Le tenebre stavano finalmente calando. Era quello che stava attendendo con impazienza: la notte. Si avvolse nel morbido mantello di lana grigia e tirò su il cappuccio. Doveva raggiungere il giardino e da li la rimessa. I corridoi della grande villa, fortunatamente, erano deserti. Il suo ospite, il senatore Thokax e la sua consorte erano a letto. Ma anche la servitù aveva terminato i suoi compiti giornalieri e si era ritirata. Le luci spente e l'assoluto silenzio rendevano quella casa enorme, ridondante di statue, quadri e tappeti, decisamente inquietante. Si mosse con circospezione cercando di evitare che i suoi passi echeggiassero sui pavimenti di marmo e potessero svegliare qualcuno. Certo l'eta era quella che era e lui non era più agile come una volt. Raggiunse l'ampio giardino. Ora , camminando sull'erba poteva accelerare il passo senza più timore di essere udito. Si strinse ancora di più nel suo mantello: l'aria era frizzante e gli dolevano le giunture. La rimessa era a 100 metri di distanza , da lì aveva buone speranze di riuscire ad andarsene.
"Maestro."
La voce alle sue spalle lo colpì come un pugno allo stomaco. Si voltò lentamente a guardare il suo allievo prediletto: Il figlio diciottenne del senatore Thokax. Il ragazzo l'aveva ascoltato con estremo interesse in quei due mesi che aveva passato ospite di suo padre. Aveva assorbito i suoi insegnamenti come una spugna e abbracciato la sua filosofia. Era davvero promettente. Ma ora non aveva tempo per i rimpianti, per pensare a come aveva potuto istruirlo e plasmarlo. Ora era tempo di andare.
"Dove vai maestro?" Chiese Tajeet curioso.
"A fare quattro passi in solitudine, ho bisogno di meditare." Mentì Spock .
I vulcaniani non mentono. Ma lui non era del tutto vulcaniano. E comunque non si trovava più su Vulcano. Era su Romulus....
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