Illegal Love

di LiliFantasy
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// CAPITOLO ANCORA NON REVISIONATO \\






CAPITOLO 12

UNA MACCHIA SULLA PELLE



Non potevo crederci...quel...farabutto!
Castiel poggiò le sue labbra sul mio orecchio, facendomi rabbrividire -Angel...volevo dirti...non ho finito di preparare la cena- concluse staccandosi da me.
Mi sentii avvampare di rabbia. Raddrizzai la schiena, stringendo con forza il passamano della scala dietro di me.
Come si permetteva quel bastardo di trattarmi in quella maniera??
Visto e considerato, poi, il fatto che stava per farmi ricadere nel peccato e nella tentazione, nel vero senso della parola.
Lui, però, non sapeva quale rischio correvo se quei tre centimetri che separavano le nostre labbra si fossero azzerati all’istante. Non sapeva cosa avrei subito, quali punizioni avrei dovuto sopportare per colpa di un’incosciente reazione da parte mia.
No, non lo sapeva. Nessun mortale avrebbe dovuto sapere niente. Nessun mortale avrebbe neanche dovuto sospettare qualcosa.
Scrollai la testa, scacciando quei pensieri che stavano solo ritardando la mia risposta. La risposta che avrei dato a quell’essere pieno di orgoglio e di mistero, così vulnerabile a ciò, a chi, sarebbe giunto prima o poi.
Perché sarebbe arrivato il momento di difendere il ragazzo da quella capigliatura rosso fuoco, che in quel momento stava rovinando alcuni dei miei preziosi minuti.
Però, il momento in cui avrei dovuto mettere in pratica ciò che gli Arcangeli mi avevano incaricata di fare, non era ancora giunto; e ciò voleva significare che in quel momento la parte del difensore ancora non mi spettava...
Mi voltai verso di lui, fissandolo intensamente, come a volergli leggere l’anima. Quel mio sguardo però, a differenza delle altre volte, non era finalizzato a leggergli dentro.
Il mio viso, la mia espressione, esprimevano rabbia. Soltanto rabbia.
Rabbia per lui, quello che non era successo e ciò che sarebbe potuto succedere. Niente di me era dolcezza.
Il mio sguardo tagliente lo trapassò da parte a parte. Lo sentivo.
Sentivo il suo stupore verso ciò che esprimevo senza l’uso di parole. Sentivo il suo senso di colpa. Sentivo la tristezza che si impadroniva di lui, e l’ansia che lo circondava.
Io sentivo tutto.
Ma nonostante ciò che vedevo nei suoi occhi, le sensazioni che provavamo entrambi, non smisi mai un attimo di chiedermi se io, in quel momento, sarei stata ferma senza reagire.
In effetti, la domanda sorge spontanea...
Io mi sarei scansata davvero da lui nell’attimo in cui i miei voti di castità verso il genere umano sarebbero morti?
Avrei obbedito a ciò a cui non mi era concesso disobbedire?
Io ero un angelo...lui un mortale...cosa mi aspettavo sarebbe successo?? Che sarebbe nata una grande ma illegale storia d’amore? Angel...esci dal mondo dei sogni.
Intanto la mia rabbia verso quel ragazzo cresceva...e la domanda che continuavo a pormi era sempre la stessa: avrei veramente rinunciato a tutti i miei principi di vita per lui??
Avrei tanto voluto che la risposta di Eddy (la mia coscienza) fosse un secco “NO”...ma purtroppo non sono un’ipocrita...ed Eddy neanche.
Sì...in realtà lo avrei baciato.
Ma il problema era che quelle labbra mi attiravano come magneti. Erano come una porta chiusa con su scritto “ATTENZIONE! PERICOLO DI MORTE CERTA. NON APRITE LA PORTA SE NON VOLETE PERIRE DOLOROSAMENTE!!” ...insomma...come si fa a non aprirla??
Sollevai lo sguardo che, persa nei miei pensieri, avevo inconsciamente spostato dal viso quasi mortificato del rosso al tappeto, senza dire una parola.
Mi avvicinai sempre silenziosamente al ragazzo e, fissandolo ancora una volta dritto negli occhi, gli tirai uno schiaffo.
Il suono rimbombò sulle pareti, propagandosi nell’ambiente come lo scoppio di un tuono, solo più acuto.
Non era uno schiaffo leggero, ma bensì uno di quelli che lasciano il segno. Uno di quelli che dipingono il viso di quel leggero rosso, lo stesso rosso che in quel momento stava disegnando sulla sua guancia i tratti della mia mano.
Stessa mano che ora si era adagiata al mio fianco, compiaciuta dell’aver svolto il suo compito.
Spostai la mia concentrazione dai suoi occhi grigi che mi fissavano sbigottiti alla sua guancia.
-Rossa- sussurrai, continuando a guardare quella macchia che decorava il suo bel viso con delle sfumature color carminio.
Lui doveva capire una volta per tutte che a giocare con i sentimenti della gente ci rimedi solo ceffoni.
Dopo qualche secondo fece per parlare, ma lo interruppi prontamente -E sappi che non me ne andrò. La cena la preparo io- detto questo girai i tacchi e scesi con passo svelto dalle scale.
Mi avviai verso il salone ed entrai in cucina.
Mi guardai velocemente attorno, giusto il tempo di capire ciò che avrei dovuto fare in quel momento.
Così, buttai nel secchio la pasta (che in quel momento sembrava più il vomito di un gigante ubriaco che pasta), il basilico sminuzzato sparso a terra e i pinoli, che facevano compagnia al basilico sul pavimento.
Mentre stavo mettendo l’acqua sul fuoco, sentii Castiel scendere dalle scale e sedersi sul divano in salotto.
Lo ignorai completamente, concentrandomi sull’acqua che borbogliava placidamente.
-Se la guardi non bolle mai- sussurrai spostandomi di lato, per appoggiare la schiena al muro. Chiusi gli occhi, cercando di rendere l’attesa più piacevole.
Cosa del tutto impossibile se si ha il Signore che ti sussurra nella testa...
“E cosa vuol dire?”
Sospirai -E’ una specie di detto che ho sentito dire da alcuni mortali: se fissi l’acqua messa a bollire...non bolle- risposi prendendo un elastico dalla tasca dei pantaloni per legarmi i capelli.
“Dici che è una specie di...stregoneria??”
-Beh...non lo so...non l’ho mai capito- dissi con palese indifferenza.
Una volta fattami una semplice coda alta, volsi lo sguardo alla pentola, accorgendomi con gioia che alcune bolle avevano cominciato a formarsi sulla superficie dell’acqua.
Sorrisi.

POV CASTIEL
Mi ero sdraiato sul divano, tentando di non pensare a quello che avevo detto ad Angel...
E pensare che avevo fatto tutta quella scenata solo per mascherare la mia voglia di...beh, sì, avete capito...
Ad un tratto la sentii esultare di gioia -STREGONERIA O NO, L’ACQUA BOLLE!!-
Mi venne da sorridere per la sua ingenuità. Sembrava come se provenisse da un altro mondo, diverso dal nostro...era sempre impressionata da tutto...
 Affetta da una perenne allegria.
Come si fa a non volerle bene? Anche ad uno come me, un carisma ed un entusiasma del genere non passano inosservati...
Beh...neanche a tutti gli altri ragazzi del liceo, in effetti, non passati inosservati...
Quel pensiero mi bloccò completamente. Ogni singolo muscolo si rifiutava di muoversi.
La mia mascella si contrasse in una specie di strano ringhio. Ero come posseduto da qualcosa che mi impediva di pensare a nient’altro che alla ragazza che ha ribaltato la mia esistenza. Sotto tutti i punti di vista.
Scrollai la testa.
Perché quei capelli corvini dovevano essere sempre così spendenti e profumati??
Perché i suoi sorrisi dovevano essere così belli?? E suoi denti così stramaledettamente bianchi e perfetti??
Angel era la ragazza più bella della scuola. Lo sapevano tutti.
Tutti si erano accorti fin da subito di lei...chi non l’avrebbe notato? Forse io, povero idiota?
Ma certo che no...come poteva un cervello come il mio, realizzare che la ragazza che mi trovavo stranamente sempre intorno, poteva essere così...perfetta??
Ma io non potevo...no...non dovevo assolutamente continuare a pensare a lei. Non potevo continuare a penare su pensieri che prepotentemente si impadronivano della mia mente.
Una sfilza di nomi mi si materializzò davanti agli occhi. Nomi di ragazzi. Ragazzi che, prima di me, avevano adocchiato Angel...
Afferrai con forza il cuscino sopra al quale prima era appoggiata la mia testa, immaginando come avrei pestato il Rompipalle Galattico (soprannominato Nathaniel).
I motivi erano tanti per il quale in quel momento volevo vedere la faccia di quel biondino piena di lividi neri.
Motivi che mi costringevano a desiderare di riempire le mie mani del mio e del suo sangue, di evitare di soffermarmi sul dolore che avrebbe invaso le mie nocche chiuse a pungo, di concentrarmi invece sul mio odio per lui.
Angel non sarebbe mai stata sua.
Quel pensiero mi trapassò la mente. Non sapevo da dove era uscito fuori, anche perché lei non aveva passato molto tempo con il delegato...

Ma era ugualmente nato dalla mia mente accecata da una ingiustificata rabbia verso colui che una volta chiamavo “migliore amico”.
Mi voltai nervosamente da una parte all’altra, guadagnandoci solo una spiacevole caduta a terra.
-AHIA!!- esclamai appena dopo lo schianto.
Si sentì un rumore di pentole sbattevano tra loro, probabilmente opera di Angel, che presa dallo spavento le aveva lasciate rovinare sul pavimento.
Ignorando gli oggetti caduti a terra, lei si precipitò sul posto controllando se stessi bene.
Mi aiutò a rimettermi seduto sul divano.
Si sistemò al mio fianco e, per qualche strano motivo, mi adagiò una mano sopra la schiena mormorando qualcosa in una lingua che non capivo.
A quello strano quanto inaspettato contatto mi sentii infiammare le guance, e mi voltai di lato per evitare che notasse questo particolare.
Castiel che arrossisce.
Immediatamente, un tepore partì dal suo palmo e si irradiò per tutta la mia schiena, fino alle spalle.
-Non fare domande- sussurrò dopo aver tolto la mano dalla mia schiena.
Mi mossi leggermente, a disagio. Stranamente non percepivo alcun dolore...
-Ma come...- mi venne spontaneo dire.
Lei, per tutta risposta, sbuffò -Non fare domande- replicò alzandosi in piedi.
Mi fece appoggiare al suo collo, per tirarmi su.
Appoggiai la mano alla sua nuca e, nel momento stesso in cui la toccai, una scarica elettrica mi attraversò.
Per un secondo rimasi paralizzato da una sensazione, stranamente proveniente dal mio petto, poi mi voltai verso di lei.
...E rimasi bloccato ancora una volta...
Era una visione celestiale..
I capelli corvini erano tirati indietro e fermati da un elastico rosso, a formare una perfetta coda alta.
Aveva indossato una delle mie tovaglie a mo’ di grembiule per cucinare e, strano ma vero, le metteva in risalto le curve.
Era una perfetta cuoca, ma molto, molto sexy.
Sentii come un coro di angeli cantare.
Tutto era a rallentatore.
Mi sentii come se tutto fosse più bello e meraviglioso, come se il mondo potesse cambiare in bene, come se le mie speranze non fossero ancora perdute...
Mi sembrò di stare per svenire...

POV ANGEL
Castiel mi guardava a bocca aperta, poi, ad un tratto, chiuse gli occhi e si lasciò cadere all’indietro.
Mi si gelò il sangue nelle vene -Oh no! Effetto Angelo no...Effetto Angelo no!
Presi a caso una rivista dal tavolino davanti al divano e cominciai a sventolargliela davanti alla faccia...
-Svegliati!...Effetto angelo noooo...ti prego, non adesso!- sospirai seccata -Coglie le persone sempre nel momento meno opportuno...uffa-
Gonfiai le guance e misi il broncio.
“Hey, che stai facendo??”
-Sto mettendo il broncio-
“E il tuo protetto cosa sta facendo?”
-Oh, niente...sta solo giocando a chi muore prima...SECONDO TE???”
“Calmati!...mhm...indigestione di crostacei?”
Sospirai -No-
“L’hanno preso a broccolate in faccia?”
-No-
“Allora...oh, non mi dire che...”
Sorrisi compiaciuta -Esatto!-
“...LA MALEFICA TAZZA DEL BAGNO E’ TORNATA??? SI SALVI CHI PUOOOO’!!!”
Mi diedi uno schiaffo sulla fronte -No, idiota!-
“Beh...quelle erano le ipotesi più probabili mia cara”
Alzai gli occhi al cielo -Ti dice niente “Effetto-Angelo”??-
“Ahhhh...questo spiega tutto...ma nessuno ci sarebbe mai potuto arrivare”
-Un idiota come te sicuramente no...-
“PORTA RISPETTO, ANGELO INSIGNIFICANTE!!”
Ridacchiai -E adesso come faccio a rianimarlo??-
“Beh, devi comunque stare più attenta a non mostrare il simbolo angelico a nessun mortale...”
Automaticamente mi portai una mano alla nuca.
I simboli angelici sono come dei tatuaggi, dei marchi che le creature angeliche sono costrette a farsi quando salgono di rango, diventando “Angeli”.
Sono come dei tesserini, dei passe-partout, dei lascia-passare per il Paradiso...e in particolare per un luogo segreto di quest’ultimo...ma non ne posso parlare...fa parte dei segreti angelici e deve rimanere TOP-SECRET.
“Beh...è comunque solo svenuto”
-Mhm...è strano che sia solo svenuto...i mortali muoiono se toccano i “tatuaggi” degli angeli...- borbottai.
D’un tratto mi ricordai del colloquio che avevo fatto con gli Arcangeli snob...
-Ah, sì è vero...Castiel è il-
“STUPIDA!”
-Che cavolo vuoi??”
“Se lo dici davanti a tutti, Loro ti sentiranno, idiota!”
-Davanti a tutti??-
“Bah, a volte sei proprio deficiente! Che se sai se qui intorno ci sia qualche presenza maligna pronta a riferire tutto a Lui??”
-Ahhh...sì, in effetti non ci avevo pensato-
“Poverina...”
-Fai del sarcasmo??- esclamai irritata.
“Sì, qualche problema??”
Sbuffai -BASTA! Ricordiamoci che qui davanti a noi c’è il mio protetto mezzo morto!-
“Svenuto, non mezzo morto”
-Fa lo stesso...-
“In ogni caso, non sembri particolarmente contenta che non sia morto...”
-Se fosse morto, lo avrei resuscitato...quello non è un problema per me-
Annuì “Allora...come pensi di fare per svegliarlo?”
Scrollai la testa -Non lo so!- gridai agitata.
“Hey hey...calma piccola...fammi pensare...”
-Se togli la parola “piccola”, quella frase non ha comunque lo stesso significato??-
“Beh sì...”
-E ALLORA TOGLILA!-
“Ciò che è detto, è detto...piccola”
Ringhiai -Pensa a qualcosa! Almeno quello lo sai fare, no?-
“Ripeto...PORTA RISPETTO!”
Mi guardai intorno freneticamente.
Mi inginocchiai accanto a lui, cercando di pensare a qualcosa.
“Si può sempre provare la respirazione bocca a bocca...”
Mi bloccai e sgranai gli occhi -COSA???-
“La respirazione bocca a bocca”
-Ma...non posso baciare un comune mortale! E’ contro le regole-
“Poco fa non mi sembravi tanto dispiaciuta di baciarlo”
Mi incupii -Non ne voglio parlare-
“Oh beh...ehm...” si mosse a disagio, consapevole di aver toccato un argomento delicato “La rianimazione bocca a bocca non è un vero e proprio bacio” rise nervosamente “Se ti dico io di farlo, va bene...”
-Non posso- dissi alzandomi e accucciandomi su di lui.
“ANGEL! IL RAGAZZO DAVANTI A TE E’ IL TUO PROTETTO. HAI IL DOVERE DI PROTEGGERLO, SE NON VUOI ESSERE ESPULSA DALL’ORDINE DEGLI ANGELI PROTETTORI!” tuonò il Signore.
Sobbalzai spaventata.
“O lo rianimi, o l’espulsione è assicurata”
Mi avvicinai a lui lentamente. Quando i nostri nasi arrivarono a sfiorarsi, un brivido percorse la mia schiena.
Chiusi gli occhi e poggiai le mie labbra sulle sue. Erano morbide.
Soffiai nella sua bocca dell’aria magica e, tempo tre secondi, si svegliò.
Mugugnò stupito e cercò di scansarsi, come se credesse che tutto quello era un sogno da cui si poteva svegliare ma, con tutta la mia sorpresa, dopo un po’ chiuse anche lui gli occhi e mi strinse a sé, scambiando la mia innocua rianimazione fosse qualcos’altro.
La sua lingua trovò facilmente un ingresso tra le mie labbra.
Forse perché ero talmente sorpresa dalle emozioni che provavo, da non riuscire a reagire...
...o forse perché, in fondo, non volevo reagire.
Ma ormai l’innocua rianimazione bocca a bocca si era trasformata in qualcos’altro.
Qualcosa di meraviglioso.
Sentii un lamento provenire dalla mia testa...
“Angel!!...Ok, fingerò di non aver visto nulla se ora tu ti stacchi da lui!”
Chiusi gli occhi, lasciandomi andare a quella passione, a quelle braccia che mi stringevano la vita e a quelle mani che mi accarezzavano i capelli.
Ero in paradiso...ma quello non era il Paradiso che conoscevo...un altro genere di sensazioni mi avvolsero come in un bozzolo. Lui aveva un buon sapore, uno strano sapore di tabacco mi riempì le papille gustative. Mi piaceva.
Sentii come se tutto quello che avevo desiderato si fosse realizzato all’istante.
“Angel, mi dispiace. Sono cosciente del fatto che sono stato proprio io, inconsapevolmente, a creare questa situazione...ma tutto questo è illegale”
Ignorai quella potente voce che mi tuonava nel cervello. Allungai le braccia verso il suo viso e i suoi capelli, che strinsi tra le mie mani. Erano morbidi. Molto morbidi...
Troppo morbidi...
“Sappi che prenderò provvedimenti”
Castiel mi strinse con più vigore, accarezzandomi il viso. Delle scariche elettriche mi attraversavano la spina dorsale ad ogni sua carezza, ad ogni suo tocco.
Ero completamente rapita, da lui, dalle sue morbide e carnose labbra e dalle sua mani che vagavano sul mio corpo instancabili, senza sosta.
Io giocherellavo con una ciocca dei suoi capelli con una mano e con un lembo della sua maglietta con l’altra.
Poi cominciai ad accarezzargli il petto.
Le nostre lingue ballavano, staccandosi e incontrandosi continuamente.
Le sue mani mi raggiunsero le gambe, sfortunatamente coperte solo da un paio di pantaloncini di jeans striminziti, e mi prese in braccio.
Non volevo soffermarmi sul significato di quel gesto poco ambiguo e continuai a baciarlo, fino a che non sentii il respiro mancarmi e la forza abbandonare i miei polmoni. Avevo bisogno di prendere aria.
Mi staccai da lui, ansimando e cercando di riempire di nuovo gli organi respiratori completamente sgonfi.
Castiel fece lo stesso e, quando fummo di nuovo in grado di parlare, mi strinse ancora a lui, portandomi davanti alle scale e cominciando a salirle.
-Come fai ad essere così leggera??- chiese stupito, con una voce roca che mi fece girare la testa.
Stava andando nella sua camera da letto e io non riuscivo a muovere un muscolo.
Ero completamente sotto il suo controllo, ma sapevo dove voleva andare a parare con quel gesto.
Non potevo permettergli di farlo...
Io non avevo il diritto di fargli credere di essere una normale ragazza che poteva baciare chi le pare e piace.
-Cass- sussurrai. Ma lui non mi ascoltava. Era come sordo alle mie parole, ai miei inutili avvertimenti. Nulla. Nel suo cervello in quel momento c’era il nulla.
Aprì la porta e si tolse la maglietta. Poi la richiuse dietro di sé quasi frettolosamente, urtando però contro un mobile.
Subito dopo si sentì il rumore sordo di qualcosa che cade. Socchiusi gli occhi, cercando di vedere meglio in quella stanza buia e identificare ciò che aveva provocato quel rumore.
Era una cesta di aggeggi, probabilmente cavi per la sua chitarra elettrica.
Ma lui, ancora sordo al mondo circostante e alle cose che succedevano attorno a lui, non badò al macello che aveva creato.
Superò il mucchio di cavi elettrici e mi appoggiò delicatamente sul letto.
Dopodiché ricominciò a baciarmi, sistemandosi sopra di me.
In un primo momento gli cedetti, rispondendo ad ogni suo bacio senza esitare, poi, quando riuscii a riprendere il controllo di me stessa e della mia mente sopraffatta evidentemente da qualche strano bisogno fisico, lo bloccai.
-Castiel-

POV CASTIEL
Lei mi bloccò e io corrugai le sopracciglia, palesemente sorpreso.
-Che c’è?- chiesi perplesso.
Lei si guardò intorno imbarazzata -N-niente...- le sue guance si tinsero di un lieve rosso.
“Che avrò fatto di sbagliato??” pensai cercando di riprendere un minimo di contegno.
Poi, ad un tratto, mi venne una possibile spiegazione in mente e ciò che avevo pensato mi fece stranamente sorridere -Non mi dire che è la tua prima volta...-
Angel si girò di scatto verso di me, arrossendo violentemente -N-no! Non è p-per quello...- esclamò agitando nervosamente le mani.
-E allora cos’hai? Ti senti male???- chiesi tirandola su, per aiutarla a rimettersi seduta.
-No...sto bene...è solo che...- vagò incerta con lo sguardo dal mio viso, fino al mio petto, probabilmente pensando a cosa rispondermi, ma, giunta nella zona dello sterno, vide qualcosa che la paralizzò completamente.
Sgranò gli occhi e mi strinse le braccia con le mani, quasi a voler conficcare le unghie nella mia carne. Ma ignorai il dolore, concentrandomi sulla sua espressione.
-Angel...- sussurrai spaventato.
Dire che ero preoccupato era dire poco...lei aveva un’espressione strana sul viso. Sembrava terrorizzata, atterrita.
In quel momento era come se ci fosse qualcuno nel mio cuore a controllare la mia preoccupazione, giocando a flipper.
Ogni volta che mi preoccupavo, lui faceva un punto...
-Hey...- lei non si muoveva -Angel...mi stai facendo preoccupare!-
Sgranò maggiormente gli occhi (per quanto possibile) e una lacrima le rigò il viso.
In quel momento, il tizio del flipper avrà fatto 1500 punti.
La presi per le spalle, cominciando a scuoterla -ANGEL!! COS’HAI?? PERCHÉ PIANGI???-
Lei indicò il mio petto e io portai velocemente lo sguardo su di esso, notando una macchia.
Una strana macchia...
La stessa strana macchia che avevo scoperto qualche giorno prima mentre mi facevo la doccia...
Una macchia a forma di croce capovolta.
La sentii singhiozzare e io mi voltai verso di lei, non capendo il perché di quelle lacrime.
Che cosa avevo fatto di sbagliato??
-Castiel- altre lacrime le rigarono le guance -Cas, mi dispiace- disse riprendendo a muoversi, per poi buttarsi su di me abbracciandomi.
-Angel, ma cos- ma lei mi interruppe, stringendosi a me e appoggiando la testa sul mio petto.
Una mano si allungò per accarezzare il mio petto, come a voler togliere quello strano segno, prima lievemente e poi quasi a voler graffiare via la macchia.
Poi, come allo stremo delle forze, si abbandonò tra le mie braccia debolmente e scoppiò a piangere -M-mi dispiace- sussurrò tra i singhiozzi.
Perché le dispiaceva?? Perché in quel momento la mia Angel stava piangendo???
Non capivo più niente, ma il vederla piangere era una tortura straziante anche per un menefreghista come me...io dovevo proteggere quella piccolina, non farla star male.
Dopo un attimo di esitazione, ricambiai il suo gesto, stringendola forte tra le mie braccia, senza fare domande.

 


*ANGOLO DELLA SCRITTRICE PAZZA*
Heilaaa'!!!
Ma come stiamo, belle ragazze???
Bene? male? So and so?
Io bene (sempre e comunque scuola esclusa)...
Allora, codesto è il nuovo capitolo..trattatelo bene, è il mio tesoro (?)
So che tutto quello che si è creato è solo e solamente colpa del Signore. Se non evesse costretto Angel a baciare Castiel, lei non avrebbe visto il segno sul petto del nostro rosso preferito e non starebbe piangendo...beh, che ci volete fare? Io sono pazza, e con i pazzi non si ragiona. Bing boing (?)
Il prossimo capitolo sarà una sfida per me: è da mesi che ho immaginato e ho elaborato tutto quello che scriverò prossimamente, per cui devo avere la premura di mettere per iscritto tutti i particolari che ha ideato la mia mente...
Però, in compenso, posso tirare un sospiro di sollievo...volevo far "avvicinare" Castiel e Angel il più lentamente e morbidamente possibile e spero di essereci riuscita...
Detto questo vi saluto, spedendovi per posta tanti abbraccioni e baciotti!
Grazie a tutti, lettori miei!!! non sapete quanto mi rendete felice con le vostre recensioni! (ma grazie anche ai lettori silenziosi eh)

*se ne va, saltellando come una lepre, tra colline di caramelle e cespugli di zucchero filato*





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