Out
of nowhere
1. Say
hello to the Queen
Tic-tic-tic-tic.
Non c'era niente di più
fastidioso del rumore prodotto dalle dita di Sam che incessantemente
sbatacchiavano sulla tastiera del portatile. Come se alloggiare in
uno schifoso motel da quattro soldi non fosse abbastanza, anche se
per poco. Dean Winchester fece scivolare lo sguardo sulla moquette
macchiata, i mobili rovinati e sulla carta da parati color senape che
si arricciava agli angoli della stanza. Infine lo posò sulla
finestra, che gli restituì un'immagine distorta del
fratello, che,
poco dietro di lui, si stava facendo colare gli occhi davanti allo
schermo di un portatile.
Inghiottì l'ultimo
boccone dell'hamburger, leccando via dalla punta delle dita i residui
di ketchup e si girò verso Sam con aria frustrata.
«Da che altezza sei
caduto da piccolo ?» domandò, senza il minimo
accenno di sarcasmo.
«Uh?» Sam alzò di
scatto la testa, osservandolo con sguardo confuso prima di riportare
la sua attenzione a Dio sa solo cosa.
«Staremmo mangiando.»
esclamò, allargando le braccia e sgranando gli occhi.
«Ti spiace
metter da parte quell'aggeggio per qualche minuto? Dio, sembri un
quattordicenne davanti a un porno.» borbottò
irritato.
Sam alzò un sopracciglio
e lo ignorò, come sempre. Era il loro piccolo show
quotidiano, Dean
si lamentava e Sam lo sopportava stoicamente.
Tic-tic-tic-tic, le sue
dita tornarono a tamburellare sulla tastiera con fare quasi
più
incessante di prima, gli occhi a un tratto attraversati da una luce
strana.
A quel punto, Dean, con
un movimento secco gli chiuse il portatile sulle dita, sfidandolo a
prestargli attenzione.
«Ouch! Davvero maturo da
parte tua, complimenti.» replicò risollevando lo
schermo e
massaggiandosi le dita. «Ora, se hai finito, quello di noi
due
davvero utile avrebbe trovato qualcosa di interessante.»
«Mmm. Definisci
interessante.»
«Pare che la gente stia
impazzendo in Scozia.» disse semplicemente, come se il resto
venisse
da sé senza il bisogno di approfondire o perdersi in
dettagli.
Fuori, il temporale
crebbe di intensità. Le gocce di pioggia suonavano una
sinfonia
ritmica e incessante sulle lamiere del parcheggio al coperto. Di
tanto in tanto, qualche lampo illuminava il quadrato della finestra
che dava sul piazzale del motel. Sommati alla luce sfarfallante di
qualche lampione, disegnavano i contorni di due figure incappucciate
che ciondolavano sul bordo del marciapiede.
«La gente da di matto
ovunque, qual è la novità?» Dean si
strinse nelle spalle,
scuotendo leggermente la testa, mentre Sam si schiarì la
gola
preparandosi a un monologo.
«Immagina che
periodicamente gruppi di escursionisti diretti alle rovine di un
castello abbarbicato su una collina vengano ritrovati nel bel mezzo
della foresta che lo circonda a una settimana di distanza. Senza che
nessuno di loro sappia dare una spiegazione sul perché e il
per come
la loro gita di mezza giornata si sia trasformata in una scampagnata
per i fiordi scozzesi. Non ti sembra un po' strano? Niente di tutto
ciò ti grida "Paranormale!"?»
Incuriosito, Dean spostò
la sedia accanto a quella di Sam, vi sedette a cavalcioni e
occhieggiò lo schermo del computer. Dopo pochi istanti di
silenzio
voltò la testa verso il fratello e domandò:
«Beh, cosa pensi che
sia?» Disse con tono fintamente cospiratorio, passandosi una
mano
tra i capelli. Aveva dipinto sul volto quel mezzo sorriso un po'
sarcastico che negli anni Sam aveva imparato a riconoscere come il
suo marchio di fabbrica. Tuttavia, se lo si osseravava attentamente,
si sarebbe potuto notare un velo scuro calargli sullo sguardo ogni
qual volta era a repentaglio la vita di qualcuno. Sam sapeva di aver
catturato la sua attenzione ormai.
Alzò le spalle,
sospirando.
«Un fantasma?» si
lasciò sfuggire non molto convinto, dopo qualche minuto. La
risposta
fu immediata.
«E tu pensi che con
un'eternità davanti il massimo della libidine sia spaventare
un
gruppo di turisti, così, una volta ogni tanto?»
Sapevano entrambi che era
solo la prima di una serie di idee sbagliate, ma da qualche parte
bisogna pur iniziare.
«Sai che lo humor
inglese fa schifo: se da vivo la tua idea di divertimento era passare
il pomeriggio a casa della nonna a bere il thé, non puoi
mica
pretendere che da morto questo diventi un serial killer.» Sam
cercò
di stemperare l'atmosfera.
«Giusto.» Dean si
stiracchiò e aggiunse «Comunque potrebbe essere un
demone, quindi
direi di alzare il culo e portare i nostri omaggi alla
Regina.»
NDA:
Ciao, qui Key che parla. Non c'è veramente molto da dire:
siamo due frustrate che non sono in grado di finire un progetto, ma
forse insieme questo riusciremo a portarlo a termine. Speriamo vi
piaccia e se non vi piace... Ma no dai, vi
piacerà. Buona lettura! Accettiamo ogni tipo di critica
(costruttive eh, poi se volete dire che fa schifo e punto, abbiate
almeno la grazia di comprarci dei fazzolettini... Ma speriamo di no
dai!).
Ess aggiunge che qualora non dovessimo finire il progetto ci
premureremo di farvi avere una scatola di cioccolatini... Sempre che
non li finisca io, eh.
|