Nebbia

di Sottopelle
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Canto delle stelle del mattino


che non ho visto mai.


Della bruma tra le mie dita
 

che troppo ho sopportato come gelido fuoco su pelle.


E danzano le ombre sulle pareti


seguendo gli stessi passi della fiamma quando trema


quando tremo io e il freddo morde il cuore


graffia gli occhi e sanguinano lacrime.


I precordi di nero abbandono


in un corpo sterile – morto –


se son defunta io o solo i brividi sulla schiena


che annunciavano emozione.


Canto degli inverni duri


che non hanno mai assediato i miei giorni.


Delle foglie secche


che non si rialzeranno più al richiamo del vento.


E danzano onde di fumo


e il mio respiro arreso al soffocare del cielo


della terra e il mare di grigio vuoto.


E non morirà tramonto alcuno


e non nascerà nessun’alba


che mi risveglierà dal mio sonno


se quest’è sogno od ultimo respiro prima dell’oblio.


La mia mente è grembo sterile


che non custodirà  più sogni.


E le labbra mie porto insidioso


dove nessun sospiro approderà più.


Canto della vita


che sbiadisce nel bianco di chi dimentica


e viene a sua volta dimenticato.


E della morte


Che stringe forte la mano via


come calda madre che conduce in luoghi sicuri


e mi rende sua.








































 




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