✳️
CAROLINE
✳️
Non
saprei spiegare esattamente come sia nato in me il desiderio di
viaggiare. E' successo un giorno, all'improvviso; mi sono ritrovata
sola, in una casa troppo grande ma che allo stesso tempo era
diventata soffocante come una prigione, e ho realizzato che poteva
essere giunto per me il momento di fare tutto quello che fino ad
allora non mi era stato permesso, per un motivo o per un altro.
In
soli due giorni ho prenotato un volo di sola andata per Madrid, ho
affidato la casa alle cure della signora Collins (donna meticolosa
nella pulizia e nella precisione quasi quanto me), ho salutato Bonnie
e ho chiamato Josie e Lizzie per avvertirle che avevo deciso di fare
un viaggio; ovviamente avevo parlato solo con Josie, perchè Lizzie
come sempre da quando andava al college era irraggiungibile e le
avevo dovuto lasciare un messaggio in segreteria telefonica. Quindi
ho preso le valige e sono partita.
Bonnie
l'ha definita "crisi di mezza età"; ebbene, sono un
vampiro di 43 anni con un corpo da diciassettenne e sto attraversando
una crisi di mezza età.
All'inizio
era una cosa troppo assurda per pensare che fosse vera, ma
ripensandoci bene potrebbe essere la meno assurda che mi sia successa
in tutti questi anni.
Da
allora ho visitato le più belle città europee, perfino troppe per
essere ricordate tutte; sono stata in Giappone, Turchia, Emirati
Arabi, Egitto... Poi sono tornata in America e adesso mi trovo su un
taxi che mi sta portando nella tappa finale del mio viaggio prima di
tornare a casa, nella città del jazz, del Mardi
Gras...
E dei Mikaelson.
New
Orleans mi aveva sempre affascinato; chiunque la descriveva come una
delle città più suggestive del mondo e molti anni fa l'avrei messa
sicuramente fra i cinque possibili luoghi in cui sposarmi. Fin dai
primi momenti in cui progettavo il viaggio mi ero ripromessa di
visitarla, ma sapevo che ormai da tempo quella città era diventata
la dimora degli Originali e l'idea di imbattermi in loro, in
uno di loro in particolare,
mi ha fatto rimandare quella visita fino a oggi.
In
fondo New Orleans è una città grande, popolosa e meta di numerosi
turisti; probabilmente nessuno farà caso alla mia presenza nel breve
soggiorno che mi aspetta.
Scendo
dal taxi e mi guardo attorno.
Così
è questo il quartiere francese.
Non
si sbagliano a definirla una delle città più suggestive del mondo:
mi trovo a New Orleans da meno di dieci minuti e ne sono già
affascinata. Passeggio per le strade del quartiere e sono circondata
da cibo, musica, arte e cultura, ci sono persone di ogni età ed
etnia e tutti sembrano così contenti...
Mi
troverò bene qui.
Ero
troppo presa dal contemplare New Orleans in tutta la sua bellezza da
non aver nemmeno domandato al tassista un posto in cui poter
alloggiare; le valige piene di vestiti cominciano a pesare troppo
anche per me che ho la forza da vampiro.
"Scusa",
mi avvicino a una ragazza che sta pulendo un tavolino fuori da un
bar, "sapresti indicarmi un albergo nelle vicinanze?"
"Uno
è proprio qui di fronte" - mi volto nella direzione indicatami
e osservo l'edificio con tende blu e bianche recanti la scritta Royal
Sonesta Hotel - "un altro si trova là, a Bienville Street; più
avanti, girando a destra ti trovi su Conti Street e anche lì vedrai
un hotel. Ce ne sono molti dentro e fuori del quartiere francese, in
questo periodo sono solitamente pieni di prenotazioni a causa del
Carnevale, ma sono sicura che riuscirai a trovare un posto".
Mentre
prendevo nota mentalmente delle sue indicazioni, non avevo potuto
fare a meno di notare che quella ragazza non aveva odore. Mi spiego
meglio: profumava ma oltre alla forte fragranza alla vaniglia la sua
pelle non
emanava alcun odore...
Un
vampiro che lavora in un bar non l'avevo ancora visto...
Nel
frattempo la ragazza aveva ripreso a pulire il tavolino, ma dopo
poco, notando la mia esitazione, si rivolge nuovamente a me: "Posso
portarti qualcosa mentre decidi cosa fare?"
Mi
siedo e ordino un succo di frutta.
"Ecco
a te il succo", torna posando un bicchiere sul tavolo, "e
questo lo offre la casa" continua porgendomi una seconda tazza.
Non
faccio in tempo a chiedere cosa sia; all'improvviso sono
completamente catturata dal suo contenuto, la mia vista si acuisce,
sento la pelle bruciare come se fossi finita nella lava incandescente
di un vulcano, l'olfatto è inebriato da un inconfondibile odore
metallico: sangue.
"Benvenuta
a New Orleans," stupita e affamata, guardo la ragazza; lei
accenna un sorriso: "Mi chiamo Camille, ma puoi chiamarmi Cami".
Hello
sweethearts...
Prima
di tutto mi chiamo Erika e ammetto di non essere una scrittrice
assidua di fan fiction. Perchè una fan fiction Klaroline? Perchè
penso che i Klaroline siano stati una delle coppie (anche se Klaus e
Caroline non sono mai stati davvero una coppia, purtroppo
aggiungerei) più belle e interessanti che Julie Plec ci abbia
offerto, e di cui ahimè tanto facilmente ci ha privato. Siccome nel
presente sembra impossibile che i due possano trovare un modo per
riunirsi, perchè non nel futuro? Se siete arrivati a leggere fino a
qua mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, saprò se vale la pena
continuare; ringrazio già chi lo farà.
A
presto, E.
|