La regina Vashti

di Ciuffettina
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Tutti erano concordi nel ritenere che la festa di re Assuero fosse qualcosa di grandioso, le portate erano sublimi, si beveva in vasi d’oro di forme svariate e il vino era abbondante.
Tuttavia per la regina Vashti, che aveva organizzato un’altra festa in un’altra ala del palazzo per le mogli degli ospiti, tutto ciò cominciava a diventare tedioso: le feste son divertenti, nessuno lo metteva in dubbio ma quando si sta per sei giorni sempre con le stesse donne a parlare sempre dei medesimi argomenti, a vedere sempre i medesimi giochi e ascoltare sempre le medesime canzoni alla fine, persino una regina, troverebbe più divertente andare in cucina ad aiutare le sguattere.

Al settimo giorno, si presentarono alla sua festa i sette eunuchi del suo sposo.
Uno di loro la esortò a indossare la sua corona e di presentarsi alla festa del re perché mostrasse “le sue bellezze” agli ospiti.
«Sono state queste le precise parole del re? Ne sei sicuro?»
«Sì, mia signora! Le sue precise parole.»
Frase apparentemente innocua ma in realtà il suo sposo la usava quando voleva che lei indossasse la sua corona e nient’altro e sfilasse davanti a lui, finché erano loro due soli, era un conto ma ora…
Furiosa gridò: «Che cosa?! Dite al re che io sono la figlia del figlio di Nabucodonosor e non una sua schiava! Lui è un bamboccio rispetto a mio padre! Mio padre avrebbe potuto bere quanto 1000 persone e non si sarebbe ubriacato, non come Assuero che è perennemente sbronzo!»
Ma che cosa era preso ad Assuero per farle una richiesta del genere? Lei era la regina, la sua sposa, non le doveva del rispetto?

Un po’ più tardi Vashti, seppe che il suo sposo, consigliato da uno dei suoi saggi, aveva emanato un editto, per il quale lei non avrebbe più potuto comparire a corte e che lui avrebbe conferito la dignità di regina a un’altra migliore di lei.
Se la trova una meglio di me! Beh in fondo meglio così!” pensò Vashti, uscendo dal palazzo con i suoi bagagli. “Queste feste senza fine avevano cominciato a farmi venire l’orticaria!

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Racconto ispirato al capitolo 1 del “Libro di Ester”.




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