Se
qualcuno si fosse azzardato a interpellarla quel pomeriggio di fine
dicembre, probabilmente Jane Collins avrebbe dato di matto.
Non
riusciva ancora a credere a quanto fosse accaduto, a quanto stesse
accadendo proprio in quelle ore. E si augurò che a nessuno
venisse la brillante idea di telefonarle o anche solo mandarle un
banale messaggino per chiederle come avrebbe trascorso l'ultima sera di
quel disastrato quanto inaspettato duemilaquindici, perchè
in quel caso non avrebbe risposto delle proprie azioni, e avrebbe
scaricato sul povero malcapitato o malcapitata tutte le tensioni di
quella giornata fuori dal comune.
E pensare che si era svegliata con un sorriso che le andava da un
orecchio all'altro!
Si
era concessa un'abbondante colazione con tanto di stracalorici 'pan di
stelle' letteralmente immersi in una tazza di latte, e poi, con gli
occhi che le ridevano dalla felicità, aveva salutato i suoi
genitori prima di salire sull'autobus che in una mezzoretta buona
l'avrebbe condotta all'aeroporto di Belfast. E lì, secondo i
suoi piani, avrebbe dovuto aver inizio il suo sogno di trascorrere il
Capodanno nella città che amava più al mondo.. e
non un disastro che in quel momento le pareva di proporzioni bibliche.
Il
volo per la bella quanto multietinica e affollatissima capitale
britannica, sarebbe dovuto partire a mezzogiorno in punto di quel
trentuno dicembre, e circa un'ora più tardi, Jane avrebbe
finalmente riabbracciato la sua amica Annie. Aspettava quel
giorno da mesi e mesi, e proprio non le andava giù il fatto
che tutto fosse andato dall'aria. Teneva
così tanto a quel viaggio per due motivi: il primo era
sicuramente rivedere l'amica londinese che aveva conosciuto in vancaza
a Brighton l'anno prima, e tutta la sua famiglia, per non dire suo
fratello Jonas e basta; e il secondo era da attribuire al fatto che non
avesse mai avuto prima di allora l'opportunità di ammirare
l'affascinante megalopoli in tutto quel tripudio di luci e decorazioni
natalizie.
Aveva sempre pensato che Londra a Natale fosse in grado di offrire uno
di quegli spettacoli imperdibili per gli occhi, e per il cuore di chi
come lei aveva sempre avuto un debole per quella città.
Peccato che in quel momento si sentisse lontana anni luce dal poter
realizzare quel sogno...
La
giornata aveva cominciato a prendere la piega sbagliata quando, proprio
mentre si accingeva a fare la fila per il check-in, era stato annuciato
che il volo per Londra sarebbe partito con un ritardo di qualche
ora, causa le condizioni meterologiche: pareva
infatti che la capitale britannica fosse stata investita da una
tempesta di neve che aveva mandato in tilt la rete dei mezzi di
trasporto pubblici e persino gli aeroporti.
Di
fonte a quella notizia, Jane non si era fatta prendere dal panico,
anzi, aveva immaginato quanto sarebbe stato bello assistere a una
nevicata con i fiocchi, letteralmente, proprio nella sua
città preferita; non le importava di tardare di qualche ora
rispetto alla tabella di marcia, anche perchè aveva sempre
amato la neve....fino a quel momento.
Il
problema si era fatto drasticamente più serio quando i
fiocchi avevano cominciato a volteggiare indisturbati nel cielo di
Belfast.
Aveva
controllato le previsioni meteo più volte, proprio per
scongiurare ostacoli soffici e bianchi come quello, e poteva giurare
che nessuno avesse previsto una nevicata nella città
Irlandese proprio per quel giorno.
Jane
aveva capito che la situazione si stava mettendo male, non appena i
fiocchi avevano cominciato a disporsi ordinatamente sull'asfalto, ma di
nuovo, era stata la voce metallica, come l'aveva sempre chiamata lei,
ad annunciarle l'inizio del disastro. Il volo era stato ovviamente
cancellato, ma gli operatori, le hostess e i piloti, si auguravano di
riuscire a toccare il suolo londinese prima dell'inizio del nuovo anno.
La
ragazza decise che non si sarebbe mossa da lì fino a quando
non sarebbe salita su quell'aereo (anche perchè era
impossibilitata persino di tornare a casa dei suoi, e in ogni caso non
aveva nessuna intenzione di arrendersi così facilmente) e
pensando alla piega che avesse preso quella giornata che avrebbe dovuto
essere perfetta, si avviò verso il distributore automatico
in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti per placare la fame e il
nervosismo.
Erano
ormai quasi le diciotto, e fuori continuava a nevicare fitto, quando a
pochi passi da lei, sentì per caso la conversazione
telefonica di un ragazzo suppergiù della sua età.
Il
tipo, a metà tra il divertito e il seccato, stava
palesemente chiacchierando con un amico, e altrettanto palesemente
avrebbe dovuto essere un suo compagno di volo, dato che sembrava star
spiegando al suddetto amico proprio i disagi dovuti in primo luogo alla
nevicata a Londra, e poi a quella a Belfast, alla quale tutti
stavano ancora assistendo.
Christopher
Leeds era girato di spalle, e fu solo quando chiuse la telefonata con
il suo amico Brian, che avrebbe dovuto fargli compagnia in quella
situazione se solo non si fosse ammalato, che si accorse di una ragazza
seduta nella sala d'aspetto insieme ad altri cento viaggiatori, che in
quell'esatto istante stava guardando proprio lui. I loro occhi si
incrociarono per meno di un istante, perchè lei distolse
velocemente i propri da quelli di lui per controllare ancora una volta
la situazione all'esterno del prefabbricato nel quale da ore erano
entrambi rinchiusi. Lui pensò di avere alzato un po' la voce
parlando al telefono, e di conseguenza aver attirato l'attenzione della
bruna.
Senza
pensarci troppo, Chris prese posto proprio accanto a lei, accomodandosi
su una delle poche siede rimaste ancora libere, e con quel sorriso un
po' irriverente che lo aveva sempre caratterizzato, le rivolse la
parola, pur senza minimamente conoscerla.
" Scusa..hai un accendino?" domandò, attirando la sua
attenzione
In quel momento Jane alzò lo sguardo, ma invece di
rispondergli immediatamente, si perse per un istante a contemplare
quegli occhi che la scrutavano con malcelato interesse.
" No..mi dispiace, non fumo" disse educatamente, sforzandosi per
ritornare a concentrarsi sulla neve che cadeva fitta fuori dal
finestrone
" Oh non importa, grazie lo stesso" ribattè lui con un
sorriso
" Figurati" riuscì a sussurrare Jane, ancora scossa dalla
bellezza di lui, e dall'intensità di quello sguardo.
Aveva sempre avuto un debole per gli occhi chiari, verdi in
particolare...ma quel tipo non aveva solo gli occhi belli: era
oggettivamente un gran figo! Indossava un cappotto invernale
sui toni del beige con il colletto in pelliccia, sotto un maglione
altrettanto pesante abbinato a dei jenas scuri, e ai piedi degli
scarponi dello stesso colore del cappotto..ma avrebbe anche potuto
conciarsi nel peggior modo del mondo, di fatto non sarebbe cambiato il
suo giudizio sull'aspetto di lui.
Forse aveva fatto pure la figura della scema soffermandosi per qualche
istante più del dovuto con gli occhi nei suoi, ma nel
momento esatto in cui lui le aveva rivolto la parola, costringendola a
voltarsi nella sua direzione, Jane non era proprio riuscita a impedirsi
di pensare a quanto fosse bello. E poi aveva un sorriso così
impertinente, e aveva persino notato delle tenere fossette ai lati
delle sue labbra, che combinate con quei capelli castani arruffati per
natura, gli davano un'aria da ingenuo ammaliatore.
Nel momento stesso in cui Jane concepì quel pensiero, si
diede mentalmente della stupida: primo, perchè lei era
innamorata da un anno di Jonas, fratello maggiore di Annie; e secondo,
perchè per quanto ne sapeva, il bel ragazzo seduto accanto a
lei poteva essere uno stronzo con i fiocchi, visto che non lo conosceva
affatto.
L'aspetto fisico non conta? Ma dai! A chi volevano darla a bere quelli
che consumavano fiumi d'inchiostro con l'intento di convincere la gente
dell'importanza assoluta della bellezza d'animo...lei non si era mai
ritenuta un tipo superficiale, eppure aveva appena giudicato un ragazzo
'bello' ,basandosi soltanto sul suo viso; ma era stato
inevitabile: l'aspetto fisico è ciò che salta
all'occhio prima di ogni altra cosa. E soltanto in un secondo momento
Jane si era accorta di non poter sciogliersi in un brodo di giuggole
per uno sconosciuto.
Avrebbe incontrato Jonas nel giro di qualche ora ( a patto che il cielo
di Belfast sarebbe tornato sereno) e finalmente, lo avrebbe stretto
forte come tante volte aveva fatto nei suoi sogni.
" Pronto!!..Ma mi stai ascoltando?" tornò alla
realtà, soltanto quando lo sconosciuto la scosse
delicatamente afferrandole il braccio
" Scusa..ero sovrappensiero. Dicevi?" si sforzò di apparire
del tutto indifferente
" Ti ho chiesto dove sei diretta" continuò lui, probabimente
intenzionato a ingannare il tempo in qualche modo, anche chiacchierando
con lei
" A Londra. Trascorrerò il Capodanno lì insieme
a-" " Al tuo ragazzo?" domandò Chris
" Beh..non proprio" ammise a quel punto lei, e visto che il tipo pareva
interessato alla faccenda, proseguì "Sto
raggiungendo una mia amica, e suo fratello" spiegò un attimo
dopo, sentendosi andare le guance a fuoco soltanto nel pensare a Jonas.
" Tu invece?" domandò subito dopo, pur sapendo, grazie alla
telefonata, che fosse diretto proprio nello stesso luogo.
" Londra" sorrise lui "E a quest'ora non sarei stato solo qui, se il
mio amico non mi avesse dato buca" aggiunse, quasi divertito dalla
faccenda
" Ti ha dato buca?" chiese conferma Jane, senza ruiscire a liberarsi
dell'effetto che quegli occhi verdi avevano su di lei, e senza
minimamente sospettare che anche lui la trovasse decisamente carina
" Ma come è possibile dare buca a Londra?..Voglio dire,
è la città più bella al mondo" ammise
con un sorriso sognante che non si accorse nemmeno di avere, ma che
Chris colse subito
" Brian si è ammalato...non le ha dato buca di proposito.
Persino un pantafolaio come lui si renderebbe conto che è
una pazzia rincunciare a un viaggio così" ammise Chris
" Ammesso che questo viaggio non resti soltanto un sogno" aggiunse lei
con un sorriso leggermente maliconico
" Prima o poi smetterà" le strizzò l'occhio lui,
riferendosi ovviamente all'evolversi della situazione metereologica
" Sì..ma tra quattro ore saremo nel duemilasedici, e io non
avrò potuto festeggiare con Annie e-"
" E non avrai nemmeno un bacio sotto il vischio da parte del fratello"
concluse Chris al suo posto, al che Jane lo guardò rossa di
imbarazzo
" Ma che dici? E poi..come lo sai che io- insomma come fai a saperlo?"
tentò di dissimulare, fallendo miseramente
" Se prima lo sospettavo soltanto, adesso lo so" e di nuovo quegli
occhi fissi nei suoi, per un folle istante, le fecero dimenticare
persino del bacio della mezzanotte che effettivamente sperava di
ricevere da Jonas
" Questo è un colpo basso, lo sai..." e le mancarono le
parole per continuare la frase
" Chris, mi chiamo Chris" disse lui ridendo, accorgendosi solo in quel
momento che non si erano presentati. Avevano semplicemente iniziato a
parlare a ruota libera,come al giorno d'oggi la maggior parte dei
giovani fa con i propri coetanei..era stato così naturale
ritrovarsi a chiacchiarare in quel modo e addirittura prendersi in
giro, quasi come se si conoscessero da anni, e non da pochi minuti.
" Piacere, Jane" sorrise lei, porgendogli la mano "..ma quello resta
comunque un colpo basso" decretò, un attimo prima che Chris
gliela stringesse. La mano di lui era più grande della sua,
e la stretta decisa e tremendamente piacevole, ma la ragazza
si staccò prima di rendersi conto che pure lui
avesse gradito più del lecito quel contatto.
Finirono per trascorrere l'intera serata di San Silvestro a
chiacchierare del più e del meno, seduti in una sala
d'attesa dell'aeroporto internazionale di Belfast. A tratti
maledicevano quella nevicata con i fiocchi che gli stava impedendo di
raggiungere Londra e trascorrere il Capodanno in quell'esplosione di
vita, luci, e colori; a tratti ridevano senza controllo per
qualcosa che l'uno raccontava all'altro, e in altri momenti ancora,
restavano in un confortevole, ma proprio perchè tale, strano
silenzio.
Tra una battuta e l'altra, Jane gli aveva raccontato di aver da poco
cominciato l'università, e di essere già
terribilmente in ansia per i primi esami, nonostante avrebbe avuto
ancora una ventina di giorni buona per prepararsi ( e anche se lei
stessa si ostinava a lamentarsi con le sue amiche e compagne di corso
dicendo di non ricordare niente, in fondo in fondo sapeva di essere a
buon punto). Tuttavia, confidò a Chris, che per quanto
quegli esami avessero il potere di mandarla in paranoia, non appena
l'opportunità di quel mini-viaggio le si era aperta davanti
agli occhi, aveva praticamente rimosso dalla mente qualunque cosa che
non avesse a che fare con la vista del Big Ben, delle
strade più famose, e degli angoli più nascosti
addobbati a festa.
Lui invece le raccontò di aver semplicemente assecondato
l'amico nella scelta della meta.. e in quel momento, non gli importava
poi più di tanto il motivo per il quale si trovasse
lì.
Il punto era che c'era, e che ..così, praticamente dal
nulla, aveva cominciato a chiacchierare con quella ragazza, e un po'
per passare il tempo, un po' per effettivo interesse alla
conversazione, quasi non si accorse del tempo che scorreva, senza che
nessuno si preoccupasse di dare informazioni sul volo.
Quando le propose di fare due passi, Jane accettò
volentieri, ma fu solo quando si ritrovarono sotto un albero di Natale
che era stato piazzato in una delle ale dell'aeroporto, non molto
distante dall'ennesima vetrata che dava sulla pista di atterraggio e
decollo, in quel momento completamente bianca, che entrambi si
accorsero che mancava soltanto un quarto d'ora alla mezzanotte.
Sotto quell'albero sia Chris che Jane concordarono sul fatto che fosse
semplicemente assurdo ritrovarsi lì, praticamente due
estranei, costretti a dire addio all'anno in corso in una sala d'attesa
d'aeroporto, al tempo stesso furiosi e grati a quella neve che in fin
dei conti aveva fatto in modo che le loro strade si incrociassero per
quel breve tratto.
Jane si autoconvinse di essere completamente impazzita, quando
addirittura, per un folle e isolato istante, pensò che tutto
sommato non le dispiaceva poi così tanto perdere il
Capodanno nella sua città preferita, a patto che Chris,
sì, proprio lui, il ragazzo dagli ipnotici occhi verdi, e
dalla battuta sempre pronta, fosse suo compagno di sventura
fino alla fine.
A distrarla da quel pensiero fu proprio la risata di lui.
" Che succede adesso?" gli domandò incrociando le braccia al
petto
" Pensavo che ricorderò a lungo questo Capodanno" rispose il
ragazzo, senza smettere di ridere
" Come il peggiore della tua vita?" domandò Jane
" Sicuramente come il più folle" sviò Chris
" Anche il più originale" gli fece eco lei
" Ma non il peggiore" ammise a quel punto lui, mentre emtrmbi tenevano
gli occhi fissi sulle decorazioni dell'albero di Natale.
" Ma sei serio? Siamo bloccati in un aeroporto da una giornata intera,
e non avremo via di fuga fino a quando le strade non saranno di nuovo
praticabili..e non abbiamo nemmeno nulla con cui festeggiare l'inizio
del nuovo anno. E considerato tutto questo, tu mi dici che non
è il peggiore?" Jane enfatizzò un po' troppo le
parole, per essere credibile
" Tanto so benissimo che sotto sotto, questa situazione diverte anche
te" la provocò Chris, e a quel punto lei si voltò
a guardarlo
" Già" sorrise "mi diverte molto più di quanto
avrei creduto possibile qualche ora fa" ammise subito dopo
Chris sorrise a sua volta. " Mi dispiace che sia andata a finire
così...tu ci tenevi davvero a questo viaggio"
" Me ne farò una ragione" la ragazza scrollò le
spalle
" Ci puoi sempre riprovare l'anno prossimo...neve permettendo" e a quel
punto si beccò un'occhiata non tanto amichevole da parte di
Jane
" Non mi fiderò mai più delle previsioni meteo"
scherzò lei
" E del destino, ti fiderai?" domandò Chris, in quello che
fu poco più di un sussurro coperto da esclamazioni di gioia.
Iniziò a pensare davvero che quel birbante centrasse
qualcosa con il fatto che si trovasse alle 23.58 del trentuno dicembre
in compagnia di una ragazza che quel giorno era stata vittima dei suoi
stessi disagi dovuti a quella nevicata abbondante e imprevista; una
ragazza con la quale era facile parlare, ridere e scherzare.
Ma Jane non sentì nemmeno quell'ultima domanda, attirata dal
gruppo di persone che per un vero e proprio miracolo erano riuscite ad
atterrare a Belfast e si stavano rincongiungendo ai propri cari. ..Come
il loro aereo fosse riuscito nell'impresa restò un mistero
per tutti.
Jane si guardò intorno con aria un po' spaesata, quando gli
altri viaggiatori che quella sera condividevano lo stesso destino suo e
di Chris, e anche coloro i quali erano appena atterrati, presero a fare
il conto alla rovescia, alzandosi dalla propria postazione e
unendosi agli altri in prossimità del grande albero, come se
si trattasse di una numerosissima e multietinica famiglia.
Sorrise e si voltò verso Chris, perchè in fondo
non si stava così male in quell'aeroporto, e quando il count
down finì, ancora prima di potersene rendere conto, si
sentì afferrare per i fianchi; l'attimo successivo le sue
labbra furono catturate in un dolce bacio, ma Jane impiegò
qualche istante prima di realizzare cosa stesse succedendo davvero.
Tuttavia, permise a Chris di baciarla a mezzonotte in punto, come se
fosse stata la spontanea conclusione di quella giornata assolutamente
fuori dal comune.
" So che non c'è il vischio, e che avresti preferito che al
mio posto ci fosse Jonas...però..tutte le ragazze meritano
di essere baciate allo scoccare dei dodici rintocchi, e io non potevo
permettere che a te non accadesse stasera" provò a
giustificarsi al termine del bacio
" Se proprio vuoi saperlo, penso che questo sia stato il Capodanno
più bello che abbia vissuto fino ad ora. Certo, diverso ma
come me lo aspettavo, ma speciale a modo suo" ammise lei, permettendo a
quegli occhi verdi di scioglierle il cuore.
" Buon anno Jane"
" Buon anno Chris"
E di nuovo, si sorrisero a vicenda, mentre la neve cadeva fitta e le
luci dell'albero si riflettavano sui loro visi, e loro due, occhi negli
occhi, si persero in un istante che avrebbe fatto parte di loro per
sempre.
BUONASERAA :)
Vi avevo promesso una sorpresa prima di Capodanno, ed eccola
qui...spero che sia stata di vostro gradimento ;)
Mi raccomando, non esitate a farmi sapere cosa ne pensate di questi due
(s)fortunati ragazzi che sono stati costretti a trascorrere la sera di
San Silvestro in aeroporto, e che se vorrete, ci faranno compagnia per
tutto il 2016.
Mi spiego meglio: visto che 'cinque giorni' volge ormai al termine e io
senza scrivere non ci posso stare, nonostante tutti gli impegni, ho
pensato che a partire da febbraio (dopo gli esami) potrei iniziare a
scrivere un seguito per quest'unico capitolo, trasformando la one-shot
in una storia vera e propria.
Che ne pensate? Siete curiosi di scoprire come si articolerà
la loro storia? Io ho già in mente qualcosina ;)
Fatemi sapere tutto quello che vi passa per la testa, come sempre..un
bacione, vi auguro un felice 2016, e a prestooooooooo
<3<3<3
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