[Ho visto l'
"Iniziativa estemporanea: Mimosa
Yellow" di Criticoni per la festa
della donna, e mi ha stranamente subito ispirata... e così, in un'ora ho scritto
questa piccola carrellata sulle presenze femminili importanti per Watanuki. Il
tema portante doveva essere il colore giallo, e protagonista del racconto una
donna (beh... qui sono tutte donne... spero vada bene!), inoltre, doveva avere
un numero di parole ben preciso, e qui siamo esattamente a 400 *anf anf*; il
conteggio si è avvalso del contaparole di Criticoni.]
Sfumature di
sole
Una sfilata
di colori caldi, così gli appaiono nel dipanarsi dei suoi sogni. La loro
presenza si affaccia discreta nei paesaggi sfumati del sonno, e con passo
gentile, spoglio di ogni malizia, le donne che lo accompagnano nella vita
camminano anche nei suoi sogni, sorridendo lo prendono per mano. Sì, è sempre
un sorriso caldo, un colore morbido. Il ricordo di sua madre è giallo mimosa: è
quel sentimento non invadente, non abbagliante, ma di sottofondo costante, che è
l’amore di una madre. E nessun sortilegio gli farà mai svanire dalla mente
l’esatta sfumatura del suo colore. Poi c’è la
donna che, di notte, sempre lo aspetta su quella panchina. Il biondo dei suoi
capelli, le tinte chiare dei kimono, e l’orrore di quando la sua presenza era
sbiadita fino a disfarsi in trasparenze… Ma ancora, in quei colori leggeri, ella
abita i suoi sogni: e proprio nella delicatezza ha la sua forza, e riesce, col
ricordo di un unico abbraccio, a rischiarare gli incubi. Un alone
dorato circonda il sorriso dell’indovina. E’ un colore soffice, ma vivace,
proprio come la vecchia signora sempre pronta ad un saké e una battuta: e
rassicurante, anche, come le parole che gli avevano detto che i suoi genitori
riposavano in pace –e da allora, in pace era stato anche il suo cuore. Ma nei sogni,
più spesso passa una ragazza vestita dei toni più fiammanti del giallo, che
ridendo corre in un campo di girasoli. Oh, vederla felice, i suoi sorrisi, gli
fanno risplendere le giornate. Sa che, ad avvicinarsi troppo, la sua luce brucia
come sotto la calura d’agosto brucia il grano; ma lui si accosta a piccoli
passi, non ha fretta. Sente che un giorno potrà guardare senza schermi, senza
timori, quel sole negli occhi. Ma più spesso
ancora, è il tramonto. I colori delle vesti della maga digradano nell’arancio,
nell’oro ricco dei suoi gioielli. E’ lo splendore del tramonto, sì: dove tutte
le sfumature si amalgamano nei colori più pieni, quando alla fine della giornata
si ritrova il senso di ogni cosa. Tutto giunge lì, nei suoi sogni: alla
fantasmagoria di tinte maestose degli abiti di lei, allo splendore del suo
sorriso. Tutto con lei inizia e finisce, sole dell’alba e ori del tramonto. E anche se
una mattina, svegliandosi, ha trovato tutte vuote le stanze del negozio, non si
è perso d’animo. I suoi colori
sono troppo belli, troppo vivi per restare chiusi in un sogno.
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