"Orochimaru-sama...
è sicuro di volerlo fare?"
"Certo che
sì!"
"Ma... ma è
veramente sicuro?”
“Che
c’è, Kabuto, hai paura?”
Pazzia scritta per festeggiare, in maniera un po’ troppo poco
normale, il compleanno di una mia amica. Che dire, se non due cose:
buon compleanno a lei, e buona lettura a tutti.
Rating: verde
Genere: comico
Note: one-shot, ooc
Personaggi: Orochimaru, Kabuto, altri
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- HAPPY
BIRTHDAY -
"Orochimaru-sama... è sicuro di volerlo fare?"
L'uomo ghignò.
"Certo che sì!"
L'altro non parve soddisfatto del risultato ottenuto, così
ritentò.
"Ma... ma è veramente sicuro?”
Ok, ora si stava veramente irritando.
Ma forse poteva rivelarsi più divertente del
previsto…
“Che c’è, Kabuto, hai paura?”
L’altro sgranò gli occhi.
“Ma no, no… certo che no!” rispose,
sulla difensiva.
Bingo. Colpito e affondato.
“Bene, e allora… scateniamoci!”
esclamò l’uomo, quasi urlando.
Prese la prima delle innumerevoli bottiglie di sakè ad alta
gradazione alcolica poste sul vassoio davanti a sé, e
versandoselo nel piattino iniziò a bere.
La donna avanzava con passo felpato verso la stanza, da cui provenivano
rumori sommessi.
Cosa strana, per un luogo silenzioso quale era il covo di Orochimaru.
Aprì la porta, che ruotò sui cardini producendo
un leggero cigolio, perfettamente adatto all’atmosfera
inquietante del posto.
Osservò i due uomini seduti sul letto, con sufficienza,
avvicinandosi a loro con fare superiore.
“Tsk. Dilettanti.” disse, osservando Orochimaru con
il braccio sollevato in aria, come a metà di un brindisi.
“Si fa così.” sbottò poi,
prendendo una bottiglia e scolandosela tutta d’un fiato fino
all’ultima goccia.
“Ah, Arakune-hime! Non… non mi sembra il
caso…” osservò Kabuto, mentre lei
beveva.
La donna lo fissò, incenerendolo con lo sguardo per qualche
minuto.
“Silenzio. O vuoi forse morire?” chiese poi, con
una leggera nota di irritazione nella voce.
Ok, voleva ammazzarlo, era chiaro.
Mai contraddire Arakune, specie se prima aveva bevuto, anche se poco:
potresti non arrivare vivo alla fine della giornata. Rischiavi di
trovarti un pugnale piantato nel cuore nel migliore dei casi,
altrimenti ti ammazzava lentamente. E se per sbaglio le sopravvivevi,
avrebbe saldato il conto più tardi, e non si poteva certo
definire la cosa un’esperienza piacevole.
“Allora, moccioso, vuoi morire?” chiese di nuovo,
ancor più minacciosa, non avendo ancora ricevuto risposta.
“Chi, io? Ma no, no… certo che no!”
“Bene. Allora impara a stare al tuo posto.”
“Come desiderate, Arakune-hime.”
“Suvvia, Arakune-hime, non essere così
dura… lo sai che Kabuto si preoccupa per te…!
Intervenne Orochimaru, più per non vedersi il fedele
servitore smembrato sul letto fresco di bucato che per una reale
preoccupazione.
In tutta risposta, la principessa sollevò il giovane per il
colletto dell’abito, attirandolo a sé ed
incenerendolo sul posto con lo sguardo per l’ennesima volta.
Ok, era tornata silenziosa come sempre. Ma c’era da
aspettarsi che presto avrebbe di nuovo aperto la bocca per pronunciare
qualche commento acida, visto che l’alcool le scioglieva la
lingua biforcuta.
“Tsk.”
Lasciò andare Kabuto in malo modo, quasi scaraventandolo, e
prese un’altra bottiglia.
L’alzò verso Orochimaru, come per brindare con
lui, e fissandolo negli occhi gli spiegò ciò che
aveva in mente in due sole parole: “Streap poker.”
“Kabuto, vai a prendere le carte.”
ordinò Orochimaru, sorreggendo con tranquillità
lo sguardo di sfida della donna.
“Ma, Orochimarut-sama…”
Il pugnale che volò a due millimetri scarsi dal suo volto lo
zittì all’istante.
“Vuoi morire?” furono le uniche parole che la donna
gli rivolse.
Lui scossa la testa in risposta, leggermente inquieto, e lei
indicò la porta senza dire altro.
“Come desiderate, Arakune-hime…”
balbettò in fretta, raggiungendo la porta di corsa.
“Io te l’avevo detto…”
sospirò il ninja leggendario, rassegnato.
Poco dopo iniziarono a giocare e, come i due uomini potevano facilmente
intuire, Arakune lasciò entrambi in mutande.
In senso letterale, s’intende.
Dopotutto, era streap poker.
“Senti, Arakune-hime, non credi sia il caso di
smettere…?” tentò Orochimaru,
già sulla difensiva.
“Perché?” chiese lei, appena irritata.
“Beh, io e Kabuto siamo entrambi in mutande, e tu non
perderai di certo…”
La donna lasciò cadere le carte, rivelando in effetti di
avere tra le mani la combinazione vincente.
Prese un’altra bottigia, che Kabuto registrò
essere almeno la decima, e si alzò in piedi sul letto.
“Ma che fa’?” chiese il sannin, stupito.
“Non lo chieda a me…”
Aprì la bocca e, senza un particolare motivo,
iniziò a cantare:
Happy birthday to me,
Happy birthday to me,
Happy birthday to
Arakune,
Happy birthday to me!
E crollò, come un sasso, addormentata sul letto.
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*l’autrice canta* Happy birthday to you, Happy birthday to
you, Happy birthday to M., Happy birthay to you! *stonata come
sempre… ndme* *perchè, ne dubitavi, forse? ^^ nda*
Miei scleri a parte, spero che abbiate gradito… quanto a te,
mia cara, come dici tu: se ti piace, bene, sennò te lo fai
piacere… ^^
Commentate in tanti, vi prego, anche solo per dirmi che sono da
rinchiudere in manicomio. *me: sei da rinchiudere in
manicomio…* *l’autrice la squarta*
Ultima cosa: Arakune-hime è mio copyright… ^^
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