Saint-Romain project

di Grimilde Deveraux
(/viewuser.php?uid=847303)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Image and video hosting by TinyPic

Albany, 1985 orfanotrofio Saint-Romain

<< Ciao, io mi chiamo Keath, tu come ti chiami? >> la bambina guardò la sua simile che indossava un delizioso vestitino rosso e un grande fiocco dello stesso colore in testa:<< Io… >> << Devi avere un nome, tutti hanno un nome >> la bambina sorrise appena rassicurata dal tono allegro della ragazzina:<< Talia, mi chiamo Talia >> Keath sorrise:<< È un bel nome >> poi voltandosi verso un punto indistinto sotto al porticato dell’orfanotrofio aggiunse felice:<< Papà, ti prego posso… >> un uomo alto e scuro scese i gradini del portico avvicinandosi alle due bambine:<< Che cosa c’è dushka? >> lei sorrise al padre facendogli gli occhi dolci:<< Lei è Talia…avevi detto che avevi bisogno di qualcuno che mi facesse compagnia… >> lui guardò Talia con curiosità per qualche istante:<< Ciao piccola >> lei salutò con voce flebile, quell’uomo le metteva una certa soggezione, a dire il vero tutti gli adulti le mettevano soggezione da quando era stata lasciata davanti all’orfanotrofio ancora in fasce ed era stata cresciuta dalle suore del Saint-Romain.

<< Io mi chiamo Abraham Carson e lei è mia figlia >> poi stringendo la mano di Keath e porgendone una a Talia aggiunse:<< Ti va di venire a casa con noi? >> << A casa vostra? Per il pomeriggio signore? >> domandò Talia con timore:<< No a vivere! >> le rispose Keath con allegria, Abraham rise a sua volta baciando affettuosamente i capelli della figlia:<< Sì, Keath ha ragione, vuoi venire a vivere con noi? >> Talia restò immobile per un attimo, di solito le famiglie o le coppie che si recavano all’orfanotrofio erano alla ricerca di bambini piccoli dai visi rotondi e paffuti, deliziosi neonati da coccolare e viziare…nessuno si sarebbe mai interessato a lei ora che era troppo grande; sei anni erano troppi nel giro delle adozioni e la madre superiora glielo aveva ripetuto più volte:<< Allora piccola, ti piacerebbe? >> ancora timorosa Talia alzò gli occhi sull’uomo che la guardò con i suoi penetranti occhi azzurri per poi rispondere piano:<< Perché io? Ci sono tanti neonati che… >> << Io con un neonato non ci posso giocare, io voglio un’amica >> rispose Keath saccente guardando il padre come a volergli dire di sbrigarsi così Abraham sorrise alzandosi in piedi:<< Vado a parlare con madre Lidia, voi intanto preparate le valige di Talia va bene >> Keath annuì sorridendo alla sua nuova amica.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3325353