Il Natale

Freddo.
L'unica parola con cui Elsa riusciva a raccontare i suoi Natali.
Odiava quel periodo dell'anno, lo odiava con tutta se stessa: vedeva la gioia di Anna, degli abitanti di Arendelle e osservava ogni loro festeggiamento dalla finestra della sua stanza.

La principessa sospirò, avvicinandosi alla finestra: anche quest'anno era arrivato il 25 Dicembre; appoggiò la mano sul vetro freddo, mentre la neve cominciava a cadere sul terreno di Arendelle.

« Buon Natale, Elsa!» Da dietro la porta, la voce di Anna fece sussultare la futura sovrana.

Avrebbe voluto contraccambiare, lo avrebbe voluto fare davvero, ma non c'era nulla di buono in quel Natale, così come in tutti gli altri che lo avevano preceduto.
Elsa ricordava bene che dopo “l'incidente”, per evitare di rivedere Anna, il suo regalo lo scartava da sola, di notte, quando tutti dormivano... Solo il re riusciva a vederla, da dietro la porta, mentre scartava la carta che ricopriva il giocattolo che le era stato regalato.

« Grazie... » mormorava la bimba, mentre il padre si avvicinava a lei.
« Dovresti svegliarti con Anna, » le sussurrò l'uomo « non è bello aprire i regali da sola. »
« Non posso!»
« Elsa...»

Ma la bimba era già scappata via, forse piangendo.

E quel ricordo, che di anno in anno si rinnovava, era vivo nei pensieri di Elsa che si avvicinò alla porta dove, dall'altra parte, probabilmente vi era ancora Anna che sperava di vedersi aprire dalla sorella.

« Ti voglio bene, Anna!» sussurrò Elsa, senza che nessuno, a parte lei, riuscisse a sentirla.