Senpai capitolo 2
CAPITOLO 2
Ore, forse le 10.10, giorno 26 Novembre
Nathan, Nathan, Nathan, Nathan, Nathan...x3847366463 volte.
La mia mente non riusciva a pensare ad altro. Che bel nome, che nome
stupendo, un nome semplice, ma per questo meraviglioso. Se non altro
anche lui è.
Capelli castani e setosi, occhi grigi, un naso che è un bene
di
Dio, labbra perfette, occhiali dalla montatura nera e sottile, colla di
Attack on Titan, porta il nome di Nathan, è vissuto in
Germania,
ma ora si trova qui in Italia e frequenta la mia stessa scuola solo che
è al terzo anno.
Si, al terzo anno, ma di quale classe? Devo scoprirlo, e devo scoprire
anche il suo cognome.
In ogni caso non penso ci siano tante persone che si chiamino Nathan e
frequentino per giunta il terzo anno.
Basterà che chieda un po' di qua e di là, anche
se... io non parlo molto con la gente.
Vengo considerata già una ragazza strana proprio per questo,
se
inizio di colpo a chiedere freneticamente di una persona che nemmeno
conosco profondamente così a caso, credo che mi
considererebbero
ancora più strana.
Inoltre la gente potrebbe anche non rispondermi e ignorarmi come al suo
solito e ci impiegherei un'eternità prima di scoprire dove
si
trova il mio Senpai.
Pensa Tamara, pensa. Tu ci puoi riuscire, tu sei capace di trovare una
soluzione più adeguata ed efficace...
Ed ecco che la lampadina si accende
Posso chiedere ad un prof che si insegna anche alle classi di terza.
Efficace, veloce, per niente imbarazzante o ingombrante.
Se ci sono persone che mi apprezzano in questo mondo, sono i
professori.
Probabilmente perché sono una secchiona, o come mi
definiscono in tanti "Topo da biblioteca".
Ma poco mi interessa. Almeno io ho un mio cervello, con cui ragiono, e
non seguo i branchi di pecore come fanno in molti nella mia scuola.
Ad un certo punto sento la voce della prof di inglese che mi richiama e
che mi chiede di correggere l'esercizio.
Non stavo seguendo, maledizione. Qual è l'esercizio?!
Guardo il libro del mio compagno di banco... CHIUSO!!!!
Quando cavolo si deciderà ad aprire quel maledetto libro e a
seguire la lezione per una buona volta!
E per giunta sta dormendo beatamente in questo momento!
DIO! DIO! DIO! AIUTAMI TU!
Ad un certo punto sento una fievole voce che mi suggerisce : "Esercizio
4 pagina 30".
Mi catapulto immediatamente sulla pagina e dopo un ennesimo richiamo da
parte della prof che continua a chiedermi :
"Can you correct the exercise, please?", leggo e correggo finalmente
l'esercizio.
Quando finisco, la prof me ne fa correggere un altro.
Si vede proprio che la mia breve disattenzione mi ha portato solo
inutili e seccanti conseguenze.
Quando finalmente la mia congiura finisce, ricomincio a pensare al mio
Senpai.
Il tempo però scorre velocemente, e la campanella suona
segnando la fine della terza ora e l'inizio dell'intervallo.
Esco dalla classe e mi guardo intorno per vedere se riesco a trovare
l'insegnante adatto alla mia missione.
A quanto pare anch'io ogni tanto ho un po' di fortuna.
Noto che in fondo al corridoio si trova il prof di matematica,
nonché il mio insegnante preferito per il momento.
Sarà
un gioco da ragazzi parlare con lui.
Cerco di raggiungerlo, ma inciampo sui miei stessi piedi e vedo
già il pavimento a pochi centimetri dal mio naso.
Chiudo gli occhi e cerco di portare le mani avanti per attenuare la
caduta, quando vengo salvata da qualcuno.
Mi giro per vedere chi possa mai essere e ringraziarlo/a con tutto il
cuore, quando vedo dinanzi a me il volto angelico del mio Senpai.
Il mio volto diventa rosso come un peperoncino all'istante e la mia
mente ora è così confusa che faccio fatica
persino a dire
un semplice: "Grazie".
Cerco in tutti i modi di ringraziarlo, mentre lui continua a chiedermi
se è tutto a posto.
Perché non riesco a tirar fuori perlomeno un filo di
voce?
Tu ci puoi riuscire Tamara, andiamo. Ci puoi riuscire. Ci puoi riuscire.
- Eih, ti senti bene?- Mi chiede per l'ennesima volta il mio Senpai.
- Io...ecco...io...io...e...e...tu...cioé...io...- Farfuglio
in
modo confuso ed incomprensibile. Perché
io?
Piano piano vedo la mano del mio Senpai avvicinarsi a me e toccare la
mia fronte, per poi dirmi con tono premuroso:
- Ma tu scotti. Sei sicura di sentirti bene? Vuoi che ti accompagni in
infermeria?-
- Io...- Non riesco a dire niente, ma sento che la testa mi gira, il
cuore non smette di battere, e un paio di lacrime attraversano il mio
volto forse per la troppa emozione.
Aiuto, che qualcuno mi aiuti. Non mi sono mai sentita così.
La mia vita deve andare sempre nel verso sbagliato.
Perché la mia vita è piena solo di figure di
merda?
Perché non riesco mai a relazionarmi con la gente?
Perché non riesco mai a spiaccicare una parola e a esprimere
i miei sentimenti correttamente?
Questa cosa mi fa arrabbiare. Odio me stessa per questo mio
comportamento, ma allo stesso tempo non riesco a fare altro.
Ad un certo punto sento delle mani sopra le mie spalle stringermi
teneramente e portarmi via con delicatezza.
Sono le mani di una ragazza, una mia compagna di classe, la quale
rivolge a Nathan delle banali scuse per portarmi via con lei.
Arriviamo in classe, dove ci sono solo un paio di persone.
Mi fa sedere e mi offre un fazzoletto.
- Sei una persona molto particolare tu.- Mi dice con un sorriso
confortante sul volto.
- Allora, si può sapere perché eri sul punto di
piangere, oppure è un segreto?- Mi chiede lei.
- Ecco... perché ti interessi a me?- Rispondo io con una
domanda alquanto sfacciata.
So che mi ha aiutata e tutto, ma finora anche lei mi aveva ignorata
come tutti gli altri.
- Siccome ti vedevo sempre da sola e in disparte, e in quel momento ti
ho visto anche in difficoltà, come poco fa con inglese...-
Risponde lei, ma io la interrompo aggiungendo:
- Aspetta. Mi hai aiutato tu durante l'ora di inglese?-
- Si. Perché non avrei dovuto? A chiunque capita di perdersi
nei propri pensieri.- Risponde lei.
- Ecco... allora ti ringrazio. Scusa se prima ti ho fatto quella
domanda.- Aggiungo io con lo sguardo un po' basso.
- Non ti scusare. Capisco bene il perché di quella domanda.
Ammetto che mi sarei dovuta avvicinare prima a te e non ignorarti
completamente come fanno tutti gli altri.- Controbatte lei, guardandomi
negli occhi.
Un attimo di silenzio.
- Ecco, mi sono fatta convincere dagli altri di non starti troppo
vicino e ho fatto male. Mi scuso io per questo mio comportamento
illecito.- Aggiunge lei, forse aspettandosi delle parole da me.
Non so che dire. E' stata sincera con me. Lo apprezzo e anche molto.
- Ecco... io... grazie.- Rispondo alla fine con un grande e sincero
sorriso.
- Sai, vederti sorridere è il più bel regalo che
tu possa
offrire ad una persona.- Aggiunge ricambiando il mio sorriso.
- Io mi chiamo Veronica, piacere.- Si presenta lei porgendomi la mano.
- Io Tamara, è un piacere anche per me.- Mi presento anch'io
stringendole la mano.
Non so a cosa abbia dato inizio esattamente, ma forse dopo tanto tempo
ho trovato un amica.
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SECONDO CAPITOLO DOPO UN SECOLO. SPERO VI SIA PIACIUTO. ALLA PROSSIMA
CON MOLTO ALTRO.
NEL PROSSIMO CAPITOLO VEDRETE LA NOSTRA TAMARA IN MODALITA' STALKER E
CHE FA UN CASINO DI FIGURCCE :D
CI SARANNO MOLTE PIU FACCINE E MOLTO PIU DIVERTIMENTO.
GRAZIE ALLE PERSONE CHE LEGGO I MIEI CAPITOLI.
NEKO MIAOOOOOOOOOOO A TUTTI :3
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