Smoke on the river

di sophiatl
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July, she will fly and give no warning to her flight...

Era una giornata calda e afosa, con una cappa di nuvole che di tanto in tanto schermava il sole. Il Po scorreva nel pieno della sua portata, noncurante della canicola, e quasi invogliava ad un poco raccomandabile tuffo.

Era calda anche la sigaretta che teneva tra le dita, calda ma leggera e gradevole.

Era caldo il fumo che buttava dentro e che come un drago risputava fuori dopo qualche lungo secondo.

Erano calde anche le lacrime che scorrevano internamente. Poteva forse essere diverso quello che sentiva? Aveva sentito fin troppo nettamente il peso del mondo che crollava sulle sue spalle, così come crollava quella speranza che aveva cullato e che aveva fatto crescere perché sì, ne valeva la pena.

Lo smarrimento dopo aver realizzato che quel bacio non si sarebbe più potuto ripetere, che forse quei momenti non sono stati che una parentesi breve in un mare di solitudine. Causava ancora dolore il motivo: che colpa ne aveva se alla persona che aveva scelto ogni bacio faceva rivivere l’orrore del trauma del suo primo bacio? Stava male, stavano male entrambi a causa di quel momento mai abbastanza maledetto di qualche anno prima. Potevano forse abbandonarsi?

«Ci siamo fidati reciprocamente,» – pensò – «la nostra intesa è stata naturale e immediata, ci siamo presi per quello che siamo, siamo stati felici. Io non voglio ricadere nella tristezza, e poi… Non può continuare a tormentarsi e soffrire per il resto della vita. Non è giusto che la sua esistenza sia rovinata in eterno per colpe non sue. E se scegliesse di farsi male? Addirittura di suicidarsi? Cosa penserei di me se non avessi fatto nulla per aiutare?»

Guardò dentro di sé: valeva la pena di lottare. Per quel rapporto. Per sé. Per quella persona. Con quella persona, e forse questa era la cosa più importante.

Si promise di fare quanto poteva per aiutare quella persona tanto speciale a superare quell’odioso trauma. Sentì di doverlo fare. Doveva solo capire come.





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