Scusatemi
per il terribile ritardo ma l'ispirazione è un animale
volubile. Vi ringrazio della pazienza.
Ami
La
dottoressa Mizuno era tornata a finalmente a casa dopo un turno
all'ospedale, che non sembrava finire mai, non per l'intensità
del lavoro, infatti quel giorno non era stato così pesante
come altri al pronto soccorso, ma per come si sentiva staranamente
stanca. Saeko in effetti non era tipo da stancarsi così
facilmente, tanto da essersi meritata il soprannome di Kotetsu Jeeg
affibbiatole dai suoi colleghi dopo un terribile teremoto avvenuto a
Tokyo qualche anno prima, che aveva portato al pronto soccorso un
sacco di feriti. In quell'occasione la dottoressa aveva brillato sia
in bravura che in resistenza allo stress, aveva resistito a ben
trentasei ore di lavoro continuativo, senza quasi sentirne gli
effetti.
Non
vedeva l'ora di farsi un bagno rilassante e tuffarsi nel letto per
una giusta dormita ristoratrice quando vide suo marito dipingere, non
che il fatto fosse così strano in sé in quanto
Mizuno-sensei era un pittore, ma che il soggetto che stava dipingendo
era una fanciulla dai corti capelli blu portati a caschetto, vestita
con un lungo abito blu e celeste che formava una ruota galleggiando
sull'acqua, in quanto la suddetta ragazza vi era immersa fino alla
vita; egli infatti era un noto paesaggista e l'ultimo essere umano
raffigurato da lui era la stessa Saeko ai tempi del liceo.
I
due si conobbero al liceo. Erano compagni di classe, ma le affinità
finivano lì. Saeko era infatti lo stereotipo della secchiona
tutta libri, razionalità, freddezza e ordine; mentre Masahiro
era già al liceo il prototipo dell'artista: era disordinato,
passionale, pasticcione, sempre sporco di colore, infatti a scuola si
riconosceva anche di spalle in quanto era l'unico ad avere la divisa
sporca, fatto che gli faceva guadagnare sempre una punizione, ma era
fatto così e non poteva farci niente.
La
loro storia era iniziata con uno scontro, mentre Masahiro stava
portando il materiale artistico in magazzino sbattè contro la
povera Saeko riversando sulla divisa di lei tutto il contenuto di una
bottiglia di tempera blu. Il viso di lei diventò di mille
colori per la rabbia mentre dopo un iniziale imbarazzo del ragazzo,
lo stesso iniziò una incontrollabile risata isterica. Più
egli rideva più fumo usciva dalle orecchie della ragazza che
nella sua testa prese a maledire il giorno in cui era nato
quell'insulso essere. L'unica cosa che poteva fare era chiamare casa
per farsi portare il cambio. Avuta la divisa pulita andò nelle
docce della palestra per pulirsi dalla tempera. Finita la doccia
avolse il corpo flessuoso in un telo bianco mentre con il phon si
asciugò i corti capelli neri.
Si
vestì in fretta si mise gli occhiali, ed uscì
dall'edificio fuori dal quale la aspettava un ragazzo alto con i
capelli neri lunghi legati in una sottile treccia, era proprio
Masahiro, era lì per chiederle scusa dell'accaduto, e per
farsi perdonare le fece un disegno raffigurandola adulta e vestita da
medico. Ella si domandò come faceva il ragazzo a sapere che il
suo più grande sogno era quello di fare il medico, Saeko non
l'aveva confidato a nessuno. Accettò il disegno con visibile
imbarazzo, quello fù il primo regalo che riceveva da un
ragazzo.
Si
incontrarono spesso anche fuori dalla scuola nei mesi successivi
dapprima i loro incontri assomigliavano a degli incontri di box. Ma
via via che iniziavano a conoscersi si ammorbidivano, fino a
diventare dei veri e propri appuntamenti galanti. In uno di questi
Saeko chiese a Masahiro: “Come facevi a sapere che il mio
desiderio fosse quello di diventare medico?” egli rispose con
un semplice: “Te l'ho visto negli occhi.”. Queste
semplici parole la fecero definitivamente capitolare tanto da farle
desiderare di sposarlo. Il giorno dopo l'artista le chiese di
sposarlo e lei accettò senza esitazioni. Dopo un fidanzamento
durato il periodo dell'università si sposarono.
Con
fare geloso ella interrogò il marito: “Ma chi è
quella ragazza?”, il marito rispose: “Non è
nessuno, semmplicemente che da un periodo non faccio che sognarmela
la notte mentre mi dice di chiamarsi Ami Mercury e che fra meno di
sette mesi arriverà tra di noi.”. La dottoressa non
accettò questa risposta; in effetti il marito era sempre
attorniato da belle studentesse di belle arti ogni qualvolta che
c'era un Vernissage delle sue opere; ma una terribile stanchezza si
impadronì di lei e desistette dal continuare
quell'interrogatorio desiderosa solo di un bagno e di una dormita.
Non
appena prese sonno anch'ella sognò quella stessa ragazza. Si
sognò nuda mentre faceva il bagno in una sorgente termale con
i corti capelli neri mossi stranamente liberi da cuffie; quando
d'improvviso apparve la ragazza del dipinto che scese dal cielo e si
posò con leggiadria sullo specchio rovente della sorgente,
mentre camminando sull'acqua si avvicinava alla dottoressa incominciò
a parlarle: “Non avere paura, non sono una minaccia per il tuo
matrimonio, mi chiamo Ami Mercury e non sono una possibile amante di
tuo marito, ma sarò solo il suo ed il tuo più grande
amore.” dicendo questo svanì nel nulla. La donna si
svegliò confusa e con una strana nausea alla quale però
non diede il minimo peso.
Due
giorni più tardi andò dalla sua ginecologa, la
dottoressa Tsunade Urameshi, amica sin dai tempi dell'università,
per una visita di routine, quest'ultima le domandò: “ Da
quanto è che non hai le mestruazioni?” lei confusa: “Ma
da due mesi. Non ci ho voluto dare peso perché pensavo allo
stress, e anche perché non era la prima volta che mi saltavano
di qualche mese, come tu ben saprai. Perché?”, chiese
infine. La ginecologa rispose: “Perché presto sarete in
tre.”, “Come saremo in tre? Non è possibile. Io ho
una carriera che finalmente sta giungendo ad un punto che non speravo
che arrivasse. Come può arrivare un figlio a questo punto
della mia vita.”, “Allora che deciderai di fare?”
interruppe la specialista così il delirio di Saeko: “Lo
tieni o no, questo bimbo?” aggiunse poi. Mizuno-san proruppe
con un:“Ma certo che lo tengo, non è questo il punto, ma
il punto è che per me è già difficile conciliare
matrimonio e lavoro, come farò adesso con questa bimba?”,
“Perché parli del bimbo al femminile?” domandò
la donna all'amica; il medico rispose meravigliata con una domanda:
“Perché, cosa ho detto?”, “Hai detto questa
bimba.” sentenziò
Tsunade; “Ma non lo so l'ho detto così senza pensarci.
Comunque maschio o femmina non mi interessa, l'unica cosa che spero è
che sia sano ci vuole altro che sia pure malato.” detto questo
ringraziò l'amica e se ne andò al lavoro.
Tornata
a casa cominciò la pratica per la maternità, precisa e
puntuale come sempre. Questo fu il primo atto di preparazione
all'arrivo del frugoletto, al quale si accodarono altri, come quello
di dirlo al marito che non sembrava affatto sorpreso.
I sette mesi successivi
passarono freneticamente, tra ristruturazioni della casa per ricavare
la stanza della bimba, ah dimenticavo nel frattempo si è
scoperto che era una femmina, corsi preparto ed esami di controllo.
Anche se in questi sette mesi gli appuntamenti onirici con la
fanciulla misteriosa si facevano sempre più radi tanto da
sparire ed essere quasi dimenticati, l'unica cosa che li rammentava
era quel dipinto.
Una
notte però la fanciulla si presentò ai due coniugi
gridando: “STO ARRIVANDO!!!” detto ciò i due si
svegliarono e Saeko sentì le prime doglie corsero all'ospedale
e nacqué così una bambina dal nome Ami.
So
che non mi sono sprecata con le descrizioni ma mi sembravano forzate,
grazie dell'attenzione e spero che questa one-shot vi sia piaciuta lo
stesso. Detto ciò vorrei ringraziare Mana e Luciadom per aver
inserito la storia tra i preferiti; Luciadom, Kaoru, Maryusa
eChchilina per le recensioni; e a Luciadom per avermi inserito tra i
suoi autori preferiti. Ringrazio anche chi leggerà questo
cap., auguro a tutte noi buona Festa della Donna, anche sè in
ritardo. Ciao vostra Nicoranus83.
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