Sherlock Holmes e il Testimone Scomparso

di Evola Who
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Sherlock alzò gli occhi al cielo dicendo: “Comunque… dopo che ha fatto?”

“Beh… all’ inizio ho pianto per la disperazione, poi sono andata dietro al vicolo e ho chiamato la polizia dicendo che ero una persona del posto. Cosi mi sono nascosta per tutto il tempo ma poi siete arrivati voi.. e eccoci qui.” Spiegò in breve Eva.

“Ma perché quando non hai chiamato la polizia non hai raccontato tutto quello che è successo?” chiese John confuso.

“Beh… perché avevo un motivo per non farlo ma… è una cosa personale.”

“Devi dircela. Per quale motivo hai deciso di non raccontare subito la sua testimonianza?” chiese Sherlock con tono fredo.

Lei sopirò e disse:

“Se io avessi subito testimoniato che cosa sarebbe successo a me? Mi riportavano in Italia, visto che sono una ragazzina minorenne straniera, dove avrei dovuto raccontare tutto a miei genitori e dove la prossima volta che mi faranno uscire sarà dopo i 40 anni? oppure mi avrebbero spedita in una di quelle ‘case studenti’ dove tutti sono più intelligenti di me e io ovviamente non potevo dire a nessuno il perché ero li e dove mi avrebbero subito esiliata? No… come scelte non erano delle migliori…”

“E che cosa avresti fatto? Non testimoniare e nascondendoti per tre mesi?” chiese Sherlock.

“Non ho detto questo! In quel momento avevo mille pensieri in testa e non sapevo che cosa fare! Ovviamente volevo testimoniare ma… poi? Che cosa sarebbe successo a me? Ora capisce perché è una cosa personale?”

“Beh… un po’ egoistico da parte tua.” Disse lui facendo spallucce.

John e Eva rimasero sorpresi da quella frase.

“Sherlock!” lo rimproverò subito il dottore.

Ma il detective si giustificò: “Andiamo John! Non poteva testimoniare contro l’assassino del suo amico e ex professore di sostegno perché non sapeva che cosa avrebbe fatto la polizia di lei? È un po’ da egoisti.”
 
“Senta! Avrei detto che volevo testimoniare! Ma ero scotto shock e non sapevo che cosa sarebbe successo di me quindi…” spiegò lei con voce un po’ irritata, ma John la interruppe dicendo con tono calmo:
 
“Lascia perdere. Se parli di queste cose con lui sprechi solo fiato.”
Eva sopirò e si calmò.

“Ma… se questo è il suo più grande problema, avrei una proposta.”
John e Eva lo fisarono dubbiosi.

“Che tipo di proposta?”

“Se mi aiuterai con le indagini puoi restare qui.” Disse lui alzandosi dalla poltrona e fermandosi davanti a lei con tono normale.

“Che cosa?” chiese Eva sorpresa.

“Che cosa?!” aggiunse John sorpreso.

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Note:
Salve! Come va?
So che il capitolo è breve ma
spero che sia stato inteso per voi e
sperando che vi sia piacuta!
Fate una recesione e... alla prosima!
Ciao!
Evola





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