Seguito indipendente dell'ode funebre allo sbianchetto (che trovate qui) e alla gomma (che trovate qui).
A te, mia antica penna preferita,
dono versi dal cuore e dall’aorta,
tu che d’inchiostro ungevi le mie dita
ed ora altro non fai che giacer morta.
La linfa tua vitale è ormai finita,
andata, ahimè, la tua carente scorta,
ed ogni frase a cui tu hai dato vita
rimane in tuo ricordo e ci conforta.
Ormai che questo duro colpo incasso,
saluto il tuo monocromo colore
con qualche verso infame e un pianto lasso:
scrivesti molti versi di dolore,
e come sciagurato contrappasso
adesso tu lo causi nel mio cuore.
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