The
Marriage Carol
La
vita
nell'aldilà non era poi così male.
Mangiavi
senza ingrassare, potevi dormire come, quanto e se volevi, potevi
stare con le persone più care. Potevi persino ritrovare la
gatta di
quando eri piccola che ancora ti aspetta facendo le fusa.
“IO
QUELLO LO PERSEGUITO FINO ALLA MORTE!!”
E
potevi
avere attacchi di collera senza che nessuno si facesse del male. Beh,
più che morto non potevi essere.
“Tesoro
respira. Ecco con calma.”
“Non
mi
serve respirare!”
La
lunga
chioma azzurra le copriva la schiena e le accarezzava le curve
coperte da un leggero abito bianco.
“Leyka
datti una calmata. Mi stai facendo saltare i nervi con questi tuoi
starnazzamenti.” Le lunghe dita curate avvolsero la fine
porcellana
della tazza colma di tè portandosela alle labbra, strette in
una
linea sottile e nervosa.
“Ma
mamma! Hai visto cosa ha osato fare quel bastardo? Se solo potessi
stringergli le mani intorno a quel collo da maiale che si
ritrova!”
Leyka McGarden non aveva perso il suo piglio nemmeno da defunta, per
la gioia del suo caro marito e per la disperazione costante di sua
madre.
Porlyusica
bevve lentamente, inarcando un sopracciglio in direzione della figlia
minore.
“Ho
visto
più che bene, ti ringrazio. Adesso sparisci, mi sono
stancata di
averti sempre intorno.”
Porlyusica
fece svolazzare una mano nella sua direzione, congedando la figlia
che se ne andò battendo i piedi e seguita dal marito.
“Certo
che potresti anche difendermi una volta ogni tanto.” Leyka
camminava con le braccia conserte.
“Lo
sai
che non mi piace discutere con tua madre. Mi terrorizza.”
Setsuna
la raggiunse con qualche lungo passo. In realtà avrebbe
potuto
tranquillamente levitare accanto a lei, ma le vecchie abitudine tipo
camminare e respirare erano dure a morire. Ahah, bella questa!
L'uomo
le passò un braccio intorno alla vita e se la strinse
addosso.
Dalla
prima volta che aveva visto quella donna, il suo cuore era impazzito.
Conoscendola era impazzito anche con il cervello, ma era un
sacrificio che aveva fatto volentieri.
“Ehi...
facciamo quella cosa che mi piace tanto?” Le
sussurrò in un
orecchio. Il volto sorridente era nascosto dai lunghi capelli blu che
gli arrivavano alle spalle.
“Ma
sei instancabile! L'abbiamo fatto nemmeno un'ora fa.” Leyka
rise
allegra alla proposta del marito. Doveva ammettere che era anche una
delle sue attività preferite.
Si
fermarono in un angolo di Paradiso che gli pareva più che
consono e
si misero seduti una sopra all'altro.
Le
gambe di Setsuna avvolgevano il corpo della moglie, proteggendolo
dalla delicata brezza che si era alzata.
Leyka
fece scorrere le dita sulla gamba di Setsuna, lentamente gli
accarezzò la coscia fino ad arrivare al ginocchio per poi
continuare
nella sua discesa.
Quando
arrivò alla caviglia staccò la mano e la fece
svolazzare di fronte
a sé.
Davanti
a lei si aprì una finestra sul Mondo. I bordi tremolanti di
quella
realtà racchiudevano la scena di una Levy intenta a fare
biscotti
insieme alle altre donne della loro vita.
Lucy
era accanto a lei che cercava di montare gli albumi a neve, Layla
stava sfornando una teglia di biscotti già pronti e Drew si
godeva
una bottiglia di birra supervisionando i lavori.
“Oh,
Setsuna guarda la nostra piccola tutta sporca di farina! Non
è
adorabile?”
“Certo,
la bravura in cucina l'ha presa tutta da te,
però.” Setsuna
distolse lo sguardo quando la figlia riuscì a far cadere
l'intera
ciotola con l'impasto.
Rimasero
per un tempo interminabile a godersi quei piccoli momenti che a loro
erano ormai preclusi.
Avrebbero
passato l'eternità a godersi la vita della loro amata
figlia. Era
cresciuta così tanto da quando erano stati costretti a
lasciarla.
Avevano vegliato su di lei, senza tuttavia riuscire ad aiutarla come
avrebbero dovuto.
Leyka
chiuse svelta il contatto quando Levy tornò a casa insieme a
Gajeel.
Aveva presto imparato che non era il caso che il suo amato marito
vedesse la loro bambina in determinati momenti.
Da
quando avevano iniziato la loro “amicizia
particolare”, come la
chiamava Setsuna, era dovuta stare molto attenta a quando e quanto
sbirciare la vita di sua figlia.
La
prima volta che Levy e Gajeel si erano spinti un po' oltre aveva
dovuto legare suo marito per impedirgli di fare qualche sciocchezza.
Setsuna
era sempre stato un tipo calmo e pacato, tutto il contrario di Leyka,
ma era diventato una bestia non appena Levy si era lasciata calare le
mutande.
Al
contrario Porlyusica aveva brindato, con la sua inseparabile tazza da
tè, al suo nipote acquisito.
C'era
da dire che, anche lassù, riuscivano a non annoiarsi mai.
“E'
Nataleeee!!” Leyka volteggiava battendo contenta le mani.
Sulla
testa aveva un cappello da Babbo Natale rosso con le bordature di
morbido pelo bianco. Il ponpon, alla fine del cappello, le picchiava
sulla schiena ad ogni passo.
“Andiamo
da tua sorella anche quest'anno?” Setsuna era impegnato ad
addobbare un albero fatto di bianche nuvole con delle palline
colorate.
“Dille
che deve mangiare di più. Non ho intenzione di vederla
arrivare qui
perché si dimentica del pranzo.” Porlyusica,
seduta sulla sua
sedia dava indicazioni al genero su come addobbare l'albero.
“Mhmm,
no. Quest'anno è bene che stia tranquilla. E poi non
è da sola.”
Leyka prese una delle decorazioni dell'albero e se la portò
davanti
agli occhi.
All'interno
del vetro colorato prese vita un ricordo di lei e Levy abbracciate
sul letto con un libro a far loro compagnia.
“Ho
qualcosa di più divertente in mente.” Appese la
pallina in un ramo
ancora vuoto e sorrise sadica all'indirizzo della madre.
“Portagli
anche i miei saluti.”
La
prigione di Magnolia era un luogo grigio.
Pareti
grige, pavimenti grigi, coperte grige, tutto grigio. Anche i capelli
di Jude avevano iniziato a ingrigire senza l'assistenza settimanale
del suo fidato barbiere.
La
cena di Natale che si era tenuta nella prigione era stata scandita da
musiche e canzoni gracchiate dall'altoparlante della mensa.
La
maggior parte dei detenuti si era già ritirato nella propria
cella
per godersi le lettere dei familiari e i pochi regali che avevano
passato il controllo delle guardie.
Jude
Heartfilia era uno di quelli che non aveva ricevuto niente. Niente
cartoline di auguri, niente telefonata, niente regali.
Una
cosa però stava per ricevere. Inaspettata e scintillante
come
l'apparizione di un angelo.
“Certo
che il karma è proprio uno stronzo, vero
cognatino?”
Jude,
steso sul letto sotto alle coperte, per poco non cadde con il culo a
terra.
Seduta
in fondo al materasso, con un attillato abitino da Babbo Natale, se
ne stava la sua defunta cognata. Le gambe erano accavallate e uno dei
piedini fasciati da degli stiletti rossi oscillava a ritmo dei canti
di Natale che ancora viaggiavano per i corridoi della prigione.
“Non
mi ero reso conto di stare già dormendo.” Con una
calma che non
aveva, Jude cercò di ricomporsi.
Come
era possibile che Leyka fosse li davanti a lui? Sicuramente era un
incubo dovuto alla sbobba che spacciavano per cibo alla mensa.
“Oh,
ma tu non stai dormendo.” Leyka si alzò in piedi,
ben attenta a
non toccare il pavimento con i piedi. Se ne stava davanti a lui,
levitando a qualche centimetro da terra.
“Sì,
certo.” Jude si diede un pizzicotto forte sul braccio, ma
tutto
quello che riuscì ad ottenere fu solo un po' di dolore.
Alzò
lo sguardo verso di lei. Il viso tirato da un'espressione nervosa.
“Cos'è
uno scherzo? Una di quelle cose dei tre spiriti che appaiono la notte
di Natale e fanno rivivere passato, presente e futuro?”
“Non
sei mai stato normale, ma ora stai esagerando. Sono solo un fantasma,
mica un mago!” Leyka gli si avvicinò con le mani
ancorate alla
morbida curva dei fianchi.
“Se
potessi tornare nel passato non credi che avrei fatto qualcosa per
cambiare le cose? Tipo farti cadere dalle scale non appena fosse nata
Lucy?” Jude si ritirò a sedere sul letto, le gambe
raccolte al
petto e le mani ad arpionare la ruvida coperta su cui era seduto.
“E
allora cosa vuoi?”
“Non
è evidente? Volevo perseguitarti un po'!” Leyka
gli sorrise
contenta.
“Non
sarai di certo tu a rendere questo periodo peggiore.”
“Scommettiamo?”
La donna strinse i denti e gli si avventò contro. La mani
guantata
di rosso si strinse contro il collo dell'uomo.
La
testa di Jude sbatté violentemente contro la parete e un
urlò
strozzato gli si incastrò in bocca.
“Sciocco.
Sono un fantasma, non posso toccarti.” La mano di Leyka aveva
oltrepassato la gola dell'uomo ed ora se ne stava comodamente
appoggiata al muro dietro la sua nuca.
“C'è
qualcosa di meglio che posso fare. Molta soddisfazione per me e
molto, spero troppo, dolore e rimorso per te.” Leyka strinse
il
pugno ancora conficcato in Jude e si concentrò.
Tirò
forte verso di se, finché l'uomo non la seguì nel
mezzo della
stanza.
“Che
diamine stai facendo? Non avevi appena detto di non potermi
toccare?”
Jude cercò di colpire la mano che gli teneva il bavero
dell'uniforme, ma questa passò attraverso.
“Non
posso toccare il tuo corpo, ma il tuo spirito si. Sorpresa! Sei
morto.”
Leyka
lo fissò come un gatto fissa il topo ormai stretto in un
angolo.
Il
colorito già pallido di Jude perse qualche altro tono e un
leggero
tremore di terrore iniziò a scuotergli il corpo.
“C-che
vuol dire che sono morto?!” La voce, alzata di un paio di
ottave
dalla paura risuonò nella cella.
“Oh,
non la fare tanto tragica. Io sono morta da anni e sto una
meraviglia!” Leyka gli strizzò l'occhio e lui
cercò di rientrare
nel suo corpo senza coscienza.
“E'
un incubo. Deve esserlo.”
Una
risata di scherno gli traforò le orecchie.
Quella
perfida stronza non gli era mai andata a genio ed aveva segretamente
esultato quando lei e quel mammalucco di suo marito si erano
schiantati con l'aereo per il loro secondo viaggio di nozze.
“Tra
non molto ti ributterò dentro quel sacco di merda che chiami
corpo.
Nel mentre ti porterò a fare un bel giretto con
me.”
Lo
afferrò per il colletto della camicia e lo
trascinò con sé oltre
le spesse mura della prigione.
Un
urlo terrorizzato squarciò la notte quando Jude si
ritrovò a
sorvolare Magnolia a qualche centinaia di metri da terra.
“Mettimi
giù!” Incominciò ad agitarsi, muovendo
braccia e gambe come se
tentasse di nuotare.
“Non
chiedermelo ancora. Mi tenti troppo.”
Leyka
aumentò la velocità. Il vento le sfrecciava
addosso facendo
svolazzare il suo lungo cappello rosso.
“Non
è bellissimo quassù?” Leyka gli sorrise
per poi lasciarlo cadere
tra gli alberi di un cortile.
Jude
si ritrovò a precipitare, finché i rami dei un
albero non gli
passarono attraverso e lui finì sdraiato su un soffice
strato di
neve.
Sotto
di lui il manto bianco era liscio e perfetto, come se non ci fosse
appena atterrato sopra.
“Mi
sto divertendo tantissimo! Dovrei venire a trovarti più
spesso. Non
ti ho mai sentito gridare tanto.” Leyka si teneva la pancia
dalla
risate.
I
piedi sgambettavano felici e la sua risata cristallina ricordava il
suono di tante campanelle.
“Non
dovresti finire all'inferno con tutte queste sciocchezze?”
“Oh
no! All'inferno ci finirai tu. Ti ho già fatto riservare un
posto
d'onore.” La donna gli sfrecciò attraverso,
facendolo cadere
nuovamente a terra.
“Forza
andiamo. Voglio farti vedere una cosa.”
Non
si girò indietro a controllare che la seguisse, sapeva che
era
troppo codardo per voler rimanere da solo.
Oltrepassarono
un portone addobbato da un'enorme ghirlanda verde e rossa. La musica
e le risate presero ben presto il posto del silenzio della strada.
Davanti
ai due fantasmi si presentò una scena calda e familiare.
La
musica usciva a tutto volume dallo stereo e alcune coppie stavano
ballando per il salotto scambiandosi i partner ad ogni giro.
“Forza
papà! Non stare li a bere come un vecchio.”
Skyadrum si lasciò
guidare dal figlio più grande verso Makarov, comodamente
seduto su
uno degli alti sgabelli della cucina.
“Ma
io sono vecchio! Ahahahaaha!”
“Jicchan,
vieni a ballare con me!” Levy gli corse incontro, seguita da
un
Setsuna incorporeo e felice.
“Oh
no Levy-chan, io e il mio sakè stiamo benissimo
qui.” Makarov alzò
il bicchiere in un brindisi silenzioso al quale rispose Porlyusica,
seduta accanto a lui.
“Che
significa tutto questo?” Jude fece scorrere lo sguardo per la
stanza.
La
sua bella moglie era avvolta dalle braccia del suo avvocato e gli
sorrideva come mai aveva fatto con lui.
Layla
ballava felice tra le braccia di Igneel per poi essere presa alla
sprovvista da un Metallikana alticcio che le fece fare un
casqué in
mezzo a tutti.
La
risata cristallina della donna fece impazzire di gelosia Jude. Lui si
lanciò verso di lei cercando di afferrarla e di portarla
lontano da
quegli uomini che non erano lui.
“Sei
patetico. Ti ho detto che non possiamo toccare i vivi.” Leyka
si
era seduta comodamente su una poltrona vicino all'albero di Natale.
La sua figura riluceva grazie alle centinaia di lucine che
illuminavano l'albero.
“Perché
mi hai portato qui?!” Jude continuava a tentare di
riprendersi
Layla, ma lei cambiava compagno ad ogni passo di danza. Persino il
piccolo Rouge si ritrovò a ballare con lei.
“Certo
che con l'età sei diventato tonto. Volevo solo farti
soffrire un
po'.” Leyka prese un sorso di champagne da un bicchiere
comparso
nella sua mano.
“Adesso
vieni a sederti qui vicino a me e goditi il Natale.”
“Hai
fatto proprio un bel lavoro.” Porlyusica si servì
dalla sua tazza
di porcellana ripiena di zabaione profumato.
“Ti
avevo detto che ci avrei messo un po', ma alla fine sono riuscito a
mantenere la promessa.” Makarov si portò il
bicchierino di sakè
alla bocca. I grossi baffi bianchi erano ormai impregnati del forte
odore dell'alcolico.
Come
ogni anno, la sua fida amica era venuta a trovarlo. Le prime volte
che si era presentata, sempre puntuale per la notte di Natale, aveva
rischiato di fargli prendere un colpo, ma poi si era abituato
all'idea di poterla rivedere e bere di nuovo insieme durante quella
festa.
Rimasero
in silenzio a godersi quell'allegra festa. Le loro figlie e i loro
nipotini si erano dati alla pazza gioia scartando i regali.
“Non
credevo l'avrei mai detto, ma mi piace. Stanno bene insieme.”
Porlyusica poggiò la sua tazza vicino a sé e
prese tra le lunghe
dita un bicchierino di liquore alzandolo in direzione di Gajeel e
Levy intenti a tirarsi addosso le carte dei regali ormai aperti.
“Quel
ragazzo ha gusto.” Disse una volta assaggiato il
sakè che
Metallikana aveva regalato al suocero.
“Le
nostre ragazze sono tutte in ottime mani. Non sarebbe bello se
Levy-chan e quella bestia di mio nipote rimanessero sposati e ci
facessero un sacco di bisnipotini?” Al solo pensiero di
quella
prospettiva gli occhi di Makarov si riempirono di lacrime di gioia.
“Dai
tempo al tempo. Non vorrai mica ripetere tutto da capo? Almeno a loro
fai finire la scuola.”
“Hai
ragione Polly. Aahahaaha!”
“Smetti
di chiamarmi così, vecchio pelato!”
“Lily
fermo!” Levy cercava di tenere fermo Lily tra le sue braccia.
Sulla
coda del gatto nero spiccava un bel fiocco rosso e, intorno al collo,
aveva un collarino abbinato con tanto di ciondolo a forma di Babbo
Natale.
“E'
venuta mossa anche questa.” Lucy cancellò
l'ennesima foto dal
cellulare e riprovò a rimettere a fuoco la cugina con il
gatto tra
le braccia.
Lily
sembrò fermarsi di colpo, troppo intento a fissare qualcosa
alle
spalle della bionda.
“Fatto!”
Lucy camminò svelta verso Levy per mostrarle la sua
opera.
Finalmente Lily era di nuovo libero, ma rimase immobile a
fissare il vuoto anche quando toccò terra.
“Shss!”
Setsuna fece segno al micio di non fare cose strane e lui, in
risposta, continuò a fissarlo.
Aveva
deciso di scendere anche lui per godersi quel giorno di
libertà che
gli era stato concesso. Al contrario di sua moglie e sua suocera,
però, aveva deciso di non rivelarsi a nessuno e di godersi
quei
pochi momenti rubati con la figlia.
Quando
in casa stavano ancora preparando la festa si era preso un momento
tutto per sé.
Aveva
accesso la radio e fatto partire una vecchia canzone. Levy si era
ritrovata a volteggiare da sola, o almeno così lei pensava,
per la
sala. Si era messa a ballare senza nemmeno pensarci, senza sapere che
suo padre la stava guidando in quel lento ballo.
Setsuna
si avvicinò al micio e cercò di lasciargli una
carezza sul morbido
capo.
“Ci
pensi tu a proteggerla, vero?” In risposta ricevette non
poche fusa
e un piccolo miagolio allegro.
Setsuna
sorrise all'indirizzo della figlia e della nipote intente e
continuare a farsi foto divertenti, coinvolgendo anche gli altri
ragazzi della famiglia.
“Mi
sa che è ora di andare. Mi raccomando Phanter, la affido a
te
allora.”
Leyka
riportò un Jude, schiumante di rabbia, alla prigione.
Si
godette ogni strepito ed ogni grida lanciate al suo indirizzo come se
fossero dei complimenti.
Doveva
ammettere che si era fatta un bel regalo di Natale. Far impazzire
quel lurido bastardo le aveva davvero risollevato lo spirito.
Anche
se, la cosa più bella, fu vedere la sua cara sorellona
felice e
spensierata circondata dalla loro bella famiglia.
Aveva
ancora una cosa da fare, però, prima di ritornare al suo
posto.
Ripercorse
la strada che aveva fatto poco prima e tornò in quella casa
piena di
amore e amicizia.
I
ragazzi si erano ammassati in salotto, addormentati l'uno sopra
all'altra.
Sua
figlia aveva un meraviglioso sorriso sulle labbra e si era
addormentata abbracciata alla cugina, con la schiena rivolta al suo
fin troppo giovane marito.
Ma,
ehi!, lei era davvero l'ultima a poter giudicare una cosa del genere.
Alla
fine era tutto merito di quel ragazzo se adesso le sue donne stavano
bene.
“Pensavo
non venissi quest'anno.” Skyadrum spuntò dalla
cucina con una
tazza di tè fumante in mano.
“Non
salterei quest'appuntamento per niente al mondo. Ho solo avuto da
fare, prima.”
Leyka
camminò piano per la sala, come se avesse avuto paura di far
rumore
e svegliare i ragazzi.
“Ogni
anno hai da fare prima, sono sempre l'ultima ruota
del
carretto!”
“Non
era “del carro”?” Leyka si mise seduta a
mezz'aria accanto
all'amica.
“Fa
lo stesso. Quest'anno mi puoi dire da chi sei andata o continuerai a
fare il fantasma del mistero?”
“Quest'anno
sì. Gli altri anni andavo a trovare Layla, ma non potevo
certo
dirtelo. Abbiamo delle regole lassù.”
Indicò verso l'alto con una
risatina.
“Avresti
anche potuto infrangerle. Se non fosse stato per Igneel non l'avremmo
mai ritrovata.” Skyadrum gonfiò le guance e la
guardò male.
“Oh
dai! Non puoi prendertela con me! Sono solo un povero fantasma
innocente. Però...”
Leyka
passò la mezz'ora successiva a raccontare a Drew tutto
quello che
aveva combinato a Jude durante quella sera.
Per
poco Kya non svegliò i ragazzi da quanto stava ridendo.
“E
poi gli ho detto che sarei tornata quando meno se lo aspetta e di
stare sempre in allerta!” Ormai Leyka era quasi arrivata al
soffitto da quanto rideva senza controllo.
“E'
il miglior regalo di Natale di sempre!” Kya si
tappò la bocca con
una mano, cercando di placare le sue risate.
Le
due donne presero posto su uno dei divani della sala. I ragazzi erano
ammassati davanti a loro. Alcuni russavano e altri si muovevano in
preda a qualche sogno.
“Hai
cresciuto dei bravi ragazzi.” Leyka volò piano su
Rouge e gli
lasciò una carezza sulla testa. Subito lui si
calmò e riprese a
dormire tranquillo.
“Avrei
tanto voluto conoscerlo. E' sempre così dolce con
Levy.” Il
fantasma si spostò verso il più grande.
“Lui
è un demonio, ma sono così felice che si prenda
cura della mia
bambina.”
“Potrebbe
prendersi cura di lei un po' di più.” Kya
ammiccò verso la sua
amica e Leyka si limitò a ridere birichina.
“Non
fare la maliziosa!”
“Non faccio la maliziosa. Io sono
maliziosa. Non sarebbe bellissimo se rimanessero insieme?”
Gli
occhi rossi brillarono a quella prospettiva.
Ah,
amica mia se solo sapessi! Anche io spero tanto che tra loro possa
funzionare.
L'orologio
in sala batté le due di notte.
“Temo
sia il mio segnale di uscita.”
“Un'altra
delle vostre regole.” Kye mise le
virgolette a quell'ultima
parola.
“Lo
sai che rimarrei sempre qui, ma ho esaurito il tempo a mia
disposizione.” Leyka soffiò un bacio sulla fronte
della figlia e
le accarezzò i lunghi capelli blu.
“Proteggile
tu, ok?”
“Te
l'ho promesso, no?”
“Grazie,
Drew.” Leyka allungò una mano verso quella tesa di
Skyadrum.
Le
sembrò quasi di poterla toccare veramente e quel colore
l'accompagnò
di nuovo in Paradiso.
Skyadrum
si ritrovò così, con un braccio teso e la
sensazione di aver
stretto tra le mani una stella.
“Mà...”
Gajeel si appoggiò ad un gomito e si stropicciò
gli occhi.
“Con
chi parlavi?”
“Con
un angelo, amore mio.”
“Hai
bevuto troppo anche quest'anno. Vai a dormire che è
meglio.”
Gajeel si allungò verso il divano e tirò la
coperta su cui si era
seduta sua madre.
“Sì,
forse è meglio. Buona notte, tesoro.” Skyadrum si
alzò,
permettendo al figlio di prendere la coperta. Si inginocchiò
vicino
a lui e gli lasciò un bacio su una guancia.
“E
questo per cos'era?”
“Così, perché ti amo, no?”
Kya lo
lasciò lì, con una coperta in mano e un sorriso
sulle labbra.
Sua
madre era una pazza furiosa, ma era la sua mamma pazza furiosa.
Si
avvicinò a Levy, coprendo sia lei che Lucy con la coperta.
Lily
gli camminò piano incontro, acciambellandosi tra lui e la
sua umana.
Gajeel
sorrise ancora una volta, nascosto dalle ombre della notte. Era stato
proprio un bel Natale. Forse il migliore che avesse mai passato
insieme alla sua famiglia. Tutti insieme.
Lily
miagolò risentito quando si ritrovò schiacciato
tra Gajeel e Levy,
ma per niente al mondo avrebbe rinunciato al calore che i suoi due
umani gli stavano dando.
Si
assicurò che anche Gajeel si fosse addormentato prima di
controllare
che anche Levy stesse bene.
Adesso
aveva un compito importante da portare a termine. Doveva proteggere
la sua mamma umana, e lo avrebbe fatto a costo delle sue sette vite.
Buon
Nataleeeee!
Beh, sono un po' in anticipo, ma non importa!
Spero
che passerete delle belle vacanze (lo spero anche per me visto che ho
presto l'influenza prima delle feste XD)!
E quindi... eccoci
arrivati alla fine di questo strano special di Natale! L'idea mi
è
venuta in mente così dal nulla e non ho potuto resistere
dallo
scrivere questa strana cosa!
Finalmente
sono riuscita a presentarvi Leyka e Setsuna! Avrei voluto scrivere
altre mille pagine su di loro ma le regole sono regole e il
lasciapassare è già stato usato per i nostri cari
spiritelli!
Piaciuto il regalo di Natale per Jude? Io mi sono divertita molto a
torturarlo psicologicamente! Un po' di karma per Natale è
sempre
gradito, no?!
E
che dire di Setsuna? Gli ho lasciato poco spazio, ma mi sciolgo ogni
volta che penso a lui *^*
E
la vecchia pazz... ehm... la cara Polly? Lei si che è una
vera
signora ù.ù
Beh,
che altro dire? Vi lascio e vi auguro ancora buone feste!
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