Of Kids and Motherly Love

di DelilahAndTheUnderdogs
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Of Kids and Motherly Love

Una volta aveva visto sua nipote correre libera per i prati e arrampicarsi sugli alberi: non aveva nulla in comune con Andromeda e nemmeno da quel babbanastro sciattone di Ted Tonks - in generale, non sembrava umana: almeno, non ai suoi occhi.
Era brutta, aveva il naso storto e le occhiaie pesanti.
Non doveva avere meno di dieci anni.
“Attenta, Dora!” l’urlo di Andromeda fu potente.
“Ma … mamma! Mi sto divertendo!”
“Signorina, scendi da quell’albero!”
“No! Non voglio!” le fece la linguaccia.
“Ninfadora!” ribatté indignata la madre.
Narcissa, dal suo nascondiglio, ebbe un sussulto: quella bastarda aveva un nome purosangue – Andromeda, che cavolo hai fatto? Un nome così regale a un mostro simile? Perché Dromeda, perché?
“Hai dieci anni, non comportarti come una bambina!”
“Ma non succederà niente, te lo prometto” il sorriso di quella ragazzina era orribile, i denti davanti troppo sporgenti.
La donna si diresse alla veranda e si sedette sulla sedia a dondolo, controllando quella scapestrata della figlia.
Alle volte Dora la faceva preoccupare e non poco: presto sarebbe andata a Hogwarts e chissà se avrebbe affrontato la cosa con dovuta coscienza.
Dora si stava dondolando pericolosamente e a un certo punto il ramo si spezzò, Andromeda si spaventò dicendole che cavolate del genere non dovranno più avere luogo, non ora che andrà ad Hogwarts.
Il volto di Dora si dipinse di panico e i suoi capelli cominciarono a cambiare colore rapidamente.
La abbracciò avvolgendola nelle braccia scarne e Andromeda emise un sussurro udibilissimo.
“Non è successo nulla, tesoro. Stai tranquilla. Non permetterò a nessuno di farti del male.”
 Narcissa vide quell’amore e, per quanta stizza potesse provare in quel momento, ne voleva un po’ anche lei.





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