
possibile che ci sia qualcuno, lì?
Ah,
già. Non è da solo.
Altrimenti dubita
perfino che sarebbe riuscito a trovare un posto dove stare.
Ridicolo, la grande e
potente New York si è ridotta ad avere due soli cittadini.
Una voce profonda e
suadente lo raggiunse alle sue spalle, facendolo sorridere di malcelato
sollievo.
«Jude, non
riesci a dormire?».
*
Aria’s corner *
Chi non muore si
rivede ~
Sorpresa,
sono tornata!
E con una nuova
storia, per giunta … quindi non potete proprio lamentarvi,
signori, no no.
Beh,
d’accordo, forse anche perché volevo farmi
perdonare il fatto che ho
deciso di sospendere per un po’ la precedente long,
ma dettagli.
Ammetto che la trama
di primo
acchito potrebbe non sembrare esattamente chiara, perciò
cercherò di farvene un sunto per aiutarvi:
“Ci
troviamo in un futuro distopico, per l’esattezza nel 2059.
Dodici
ragazzi sono venuti in possesso, chi in un modo chi in un altro, di
alcuni oggetti preziosissimi, gli Orologi. Questi permettono a chi li
possiede di poter viaggiare a loro piacimento nello spazio e nel tempo”
O meglio, questo
è quanto
accade fino a quando una terribile minaccia incombe su di loro
…
ma questa è un’altra storia~
Ovviamente i vostri oc
saranno anche loro detentori di un orologio, don’t worry (?)
Vi dico da subito che
con questa
storia sarò molto più rigida su certi criteri,
non ho
intenzione di far colare a picco tutto un’altra volta.
Prima di passare alla
parte delle
direttive generali & co. ci tenevo a ringraziare la mia lovely
_Myosotis (ciao dear~) per essersi imbarcata con me in questa storia
–ma non solo- giacché Ethan Bailey è il
suo oc.
Amelia Greene è invece il mio personaggio, così
come mi
appartiene il banner che
fa abbastanza schifo, lo so, ma chi s’accontenta gode ♪
Beh, lo so che non ci
si capisce
niente lo stesso e che –uhm- l’80% di voi si
starà
chiedendo che fine abbia fatto Yuuto and so on, però visto
che
sono una persona cattiva non ve lo dico e passo invece a tutte le
informazioni per gli oc e
bla, bla, bla.
- Parto
subito col dirvi che gli aggiornamenti non saranno per niente regolari.
O meglio, per i primi capitoli cercherò di fare del mio
meglio
ma non vi assicuro niente. Signori, il classico è quel che
è.
-
Non so
quando compariranno i vostri oc, non vi assicuro niente manco di
questo. Sarà tutto molto casuale, mi sa.
- Pure
se
in ritardo le iscrizioni si aprono oggi, venerdì 20
novembre, e
si chiuderanno tra una settimana esatta, aka venerdì 27
novembre. Lo stesso vale per l’invio dell’oc. Non
concederò proroghe, sorry, altrimenti il prossimo capitolo
vi
arriva come regalo di natale e giù tutti a lamentarsi.
- Sceglierò
gli oc. Scusate ma non ci casco più :)
- E
oh,
sì:se non chiedo troppo vi pregherei di recensire tutti i
capitoli. Non potete capire il senso di abbandono che si prova quando
ci si ritrova con venti recensioni al prologo e poi, andando avanti coi
capitoli, non ce ne sono manco la metà. Lo so che siete
impegnati, io stessa lo sono in primis, perciò cerchiamo di
venirci incontro a vicenda, uh?
Aria says yes
to:
- Oc
originali;
- Oc
coerenti con la loro nazionalità;
-
Recensioni che non siano il sunto del sunto del sunto- avete
capito;
- Qualsiasi
tipo di relazione;
- Fidanzati
di ie (non Genda, Kidou e Tachimukai, plss).
Aria says no
to:
- Mary
Sue/Gary Stu (ormai ho imparato l’antifona, gente);
- Oc non
coerenti (obv);
- Oc
inviati senza la mia autorizzazione tramite risposta alle recensioni;
-
Oc partecipanti alla mia vecchia long (N.B.:per
“oc”
intendo i personaggi inseriti all’interno della storia, non i
loro proprietari, ergo potete partecipare ma con personaggi nuovi da cima a fondo,
chiaro?);
- Fidanzati
di GO/CS/Galaxy –ciao, sono Capitan Ovvio.
Ordunque, senza
ulteriori indugi,
m’appropinquo a consegnarvi ciò che tutti voi
attendevate
trepidanti … detto con altre parole, sotto trovate
la
scheda oc.
Nome:
Cognome:
Età (min
16 – max 19):
Nazionalità:
Aspetto fisico:
Carattere:
Paure/debolezze:
Interesse romantico
(facoltativo):
Epoca storica nella quale
preferisce viaggiare:
Come avete
“trovato” l’orologio
(ereditato dalla vostra famiglia, trovato in una vecchia bancarella,
v’è piovuto dal cielo … siate
creativi!):
Altro (se avete
altro da aggiungere e non avete trovato posto nei punti precedenti):
Basta, la chiudo qui,
più che un capitolo questo è un papiro egizio.
Vi attendo numerosi!
A presto (spero)
Aria~
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