chapter two
Elizabeth Journey, 18 anni, titolo di migliore studentessa della
Linguistic High, genitori divorziati, vivevo con mio padre
costantemente ubriaco.
Pian piano
iniziai a ricordare alcune cose della mia vita, ma ancora non ricordavo
come ero arrivata su quella maledetta astronave. Quando fu uscita dalla
stanza la donna vestita di bianco, che poi scoprii si chiamasse Dott
ssa. Nicole McGray, fece entrare due donne che mi aiutarono a togliere
il camice che indossavo, per poi farmi entrare in una grande vasca da
bagno, dopo essermi lavata e asciugata mi fecero indossare una tuta
nera molto aderente con il numero '5' sulla spalla destra, e un paio di
scarponi neri.
''Signorina, ora deve raggiungere la sala centrale'' mi disse una delle
due donne mentre mi accompagnava davanti una porta automatica,
quest'ultima si aprì rivelando un lungo corridoio bianco con
alcune telecamere poste sotto il soffitto, la donna mi fece segno di
andare e io percorsi il corridoio, arrivando alla fine di esso trovai
un'altra porta automatica, la attivai e quando questa si
aprì rimasi quasi incantata, ero in una grandissima stanza
di comando, dove erano posizionate quindici sedie, sulle quali erano
seduti dei ragazzi, presuppongo miei coetanei, indossavano la stessa
muta che avevo indosso, solo che ognuno di loro aveva numeri diversi
sulla spalla destra. Davanti a loro c'era la Dott ssa. McGray intenta
ad avere la loro attenzione, sorrise appena mi vide ''Oh, la numero 5
siamo al completo. Venga, si sieda'' a queste parole l'attenzione di
tutti fu rivolta su di me, beh molto imbarazzante per una come me che
odiava essere al centro dell'attenzione. Con la velocità
della luce mi sedetti su l'unica sedia libera, accanto ad un ragazzo
dai capelli neri e con la testa rivolta verso il basso, lui decisamente
non era felice di essere qui, quanto lo capivo.
''Allora, vi ho spiegato ad ognuno di voi perchè siamo qui,
e se avete dei dubbi, molto probabilmente c'è li avete, pian
piano vi saranno date tutte le risposte di cui avete bisogno,
è solo questione di tempo, è normale che ora vi
sentite fuori luogo, confusi e molti di voi anche arrabbiati, ma
sappiate che tutto questo è stato fatto solo per il bene
dell'umanità, un giorno ci ringrazierete'' disse con molta
autostima ''Siamo nell'anno 2035, e un futuro migliore si prospetta per
voi, ma dovete fare ciò che vi viene detto, detto questo ora
avrete modo di conoscervi'' disse sorridente per poi abbandonarci
seguita da due uomini, bene avremmo dovuto fidarci di queste persone o
no?.
Il ragazzo che era seduto vicino a me, cui riuscii a scorgere il numero
sulla sua tuta '6', alzò la testa e di sottecchi notai il
suo profilo, naso leggermente all'insù, pelle chiara, ciglia
molto lunghe che delineavano un paio di occhi verdi, a mio parere,
stupendi. Aveva i capelli nerissimi che facevano contrasto con la sua
pelle, ma la cosa che mi incuriosò di più fu la
mascella, molto delineata, che si gonfiava, segno che era nervoso.
Probabilmente lo guardai un po' troppo a lungo, perchè se ne
accorse e si girò verso di me ''Numero 5, eh?'' disse con un
tono di voce molto basso, feci di si con la testa, a quanto pare mi
avevano affibbiato un numero e dovevo tenermelo ''Sai il
perchè di questi numeri?'' domandai, probabilmente non lo
sapeva nemmeno lui, ma tanto vale avrei fatto una chiacchierata con
qualcuno dopo 2 anni di sonno profondo ''Siamo un esperimento, di certo
non ci chiameranno con dei simpatici nomignoli'' sputò
freddo, probabilmente lui sapeva più di me, e dovevo trovare
il modo di farmi dire quanto più sapeva ''In che senso siamo
un esperimento?'' dissi curiosa ''Ci portano su un altro pianeta, con
la scusa di salvarci, ma non sanno cosa troveremo su Kepler, se questo
non me lo chiami esperimento..'' ci pensai su, e in effetti aveva
ragione, era una follia ''Comunque io sono Trent Myles'' disse lui
mentre io ero sovrappensiero ''Elizabeth Journey'' mi affrettai a dire,
fece un mezzo sorriso, e dio che sorriso.
Mi ricomposi immediatamente non appena un ragazzo davanti a
noi balzò in piedi, un ragazzo moro, alto, e dal fisico
palestrato, aveva il numero 10 ''Credo che dovremmo essere tutti uniti
in questa avventura, nessuno di noi sa molto su questa situazione, ma
una cosa la sappiamo, se su miliardi di ragazzi hanno scelto noi, una
cosa è certa, siamo speciali e dobbiamo sfruttare al meglio
ciò che riusciamo a fare, io sono Mark Rivers e sono onorato
di stare qui con voi'' disse provocando l'applauso di tutti i presenti,
tranne di due persone, me e Trent, non lo facemmo nemmeno apposta, ma
noi non eravamo altrettanto felici di quello a cui andavamo incontro.
I'm heeere
Allora inizio col scusarmi con la lunghezza, ma essendo inesperta con
l'html non posso fare ancora capitoli troppo lunghi altrimenti combino
solo un disastro, per il resto spero che vi stia piacendo, fatemi
sapere. un bacione
Faby
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